CHIUSI, UN CARRO DI CARNEVALE RIVENDICA I BRONZI DI SAN CASCIANO

CHIUSI – “A Carnevale ogni scherzo vale”. Oppure “Arlecchino disse la verità burlando”… E fu così che ieri, alla prima sfilata del Carnevale chiusino, nella frazione di Montallese, è comparso un carro allegorico che fa riferimento alla straordinaria scoperta archeologica del Bagno Grande a San Casciano Bagni: un etrusco e un romano insieme “a merollo” (cioè a bagno) proprio nella vasca sacra di San Casciano, indicata però come “Frazione di Clusium”… E a corredo due carte topografiche sui confini della Lucumonia di Chiusi… Per dire cosa? Semplice: che quel lugo termale e di culto dove le antiche culture etrusca e romana si sono fuse e integrate, tanto da essere un luogo “bilingue”, è a San Casciano, e a 25 km da Chiusi, ma è comunque “roba chiusina”. Inerente al territorio dell’antica lucumonia etrusca e poi di quello che era il cosiddetto “Agro chiusino” in epoca romana. In qualche modo quel carro carnascialesco ripropone un assunto che su queste colonne abbiamo sostenuto più volte: i famosi e celebratssimi “bronzi” del Bagno Grande sono patrimonio ascrivibile all’agro chiusino, e pertanto sarebbe cosa buona e giusta esporli temporaneamente anche al Museo Archeologico Nazionale di Chiusi, così come sono stati esposti a Roma, a Napoli e a Reggio Calabria.
Noi abbiamo sempre scritto: a Chiusi e a Chianciano, dove c’è un museo archeologico dedicato alle acque, quindi assolutamente attinente e pertinente rispetto ad un sito archeologico che era un luogo termale.
Quella del carnevale chiusino può essere solo “satira” per rivendicare una sorta di “diritto territoriale” (o per non passare da coglioni, direbbe qualcuno), ma in fondo pone un problema serio: quella dell’esposizione dei reperti del Bagno Grande anche nel territorio, in attesa della collocazione definitiva, che sarà nell’apposito Museo d San Casciano, tutto da progettare e costruire, però. Quanto ci vorrà: 5 anni? dieci? E nel frattempo, perché a Roma, a Napoli, a Reggio Calabria sì e a Chiusi e Chianciano no? Qualcuno lo dovrà spiegare. E motivare.
Il carro allegorico con l’etrusco e il romano “a merollo” ha fatto la sua prima uscita proprio a Montallese, che è il paese in cui vive l’assessore alla cultura del Comune di Chiusi Mattia Bischeri, che di mestiere fa l’archeologo ed è uno di quelli che hanno lavorato al Bagno Grande, per riportare alla luce gli splendidi bronzi, le statue, le monete, gli oggetti votivi e tutto il resto… Tra i volontari che realizzano i carri c’è pure suo padre Mauro Bischeri, quindi di sicuro in quel carro non vi è acredine o vis polemica, ma un messaggio sì, quello c’è. Ed è un messaggio che dice che, quando si parla di storia e di archeologia nel sud senese, è Chiusi il punto nodale, la “capitale”, e tutto ciò che nel territorio dell’antica lucumonia viene riportato alla luce,è materiale attinente alla città di Chiusi e come tale, al di là della collocazione, va trattato.
Come primapagina proponemmo l’eposizione dei Bronzi di San Casciano (almeno una parte) anche a Chiusi e Chianciano quando era ministro Gennaro Sangiuliano, poi abbiamo rinnovato la proposta dopo la nomina a Ministro di Alessandro Giuli al posto di San Giuliano e ogni qualvolta i reperti del Bagno Grande sono stati esposti altrove…
Continuiamo ad essere convinti che sarebbe appunto cosa buona e giusta. Adesso abbiamo anche il supporto morale del Carnevale chiusino. Ci fa piacere. E quindi rinnoviamo la proposta ancora una volta: forza Mattia, forza sindaco Sonnini, almeno 4 o 5 di quei bronzi fateli esporre anche nel Museo di Chiusi nella prossima primavera-estate. E’ un Museo Nazionale come quelli di Napoli e di Reggio Calabria. Quello di Chianciano è un museo “specifico” pertinente per tipologia. Per il territorio avere alcuni di quei reperti visibili per qualche mese sarebbe un bel “richiamo”. E un giusto riconoscimento. Che nell’anno in cui la Valdichiana è capitale toscana della cultura sarebbe anche una sottolineatura dell’evento e dell’unicità di un territrio che riesce a fare squadra.
Non si dica che non è opportuno perché poi chi andrebbe a vederli a San Casciano quando ci sarà il Museo sancascianese? Se così fosse sarebbe stato molto più inopportuno esporli a Roma, Napoli e Reggio Calabria… E da lontano che dovranno venire i visitarori del nuovo museo, non certo dai paesi limitrofi. No?
m.l.
Non scherziamo ! Oltre all’ importanza della scoperta al bagno grande ,ricordiamoci chi sta dietro al grande successo,al gran parlare, alla grande pubblicità data all’evento e al luogo !
Noi a Chiusi chi abbiamo ! ….tante chiacchiere ,tanti progetti morti sul colpo, e tanto abbandono condito da un gran menefreghismo ?
Dove vogliamo andare ?
Spendiamo soldi in festival, che altre a due o tre giorni di afflussi, non portano nient’ altro !
Abbiamo le tombe,tante, tutte chiuse.
Abbiamo degli scavi in pieno centro storico, fermi al palo e, in completo abbandono invasi da erbacce e sporcizia !
Ci vogliono le teste…..Non le zucche !