IL VOLTO DELLA NUOVA SINISTRA AMERICANA ENTRA AL CONGRESSO. IL SUCCESSO DI ALEXANDRIA, GIOVANE, ISPANICA E SOCIALISTA

Gli elettori americani hanno mandato un messaggio al presidente Trump. Il Partito Democratico ha infatti riconquistato la maggioranza alla Camera. Impresa importante, anche se non completata dalla – più difficile – conquista del Senato che rimane saldamente in mano repubblicana. Insomma adesso Trump avrà meno “mano libera”. Il Congresso gli starà col fiato sul collo, almeno alla Camera, appunto. “Non si tratta solo di una vittoria dei democratici, è la vittoria delle regole costituzionali, dei controlli sull’amministrazione Trump” ha infatti commentato Nancy Pelosi, capogruppo Dem alla Camera. Ma il segnale più forte – e chiaro – arrivato dalle elezioni di Mid Term è forse l’elezione di Alexandria Ocasio Cortez nel Collegio 14 di New York. Coi suoi 29 anni la Cortez è la più giovane deputata mai eletta al Congresso, è Democratica anche lei ed ha battuto il repubblicano Anthony Pappas, professore 72enne alla St John’a University. Non solo è Democratica Alexandria Ocasio Cortez, ma è anche “colored”, figlia del melting pot newyorkese: madre portoricana e padre del Bronx. Ed è anche l’immagine dell’ala sinistra del partito. Nella sua campagna elettorale ha puntato infatti sui temi cari alla sinistra progressista come l’assistenza sanitaria pubblica per tutti, le politiche in favore dell’occupazione, l’abolizione dell’agenzia federale responsabile di immigrazione e confini. E’ il volto giovane e fotogenico della nuova sinistra americana, quella di Bernie Sanders, che non ha paura a definirsi “socialista” e ad usare parole d’ordine e anche il linguaggio tipico della sinistra di classe. Un po’ come sta facendo Jeremy Corbyn in Gran Bretagna. La sua idea di America è opposta a quella di Trump, ma è anche radicalmente diversa da quella dei Democratici moderati e centristi. La sua elezione al Congresso sfata anche un altro tabù. “Donne come me non è previsto che corrano per il Congresso” ha dichiarato in campagna elettorale, intendendo con ciò che finora hanno corso solo figure dell’establishment, delle classi più agiate, gente coi soldi insomma che poteva permettersi di spendere milioni nella propaganda. Lei, prima di sconfiggere Joe Crowley uno dei più potenti esponenti del Partito Democratico a Washington e poi di vincere anche le elezioni contro l’avversario repubblicano Pappas, faceva la barista a Manhattan.
Barista, ma laureata alla Boston University e anche educatrice ed attivista di base: ha lavorato per la campagna presidenziale di Bernie Sanders, il senatore liberalsocialista del Vermont battuto da Hillary Clinton, ma che ha galvanizzato milioni di millennial, donne, esponenti delle minoranze riportandoli a votare. Cosa che negli States non è scontata… Nella foto a sinistra il chiusino Marco Burchielli, che abita negli Usa e che ci fa sapere che lui “ha votato”. Lo hanno fatto in tanti nelle Mid Term.
“Alexandria Ocasio Cortez si è messa contro tutto l’establishment democratico del suo distretto e ha vinto”, ha commentato Sanders, certamente soddisfatto.
“Capisco il dolore della classe dei lavoratori – ha detto Alexandria in un’intervista alla Msnbc – perché io ho sperimentato quel dolore”.
Come direbbe il nostro amico Davide Astolfi, quello che inventò anni fa il profilo fake di Gianni Cuperlo, con il suo tormentone: “la sinistra riparte da qui”. E non è una battuta. Fa un po’ specie dire e pensare che la sinistra possa ripartire dagli Usa, ma questa ragazza con la pelle leggermente scura e i tratti vagamente chicanos che parla di socialismo, di diritti e di frontiere aperte e non di muri può essere davvero una speranza.
Ecco perché abbiamo scritto qualche settimana fa, su queste stesse colonne, che il Pd, invece di avvilupparsi nella diatriba tra Zingaretti, Minniti, Richetti ecc., farebbe bene a darsi una scrollata e magari dare le chiavi del partito a Ilaria Cucchi o ad uno come Piff, che non è più comico di Grillo e certamente ne sa più di Di Maio e Salvini e Toninelili messi assieme.
