SIENA, IL 31 OTTOBRE SI ELEGGE IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA. IL PD RISCHIA UNA NUOVA DEBACLE E FA QUADRATO SU FRANCESCHELLI

SIENA – Il 31 ottobre prossimo, mercoledì, si vota per il rinnovo della presidenza della Provincia. O meglio, votano i sindaci e consiglieri comunali dei 36 comuni. E’ un’elezione di secondo livello. Tra addetti.
Il presidente attuale Fabrizio Nepi, sindaco di Castelnuovo Berardenga lascia per fine mandato. Il Pd stavolta si presenta all’appuntamento con una candidatura unitaria. E già questa è una notizia. Il presidente della Provincia viene eletto tra i sindaci, e i sindaci candidabili erano solo 6, quelli cioè che hanno ad oggi ancora almeno un anno di mandato da espletare. Quindi per il Pd Juri Bettollini di Chiusi, Francesco Landi di Sarteano, Sauro Machetti di Trequanda e Silvio Franceschelli di Montalcino. Per il centro destra solo il sindaco di Siena Luigi De Mossi e Maurizio Colozza di Monticiano. Nessun altro sindaco in carica era candidabile ed leggibile, perché tutti in scadenza, nella primavera 2019.
Per il Pd la scelta è caduta su Franceschelli che è sindaco della città del Brunello, ma vive e lavora a Siena, quindi potrebbe svolgere il doppio incarico con maggiore facilità di altri. Il centro destra ha invece scelto De Mossi.
La sfida sarà dunque tra loro due. E sarà una sfida all’ultimo voto, perché sulla carta il Pd dispone del 55% dei “grandi elettori”, ma la votazione avverrà a Siena, nel Palazzo della Provincia e non nei singoli consigli comunali e se qualcuno dovesse marcare visita gli equilibri potrebbero saltare.
Su Franceschelli, dicevamo, il Pd ha trovato una quadra faticosa, ma alla fine tutti d’accordo, sia l’ala sinistra capeggiata dal segretario provinciale Valenti, sia l’ala renziana, nella quale ha pesato l’endorsement a favore di Franceschelli del sindaco di Chiusi Bettollini, che alcuni avrebbero voluto candidare e che invece ha fatto un passo indietro. Nella foto qui a fianco Bettollinie Franceschelli alla festa dei Ruzzi della Conca a Chiusi nel settembre scorso. Dopo il “patto del gelato”, il “patto del Brunello”?
Ma, al di là di endorsement e patti, crediamo che abbia pesato soprattutto la possibilità concreta di perdere la guida della Provincia, dopo aver perso il capoluogo. Se dal voto del 31, uscisse vincitore De Mossi, per il Pd la debacle nelle Terre di Siena sarebbe completa e definitiva.
Peseranno, nel voto, anche altri fattori e altre componenti. Come dicevamo, votano i consiglieri comunali. Quindi potrebbero essere decisivi anche i voti dei consiglieri 5 Stelle, di quelli delle liste civiche, tipo la Piazza di Pienza e di quelli delle liste di sinistra tipo i Podemos di Chiusi.
I 5 Stelle sembrano orientati su De Mossi. Per dare la definitiva spallata al sistema di potere imperniato sul Pd e perché adesso sono alleati nel Governo con la Lega che a Siena ha sostenuto apertamente De Mossi, con il placet dei vertici nazionali dei 5 Stelle che privarono la lista locale della possibilità di presentarsi alle comunali.
Il sistema di potere del Pd non piace neanche alle liste civiche e alle liste di sinistra, ma tra un candidato Pd e uno in quota Salvini-Berlusconi, alla fine potrebbe prevalere il “non facciamoci del male” (più di quello che è già stato fatto). Ed è ciò che sperano i dirigenti del Pd che piano piano (molto piano) si stanno affrancando dalla cultura renziana per riavvicinarsi a idee, proposte e parole d’ordine più consone alla storia e alla tradizione della sinistra. Se i consiglieri civici e di sinistra invece dovessero disertare l’appuntamento, potrebbero finire per favorire De Mossi.
