CAROTAGGI NELL’AREA DELLO STADIO? SI’, MA LI FACCIANO GLI ENTI PREPOSTI

giovedì 09th, gennaio 2014 / 16:38
CAROTAGGI NELL’AREA DELLO STADIO? SI’, MA LI FACCIANO GLI ENTI PREPOSTI
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TORNA AD ALEGGIARE IL DUBBIO SU POSSIBILI INTERRAMENTI ILLEGALI DI RIFIUTI

CHIUSI – Su Chiusiblog, Paolo Scattoni docente di Urbanistica alla Sapienza di Roma, avanza una proposta a proposito dello stadio incompiuto:  quella di verificare con dei carotaggi se nell’area siano stati sversati  o interrati illegalmente rifiuti speciali, magari tossici e nocivi come è avvenuto in tante cave in tutta Italia. Ultimo caso quello di Brescia. Una proposta che torna dunque su un argomento annoso e più volte trattato sulla stampa locale. Fu proprio Primapagina una decina di anni fa, durante la prima legislatura Ceccobao,  a tirar fuori per prima il sospetto che in quella cava fossero stati interrati illegalmente rifiuti. La supposizione si basava su segnalazioni di cittadini e su un verbale della polizia municipale. Ci furono un po’ di polemiche, il sindaco di allora smentì  categoricamente che potesse essere avvenuta una cosa del genere, minacciò querele e il verbale dei vigili si concretizzò in una multa di 8.000 euro al gestore della cava,  per smaltimento irregolare di inerti.

Il dubbio su eventuali interramenti però non fu mai fugato e all’inzio del 2013 il giornalista Marco Fè, in una lettera inviata a Primapagina riferiva di un camionista che lui aveva incontrato in una città della costa tirrenica che gli parlò di viaggi da La Spezia a Chiusi dove veniva a scaricare non si sa cosa in una località di campagna e dopo aver scaricato doveva ripulire le ruote del camion…  Ed ecco che il dubbio riaffiora. Proprio perché in quel periodo – inizio 2013 –  Primapagina stava lanciando l’allarme sull’aumento dei tumori e di malattie rare a Chiusi e nella zona di fondovalle (Ponticelli e Cetona).

E’ della fine dell’estate la scoperta di una contaminazione da nichel della falda acquifera di fondovalle, quella appena a sud di Chiusi Scalo, praticamente a valle della zona produttiva delle Biffe-Cardete e anche a valle della cava dove si sta costruendo lo stadio.  Quale nesso c’è tra lo stadio in costruzione e la contaminazione da nichel? Nessun nesso. A meno che in quel terreno e nei pressi non siano stati, appunto, interrati abusivamente dei rifiuti. Ipotesi tutta da verificare, ma non del tutto peregrina, visto quanto sta emergendo in Campania e in altre parti d’Italia. E visto che il prociratyore generale antimafia ha recentemente dichiarato che la Camorra, dopo la Campania sta dirottando – e non da adesso – i suoi traffici proprio sulla Toscana. Il business è grosso ed è di oggi la notizia dell’arresto di 7 persone in relazione ad una inchiesta sulla mega-discarica di Malagrotta (tra gli arrestati il re dell’immondizia Cerroni, patron di Malagrotta ma anche ex amministratore delegato della Gesenu di Perugia).

Ora Scattoni, visto che nessuno, ha mai fatto ricerche approfondite sull’area dello stadio di Chiusi,  né sembra avere intenzione di farle, propone ai lettori del suo blog di autotassarsi per finanziare dei carotaggi in proprio. Ha anche sentito un esperto che ha indicato in 5.000 euro la spesa necessaria…

Può essere un’idea. Ma a nostro avviso un’idea poco sensata. Per vari motivi:  1) non spetta ai cittadini fare i rilievi e le ricerche, ma agli enti preposti (Arpat, Asl, Forestale, Comune, Noe dei Carabinieri ecc…). Chi deve fare i controlli e anche eventuali carotaggi c’è già e comunque deve essere un soggetto pubblico.

2) Come possono dei semplici cittadini anche se coadiuvati dal migliore degli esperti, entrare in un terreno privato e recintato? con quale mandato potrebbero mettersi a scavare e fare buchi in terra? Siamo così convinti che gli interessati (proprietario della cava e Comune) li lascerebbero fare?

3) Quale valore di prova potrebbe avere una ricerca del genere che sarebbe solo una “perizia di parte”?

Meglio insomma secondo noi  chiedere, anzi indurre anche con atti legali, chi di dovere ad attivarsi e cioè l’Arpat, la Asl, la Magistratura, la Forestale, i Noe dei carabinieri, il Comune…

La questione nichel, per esempio assume rilevanza ed è preoccupante non tanto perché è stata resa nota da una testata giornalistica (primapagina), ma perché è certificata dall’Arpat Toscana che è l’ente preposto al controllo e alla tutela del territorio…

Certo se l’Arpat che pure ha scoperto e certificato l’inquinamento poi non fa nulla, se il Comune resta immobile o traccheggia, se la Asl si chiama fuori perché la cosa non coinvolge acque potabili… i cittadini dovranno alzare il tiro e la voce, dovranno organizzarsi e protestare più forte per infrangere i muri di gomma. Pensare di sostituirsi agli enti preposti, agire in proprio sul piano scientifico, è un “tecnicismo” che può fornire qualche pezza d’appoggio, un’azione che sarebbe una dichiarazione di resa, l’accettazione dell’assunto che il “pubblico” cioè lo Stato coi i suoi organi non è in grado di dare risposte o non le vuol dare. Una situazione da far west. Ma allora ci vorrebbe Tex Willer per risolvere la cosa, altro che carotaggi!

m.l.

 

 

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