CHIUSI, I MESSAGGI DI SPERANZA DEI COMMERCIANTI. INTANTO C’E’ CHI SCOMODA I SANTI PATRONI…

CHIUSI, I MESSAGGI DI SPERANZA DEI COMMERCIANTI. INTANTO C’E’ CHI SCOMODA I SANTI PATRONI…
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Le notizie dal fronte coronavirus riferiscono che a Chiusi c’è un nuovo caso di contagio, l’ottavo. Si tratta di una donna, piuttosto anziana (così ha detto il sindaco nella sua consueta diretta facebook serale), che era già tra le persone messe in quarantena. Segno che le misure in qualche modo stanno funzionando. La signora in questione essendo in isolamento a casa non potrà trasmettere il virus. In ogni caso il “bollettino medico” dice che tutti i contagiati stanno bene, solo l’86enne ricoverato alle Scotte continua ad avere febbre. E dice anche che nelle farmacie un flacone di dinfettante tipo Amuchina è arrivato alla quotazione record di 12 euro, praticamente il prezzo del Vino Nobile di Montepulciano. Che non è un vinello qualsiasi.

Il sindaco, in diretta fb, ha inoltre ringraziato le opposizioni per aver acconsentito e consentito l’approvazione del Bilancio comunale in seduta straordinaria, in anticipo sui tempi previsti, proprio per poter disporre subito delle somme necessarie a far fronte alle spese per l’emergenza coronavirus (sanificazione delle scuole e dei pulmini, assistenza alle famiglie in quarantena ecc…).

Per il resto arriva anche la notizia che la Diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza ha deciso di esporre in via straordinaria l’urna contenente le spoglie di Santa Mustiola, nella cattedrale di Chiusi, affinché la patrona della città interceda contro il virus… Lo stesso ha fatto una parrocchia di Città della Pieve, esponendo i gonfaloni dei santi Rocco e Sebastiano, realizzati per ricordare la loro intercessione in occasione di una pestilenza… Con tutto il rispetto due iniziative che sanno di stregoneria, più che di fede… Ma poi, non si dovrebbero evitare gli assembramenti? per la chiesa non vale il precetto? Chi vorrà pregare Santa Mustiola o i santi Rocco e Sebastiano lo farà alla debita distanza di un metro l’uno dall’altro? Speriamo.

Se no è inutile. Così come è pericoloso e vietato, pena denuncia penale, violare la  restrizione della quarantena. Il sindaco di Chiusi nella solita diretta ha fatto appello al buon senso delle famiglie costrette in casa, invitandole se hanno delle necessità a chiamare il Comune o le forze dell’ordine e a non agire da sole, magari uscendo per andare a comprare delle cose, o per chiamare l’idraulico, l’antennista o il tecnico del computer… Non si può fare. Così come è sbagliato per i ragazzi che non vanno a scuola ritrovarsi in gruppo al bar, alla sala giochi o in un centro commerciale. I medici, soprattutto i medici di base, continuano a insistere sulla necessità di stare a casa per un mesetto. E’ dura, ma è la misura più efficace, dicono.

D’altro canto però c’è il rovescio della medaglia e cioè ci sono le attività commerciali, i ristoranti, i bar, i pub che con la gente chiusa in casa, non hanno più clienti e rischiano grosso. A Chiusi e anche nei dintorni le attività commerciali e artigianali sono quasi tutte aperte e continuano a offrire i loro servizi, ma il “calo di movimento” è evidente e sotto gli occhi di tutti. Per qualcuno sarà un bagno di sangue. C’è chi ha chiuso per ferie, come alcuni negozi e bar gestiti da cinesi. Altri hanno chiuso perché titolare e dipendenti sono stati messi in quarantena. Ma generalmente la vita continua. 

E a Chiusi in particolare, i negozianti del Centro Commerciale Naturale dello Scalo, coordinati dall’associazione Chiusinvetrina, stamattina hanno incontrato il sindaco in piazza Garibaldi (stando al canonico metro di distanza) e da ieri hanno cominciato a tappezzare le loro vetrine, ma anche altri luoghi “sensibili” come le vetrate di ingresso della stazione di post it colorati per infondere messaggi di “positività”. Non al coronavirus naturalmente. Messaggi del tipo “Chiusi è viva”, “Vinceremo anche questa volta”, “Chiusi è bella”, “Una grande famiglia”, “Tutto andrà bene! Chiusi nel cuore”… e così via. 

Insomma una iniziativa di incoraggiamento, per darsi forza, ma anche per far capire che sì, è giusto rispettare le prescrizioni e attenersi a regole di comportamento basilari, ma che la vita deve continuare e deve andare avanti. Che il commercio locale non abbandona il campo. Quindi un modo per dire noi siamo qui, siamo aperti, siamo al pezzo… Anche il Clev Village fa sapere che la multisala di Querce al Pino è regolarmente aperta e all’interno son rispettate le norme di sicurezza prescritte dal DPCM del 4 marzo.

Tra l’altro è bene ricordarlo, Chiusi registra 8 casi di positività al virus e circa 110 persone messe in quarantena, poi un altro centinaio di persone in “isolamento volontario” su consiglio della Asl o del medico di base. Il resto della popolazione, oltre 8.000 persone, però è del tutto libero di muoversi e di fare ciò che ha necessità di fare. Evitare gli assembramenti, evitare baci, abbracci e strette di mano, rimanere ad un metro di distanza, non poter andare al cinema o a teatro o alla partita, perché gli eventi sono stati cancellati o sono a “porte chiuse”, non significa che non si possa andare a fare la spesa, a fare acquisti diversi, a passeggio o a cena al ristorante. Basta avere delle accortezze. Si può andare a correre o a camminare in campagna. O in bicicletta. Purché non in gruppi a stretto contatto di gomito… 

Anziani e bambini sono i soggetti più a rischio. Ma è così anche per l’influenza stagionale.

Quella del 2018-19 (ottobre-aprile), per esempio,registrò 4.780.000 casi in tutto il Paese. Con 809 casi gravi. Uno su 4 di questi casi gravi ha avuto come esito il decesso: 198 infatti sono stati i morti.  Mentre 3/4 dei casi gravi hanno richiesto intubazione del paziente in terapia intensiva. La media età dei deceduti è risultata di 68 anni, ma tra i ricoverati in terapia intensiva (163), 20 erano bambini con meno di 5 anni di età e 8 tra i 5 e i 14 anni. L’influenza ha avuto gli esiti peggiori in persone con una salute già compromessa: l’84% dei casi gravi e l’89% dei deceduti aveva almeno una condizione di rischio preesistente come diabete, tumori, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche, obesità). E soprattutto l’80% dei casi gravi non era vaccinato. In Toscana 21 asi gravi e 8 decessi. In Umbria solo 2 casi gravi e nessun decesso. In Emilia Romagna 72 casi gravi e 53 decessi. Il maggior numero di casi gravi in Lombardia: 138, ma con soli 22 decessi. In Friuli 10 morti su 10 casi gravi. Fonte Sole 24 ore. 

Questo per dire che il Coronavirus è un bella scocciatura, che la quarantena è come stare ai domiciliari ed è una scocciatura anche quella e molto pesante. Ma non siamo in presenza della peste e con tutti i suoi limiti e la carenza di strutture, può bastare la sanità pubblica (su quella privata, in questo caso meglio stendere un velo pietoso: assente su tutta la linea) senza bisogno di scomodare i santi patroni e pratiche medievali.

m.l.

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