COME RIDARE FIATO AI COMUNI STROZZATI DALLA CRISI

PARLA IL PRESIDENTE DEI BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA, FIORELLO PRIMI
“Le scelte a volte scellerate in nome di un illusorio abbassamento della pressione fiscale hanno messo i sindaci e i Comuni, ultima ruota del carro delle pubbliche amministrazioni, nelle condizioni di incidere direttamente e pesantemente sulle tasche e sul livello di vita dei cittadini”: a sostenerlo è ‘ Fiorello Primi, presidente dei Borghi piu’ belli d’Italia. “Prima si elimina l’Ici per tutti – sostiene Primi in una nota – poi ci si inventa l’Imu che viene a sua volta parzialmente tolta facendo cadere nella più grande confusione normativa e finanziaria tutte le amministrazioni locali. Chi, come noi dei Borghi più belli d’Italia, avrebbe bisogno di tempi sufficienti di programmazione delle attivià’ di promozione e commercializzazione del prodotto turistico e per elaborare progetti di valorizzazione dei territorio, si trova sempre spiazzato dal modo di comportarsi della politica a livello nazionale che impedisce, di fatto, qualsiasi forma di programmazione. Valga per tutto il fatto che il termine per approvare i bilanci di previsione 2013 dei Comuni è stato prorogato fino al 31 ottobre, ovvero quasi a fine anno.
Chi come noi ha deciso, per mantenere il profilo istituzionale senza condizionamenti esterni, di contare sulle quote sociali che ogni anno i 220 comuni versano per garantire l’attività del club si trova in condizioni molto difficili a causa delle drammaticità in cui operano dal punto di vista finanziario i Comuni italiani.
Personalmente ritengo sia stato un grave errore eliminare prima l’Ici e poi l’Imu per tutte le prime case anche per chi si poteva permettere di pagarla. Si dovrebbe inoltre imporre a tutti i Comuni definiti turistici l’applicazione di una tassa di soggiorno anche minima con l’obbligo di finalizzarne gli incassi ad attività di promozione e di manutenzione delle destinazioni magari sotto il controllo di una commissione paritetica pubblico-privata, si doveva e si deve modificare il patto di stabilità per dare la possibilità ai Comuni almeno di tornare ad investire sulla manutenzione del territorio, sulle scuole e sul patrimonio storico artistico e architettonico per ridare fiato alle molte piccole e medie imprese che – conclude Primi – rischiano ogni giorno di chiudere per mancanza di lavoro o perché non riescono a riscuotere per i lavori già eseguiti”.