CHIUSI, IL COMUNE PENSA AD UN PIANO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE: MA ESPLODE LA QUESTIONE DEI TIR DELLA LODOVICHI

CHIUSI – Ieri sera, mercoledì 19 giugno, presso l’auditorium La Villetta si è tenuto un incontro pubblico sul tema della viabilità. L’incontro era promosso dal Comune per presentare i risultati del questionario diffuso qualche mese fa, allo scopo di raccogliere segnalazioni di criticità, suggerimenti e proposte per la stesura di un vero e proprio Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Come già dalle risposte al questionario, anche il pubblico presente all’incontro, ha posto al primo posto un problema annoso che sta diventando sempre più una reale emergenza cui va data una risposta e una soluzione prima che ci scappi qualche tragedia o che la gente passi dal mugugno alla protesta plateale: parliamo del traffico dei mezzi pesanti diretti alla Lodovichi Spa, in fondo a via Manzoni a Chiusi Scalo. Decine di tir (tra 70 e 80) al giorno in entrata e in uscita dalla fabbrica delle traversine,che passano, non senza difficoltà per gli stessi camionisti, per via Cassia Aurelia e via Manzoni, creando problemi di inquinamento, di rumore, di sicurezza stradale, per pedoni, ciclisti e automobilisti, ma anche per la manutenzione delle strade e per la stabilità stessa degli edifici che tremano come quando c’è il terremoto ogni volta che passa un reno merci sui binari e anche al passaggio dei tir, Tutti, sindaco compreso, hanno sottolineato l’esigenza di tener conto dell’importanza dell’azienda in termini occupazionali e produttivi, quindi di non arrivare ad azioni di forza con l’impresa, ma anche che la questione sia da affrontare con urgenza. Qualcuno ha detto “di petto” e con decisione, cosa che finora non è stata fatta. L’unico intervento fu la riasfaltatura di via Manzoni con qualche opera di ripristino a carico della Lodovichi come risarcimento per il danno causato dai mezzi pesanti. Era l’epoca di Bettollini sindaco. Poi più niente. Di un accesso diverso alla fabbrica delle traverse di cui pure si discuteva già negli anni ’80, quando fu realizzato il cavalcaferrovia, non si è più parlato. Né è stata presa in considerazione l’idea, avanzata anche da queste colonne, di un’area per carico e scarico magari nella zona industriale, collegata ai piazzali della Lodovichi con un binario dedicato (che in passato esisteva e forse esiste ancora). Ciò consentirebbe di far entrare e uscire sia le traversine che il cemento e i vari prodotti necessari su rotaia, senza gravare con i Tir sul centro abitato. Vedremo se la pressione che anche ieri sera c’è stata all’Auditorium la Villetta sortirà qualche effetto…
Ovviamente si è parlato anche di altro: della Ztl nel centro storico che qualcuno vorrebbe “integrale” (“i centri storici che hanno velleità turistiche devono essere chiusi al traffico”) e della sosta selvaggia lungo tutta via Porsenna, dal Museo fino all’incrocio con via Garibaldi. E a questo proposito è stato fatto notare come evidentemente molti si sentano autorizzati a posteggiare a c… di cane anche davanti a Piazza Duomo, perché “tanto non c’è mai nessuno” e perché “è diventata un’abitudine consolidata”. Sono state chieste modifiche (e la riduzione) dei posteggi a pagamento a vantaggio di stalli a disco orario, sia a Chiusi città che nel cuore commerciale dello Scalo; è stata ribadita la necessità di un secondo accesso al centro storico, utile soprattutto quando per una ragione o per l’altra via Cassia Aurelia è intasata, come in questi giorni causa lavori di asfaltatura… Sono state segnalate criticità, per il traffico elvato in via Oslavia (altra questione annosa e più volte sollevata). Dalla platea è salita anche la richiesta di una maggiore presenza e vigilanza da parte della Polizia Municipale, ma non in senso vessatorio, quanto in direzione di un’azione di sensibiizzazione verso i cittadini ad usare comportamenti consoni anche nel modo di muoversi e di posteggiare. Sono state proposte o quantomeno ventilate azioni per incentivare anche con mezzi specifici il trasporto pubblico collettivo sia all’interno del comune, sia nei collegamenti di prossimità, si pensi all’ospedale di Nottola…
Nonostante le criticità siano state superiori ai “bene, bravi bis”, la serata ha segnato un approccio alla questione comunque propositivo e non animoso sia da parte dei cittadini che dei rappresentanti di alcune forze politiche come Podemos o M5S che sono intervenuti nella discussione. Sindaco e assessori hanno ascoltato e preso nota. Lo stesso hanno fatto i tecnici e la stessa Polizia Municipale.
