STAZIONE E CENTRO MERCI, IL COMITATO RILANCIA. LA POLITICA COMINCIA A RISPONDERE “PRESENTE”

La consapevolezza che bisogna fare qualcosa per permettere alle aree interne come la Valdichiana, il Trasimemno o Val Nestore e la Valdichian di uscire dall’isolamento che le sta condannando all’emarginazione sociale ed economica, e ad un progressivo invecchiamento delle popolazioni, è sempre più avvertita tra la popolazione. Un fenomeno sempre più accentuato a seguito dell’emigrazione dei giovani, che oramai fanno sempre più fatica a trovare un’occupazione che permetta loro di vivere e avere delle prospettive, quindi non essere costretti ad andarsene. Quello dell’abbandono dei territori appena citati investe sempre più anche gli immigrati, che decenni fa erano approdati e magari si erano pure ben inseriti nella società. Una delle cose da fare è senza dubbio mantenere e potenziare le infrastrutture, i collegamenti fra questi territori e le città, tra questi territori e le direttrici di mobilità. Sia per quanto riguarda le persone, che le merci.
Se ne è parlato sabato scorso a Chiusi, in una affollata pubblica assemblea organizzata dal comitato “Opzione Zero”, che da tempo si batte affinché si torni ad una progettualità programmatica che rimetta al centro la questione infrastrutture come premessa per tornare a parlare di investimenti produttivi manifatturieri in questa area. E per fermare la progressiva desertificazione.

L’incontro si è tenuto a poche decine di metri di distanza dalla stazione di Chiusi, una stazione che fino a pochi anni fa era un nodo di grande importanza per tutta questa parte del Centro Italia a cavallo tra due Regioni. E non a caso nel 2017 venne ristrutturata e adeguata all’Alta Velocità e dal 2019 al 2023 ha avuto anche la fermata di una coppia di Frecciarossa.
Oggi tutti si battono, e il documento votato all’unanimità da tutti i consigli comunali dei comuni del basso senese lo testimonia, affinchè si receda dall’idea di costruire una stazione in Linea a Creti (come indicato dal tavolo tecnico interregionale presso il Ministero dei Trasporti) o a Rigutino, e si torni a valorizzare con nuove fermate di convogli a partire da quelle del Freccia Rossa, le stazioni esistenti di Arezzo e Chiusi, entrambe, come dicevamo, rese idonee per per il transito dei treni veloci. Senza dimenticare, in una ottica di rete, le stazioni di Orte e Perugia…
I sindaci della Valdichiana hanno usato l’espressione “Media Etruria diffusa” (su tre poli, appunto Arezzo, Chiusi e Perugia) in sostituzione della Media Etruria stazione in linea da costruirsi ex novo. Questo è un passo avanti notevole, rispetto alle titubanze iniziali e alla sbornia per la stazione volante che aveva contagiato un po’ tutti gli amministratori, sia di centro sinistra che di centro destra. Un passo avanti e un successo per il Comitato che adesso può cotare su un parterre più ampio e più forte dal punt di vista istituzionale e politico. Anche questa nuova posizione positiva, nasconde un vizio di fondo: quello che la Media Etruria Diffusa sulle tre stazioni esistenti, sia considerata solo una soluzione “tampone”, temporanea, in attesa che si realizzi la stazione in linea a Creti o atrove e ciò può rappresentare oggettivamente un punto di debolezza della proposta, che invece a nostro parere ha in sé la forza e argomenti sufficienti per diventare la soluzione definitiva, la più razionale, la meno dispendiosa e impattante sia sul lato soldi che su quello ambientale. E anche la più efficace per mettere in connessione alta velocità e linee normali e per assicurare il diritto alla mobilità alle aree interne che non possono essere sempre solo penalizzate e sfruttate senza ricevere in cambio nulla.
