TRUMP SCARICA ZELENSKY E ROMPE IL FRONTE OCCIDENTALE. ITALIA ED EUROPA: E ADESSO?

sabato 01st, marzo 2025 / 11:45
TRUMP SCARICA ZELENSKY E ROMPE IL FRONTE OCCIDENTALE. ITALIA ED EUROPA: E ADESSO?
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Se fossero stati Putin e Lavrov ad accusare e umiliare il presidente ucraino Zelensky in un colloquio di ipotetiche trattative di pace, dicendogli apertamente di non avere alcuna carta da giocare e poi cacciandolo da un sala del Cremlino, da Londra, da Parigi, da Berlino e anche da Roma sarebbero partiti immediatamente i bombarderi, con l’ok della Nato e dell’Unione Europea. Invece Zelensky è stato accusato, schernito, umiliato non da Putin e Lavrov, ma da Trump e Vance, rispettivamente presidente e vicepresidente degli Stati Uniti. Il paese guida della grande alleanza occidentale baluardo, della democrazia nel globo terracqueo. E adesso? Adesso è un casino perché Trump e Vance hanno fatto saltare il banco. Perché gli Usa sono stati la colonna portante degli aiuti all’Ucraina nei tre anni di guerra con la Russia, ma anche prima negli 8 anni precedenti. Quelli della guerra nel Donbass.

Non solo hanno platealmente e brutalmente scaricato, con modalità fuori da ogni protocollo diplomatico, cosa mai vista prima, un presidente alleato e il suo Paese martoriato e stremato dalla guerra, ma hanno isolato e messo con le spalle al muro anche tutti i Paesi occidentali e l’Unione Europea che hanno fornito e continuano a fornire aiuti in soldi e soprattutto armi, all’Ucraina.  Zelensky è stato trattato come il servo che non serve più. E che quindi viene messo alla porta, senza tanti complimenti, accusandolo pure di essere stato lui a far andare a fuco la casa e che adesso non ha le carte per negoziare nemmeno la pensione o la buonuscita.

Probabile che Putin e Lavrov e Medvedev abbiano assistito alla lite in diretta Tv fra Trump e Vance e il presidente ucraino, con i pop corn in mano. E una vodka per brindare. Ma i cani feroci, qusta volta non sono stati loro. Sono stati Trump e Vance i quali in 20 minuti hano portato gli Usa ovvero la più grande potenza occidentale, il gendarme del mondo libero, fuori dal circuito di quel mondo. Spiazzando tutti gli altri. Dai più fedeli e allineati atlantisti che adesso non sanno a che santo votarsi, a coloro che senza essere per forza putiniani o filorussi, non nutrivano/nutrono alcuna simpatia per Zelensky e il suo governo guerrafondaio e nazistoide. I primi perché adesso non hanno più il punto di riferimemnto principale e non sanno come aggiornare la narrazione fasulla e drogata che ci hanno propinato per 3 anni per farci digerire la propagada bellicista e le mire espansionistiche della Nato, per giustificare una guerra per procura contro la Russia fatta però con il culo degli ucraini… I secondi perché di fronte all’arroganza padronale di Trump e Vance, pur non amando Zelensky, viene spontaneo prendere le sue difese, notare che non si è piegato neache a Trump, che l’accordo capestro per la cessione delle terre rare per cui era lì alla Casa Bianca, lui non lo ha firmato. Chi sta per costituzione e per formazione politico culturale dalla parte dei più deboli, in questo frangente non può non avere un moto di stima per il presidente ucraino. Anche chi lo detesta e sostiene che se avesse trattato a Istambul due mesi dopo l’inizio dell’invasione russa, avrebbe ottenuto di più ed evitato migliaia e migliaia di morti e miliardi di danni al suo Paese.

Sui media in Italia e in Europa, parlando del nuovo corso trumpiano negli Usa c’è chi evoca un “nuovo fascismo” e fa il paragone con Hitler che andò al potere anche lui con le elezioni nel 1933 e poi fece e diventò quello he sappiamo. Altri parlano di “colpo di stato” da parte di un manipolo di miliardari che sarebbero la versione aggiornata dei Krupp e degli agrari italiani degli anni ’20 del ‘900 e che pensano di tagliare tutti i lacci e lacciuoli della mediazione politica per avere mano libera. Nella loro concezione del potere e dello scacchiere internazionale anche l’Europa non serve più. Può essere un concorrente scomodo sul mercato e questo a loro non piace,  ma soprattutto è un ferrovecchio ancora stretto dentro criteri che prevedono contrappesi, mediazioni, che loro ritengono inutili orpelli. Trump ha rotto l’argine.

Nel durissimo colloquio con Zelensky, Trump ha definito il suo predecessore Biden un imbecille o qualcosa di simile. Anche questa una cosa mai vista e mai sentita prima. Una rottura con il “politically correct” che tra l’altro è uno dei cardini della politica anglosassone. Era. Da adesso non lo è più. Trump e i suoi sono ormai “più oltre”, per dirla parfrasando una battuta di Nino Manfredi nel film C’eravamo tanto amati”. Già: Europa, Italia e Usa si erano tanto amati. Ora che faranno i Paesi europei e l’Unione Europa, il Canada, che farà l’Italia a guida Meloni? Manderanno un po’ di truppe a Kiev per continuare a difendere il povero Zelensky lasciato con il cerino in mano e un’altro po’ di truppe a New York e Filadelfia per esportare la democrazia negli Usa?

Detta così viene quasi da ridere. Ma c’è veramente poco da ridere. Sembra di rivedere la scena del film Tutti a Casa nella quale Alberto Sordi, dopo l’8 settembre, si trova sotto il fuoco dei tedeschi e chiama il comando per sapere il motivo: “Colonnello qui sta succedendo ua cosa incredibile: i tedeschi si sono alleati con gli americani…”.

Solo che quello che abbiamo visto ieri non è un film. Era una diretta dallo Studio Ovale della Casa Bianca.

m.l.

nella foto: un fotogramma del colloquiio Trump-Vance-Zelensky alla Casa Bianca. Da “Otto e mezzo”, la7.

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