Trattandosi di Piano della Mobilità sostenibile, noi ci permettiamo di avanzare ancora una volta qui e a margine dell’incontro di ieri sera, una proposta più volte lanciata: quella di una o più piste ciclabili urbane a Chiusi Scalo e cioè percorsi segnalati (ne hanno fatta una di recente a Sarteano) e decicati alle bici all’interno dell’abitato per collegare i punti maggiormente frequentati: la stazione, la Chiesa, il centro medico (adesso sono due), i giardini pubblici, le scuole elementari, la zona commerciale e produttiva della Fontina. Ovviamente è probabile che le piste ciclabili toglierebbero spazio ai posteggi e quindi andrebbero realizzate aree di sosta sostitutive, inventandosi se necessario anche qualche soluzione tipo posteggi multipiano per raddoppiare o triplicare i posti auto senza occupare nuove superfici.
E già che ci siamo, vbista la disussione sulla Ztl nel centro storico, rilanciamo anche la proposta di fare una zona blu, senza traffico anche in via Leonardo da Vinci a Chiusi Scalo. Non sempre: solo il pomeriggio e dal giovedì alla domenica. Un esperimento fatto alla fine degli anni ’80, andò bene, anzi benissimo, solo che i commercianti che allora erano molti di più protestarono e il comune (era sindaco Poggioni) fece marcia indietro. Errore madornale. Del comune e dei commercianti, perché dove non c’è traffico – è risaputo – i negozi vendono di più, perché la gente circola con più calma, passeggiando guarda le vetrine e compra… E’ così ovunque. A Siena la zona blu in centro l’hanno fatta nel 1965, a Montepulciano nel 1988… Possibile che a Chiusi non ci si riesca neanche adesso?
l’articolo sintetizza molto bene le problematiche riferite al traffico di questo piccolo centro urbano qual’è Chiusi Scalo, ribadisco la presenza dei vigili urbani, ad ora invisibili, al contenimento dei comportamenti e mezzi(motocicli) non proprio rispettosi del codice stradale in riferimento soprattutto a via Cassia Aurelia e Leonardo da Vinci (strade molto trafficate)
L’impotenza di chi governa e che guarda a non ”ferire” l’uno o l’altro e si dimena cercando di espletare con modi soft quelle che appaiono contraddizioni, produce tutto questo,mettendo l’uno contro l’altro, contro commercianti, contro produttori,contro cittadini ed interessi generali della città. Per le piste ciclabili a Chiusi Scalo personalmente sono dell’idea contraria alla loro istituzione poichè non vedo vi sia la necessità data la non presenza di ciclisti in numero tale da far richiedere un intervento del genere che non è affatto vero che non tolga spazio all’esistente,dal momento che in qualche luogo le auto dovrebbero parcheggiare,anche in prossimità degli stessi negozi. L’ipotesi della chiusura di Via Leonardo da Vinci al traffico automobilistico secondo me sarebbe una giusta misura alla rivitalizzazione di uno scarno centro naturale commerciale che nelle condizioni in cui versa non fà altro che produrre un aspetto di desolazione a tutto l’insieme.Il verde è stato tolto da Piazza Garibaldi ( soluzione secondo me che è stata mortificante proprio del centro commerciale naturale ); gli alberi che c’erano dovrebbero essere ripristinati con attenzione e dico questo