Detto questo, le posizioni assunte di recente dai sindaci del sud senese, da quelli del Trasimeno, da alcune forze politiche (il Pd e il M5s per esempio) e le posizioni del Comitato Opzione Zero sono ormai molto vicine. Si tratta se mai di riuscire a coniugare le rivendicazioni per il presente (ripristino delle fermate del Frecciarossa e mantenimento e potenziamento degli Intercity) con ragionamenti di più ampio respiro e di prospettiva. Ragionamenti che non riguardano l’ipotetica stazione in linea, ma l’adesione ad indicazioni e protocolli nazionali ed Europei già in vigore. Non solo il famoso protocollo di intesa Umbro-Toscano del 2014 in cui tra le varie possibilità, per l’alta velocità, veniva ipotizzata anche l’opzione zero, ovvero l’utilizzo delle stazioni esistenti di Arezzo e Chiusi, all’epoca da adeguare alla bisogna, cosa che nel frattemo è stata fatta, con una spesa da parte di RFI di circa 7 milioni di euro a stazione, ma anche alcune direttive comunitarie sulle direttrici di traffico e sui corridoi strategici. Questo è uno dei temi messo sul tavolo dall’incontro di sabato a Chiusi.
Qualche settimana fa il Consiglio Regionale dell’Umbria ha votato e approvato una mozione presentata dal capogruppo Pd Cristian Betti, nella quale si definisce il collegamento stradale Perugia-Chiusi, attraverso la SR Pievaiola e la Sp 309 Moianese, un “corridoio strategico” per tutta la regione… Per ora si tratta solo di un atto di indirizzo, che però punta la barra della Regione Umbria sua stazione di Chiusi, non su quella in linea a Creti o a Rigutino, mette all’angolo l’assessore De Rebotti che si era speso per Creti e che poi ha votato la mozione, tornando sui sui passi e inserisce l’asse tra il capoluogo umbro e il nodo stradale e ferroviario di Chiusi esattamente nel quadro delle indicazioni Europee.
E l’ex comitato, adesso Associazione Opzione Zero ha colto la palla al balzo per riproporre pubblicamente, forte anche di questa “indicazione” della Regione Umbria, insieme all’utilizzo e al potenziamento della stazione per il traffico passeggeri (linea normale e alta velocità) il vecchio progetto di un Centro Intermodale Merci, con possibilità di scambio gomma-rotaia.
L’associazione “Opzione Zero”, argomentando e sostenendo questo progetto, si richiama, come accennato, agli orientamenti europei in materia di trasporto e logistica che individua lo sviluppo di questa area nel corridoio tra nord e sud Europa, dalla Scandinavia alla Sicilia. E tale “corridoio” passa per Chiusi. Ovvio che le infrastrutture esistenti non sono tutte e del tutto adeguate, quindi necessitano di interventi migliorativi. Se in aree e contesti come la valle Padana e la Campania le stazioni in linea per l’AV trovano giustificazione nei numeri dei rispettivi bacini di utenza fatti di milioni di abitanti, una stazione in linea in Valdichiana a metà strada tra Siena e Perugia (ma a 60 km dall’una e dall’altra) giustificazioni logiche non ne ha. Diverso è il discorso dell’utilizzo delle stazioni esistenti, potenziandole. In una logica di area vasta, Valdichiana, Trasimeno, Amiata e hinterland perugino, anche il Centro Merci per lo scambio gomma-rotaia appare un’operazione del tutto sostenibile, anche se da quando fu ipotizzato e avviato a costruzione (per poi lasciarlo cadere nel nulla di fatto) son cambiate molte condizioni. Di imprese che potrebbero usufruirne ce ne sono ancora parecchie sia in Umbria, che in Toscana. E questo lo hanno sottolineato non solo gli esponenti del Comitato, e in particolare l’arch. Romanini, che illustrato il progetto, ma anche alcuni esponenti politici come Claudio Fallarino, ex sindaco di Città dela Pieve e adesso responsabile trasporti del Pd del Trasimeno, che – ha sottolineato Fallarino – “su questa battaglia è tutto compatto e motivato”.
