QUANDO CHIUSI ERA CHIUSI E CHIANCIANO ERA… CHIANCIANO

martedì 14th, settembre 2021 / 12:31
QUANDO CHIUSI ERA CHIUSI E CHIANCIANO ERA… CHIANCIANO
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CHIUSI –  Qualcuno in questi giorni ha riproposto su Facebook  la foto che accompagna questo articolo. E’ una foto d’epoca. La data non c’è, ma dalle auto, dagli abiti delle persone si può facilmente intuire che sia dei primissimi anni ’50. Ritrae la stazione di Chiusi, Piazza Dante con l’Hotel Centrale e sullo sfondo via Buonarroti. La stazione è già quella ricostruita dopo che un bombardamento, il 21 novembre del ’43 l’aveva rasa al suolo… L’edificio è quello attuale, senza la “pensilona” aggiunta nel 2009.

La foto è una cartolina, presumibilmente prodotta dallo studio fotografico Sacco (ne fece tante fino agli anni ’70) e ritrae un momento di “vita quotidiana ai tempi di… Chianciano”.

La foto infatti ci ricorda due cose: 1) la stazione di Chiusi era un luogo vivace e frequentato, un hub (si direbbe oggi) di gran traffico e 2) che Chianciano era… Chianciano e aveva anch’essa, come cittadina termale, un grande movimento.  Quelle persone, tutti uomini in fila a lato dell’uscita della stazione, tutti con il cappello bianco erano infatti i cosiddetti “conduttori”, che aspettavano i passeggeri e lì, appena scesi dal treno, consigliavano loro l’albergo o gli alberghi di Chianciano per i quali lavoravano… La fila era ordinata, ma in realtà, tra i conduttori era una guerra, senza esclusione di colpi per accaparrarsi il cliente… E tassisti, autisti e “bigliettai” dei pullman, anche loro in fila o comunque nel piazzale, non erano certo spettatori disinteressati. La guerra era per accaparrarsi i clienti e fregare il collega e quindi guadagnare di più, ma c’era anche un’altra corsa nella corsa, quella per “rimorchiare” qualche “bella sposa” che andava a Chianciano a passare le acque… Lì sì che il gioco si faceva duro e i colpi bassi erano all’ordine del giorno.

I “conduttori” in fila sono davanti alla stazione, nella foto, sono circa 40… Un esercito. Ognuno lavorava per più alberghi anche se sul cappello portavano il nome di uno solo, il principale… Ce n’erano tanti allora di alberghi a Chianciano e lavoravano tutti, da giugno a settembre non si trovava una camera neanche a pagarla a peso d’oro…Chianciano sembrava Las Vegas, di mattina tutti alle terme, il pomeriggio in relax nei parchi e la sera tutta vita nei bar e nei locali notturni… Non di rado i “conduttori” chiusini li trovavi anche lì… senza cappello. Erano gli anni della Dolce Vita, non ancora quelli del boom…

La foto ci riporta ad una Chiusi che usciva dalla guerra e dalle macerie e pulsava come una locomotiva, con la stazione centro nevralgico e motore della rinascita… I palazzi stessi di via Buonarroti e quell’Hotel in bella vista danno un’immagine di Chiusi Scalo che non è quella di un paesotto nato intorno ad una stazione… Quelli sono palazzi da città. E il movimento che c’è alla stazione è un movimento da città…

Adesso è diverso. Da quella foto sono passati circa 70 anni, non un giorno. La stazione è sempre la stessa, l’Hotel centrale è ancora lì anche se un po’ cambiato, gli edifici di Via Buonarroti pure, è sparito il distributore di benzina ed è sparito il… “movimento”. E’ sparita anche la Chianciano di allora, la maggior parte degli alberghi adesso sono chiusi. E quelli ancora aperti non hanno più bisogno dei “conduttori” davanti alle stazioni. Allora la stazione “Chiusi-Chianciano Terme” era lo specchio di un binomio che funzionava; due “forze” che marciavano all’unisono… Oggi Chiusi e Chianciano sono due debolezze in cerca di una nuova identità. Tra le due Chianciano sta pure peggio. Ormai è una ghost town irriconoscibile. Chiusi negli ultimi anni un minino di vitalità e di centralità l’ha riconquistata, anche con la fermata del Frecciarossa, che è un servizio importante, non risolutivo, ma meglio averlo che non averlo, e soprattutto è un “biglietto da visita”, un elemento che fa immagine.

Rivedere Chiusi com’era fa venire nostalgia e anche un po’ di rabbia, ma il mondo è cambiato e il cambiamento ha penalizzato tutte le realtà periferiche e minori, soprattutto quelle che non hanno una loro specificità marcata o un prodotto tipico trainante, come il vino a Montalcino e Montepulciano, per intenderci…

Però rivedere Chiusi com’era può essere di stimolo a chi si appresta a governare la città e a sfidarsi in campagna elettorale, per cercare qualche idea che faccia tornare il “movimento”…  Minuscolo. Di quello con la M maiuscola e le stelle di contorno, per quello che ha proposto e prodotto, se ne può fare anche a meno. Magari vedendo qualche foto gli si accende la lampadina, chissà…

M.L.

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