CAROTAGGI NELL’AREA DELLO STADIO? SI’, MA LI FACCIANO GLI ENTI PREPOSTI

TORNA AD ALEGGIARE IL DUBBIO SU POSSIBILI INTERRAMENTI ILLEGALI DI RIFIUTI
CHIUSI – Su Chiusiblog, Paolo Scattoni docente di Urbanistica alla Sapienza di Roma, avanza una proposta a proposito dello stadio incompiuto: quella di verificare con dei carotaggi se nell’area siano stati sversati o interrati illegalmente rifiuti speciali, magari tossici e nocivi come è avvenuto in tante cave in tutta Italia. Ultimo caso quello di Brescia. Una proposta che torna dunque su un argomento annoso e più volte trattato sulla stampa locale. Fu proprio Primapagina una decina di anni fa, durante la prima legislatura Ceccobao, a tirar fuori per prima il sospetto che in quella cava fossero stati interrati illegalmente rifiuti. La supposizione si basava su segnalazioni di cittadini e su un verbale della polizia municipale. Ci furono un po’ di polemiche, il sindaco di allora smentì categoricamente che potesse essere avvenuta una cosa del genere, minacciò querele e il verbale dei vigili si concretizzò in una multa di 8.000 euro al gestore della cava, per smaltimento irregolare di inerti.
Il dubbio su eventuali interramenti però non fu mai fugato e all’inzio del 2013 il giornalista Marco Fè, in una lettera inviata a Primapagina riferiva di un camionista che lui aveva incontrato in una città della costa tirrenica che gli parlò di viaggi da La Spezia a Chiusi dove veniva a scaricare non si sa cosa in una località di campagna e dopo aver scaricato doveva ripulire le ruote del camion… Ed ecco che il dubbio riaffiora. Proprio perché in quel periodo – inizio 2013 – Primapagina stava lanciando l’allarme sull’aumento dei tumori e di malattie rare a Chiusi e nella zona di fondovalle (Ponticelli e Cetona).
E’ della fine dell’estate la scoperta di una contaminazione da nichel della falda acquifera di fondovalle, quella appena a sud di Chiusi Scalo, praticamente a valle della zona produttiva delle Biffe-Cardete e anche a valle della cava dove si sta costruendo lo stadio. Quale nesso c’è tra lo stadio in costruzione e la contaminazione da nichel? Nessun nesso. A meno che in quel terreno e nei pressi non siano stati, appunto, interrati abusivamente dei rifiuti. Ipotesi tutta da verificare, ma non del tutto peregrina, visto quanto sta emergendo in Campania e in altre parti d’Italia. E visto che il prociratyore generale antimafia ha recentemente dichiarato che la Camorra, dopo la Campania sta dirottando – e non da adesso – i suoi traffici proprio sulla Toscana. Il business è grosso ed è di oggi la notizia dell’arresto di 7 persone in relazione ad una inchiesta sulla mega-discarica di Malagrotta (tra gli arrestati il re dell’immondizia Cerroni, patron di Malagrotta ma anche ex amministratore delegato della Gesenu di Perugia).
Ora Scattoni, visto che nessuno, ha mai fatto ricerche approfondite sull’area dello stadio di Chiusi, né sembra avere intenzione di farle, propone ai lettori del suo blog di autotassarsi per finanziare dei carotaggi in proprio. Ha anche sentito un esperto che ha indicato in 5.000 euro la spesa necessaria…
Può essere un’idea. Ma a nostro avviso un’idea poco sensata. Per vari motivi: 1) non spetta ai cittadini fare i rilievi e le ricerche, ma agli enti preposti (Arpat, Asl, Forestale, Comune, Noe dei Carabinieri ecc…). Chi deve fare i controlli e anche eventuali carotaggi c’è già e comunque deve essere un soggetto pubblico.
2) Come possono dei semplici cittadini anche se coadiuvati dal migliore degli esperti, entrare in un terreno privato e recintato? con quale mandato potrebbero mettersi a scavare e fare buchi in terra? Siamo così convinti che gli interessati (proprietario della cava e Comune) li lascerebbero fare?
3) Quale valore di prova potrebbe avere una ricerca del genere che sarebbe solo una “perizia di parte”?
