CHIUSI, ECCO QUANTO E’ PROFONDO IL LAGO

CHIUSI – Nei giorni scorsi alcuni tenici della Regione Toscana e del Comune, presente anche il sindaco, hanno effettuato dei rilievi sul campo (o meglio in barca), per misurare la profondità dei fondali e la qualità dell’acqua del Lago di Chiusi.
“Il lago sta bene. Stamani abbiamo visto che la profondità del fondale non ha subito particolari alterazioni rispetto all’ultima batimetria. Anche la qualità dell’acqua è buona. Il contesto attorno presenta livelli evidenti di antropizzazione, ma normali per un lago che ha sempre conservato la sua naturalità. La pesca adesso è gestita direttamente dal comune; da questo anno abbiamo scelto di non consentire la pesca professionale con reti, ma sola quella sportiva e per alcune specie anche il No Kill.
Oltre a questo abbiamo preparato anche un progetto di valorizzazione complessivo; servono un po’ di soldi e un accordo tra le regioni Toscana e Umbria per modificare le regole sulla coltivazione dei terreni lungo le sponde del lago, in maniera da preservalo nel futuro. Sono processi lunghi, molto lunghi, ma i primi passi li abbiamo mossi”, ha scritto a tal proposito il sindaco Bettollini sul suo profilo facebook.
Oltre a questo abbiamo preparato anche un progetto di valorizzazione complessivo; servono un po’ di soldi e un accordo tra le regioni Toscana e Umbria per modificare le regole sulla coltivazione dei terreni lungo le sponde del lago, in maniera da preservalo nel futuro. Sono processi lunghi, molto lunghi, ma i primi passi li abbiamo mossi”, ha scritto a tal proposito il sindaco Bettollini sul suo profilo facebook.
L’esperto Franco Boschi, anch’egli presente (foto, fa sapere che, “dai rilievi batimetrici effettuati il 2 luglio, la profondità massima rilevata nella giornata è di m. 5,50 nella zona centrale del Lago leggermente spostati in direzione dello sbarco della Serena”. 

Boschi poi continua: “Le acque sono di buona trasparenza, possiamo dire che oggi il lago è sommariamente in buone condizioni e la sua altezza sullo zero idrometrico è di 1,32 cioè 32 cm sopra la quota di restrizione dai prelievi pubblici autorizzati”.
Lo stesso Boschi fa anche sapere che il lago non è stato mai molto profondo e a conferma cita un dato storico, la batimetria effettuata il 5 luglio 1789 (9 giorni prima della presa della Bastiglia, in Francia) dal Pievano di Valiano Bartolomeo Vagnoli su incarico del Granduca di Toscana. La misura rilevata dal pievano Vagnoli, era di 12 braccia fiorentine (1 braccio Fiorentino uguale 0,583 metri) ovvero di 7 metri. Insomma nel punto più profondo il lago in 230 anni si è interrato per 1 metro e mezzo… Ovvio che se nel punto più alto la profondità è adesso di 5,50 metri, nel resto del lago è minore, in molte aree non molto sopra i 2 metri…
Evidente che la grande Bonifica settecentesca fatta appunto ai tempi del Granduca, continua a distanza di secoli a fare lentamente il suo lavoro. E in gran parte contribuisce all’interramento la coltivazione dei terreni circostanti. Insieme a misure concordate per ridurre l’impatto dell’agricoltura (citate anche dal sindaco), Boschi parla anche della possibilità di dragare il lago e in particolare di un progetto di riescavo della vasche di laminazione, appunto tramite dragaggio, nell’area compresa tra i due ristoranti… L’idea è vecchia e risale almeno a 10 anni fa, ma – spiega Boschi – “da qualche mese un gruppo di lavoro è tornato a studiare le carte per trovare leggi e finanziamenti adeguati…”.
Va ricordato, per onor di cronaca, che alla fine degli anni ’90, sindaco Ciarini, il Comune ottenne un cospicuo finanziamento da parte del Ministero dell’Ambiente (20 miliardi di lire) per realizzare opere di salvaguardia del lago, su progetto prodotto da Italimpianti. Il depuratore delle Torri, per esempio, rientrava in quel progetto. Resta il fatto che il lago non sta malissimo, non è in secca come l’anno scorso, ma lentamente se ne sta andando e una cura un po’ più robusta per invertire la tendenza non è rimandabile alle calende greche.
Anche perché il Chiaro è la fonte di approvvigionamento dell’acquedotto comunale. Per i chiusini non è solo un luogo di memoria e di relax , è un bene primario da difendere a tutti i costi. Prima dell’allacciamento dell’acquedotto al lago avvenuto all’inizio degli anni ’70 ogni estate era un’odissea…
Ma la cannuccia ? Per quale motivo è sparita ? Quando ero ragazzo con la barca si poteva circumnavigare il lago senza mai entrare nel Chiaro, passando per il così detto “Padula”. Il fatto che sia pressoché sparita, rientra fra quei parametri che “l’esperto” sig. Boschi ritiene segni positivi per la qualità del Lago ? Una volta esistevano anche la “pagliola” ed il “candelore” che erano usati per fabbricare cappelli e sporte. Non c’è ne è più traccia, anche questo è un buon segno ?
