BANCA VALDICHIANA, UN COMITATO SOCI AUTOCONVOCATO CONTESTA SCELTE DEL CDA E CHIEDE CHIAREZZA

BANCA VALDICHIANA, UN COMITATO SOCI AUTOCONVOCATO CONTESTA SCELTE DEL CDA E CHIEDE CHIAREZZA
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CHIUSI  – A due settimane dall’assemblea pubblica del Comitato Aria che vide la sala San Francesco gremita oltre ogni aspettativa, ieri sera un’altra assemblea “autoconvocata” ha riempito la sala ex Cinema Eden. Stavolta non c’entrava niente il progetto Acea. Gli “autoconvocati” in questione erano soci della Banca Valdichiana, che hanno costituito, come hanno fatto alcuni per la vicenda Acea, un Comitato “a difesa dei valori e dei principi ispiratori” della banca stessa.  E, per contestare alcuni recenti avvenimenti e passaggi della vita interna a Banca Valdichiana. Al tavolo della presidenza 4 soci, due di Chiusi (Alessandro Bologni e Leonardo Iaconi) uno di Sanfatucchio (Valentina Virgilio) e uno dell’area Piazze -San Casciano (Giuseppe Giuliotti), ma il comitato ha in animo di allargare la propria presenza anche nella altre aree di insediamento della banca.  Tutti, anche gli intervenuti nel dibattito hanno precisato che l’iniziativa non è “contro la Banca”, né contro questo o quel dirigente, ma è “per” ripristinare un rapporto che negli ultimi anni si è sfilacciato, per riaffermare i valori fondanti del credito cooperativo come il radicamento nel territorio, il ruolo sociale delle Bcc e anche il peso dei soci, “che sono i proprietari della banca”.

C’era, in sala anche qualche esponente noto della politica locale, ma nessuno è intervenuto, tranne l’ex sindaco di Cetona ed ex consigliere regionale Sirio Bussolotti, sollecitato dalla presidenza, che come si ricorderà figurava tra i candidati alle elezioni del Cda del maggio scorso, ma non venne eletto.  E c’erano anche molti dipendenti ed ex dipendenti della Bcc Valdichiana, oltre che molti soci e clienti.  Sono intervenuti oltre ai 4 relatori e Bussolotti, anche Vittorio Reali, Daniela Cresti, Elvio Baglioni.

Il Comitato, nato per iniziativa di 25 soci,ma già molto più largo (la raccolta di adesioni continua), chiede in primo luogo un protagonismo maggiore della base sociale, proprio per sottolineare il valore e il carattere “cooperativo” delle Bcc. Ma contesta anche piuttosto nettamente praticamente tutti i passaggi che hanno caratterizzato la gestione della banca dal 2016 in poi, a partire dalla fusione con la consorella di Montepulciano, che qualcuno a definito “il peccato originale” da cui poi soni scaturiti i fatti successivi. Critiche per nulla velate sono state espresse sui cambi della guardia alla direzione generale (da Benicchi a Barbi, da Barbi al direttore inviato direttamente dalla capogruppo Iccrea), sull’adesione al Gruppo Iccrea e soprattutto sulle modalità con cui questo è avvenuto e infine, il passaggio più criticati di tutti: il “ribaltone” (termine più volte usato), dell’agosto scorso, quando il Cda ha improvvisamente defenestrato il presidente Capeglioni e la Vicepresidente Valentina Frullini eletti due mesi prima dall’assemblea dei soci con il maggior numero di voti, sostituendoli con Fabio Tamagnini e Vincenzo Albanese, “che di voti ne avevano predi di meno”.

Un passaggio, questo che per alcuni ha significato una sconfessione della volontà dell’assemblea e un defraudamento del ruolo stesso dei soci.

Il Comitato, con l’iniziativa di ieri sera all’Eden di Chiusi Scalo, ha rilanciato la richiesta al nuovo management e quindi alla Banca di fare chiarezza, di spiegare ai soci quali sono stati i motivi reali del ribaltone “perché la banca ancora non l’ha fatto”. E a questo proposito il Comitato ha riferito di aver già chiesto senza successo  tale chiarimento, annunciando la volontà di insistere, finanche, se sarà necessario, chiedendo una assemblea straordinaria con apposita raccolta di forme. Ce ne vogliono circa 900 (il 10% dei soci), che non sono poche, ma molti si son detti convinti di potercela fare.

C’è stato chi si è dichiarato molto amareggiato e deluso, chi ha minacciato di cancellarsi da socio o di portar via il conto corrente. Chi ha lamenato anche una progressiva perdita di ruolo e penalizzazione dei dipendenti, soprattutto quelli di provenienza dalla Bcc chiusina.

Ma sostanzialmente non è stata una assemblea bellicosa. Nessuno ha dichiarato guerra al nuovo Cda o alla nuova presidenza. Sale, però, prepotente, una richiesta di chiarezza e di coinvolgimento. Evidentemente l’avvio della campagna di ascolto e di dialogo con i soci annunciata e avviata dal Cda, a inizio ottobre, non è ritenuta sufficiente. Il Comitato ha annunciato anche prossime iniziative simili nelle altre zone di operatività della banca, “magari ancora in locali di proprietà della Chiesa, come nel caso dell’Eden, perché – ha detto Alessandro Bologni – è in locali così che le Bcc sono nate”. Un richiamo dunque alle origini, certamente suggestivo, ma che in qualche modo cozza o stride con il nuovo quadro normativo e organizzativo del Credito Cooperativo. L’adesione al Gruppo bancario Nazionale ICCREA cambia decisamente lo scenario e a connotazione delle single banche, che sono sempre più filiali di una holding e non più le vecchie banche del territorio… E se invece che al gruppo Iccrea, la Bcc Valdichiana avesse aderito all’altra holding, quella che fa capo alla Bcc del Trentino, come qualcuno degli intervenuti avrebbe preferito, il quadro non sarebbe stato molto diverso…

Detto questo, e in attesa delle risposte che verranno dai vertici della banca, l’assemblea di ieri sera rimane, come quella del Comitato Aria un fatto straordinario. Questo risveglio di partecipazione e di iniziative autoconvocate, fa pensare all’autunno caldo di 50 anni fa e anche alle primavere arabe o alla Primavera di Praga.

Per ritrovare qualcosa di simile a Chiusi bisogna tornare alla “gestazione” della lista civica della Primavera nel 2011 o addirittura al movimento “Sciegliamoci il sindaco” del 1994, ma in entrambi i casi sullo sfondo c’erano le elezioni, quindi un fattore politico. In questi ultimi casi sono due temi specifici ad aver acceso la miccia. Non è la prima volta che si costituiscono comitati tematici (quello contro la cementificazione dell’area campo sportivo del 2010, o quello contro lo stabilimento per lo smantellamento dell’amianto dalle carrozze ferroviarie del ’94 o quello su caso niche del 2014), qualcuno vinse pure la sua battaglia, ma a fare la differenza stavolta sono le proporzioni, il numero dei partecipanti. Chiusi insomma sembra aver riscoperto la politica intesa come partecipazione. Come cittadinanza attiva.

Abbiamo fatto cenno ad un clima da primavera araba o da primavera d Praga. Ecco, in quei casi non andò bene. A Praga arrivarono i carri armati sovietici e l’esperimento del socialismo dal volto umano finì lì; le primavere arabe sono sfociate nel fondamentalismo islamico e in un nuovo oscurantismo.  L’orologio è andato indietro, non avanti…

m.l.

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