Meglio insomma secondo noi chiedere, anzi indurre anche con atti legali, chi di dovere ad attivarsi e cioè l’Arpat, la Asl, la Magistratura, la Forestale, i Noe dei carabinieri, il Comune…
La questione nichel, per esempio assume rilevanza ed è preoccupante non tanto perché è stata resa nota da una testata giornalistica (primapagina), ma perché è certificata dall’Arpat Toscana che è l’ente preposto al controllo e alla tutela del territorio…
Certo se l’Arpat che pure ha scoperto e certificato l’inquinamento poi non fa nulla, se il Comune resta immobile o traccheggia, se la Asl si chiama fuori perché la cosa non coinvolge acque potabili… i cittadini dovranno alzare il tiro e la voce, dovranno organizzarsi e protestare più forte per infrangere i muri di gomma. Pensare di sostituirsi agli enti preposti, agire in proprio sul piano scientifico, è un “tecnicismo” che può fornire qualche pezza d’appoggio, un’azione che sarebbe una dichiarazione di resa, l’accettazione dell’assunto che il “pubblico” cioè lo Stato coi i suoi organi non è in grado di dare risposte o non le vuol dare. Una situazione da far west. Ma allora ci vorrebbe Tex Willer per risolvere la cosa, altro che carotaggi!
m.l.
credo che se il comune o altri si rifiutassero di far fare i carotaggi dovrebbero poi spiegare cosa hanno da nascondere o cosa temono. E ovviamente assumersi la responsabilità politica di aver ostacolato la ricerca della trasparenza. Concordo sul fatto che dovrebbero farlo gli enti preposti, ma se non lo fanno tocca a noi tentare di sfondare il muro di gomma. Ben vengano i comitati per fare pressione sul potere, ma intanto andiamo avanti con le rider che, potrebbero essere due fronti della stessa battaglia. E da ultimo, perché no? chiamare ancora la televisione a documentare gli scempi chiusini. Chissà se aumenta il turismo per vedere il comune peggio amministrato di Italia? il mostro in prima pagina funziona, e a Chiusi di mostri e di ecomostri ne abbiamo diversi….. Avetrana docet!:-)
Francesco, capisco e condivido le preoccupazioni che muovono alcuni cittadini ad intervenire di persona su questa vicenda, la cosa che, a parer mio non è accettabile è che i cittadini si facciano giustizia da soli. Questo sarebbe l’inizio di un percorso che potrebbe giustificare ben altri “fai da te”, ho ancora in mente le argomentazioni che usavano i leghisti per organizzare le famose ronde. Tutt’altra situazione ma anche loro dicevano “nessuno ci protegge” e quindi ci organizziamo.
Sono disponibile invece ad azioni di denuncia e di pressione affinché si faccia chiarezza sull’origine dell’inquinamento e sulle conseguenze per la salute e l’ambiente, dato che è emerso anche nella seduta del Consiglio un atteggiamento a dir poco superficiale della Giunta Comunale. Ieri Nardella braccio destro di Renzi ha avuto modo di dire a proposito del rimborso dello stipendio degli insegnanti che il ministro Saccomanni non poteva cavarsela dicendo che al ministero delle finanze non se ne sapeva niente, avrebbe dovuto assumersi la responsabilità dell’accaduto e per questo occorreva un ministro politico.
Ebbene io vedo un assonanza con la situazione di Chiusi, il Sindaco non può nascondersi dietro ad organismi tecnici deve assumersi la responsabilità della situazione.
Anche nei campeggi delle giovani marmotte alla fine c’è sempre qualcuno che deve prendersi la responsabilità di fare una certa cosa… Se quella cosa è necessaria al buon andamento del campeggio… Di solito è il “capo” designato quello che si deve prendere la suddetta responsabilità. In questo caso, visto che non siamo al campeggio delle giovani marmotte, il sindaco e l’Arpat hanno non solo l’interesse, ma il dovere istituzionale di intervenire. Se no, da “parte lesa” (l’inquinamento danneggia il territorio e il Comune è in questo senso parte lesa) diventano “correi” di chi ha causato l’inquinamento… Ma queste cose le abbiamo già scritte e dette più volte…
XLuana. Vorrei una risposta ragionevole a queste due semplici domande:
-Perchè non è stata avvertita la popolazione di una situazione di inquinamento e quindi di possibile rischio?
-Perchè nulla è stato fatto in tutti questi anni (oltre cinque!) da chi di dovere?
Sul fai da te il discorso sarebbe lungo ma non dimentichiamoci mai che i diritti non ce li regala nessuno. Vanno conquistati e difesi.
In questo caso specifico non si tratta assolutamente di farsi giustizia da soli ma di fare pressione (in forme civili, le più disparate) su chi di dovere perchè faccia il proprio dovere!