Gli elettori del Collegio 14 di New York hanno premiato non solo una ragazza “valiente”, ma anche il coraggio di chi l’ha sostenuta e il radicalismo giusto delle sue idee. Non l’hanno votata perché è giovane, bella e fotogenica. O perché impersona una favola…
m.l.
Saluto favorevolmente con attenzione la sua elezione anche e soprattutto guardando chi abbia battuto.E’ un segnale? Lo spererei ma non ci farei troppo la testa, perchè se ha battuto i repubblicani la fatica più grande sarà quella di battere le linee interne ai democratici, perchè sono quelli che offrono più resistenza al cambiamento.E’ comunque un segnale, ma non dimentichiamoci che il sistema americano con l’aiuto mediatico ha saputo sempre nel tempo ammortizzare ed alla fine invalidare le spinte per i cambiamenti, vedi le riforme sanitarie alla Obama, che partite in maniera diretta e d’impatto hanno finito per essere invalidate e tale battaglia non l’hanno fatta solo i repubblicani ma anche i democratici stessi ai quali si deve la diminuzione della pressione riformatrice.Gli interessi ed il loro mantenimento legano tutti e tale politica sta a cuore sia ai repubblicani che ai democratici.Se da dentro al sistema sorge una anomalia, quel sistema ha gli anticorpi sufficienti e pronti a scendere in campo perchè l’anomalia si trasformi in ”normalita’ ”. ” I care” ve lo ricordate ? Ditemi oggi dove è finita la grande spinta…Il sistema ha mille modi per riprendersi il terreno perduto , primo fra tutti trovare a tutti i costi un nemico esterno( vedi Iran attualmente).Si parte da lì per deviare un popolo che sostanzialmente è dominato dal bisogno e dalla cultura del denaro. La leva per farlo sono le comunità di upper class, delle corporationj. dei giornali, delle banche.Contro tale sistema che vuole la stabilità dei propri interessi, i poveri se non fanno la rivoluzione vera sono destinati ad essere perdenti. E parlare di rivoluzione vera negli USA è un affaraccio.Almeno 4 o 5 Presidenti nella loro storia sono stati levati di mezzo dalle mafie organizzate e pagate dalla politica questo lo si deve sapere e deve far pensare: Lincoln, Garfield. Mc Kinley, John Kennedy.Quando l’Iran dice per bocca dei suoi ayatollah che quel sistema è un sistema violento e mafioso non credo che possa parlare a sproposito. Negli ultimi decenni la storia dei Kennedy dovrebbe insegnare qualcosa ed invece continua ad essere ritenuta dalla maggior parte ”the country of freedom”. Sarebbe l’ora che gente come Alexandria Cortez prendessero la guida del Partito Democratico degli Stati Uniti ma la vedo dura….
Carlo, la risposta alle tue preoccupazioni è scritta nell’articolo, e l’ha data Bernie Sanders, non io: “Alexandria Ocasio Cortez si è messa contro tutto l’establishment democratico del suo distretto e ha vinto”.
Si l’ho letto e lo sò, ma purtroppo il distretto 14 dello Stato di New York non è l’America.Che questo possa essere un trend in ascesa è probabile e me lo auguro,ma fra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. Mi fa ricordare-anche se la cosa non è paragonabile in nessun modo – le elezioni di Niki Vendola alla Presidenza della Puglia.Guarda che fine ha fatto quell’onda.Io non lo sò, ma ci sono certe cose che prese nel loro valore assoluto sembra che entusiasmino tanto, poi se si va a guardare sono una inezia se raffrontate a tutto il contesto del paese.Certamente esiste sempre un inizio questo è sicuro, ma la continuazione dovrebbe essere proprio quella che i democratici possano cambiare pelle, e prima di questo cambiare anche anima, perchè si tratta di considerazioni che poggiano su una teoria diversa da quella osservata e perorata fin’ora sia a livello interno ma soprattutto a livello internazionale, e non sò se molti di questo negli USA se ne rendano conto in maniera completa su chi possa essere il loro nemico.Avremo modo di verificarlo spero.