La Provincia, anche se svuotata e resa ente di secondo livello, mantiene comunque competenze importanti, sulla viabilità, per esempio e il Pd non ha intenzione di perderne il controllo. Ma a questo punto è anche una questione squisitamente politica. Una vittoria della destra, con De Mossi che si troverebbe ad avere in mano le chiavi del Comune Capoluogo e dell’Amministrazione Provinciale, sarebbe una pietra tombale sulla storia di quella che fu la provincia più rossa d’Italia. Chiuderebbe un capitolo lungo, che dura dal dopoguerra.
Certo, negli ultimi 10-15 anni il Pd e prima ancora i Ds e alleati vari ne hanno combinate di tutti i colori (la debacle Mps, la crisi dell’Università e della sanità, la gestione dei rifiuti finita sotto inchiesta, la chiusura dell’Enoteca Italiana…), aprendo la strada all’antipolitica, all’assalto della destra revanscista e delle forze populiste. Ogni voto è un redde rationem. E anche questo voto, solo per addetti al lavori, del 31 prossimo, si annuncia come un appuntamento rovente. Qualche Comune si organizzerà per garantire la partecipazione al voto dei propri consiglieri, stile gita sociale in città. Lo faranno sia quelli a guida Pd che gli altri. La posta in gioco è la guida di un ente, ma anche l’immagine politica di un territorio. Se il Pd dovesse perdere anche questa battaglia, tutto il gruppo dirigente senese – renziani e antirenziani, senza distinzione – dovrebbe trarne le conseguenze e fare non uno, ma molti passi indietro. Anche di corsa.
Di corsa sarebbe stato bene avessero fatto l’autocritica a quanto è stato prodotto fino ad oggi,ma mi sembra che ultimamente le autocritiche tanto doverose non abbiano vita comoda in quelle case. Tu hai esordito col fatto che” piano piano”(ma molto piano) il PD stia lasciando le posizioni renziane per avvicinarsi a posizioni più a sinistra.Scusa, io non sono un osservatore puntuale ed assiduo come tu lo sei per il fatto che non ho i contatti che tu hai nel mondo politico e mediatico in questi casi , ma cosa dovrebbe farlo capire agli elettori ed alla gente comune che tale tendenza sia in atto e quali siano gli elementi per i quali tu dica questo? Il sentimento di solitudine di Bettollini o simili masturbazioni mentali di qualcuno ? Quali sono le ragioni per le quali gli atti e le politiche stiano marcando piano piano gli effetti di una direzione di sinistra ? Perdona la mia presbiopia ma credo che se manchi l’autocritica rimangano solo le parole con le quali si dice soprattutto da parte dell’establishment di quel partito, tutte imperneate su verbi coniugati all’imperativo:”bisogna”, ”occorre”, ”dobbiamo”, ” si debba fare”, ma poi le cose restano quelle che sono. Che debba svoltare a sinistra lo spero e lo sò anch’io, ma la vedo dura, anche per un momento non considerando la quantità dei voti di De Mossi, lo scontro interno mi sembrerebbe estemporaneo e disunitario con la tendenza di chi tenga le chiavi del confessionale, perchè i renziani mi sembra che se non vado errato detengano ancora una quantità alta di percentuale nel partito e l’avvicinarsi a sinistra sarebbe una cosa che a prima vista sembrerebbe non tanto probabile ma che potrebbe essere superata solo con una bella spruzzata di etere dalla quale dalla stanza si esca con la solita maggioranza che deliberi aprioristicamente di essere tutta unita e che poi nel corso della vita amministrativa si rischi di far riaffacciare i malumori.Questo succederebbe per una semplice ragione che i conti si vogliono fare sempre e comunque senza l’oste e per fare questo ricordiamocelo che c’è una componente che valutata la situazione, furbescamente ritiene opportuno fare come si faceva una volta nelle banche quando una partita che non si poteva applicare si metteva ” a debitori ”. Solo che oggi la partita passata momentaneamente a debitori si è ingrossata al punto che si rischia che venga passata a perdite certe e gravare alla fine sul bilancio.Ma mi sembrerebbe che già in questa situazione ci siamo e con la diversità rispetto a prima che da ”debitori” si cerchi di stornare partitelle di poco conto rispetto alle necessità,che si immagina che possano risolvere qualcosa e far diminuire la percezione del c/debitori.Queste partitelle sono rappresentate dal montaggio teatrale delle svoltatine a sinistra che fra l’altro non sono altro che la presa d’atto-fatta