D’accordo sulle “forme di pressione, le più disparate”. E sulla necessità di non lasciare nulla di intentato (anche azioni legali, dunque) per costringere chi di dovere a intervenire. Ma fare i carotaggi in proprio non sarebbe una forma di pressione quanto un atto di supplenza (ammesso che te li facciano fare) rispetto a chi è preposto per legge a farli. E – a mio modestissimo parere – sarebbe anche una azione “elitaria” che esclude chi non può permettersi di sottoscrivere l’eventuale quota di autotassazione. Con il rischio che alla fine possa servire solo a far dire a chi compie l’azione “visto quanto siamo bravi”?
Arpat, Noe, Forestale… spetta a loro, su mandato della magistratura fare i rilievi tecnici del caso. Ai cittadini spetta invece il compito delle denuncia , quello di tenere alto il livello di attenzione, quello di pretendere che siano rispettati il diritto alla salute e il diritto di vivere in un ambiente sano e non inquinato, per quanto possibile.
Luciano, non sfuggo alle tue domande anche se credo che a questo punto dovresti averlo già capito il mio pensiero! Rispetto ai nostri Amministratori scommetterei sulla loro buona fede, ma ritengo, purtroppo, che non hanno ben chiaro il compito che sono chiamati a svolgere. Li vedrei bene in una Associazione di volontariato, tutti bravi ragazzi!
E sia chiaro io credo che sono i 30-40enni che devono prendersi in mano le sorti di questo Paese, ma qui si marcia improvvisando senza memoria della storia recente di Chiusi (ultimi 60 anni) e questo non può che produrre caos.
La mia preoccupazione va ben oltre l’inquinamento da nichel e problema stadio, la grande campagna per la rottamazione, ha rottamato soltanto una cultura amministrativa che si fondava sull’elaborazione di politiche che perseguivano un’idea di città e di benessere collettivo. Ma qui veramente il discorso sarebbe lungo. Sarò fuori tempo ma quello che penso io non si costruisce su Facebook, occorre la pazienza del confronto e dello scontro, e non va di moda.
Marco, parliamo di realtà e non di teoria: se la stampa informasse, com’è sua competenza, non dovremmo stare a romperci i cuggjuni, come dice Albanese.
La Nazione o Il Corriere di Siena non devono disturbare il manovratore e di certi argomenti non parlano.
Hai visto che è successo con Striscia la notizia?
L’iniziativa dei carotaggi pagati dai cittadini è chiaro che in una situazione “normale” si presta a tutte le obiezioni del caso, ma qui di normale ormai c’è ben poco.
Faccio un esempio, perchè a me della ricerca di iniziative elitarie interessa ben poco: se a versare un euro fossero 5.000 persone che significato assumerebbe l’iniziativa?
Sarebbe una iniziativa dirompente. Ma la vedo difficile. E non mi pare che la proposta fosse questa… Più facile (ma neanche tanto) trovare 50 persone che versino 100 euro… O 10 che ne versano 500. Ma non sarebbe la stessa cosa. Per questo le mie perplessità rimangono. Ma sono perplessità “di principio”. Basate anche un po’ sull’esperienza (anche in relazione al caso specifico: parlo di quando alzammo il polverone qualche anno fa): all’epoca non fu mai possibile entrare, neanche per fare una fotografia… Come potrebbero spiegare un diniego? Così come adesso non spiegano perché non hanno fatto nulla sulla questione nichel. Il privato potrebbe chiedere un “mandato” e quale mandato potresti presentare? Comunque se qualcuno trova il modo di finanziare e fare i carotaggi, ben venga. Ci sarà un elemento di valutazione in più…
dico la mia. Sono molto d’accordo sulla funzione di “pressione” da parte dei cittadini. Penso da tempo che i movimenti cittadini siano la forza che può smuovere la malapolitica del paese. In merito al carotaggio auto-tassato, condivido la posizione del direttore. Significherene lasciare campo libero al menefreghismo delle istituzioni preposte, da noi peraltro, diligentemente pagate. Va aggiunto, come da punto 3 dell’articolo di M Lorenzoni, che quelle stesse istituzioni, nel caso in cui si procedesse alle analisi “private”, non ne riconoscerebbero neanche la validità. L’operazione “analisi a mie spese” è già stata fatta da un agricoltore campano a cui sono stati sequestrati i terreni. I prodotti sono risultati buoni ma il giudice ha chiesto delle controanalisi. (http://www.paralleloquarantuno.com/2013/12/18/gli-agricoltori-prima-regole-certe-e-poi-terreni-no-food/). Sarebbe quindi un’operazione più fallimentare e frustrante che risolutiva. Sono d’accordo, invece, con il direttore e con Luana che l’operazione da fare sia quella di insistere affinchè chi di dovere, faccia …il suo dovere, attraverso la formazione di comitati, la firma ad una petizione da presentare al comune etc…