poichè l’occhio innanzitutto è quello che per primo ha l’impatto sulle considerazioni,soprattutto in momenti storici come quello che stiamo vivendo dove il verde è merce rara al centro dei paesi.E credo altresì che non ci si debba far inficiare la mente da considerazioni che ricercano a tutti i costi le piste ” ciclabili ma anche altro ” in un ambiente dove non c’è il traffico pedonale che esiste nelle città e quindi sarebbe un surplus, una moda che non soddisfa sia il bilancio economico di un comune come il nostro sia l’effettivo servizio che la gente possa ricevere da tali innovazioni delle quali non si ha assolutamente bisogno.Ingrassa solo le tasche di chi faccia i progetti che alla fine a nulla servobno. Le necessità sono altre e se si devono spendere soldi non deve essere fatto per cose al limite dell’inutile ma per cose come il sistema fognario di Chiusi Stazione per esempio dal momento che quando i passanti transitano vicino a certi tombini soprattutto d’estate debbono entrare in apnea per non respirare miasmi and Co. Queste sono le cose alle quali occorrerebbe porre attenzione,come è quella della disinfestazioni dagli escrementi dei piccioni che sono talmente evidenti su buona parte dei marciapiedi e che i cittadini calpestandoli inavvertitamente-perchè anche questo succede- portano in casa infezioni e miasmi.Non è la prima volta che faccio questa segnalazione poichè abitando in un condominio sono costretto alla disinfezione delle terrazze almeno due volte alla settimana dato che l’aria pompata dai condizionatori dentro casa è aria infetta dovuta alle escrezioni di detti piccioni che depositano escrementi sulle terrazze in maniera copiosa e questo rappresenta anche una fatica alla quale invecchiando non si è più disponibili a compiere.Semba questa essere una sciocchezza, ma non lo è ! Cose queste che appaiono piccole e di modeste dimensioni di fronte a quelle più grandi della viabilità e dell’inquinamento ma la qualità della vita è fatta anche da queste cose e data l’esiguità delle somme a disposizione per tali problemi credo che occorra dare delle priorità agli interventi, anche se via via possono essere quelli più costosi eseguiti anche chiaramente in maniera parziale ma almeno occorre iniziare. La buona amministrazione deve saper coniugare tutti questi aspetti diversamente ci saranno ancora molteplici situazioni intorno e condizioni che ci spingeranno ancorpiù verso un paese dimenticato da Dio e dagli uomini,specialmente con l’avvento dell’estate e l’innalzamento delle temperature si profila la visione di quei paesi del far west dove le scene dei film abbiamo visto che facevano rimulinare gli sterpi in mezzo alle strade poverose con gli uomini chiusi in casa per sfuggire al caldo torrido.Una ”notiziola da nulla” intanto che non vuole essere foriera di delittuosi allarmi emessi da qualche mente bacata ma c’è chi ha detto che da qui a 15 anni l’italia centrale sarà in preda alla desertificazione. Personalmente a questo non ci credo ma comunque sembra a me che diversi sintomi parlino quel linguaggio.E su queste cose non c’è da scherzare, altro che piste ciclabili….un pizzico di realismo in più talvolta sarebbe auspicabile.
