PROGETTO ACEA: IL COMITATO INSISTE SUL REFERENDUM. MA ANCHE IL NASCENTE GOVERNO LEGA-5 STELLE PUNTA SULL’ECONOMIA CIRCOLARE E IL RIUTILIZZO DI FANGHI E RIFIUTI

giovedì 24th, maggio 2018 / 13:29
PROGETTO ACEA: IL COMITATO INSISTE SUL REFERENDUM. MA ANCHE IL NASCENTE GOVERNO LEGA-5 STELLE PUNTA SULL’ECONOMIA CIRCOLARE E IL RIUTILIZZO DI FANGHI E RIFIUTI
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CHIUSI – Questa sera, presso la saletta parrocchiale (sopra all’ex cinema Eden) si riunisce il Comitato cittadino sul Carbonizzatore. L’incontro è aperto a tutti i cittadini e – dicono i promotori –
servirà a fare il punto della situazione e prendere decisioni sul da farsi nell’immediato futuro.  Il Comitato, come è noto, ha lanciato anche la proposta di un apposito referendum, come strumento di consultazione popolare previsto peraltro dallo Statuto comunale. “Ma, sebbene lo Statuto lo preveda e indichi in 500 firme la soglia per presentare la richiesta, non esiste un regolamento attuativo specifico e quindi la norma dello Statuto è al momento inapplicabile. Il referendum non si può fare”, dicono quelli del Comitato, che quindi si appellano alle forze di opposizione affinché sollecitino la stesura del regolamento mancante e allo stesso sindaco, affinché con una azione motu proprio ponga fine alla carenza e trovi il modo per consentire ai cittadini di pronunciarsi.

Probabilmente questa sera di questo si parlerà, perché sul fronte del progetto industriale di Acea grandi novità non ce ne sono. L’azienda non ha ancora presentato il piano attuativo. Siamo ancora alla relazione che ha accompagnato l’offerta per l’acquisto del terreno. Nulla di più.

La novità sta se mai nell’approssimarsi della formazione del Governo nazionale. Adesso c’è un premier incaricato, che ha accettato con riserva. Se scioglierà la riserva e non sorgeranno intoppi sui nomi dei ministri il Governo potrà partire. E nel “contratto” di governo Lega-5 Stelle c’è scritto che “ci vogliono politiche che stimolino un generale approccio all’economia circolare e alle pratiche green nel Paese”. Il progetto Acea è stato presentato finora dall’azienda proponente e dal Comune come un’idea che va in quella stessa direzione: economia circolare, riciclo e riutilizzo del prodotto della depurazione a scopo energetico o agricolo. Vedremo se sarà effettivamente così quando Acea presenterà il progetto industriale vero e proprio, ma una domanda sorge comunque spontanea: c’è affinità e unità di intenti, sul problema specifico, tra la maggioranza del consiglio comunale e almeno una parte dell’opposizione, ovvero i 5 Stelle? Poi viene spontanea anche la domanda di riserva: con tali premesse fissate nel programma di governo, i 5 Stelle – che tra l’altro governano il Comune che è azionista di maggioranza di Acea – possono schierarsi contro un progetto del genere? In effetti finora il Movimento a Chiusi ha tenuto ufficialmente, con i propri rappresentanti istituzionali, una posizione più cauta rispetto al NO a prescindere di alcuni suoi esponenti e militanti. Qualcuno dirà che non è il progetto in sé a destare perplessità, quanto il prodotto da trattare (i fanghi da depurazione) e il “prodotto finale”, cioè la biolignite.

Intanto, mentre si continua a discutere a distanza sul Carbonizzatore di Acea che al momento non esiste nemmeno sulla carta, in questi giorni si è registrata una vera e propria processione di autocisterne verso il Depuratore di Bioecologia (acquistato anche quello da Acea): portavano liquami e rifiuti industriali (foto a sinistra).

Si sa che quell’impianto tratta circa 70 mila tonnellate/anno di reflui fognari, liquami industriali, percolato di discarica… Indipendentemente dal Carbonizzatore che Acea vuol realizzare, ristrutturando e ammodernando probabilmente anche il depuratore attuale, il problema c’è anche adesso, perché quel depuratore  è piuttosto antiquato e ormai ai limiti delle norme e ciò che depura è roba pericolosa… Dire che si dovrebbe chiudere è una sciocchezza, prima di tutto perché non è semplice finché risulta a norma, secondo perché tratta anche una parte dei reflui di Chiusi Scalo, che altrimenti quei reflui finirebbero a dispersione nei campi, come è successo per decenni). Quindi è un impianto utile e funzionale alla collettività dei chiusini, in particolare quelli che abitano dalla zona Porto alle Biffe. Insomma noi crediamo che non si possa parlare del progetto Carbonizzatore, senza parlare (e affrontare) il problema del depuratore esistente e di ciò che produce in termini di emissioni nell’aria, nell’acqua e nel terreno.

M.L.

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