A questo proposito, più interventi hanno sottolineato, soprattutto dal versante umbro, l’importanza del collegamento Perugia-Chiusi e del Centro Merci anche come aggancio al Casello A1 di Fabro raggiungibile tramite la strada Provinciale di Fondovalle che di fatto comincia proprio nei pressi del parcheggio della stazione di Chiusi e dell’area individuata per il Centro Intermodale che potrebbe trovare realizzazione in parte in territorio chiusino e in parte nell’attiguo territorio umbro, nel comune di Città della Pieve. Significativa anche la lettera inviata dal sindaco di Chiusi Sonnini, assente per impegni diversi. Il disgelo è ormai conclamato. Almeno sulle rivendicazioni immediate il fronte è comune.
In questa ottica di forte integrazione umbro-toscana anche la proposta avanzata da questo giornale, di aggiornare il nome della stessa stazione di Chiusi-Chianciano Terme con un riferimento a Città della Pieve o al Trasimeno ci sembra pertinente e utile e funzionale per il convolgimento e la motivazione dell’Umbria che si troverebbe ad avere un nodo ferroviario e due caselli A1 (Fabro verso sud e Chiusi vers nord) a meno di mezz’ora dal capoluogo di regione. Non solo ma può anche rinfocolare il protagonsmodi un territorio che a di là dei “confni” ha vocazioni comuni e negli ultimi 40 anni è stato progressivamente impoverito e marginalizzato. Si pensi al decadimento di Chianciano, alla fine del distretto industriale della Valnestore. Oggi però c’è un’altra un’altra industria che almeno in certe realtà tira e viaggia a vele spiegate ed è il turismo. E i collegamenti stradali e ferroviari, le connessesioni tra le due modalità, la possibiltà di avere scali vicini a città come alla Autorità Regionale per la Garanzia e la Promozione della
Partecipazione (APP) del Consiglio Regionale della Toscana ai sensi della L.R.46/2013.
L’Associazione intende riprendere il progetto interregionale del 2005 che aveva permessoMontepulciano, Pienza, Città della Pieve, Castiglione del Lago, ma anche Panicale, Chiusi, San Casciano Bagni, Sarteano, Cetona, Chanciano, sono una precondizione necessaria affinché il turismo funzioni. E la stazione di Chiusi è anche capolinea della ferrovia per Siena, città turistica tra le più celebrate d’Italia e città natale di Santa Caterina, patrona d’Italia e d’Europa. Mentre Perugia è connessa con Assisi, città di San Francesco, altro patrono d’Italia. Il triangolo Perugia, Chiusi, Siena può essere significativo anche sotto questo aspetto, non solo nell’anno del Giubileo.
Partecipazione (APP) del Consiglio Regionale della Toscana ai sensi della L.R.46/2013.
L’Associazione intende riprendere il progetto interregionale del 2005 che aveva permessoMontepulciano, Pienza, Città della Pieve, Castiglione del Lago, ma anche Panicale, Chiusi, San Casciano Bagni, Sarteano, Cetona, Chanciano, sono una precondizione necessaria affinché il turismo funzioni. E la stazione di Chiusi è anche capolinea della ferrovia per Siena, città turistica tra le più celebrate d’Italia e città natale di Santa Caterina, patrona d’Italia e d’Europa. Mentre Perugia è connessa con Assisi, città di San Francesco, altro patrono d’Italia. Il triangolo Perugia, Chiusi, Siena può essere significativo anche sotto questo aspetto, non solo nell’anno del Giubileo.
Dall’assemblea di sabato è uscita infine, la richiesta di aprire un procedimento partecipativo locale, previsto dalla Legge Regionale Toscana n. 46/2013 sul progetto di realizzazione del Centro Merci. A tale scopo il Comitato ha avviato una raccolta di firme, necessaria per sostenere la richiesta.
Renato Casaioli e Marco Lorenzoni