solo a parole ma non con gli atti- condotte più che altro non dai diretti interessati ma dalla stampa e dagli altri media. La domanda purtroppo per loro è sempre la stessa:”per quale politica”.A questa domanda sono sfuggiti per parecchio tempo ed ancora oggi lo vorrebbero fare nonostante gli aiutini, ma prima di assumere il viagra consigliano tutti i medici di passare almeno due visite cardiologica che nel caso in discussione dovrebbero essere due per capire da chi è comandati : l’autocritica ed il congresso.E le visite cardiologiche si sà come funzianano nelle ASL dove si prenotano: ci vuole parecchio tempo per farle e fra poco non si faranno nemmeno con il codice rosso perchè i tempi cambiano velocemente.Ma mi sembra che nel caso che esponi nel Post ne siamo vicini a tale situazione e forse sarebbe bene pregare il medico di famigia che nella prescrizione ci scriva ”urgente” e nella la causale dell’urgenza ci scriva che il paziente mostra sintomi di disorientamento dovuti a labirintite.Da lì il famoso detto.”chi lascia la strada vecchia per la nuova sa ciò che lascia ma non quel che trova”. E- scherzi a parte- ma se ci si pensa bene questo non è che il risultato di aver lasciato la strada vecchia pensando di rottamarla perchè ormai piena di buche ma la rottamazione vera corre il rischio di averla il guidatore che fin’ora è stato al volante.E secondo me sarebbe già un segnale forte, ma la cintura di sicurezza mi sembrerebbe che sia saldata da quel posto di guida e schiodarla sarebbe non facile ed il partito pagherebbe un prezzo molto alto.Ma talvolta la politica posta davanti al dilemma di vivere o perire,le giravolte le compie di certo, ma non ci dimentichiamo che sempre di giravolte parliamo.Ma ormai in qella casa credo che ci siano abituati.Quando c’era la DC c’erano le correnti che si davano battaglia le une con le altre per la spartizione della torta ma alla fine quando si doveva determinare il peso della torta erano tutti uniti,difatti fino a prima della sua scomparsa riscuoteva altissimi consensi ma dopo hanno dovuto rifondarsi in un partito più piccolo a cui hanno dato il nome di un fiore dall’aspetto semplice e popolare ma che per irrobustirsi si nutriva dell’etica di uno stato compenetrato dal sapore di sagrestia e che ai vecchi adepti gli andava pure bene perchè vedevano giusto nel loro orizzonte e nel loro futuro, erano una genia abituata a leggere fra le righe e non si sbagliavano mai.Ora che la DC non c’è più da parte di quegli stessi uomini di seconda e terza generazione è normale che ci sia la contrapposizione e le menti più avvedute nello stesso tempo gridano all’unità, con la diversità che non avevano previsto che con la loro costituzione una mossa rischiava di essere sbagliata ed era quella appunto tanto vituperata che si autoproclamavano sinistra ma che la politica la facevano molto distante da quella di sinistra. Ed a nulla è valso il fumo e la gente alla fine ha capito che non poteva esistere un partito che si chiamasse sinistra e che facesse politiche di centro destra.sono stati puniti due volte sonoramente dall’elettoratyo e purtuttavia la loro coriacità è dovuta anche adesso ai radicamenti col sistema che hanno costruito negli anni e non è un sistema che si arrenda tanto facilmente ma che invece preferisce cambiare maschera.
E tale messaggio lo si vede quanto sia valido anche oggi, in questi passettini di avvicinamento a sinistra che hanno il tenero pudore di non pronunciare loro ma che li fanno evocare dalla stampa consenziente e che non si capisce cosa possano consistere e cosa possano rappresentare nel rapporto con la politica quotidiana se non forse un cambio di veste fatto da una persona che sotto le vesti rimane la persona di prima.Sono anni che vanno avanti così mentre le classi che dicono di rappresentare s’impoveriscono e non le rappresentano più.
E mi sembrerebbe anche giusto che non le rappresentassero più ma non mi sembra giusto che il bracconiere inglese beccato dal guardiacaccia mentre trasportava il cervo abbattuto sulle spalle alla propria macchina avesse risposto alla domanda del guardiacaccia di cosa ci facesse quella bestia morta sulle sue spalle e che la risposta del bracconiere inglese fosse stata con uno sguardo di noncuranza tipica di albione diretto sulla sua spalla e quasi scrollandosela ” which animal ? ”.