CHIUSI, IL COMUNE PENSA AD UN PIANO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE: MA ESPLODE LA QUESTIONE DEI TIR DELLA LODOVICHI

giovedì 20th, giugno 2024 / 11:13
CHIUSI, IL COMUNE PENSA AD UN PIANO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE: MA ESPLODE LA QUESTIONE DEI TIR DELLA LODOVICHI
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CHIUSI – Ieri sera, mercoledì 19 giugno, presso l’auditorium La Villetta si è tenuto un incontro pubblico sul tema della viabilità. L’incontro era promosso dal Comune per presentare i risultati del questionario diffuso qualche mese fa, allo scopo di raccogliere segnalazioni di criticità, suggerimenti e proposte per la stesura di un vero e proprio Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Come già dalle risposte al questionario, anche il pubblico presente all’incontro, ha posto al primo posto un problema annoso che sta diventando sempre più una reale emergenza cui va data una risposta e una soluzione prima che ci scappi qualche tragedia o che la gente passi dal mugugno alla protesta plateale: parliamo del traffico dei mezzi pesanti diretti alla Lodovichi Spa, in fondo a via Manzoni a Chiusi Scalo. Decine di tir (tra 70 e 80) al giorno in entrata e in uscita dalla fabbrica delle traversine,che passano, non senza difficoltà per gli stessi camionisti, per via Cassia Aurelia e via Manzoni, creando problemi di inquinamento, di rumore, di sicurezza stradale, per pedoni, ciclisti e automobilisti, ma anche per la manutenzione delle strade e per la stabilità stessa degli edifici che tremano come quando c’è il terremoto ogni volta che passa un reno merci sui binari e anche al passaggio dei tir, Tutti, sindaco compreso, hanno sottolineato l’esigenza di tener conto dell’importanza dell’azienda in termini occupazionali e produttivi, quindi di non arrivare ad azioni di forza con l’impresa, ma anche che la questione sia da affrontare con urgenza. Qualcuno ha detto “di petto” e con decisione, cosa che finora non è stata fatta. L’unico intervento fu la riasfaltatura di via Manzoni con qualche opera di ripristino a carico della Lodovichi come risarcimento per il danno causato dai mezzi pesanti. Era l’epoca di Bettollini sindaco. Poi più niente. Di un accesso diverso alla fabbrica delle traverse di cui pure si discuteva già negli anni ’80, quando fu realizzato il cavalcaferrovia, non si è più parlato. Né è stata presa in considerazione l’idea, avanzata anche da queste colonne, di un’area per carico e scarico  magari nella zona industriale, collegata ai piazzali della Lodovichi con un binario dedicato (che in passato esisteva e forse esiste ancora). Ciò consentirebbe di far entrare e uscire sia le traversine che il cemento e i vari prodotti necessari su rotaia, senza gravare con i Tir sul centro abitato. Vedremo se la pressione che anche ieri sera c’è stata all’Auditorium la Villetta sortirà qualche effetto…

Ovviamente si è parlato anche di altro: della Ztl nel centro storico che qualcuno vorrebbe “integrale” (“i centri storici che hanno velleità turistiche devono essere chiusi al traffico”) e della sosta selvaggia lungo tutta via Porsenna, dal Museo fino all’incrocio con via Garibaldi. E a questo proposito è stato fatto notare come evidentemente molti si sentano autorizzati a posteggiare a c… di cane anche davanti a Piazza Duomo, perché “tanto non c’è mai nessuno” e perché “è diventata un’abitudine consolidata”. Sono state chieste modifiche (e la riduzione) dei posteggi a pagamento a vantaggio di stalli a disco orario, sia a Chiusi città che nel cuore commerciale dello Scalo;  è stata ribadita la necessità di un secondo accesso al centro storico, utile soprattutto quando per una ragione o per l’altra via Cassia Aurelia è intasata, come in questi giorni causa lavori di asfaltatura… Sono state segnalate criticità, per il traffico elvato in via Oslavia (altra questione annosa e più volte sollevata). Dalla platea è salita anche la richiesta di una maggiore presenza e vigilanza da parte della Polizia Municipale, ma non in senso vessatorio, quanto in direzione di un’azione di sensibiizzazione verso i cittadini ad usare comportamenti consoni anche nel modo di muoversi e di posteggiare. Sono state proposte o quantomeno ventilate azioni per incentivare anche con mezzi specifici il trasporto pubblico collettivo sia all’interno del comune, sia nei collegamenti di prossimità, si pensi all’ospedale di Nottola…

Nonostante le criticità siano state superiori ai “bene, bravi bis”, la serata ha segnato un approccio alla questione comunque propositivo e non animoso sia da parte dei cittadini che dei rappresentanti di alcune forze politiche come Podemos o M5S che sono intervenuti nella discussione. Sindaco e assessori hanno ascoltato e preso nota. Lo stesso hanno fatto i tecnici e la stessa Polizia Municipale.

Trattandosi di Piano della Mobilità sostenibile, noi ci permettiamo di avanzare ancora una volta qui e a margine dell’incontro di ieri sera, una proposta più volte lanciata: quella di una o più piste ciclabili urbane a Chiusi Scalo e cioè percorsi segnalati (ne hanno fatta una di recente a Sarteano) e decicati alle bici all’interno dell’abitato per collegare i punti maggiormente frequentati: la stazione, la Chiesa, il centro medico (adesso sono due), i giardini pubblici, le scuole elementari, la zona commerciale e produttiva della Fontina. Ovviamente è probabile che le piste ciclabili toglierebbero spazio ai posteggi e quindi andrebbero realizzate aree di sosta sostitutive, inventandosi se necessario anche qualche soluzione tipo posteggi multipiano per raddoppiare o triplicare i posti auto senza occupare nuove superfici.

E già che ci siamo, vbista la disussione sulla Ztl nel centro storico, rilanciamo anche la proposta di fare una zona blu, senza traffico anche in via Leonardo da Vinci a Chiusi Scalo. Non sempre: solo il pomeriggio e dal giovedì alla domenica. Un esperimento fatto alla fine degli anni ’80, andò bene, anzi benissimo, solo che i commercianti che allora erano molti di più protestarono e il comune (era sindaco Poggioni) fece marcia indietro. Errore madornale. Del comune e dei commercianti, perché dove non c’è traffico – è risaputo – i negozi vendono di più, perché la gente circola con più calma, passeggiando guarda le vetrine e compra… E’ così ovunque. A Siena la zona blu in centro l’hanno fatta nel 1965, a Montepulciano nel 1988… Possibile che a Chiusi non ci si riesca neanche adesso?

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