Carlo, le piste ciclabili urbane non sono per i ciclisti, ma per le persone comuni che potrebbero usare la bici, senza rischi, per andare a fare la spesa, per andare al centro medico, alla Coop, alla Messa o ai giardini pubblici, i ragazzi anche a scuola… Sono un “sistema” di mobilità dolce e sostenibile in sicurezza (non totale, ma comunque più alta delle normali strade con traffico veicolare). Sono un invito a non usare la macchina e a pedalare un po’, che fa anche bene alla salute. Ovviamente sono un “sistema” adatto a luoghi pianeggianti e infatti le proponiamo SOLO per Chiusi Scalo. E se le hanno fatte a Sarteano e a Castiglione del Lago non vedo perché non si possano fare anche a Chiusi. Le piste ciclabili per i ciclisti sono altre (come il Sentiero della Bonifica, per esempio, che andrebbe tenuto un po’ meglio). Qui si parla di semplici “corridoi” segnalati, disegnati con asfalto colorato e regolamentati da norme precise. Ci sono in tutte le città del mondo e in gran parte di quelle italiane orograficamente pianeggianti… Non sono un’invenzione visionaria del sottoscritto o di primapagina…
Mi dispiace contraddirti sulle piste ciclabili ma questo è e resta un mio pensiero, che non vuol dire che nel panorama di quanto possa servire a Chiusi Scalo non possa essere considerato,ma noto una cosa importante e preciso che la mia non è una sortita di una qualsiasi natura arteriosclerotica per la quale uno si alza alla mattina ed osserva cose che contrastino la propria visione e s’inca..voli. La mia è una osservazione che tiene presente innanzitutto le necessità e poi le raffronta a quelle che possono essere le tendenze del momento,che spesso si chiamano mode ma a forza di proporlo diventano bisogni, ed il chè credo che non serva tanto ai cittadini che credo vorrebbero vedere ben altro. Siamo a Chiusi e non a Modena o Reggio Emilia od in qualsiasi altro posto della pianura padana dove storicamente ci si serve anche della bicicletta per spostarsi. Si parla credo in tutto di 2-3 chilomatri se si facesse la somma di tali piste ciclabili ma ripeto mi chiedo quanto possano servire (tu dici che rendano la città più vivibile io dico che la città più vivibile possa vedere certe strade chiuse al traffico e la gente spostarsi a piedi invece che in bicicletta che fà anche meglio alla salute…per poi non parlare del costo delle opere perchè anche questa è tendenza generale alla cui realizzazione ci si uniforma essendo anche molti comuni guidati non tanto dal vero interesse pubblico ma dal fatto di dar lavoro ad aziende spesso scelte,anche per regole della legislazione che riguardano l’entità economica dei lavori e non essendo nemmeno tanto secondario il fatto della scelta a chi affidarli….Mettiamo nel conto tutto poi tiriamo le somme in fondo e vediamo se il tutto si configuri in un vero interesse pubblico o no.Quello del transito dei camions credo che sia un vero interesse pubblico ma penso che potrebbe essere risolto in una collaborazione ed intesa fra Comune ed azienda sulla percorrenza di altra strada da poter tracciare ex novo che colleghi il cavalcavia all’azienda in questione come credo fosse nei disegni delle decadi passate e che poi non è stata mai realizzata.Le piste ciclabili soddisfano pochi bisogni e sono bisogni molto relativi se permetti e la vera civiltà non si misura da queste ma da ben altro come ho cercato di dire nel mio precedente intervento riguardante il decoro urbano, sulla rete fognaria e sulla pulizia,ma ci sarebbe anche altro che sarebbe prioritario al muoversi in bicicletta….
Buongiorno a tutti
In merito all’articolo vorrei portare anche io la testimonianza che conferma quello detto da Marco.
Vivendo come tanti commercianti di fatto più all’interno del negozio che a casa e essendo la mia attività ubicata in via Cassia Aurelia 77/79 , posso confermare che la
situazione è arrivata al limite infatti tutti i giorni assistiamo a passaggi numerosi di Tir che oltre a provocare forti oscillazioni all’interno del negozio con conseguenti cadute di oggetti ( nel
nostro caso profumi e articoli affini) , portano a ingorghi che si creano ormai quotidianamente in via cassia Aurelia II specialmente davanti al
Negozio e il Bar poiché capita che due tir si incrocino e viste le dimensioni non riescano a passare con conseguenti diverbi e arrabbiature tra i conducenti per chi debba passare prima, i problemi inoltre nascono anche quando un Tir incontra l’autobus in uscita dalla stazione .
Purtroppo un altro fenomeno sempre più frequente è quello di incidenti evitati all’ultimo momento nella curva del Green Bar poiché questi Tir tendono a “tagliare” la curva di immissione su via Manzoni Oppure anche auto o mezzi che venendo da Via buonarroti ( angolo trattoria Porsenna ) si trovano davanti questi mezzi enormi che per fare manovra invadono l’area di Stop creando situazioni pericolose .
Spero dunque che il comune trovi davvero al più presto una soluzione per risolvere questa situazione che ormai è insostenibile per chi vive e lavora in quella zona.
Ringrazio
Francesco Boldrini