CHIUSI, SABATO PROSSIMO INCONTRO PUBBLICO SU STAZIONE, ALTA VELOCITA’ E CENTRO MERCI

L’INIZIATIVA E PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE “OPZIONE ZERO”.
CHIUSI – Negli ultimi due mesi sulla questione alta velocità, stazioni (in linea o esistenti), strade di collegamento e servizi collaterali connesi sono intervenuti un po’ tutti: i sindaci di Chiusi, Arezzo, Cortona, Orvieto, Perugia, Città della Pieve per esempio, per protestare contro i “tagli” e gli spostamenti sulla linea lenta di alcuni IC e per chiedere fermate AV; la Regione Umbria ha approvato una importante mozione, presentata dal Pd che adesso è forza di governo, sulla strada Perugia-Chiusi definita un “corridoio strategico”; il comitato Sava di Arezzo ha addirittura proposto uno scambio in stile Ascanio Della Corgna tra l’acqua di Montedoglio per il lago Trasimeno e l’ok del’Umbria alla stazione in linea a Rigutino anziché a Creti… Un do ut des di tipo medievale. Altri propongono il ripristino della linea FCU Città di Castello-Arezzo proprio in funzione della stazione AV a Rigutino… Gi aretini spingono molto su questo tasto, forse sperando anche in un appoggio del presidente Toscano Giani che si era speso per tale ipotesi, salvo poi correggere il tiro con un “se deve essere Creti, meglio niente”, visto che lo stesso Giani potrebbe aver bisogno di sostegno per ottenere la ricandidatura alle prossime regionali di settembre, messa in discussione dal Pd.
Insomma la questione è calda, anzi rovente. E ogni giorno si aggiunge un tassello. In alcuni casi – diciamolo – si tratta di proposte “ad minchiam”, che non trovano riscontro logico. Ma ormai sperare che si discuta secondo criteri logici e basandosi su dati, distanze e carte geografiche è esercizio di pura fantasia. La politica persegue strade che ai comuni mortali sfuggono.
In questo quadro movimentato e pieno di schizzi di colore (per lo più tendenti al marroncino), sabato prossimo 17 maggio torna in scena anche il Comitato Opzione Zero, che ha sede a Chiusi ed è nel frattempo diventato Associazione.
E’ infatti in porgramma un incontro pubblico, presso la sala ex cinema Eden a Chiusi Scalo, alle ore 17,00. All’odg due punti: alta velocità e trasporto merci.
Come è noto l’ex comitato, ora Associazione Opzione Zero si batte da due anni CONTRO ogni ipotesi di stazione in linea (a Creti o altrove) e per l’utilizzo anche per l’AV delle stazioni esistenti di Chiusi e Arezzo, ma in una logica di area vasta anche di Perugia. Questo per evitare spese folli e consumo di suolo per costruire una stazione in mezzo al nulla della Valdichiana profonda, senza commessioni e senza servizi, quando le stazioni esistenti, attrezzate e adeguate di recente all’AV possono benissimo fare la funzione e garantire le fermate necessarie. Oltre a ciò resta intesa anche la rivendicazione del mantenimento e potenziamento degli Intercity nord-sud e dei regionali veloci per Roma e Firenze.
Ma il punto che Opzione Zero mette sul tavolo è soprattutto quello del rilancio di un vecchio progetto avviato a realizzazione nei primi anni 2000 e abbandonato intorno al 2010: quello del Centro Intermodale Merci da costruire nell’area della stazione di Chiusi (non necessariamente nei terreni a suo tempo destinati a tale scopo, poi ridimensionati dal Piano Urbanistico). Progetto questo che potrebbe trovare una ragion d’essere significativa e concreta nel collegamento stradale veloce Perugia-Chiusi, via Pievaiola e SP 309 Moianese su cu ha recentemente deliberato, come dicevamo, la Regione Umbria. Oggi percorrendo la 309 e poi la Pievaiola si va dalla stazione di Chiusi a Perugia (Pian di Massiano, Ospedale ex Silevstrini, zona commerciale via Settevalli) in 35-40 minuti. Con alcune migliorie al tracciato della “Moianese” il tempo di percorrenza può scendere sotto la mezz’ora. Cioè quanto da Chiusi si impiega per andare all’ospedale di Nottola, a Montepulciano o a San Casciano Bagni. La strada Perugia-Chiusi ha quindi un valore in sé, indipendentemente da qualunque altro aspetto, ma è chiaro che di valore ne avrebbe molto di più se la stazione di Chiusi-Chianciano T. avesse di nuovo qualche fermata AV e più IC e se nei pressi fosse attivo un centro merci interregionale per lo scambio gomma-rotaia. Per questo noi, da queste colonne, abbiamo anche avanzato l’idea di inserire nel nome della stazione stessa un riferimento a Città della Pieve, al Trasimeno o all’Umbria. Coisa che consentirebbe di “motivare” e coinvolgere maggiormente il versante umbro.