Patrizi, mi sa’ che tu ne vorresti sapere troppe….forse non ti rendi conto che oggi gli esperti non sono come quelli di una volta che magari non si dotavano di esami e di kit dove vengono calcolati margini infinitesimali di scarto sulla composizione chimica delle acque e magari assolvono completamente ed estesamente alla propria funzione con grande professionalità ed in pochissimo tempo relazionano dei risultati del loro lavoro le autorità preposte.Una volta si andava a vista…si vedeva quello che hai detto tu e che ti confermo e da questo si estraeva l’intuizione sulla idoneità e stabilità delle condizioni.Difatti a dimostrazione di quanto dici bastava andare lungo Il così chiamato “ Fossetto” che visivamente si era spettatori di un equilibrio incredibile di quando flora e fauna s’incontravano.Canneti, campi inondati che in certi periodi dell’anno servivano da rifugio a numerose specie di volatili stanziali e migratori.Cosa vuoi che stabiliscano oggi gli esperti che misurano la composizione chimica delle acque in relazione ad altri tipi di degrado ambientale? Si dati, dati e parametri che tengano conto di come sia avvelenato o poco avvelenato il lago, ma le conseguenze di quei dati che chiaramente non dipendono dal lago stesso o dalle sue polle centrali ed immissari ,se fanno si che non vi si trovino più la pagliola ed “Il candelore” cosa ti potrebbe rispondere l’esperto?: “ L’ esaminato ha una buona salute, ma la condizione di composizione del suo fisico è talmente carica di prodotti chimici in maniera tale che si prevede il decesso del paziente entro 200-300 anni stante tali condizioni”.Come salvarlo? Se continua questo tipo di andazzo e che le piogge inevitabilmente riversino nelle acque le sostanze di cui sono cosparsi i terreni seminativi ai bordi per regolare e salvaguardare le colture, anche quelle fatte fruendo di contributi, non se ne esce da tale situazione.Patrizi, è quasi una regola oggi questa, che per dar da mangiare sempre più in numero crescente ad uomini ed animali per scopi di profitto(perché non ci dimentichiamo che la finalità questa è) abbiamo alterato in un secolo un equilibrio di milioni di anni.I rimedi non sono quelli di misurare la febbre ma quelli di poter allevare generazioni che abbiano come obiettivo principale di ristabilire quelle poche possibilità di vita ambientali il cui degrado ci sta’ portando alla tomba anzitempo tutti quanti.In pratica leggeremo che il malato sta bene ma muore per mancanza di ossigeno,anche se gli animali sono fragili come noi ad adattarsi al peggio, e difatti stanno scomparendo.Ma scomparirà anche il grande avvelenatore, avvelenato dal suo carico che si porta dietro.Ci dicono che la vita umana accelleri di durata quando tutte le condizioni a partire dalla stessa economia dove viviamo tifano perché si muoia prima poiché la vita si misura con il metro dei costi e dei ricavi ed istituzionalizzano anche il fatto di misurare la febbre alle acque come vedi. L’adeguamento della mente umana al sistema della menzogna totale non ha limiti….Patrizi, non te la prendere, scherzavo…..ormai noi la nostra vita s’e fatta si potrebbe dire se si ragionasse con cieco egoismo, il fardello spetta a coloro che verranno dopo di noi.Non c’e bisogno che lo dica a te perché lo sai bene, ma questi che regolano lo sviluppo secondo te per chi tifano? Per il germano, la folaga, la pagliola od Il candelore o per l’avvelenatore? Se li prendi uno ad uno ti rispondono che tifano per uno sviluppo equilibrato che tenga conto dell’economia e dell’ambiente ed anche delle persone.Forse si sbaglieranno con qualtre altra nazione.Perdonali Patrizi….ce l’hanno insegnato loro che bisogna sempre perdonare…
Il suo racconto mi ha colpito molto…”BELLISSMO” complimenti.Andrebbe pubblicato sui giornali che riguardano tutti i laghi d’Italia!perché la gente non s’immagina… il danno e il dolore che creano alla natura.
fu combattuto quell’allacciamento delle acque del Lago all’acquedotto!”uscirà acqua e pesce” era l’affermazione dei chiusini più scettici. Così ricordava mio padre Loris che sostenne con forza e ragione quel progetto. Tanto teneva al Lago e alle sue acque che ogni periodo più lungo di siccità, passava preoccupato a verificare il livello delle acque. Per me bambina, quelle girate con la vecchia Lancia Fulvia al Lago erano un appuntamento tradizionale dell’estate, dal quale si tornava magari fermandosi a mangiare due pici al Lago o da Marino alla Fattoria.