Quanto al Centro Merci, non conosciamo il progetto che ha in mente il Comitato-Associazione Opzione zero. Sabato lo conosceremo. Ma vale forse la pena ricordarne il “pregresso”. Perché negli anni – da quando la struttura fu pensata e progettata, la situzione è cambiata e non poco. All’epoca, si era alla metà degli anni ’80, l’idea fu partorita dalla CNA che al proprio interno annoverava parecchie imprese di autotrasporto e alcuni consorzi fra trasportatori (un paio avevano sede a Chiusi, uno a Sarteano). Una di queste imprese svolgeva un servizio particolare: il trasporto su gomma con apposito rimorchio di vagoni ferroviari, ovviamente per tratte brevi e trasversali rispetto alla linea Fs. In quegli anni alla stazione di Chiusi era ancora attivo il settore Cargo (trasporto merci) che aveva di stanza circa 100 macchinisti e che fu smantellato nel 2010. C’erano, e pure questo va detto, anche alcune grandi imprese che movimentavano tonnellate e tonnellate di materiali che arrivavano anche via treno come la ditta Nigi e la ditta Torrini, entrambe del settore granaglie. Il Centro Intermodale appariva come una necessità e fu dunque avviato a costruzione, con progetto e finanziamento affidato al Patto Territoriale VATO. Venne costituita una apposita società pubblico-privata per la gestione, denominata SMEC. Furono espropriati i terreni, venne realizzata e urbanizzata la strada di accesso (con una spesa di cira 2 milioni e 800 mila euro).
Ma dalla fine del primo decennio degli anni 2000 l’opera è rimasta una “incompiuta dello scandalo” (così la definimmo su questo giornale), praticamente un binario morto che non va da nessuna parte. All’epoca di Scaramelli sindaco, prima che questi lasciasse il comune per volare in Regione, fu aperto e inaugurato l’Interporto Etrusco, proprio lì vicino, operazione, però, di iniziativa privata che nulla aveva a che fare con il progetto Centro Intermodale, se non la posizione contigua. Il proprietario realizzò un eliporto e un braccetto ferroviario e acquistò pure un piccolo locomotore per movimentare i vagoni, ma anche l’Interporto di fatto non è mai entrato in funzione come tale.
Adesso, l’Associazione Opzione Zero prova a rimettere l’idea al centro del dibattito. E’ vero che le condizioni sono cambiate e la situazione generale è diversa, ma la necessità di trovare una soluzione al problema dei Tir in entrata e uscita dalla Lodovichi Spa, che attraversano l’abitato dello Scalo, la possibilità concreta di realizzare un collegamento stradale rapido Perugia-Chiusi attraverso la Valnestore,; il no del comune di Sinalunga ad un centro logistico nei pressi del casello Valdichiana di Bettolle; la battaglia per non smantellare ulteriormente la stazione e, al contrario potenziarla aumentando le fermate degl IC e ripristinando qualche Freccia, fanno pensare che non si tratti di un’idea campata in aria, ma di una infrastruttura che potrebbe davvero ridare fiato e sostanza sia alla stazione che all’economia di un territorio vasto comprendente la Valdichiana senese e l’Amiata-Valdorcia, l’area del Trasimeno-pievese e la Valnestore, più l’hinterland perugino. Scusate se è poco.
m.l.
Nella foto: la strada d acesso al Centro Intermodale Merci, chiusa e abbandonata.