Valdichiana, se il turista è un pollo da spennare. Quando il costo di un panino è la peggiore delle pubblicità

Ieri, domenica 29 gennaio 2017, un nostro amico, noto regista teatrale poliziano, ha postato su facebook un suo commentino stizzito sul fatto che a San Casciano Bagni, in un bar di piazza, si è visto presentare un conto di 4 euro per un panino con la mortadella. E di fronte al tentativo di far notare alla barista l’esagerazione del prezzo, si è beccato pure del pezzente. Nello stesso momento, sempre ieri, un’altra nostra amica pubblicava su facebook un post simile, dicendo che a Montepulciano, in un bar del centro storico, il panino glielo hanno fatto digerire non 4 ma 6 euro… Ecco un’altra “pezzente” che va in giro pensando che in Italia i panini li regalino, avrà detto il secondo barista, magari sentendola parlare con accento francese e ritenendola una turista. In quanto la signora è effettivamente francese, ma non turista, abitando da anni a Cetona. E anche l’amico regista sarà stato scambiato per un turista, pur essendo poliziano e parlando con chiaro idioma toscaneggiante. Di casa, insomma. Ma chi può essere, se non un cazzo di turista, uno che di domenica a gennaio si aggira per San Casciano Bagni, ma non dentro la struttura termale e non è neanche nero, quindi non un migrante o profugo?
Ora, un panino “a portar via”, neanche consumato al tavolo e con la mortadella, che non è tra l’altro prodotto autoctono, tipico e a 4 stelle, a 4 o 6 euro in effetti non è un buon modo nemmeno per accogliere i turisti. Diciamolo. Se poi i presunti turisti sono addirittura indigeni in gita domenicale, la cosa sa di fregatura. Di tentativo maldestro di spennare i polli, piuttosto rari, che passano per queste contrade. “Ti sembra troppo 4 euro? sei un pezzente, stattene a casa!”, questa sembra essere la logica vigente.
E’ vero che non è più tempo di “guerra santa dei pezzenti” come cantava Guccini 50 anni fa nella sua Locomotiva… Ma tentare di fregare i turisti non è il miglior modo di fare marketing territoriale, di attrarre presenze che poi magari rilancino il brand con il passa parola: “ho trovato un posticino, nel senese…”.
Facendo pagare un panino piuttosto dozzinale, con mortadella che trovi tranquillamente anche alla Coop, una cifra fuori mercato è come darsi la zappa sui piedi. Come fare pubblicità ad un posto a 200 km di distanza. Come dire: “occhio, che qui se possono vi fregano, non ci venite…”. Forse, al di là dei post stizziti dei nostri amici, che comunque hanno avuto il merito di aprire una discusione su un tema non secondario, sarebbe opportuno che le autorità e cioè i Comuni, la Camera di Commercio, le Associazioni di categoria, vigilassero non solo sulla regolarità delle licenze sulle distanze tra un esercizio e l’altro o sul rispetto delle norme igienico sanitarie (cosa sacrosanta, peraltro), ma anche sulla politica dei prezzi. Perchè, al pari della cortesia degli operatori e della bellezza del paesaggio, il prezzo di ciò che si consuma è una delle prime cose che salta all’occhio e forse la prima che rimane in mente.
Chissà se il bar di San Casciano e quello di Montepulciano, con quei prezzi e con le battutine sui clienti ci hanno guadagnato o ci hanno perso… Voi che dite?
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Ma perchè Marco, hai mai visto un vigile che controlli l’esattezza dei prezzi oppure se i prezzi di cui è obbligatoria l’esposizione accanto al prodotto in vendita vengano messi in evidenza? Magari il commerciante ha la lista dei prezzi come succede spesso attaccata sul muro interno del negozio, dove non è possibile leggere il prezzo del prodotto, anche perchè oggi nessuno mai lo chiede.Non m’intendo di natura merceologica delle merci o dei prodotti posti in vendita e ho una certa età, ma non ho mai visto l’autorità comunale adibita al controllo sui prezzi dei prodotti in commercio entrare in un esercizio e controllarli ,sia nei paesi sia nelle città,e non li ho visti perchè nei paesi specialmente vige un clima di natura quasi ”mafiosa” perchè i controlli vengono fatti talvolta solo ai poveri cristi, a qualche immigrato che ha deciso di mettere su un negozio,che magari dà fastidio a qualche altro pre-esistente che segnala certe inesattezze o mancanze dell’altro, perchè magari si sente defraudato dai prezzi più bassi dei suoi….C’è gente che passa più volte nella stessa strada per controllare se l’altro negozio suo concorrente ha clienti e chi possano essere quest’ultimi.Non è proibito passare 5-6 volte al giorno davanti ad un negozio e spingere all’interno lo sguardo,ma questo indubbiamente è indice di una certa mentalità .E’ senz’altro un fatto paesano, in città non succede, ma è comunque ugualmente stridente,se non altro come comportamento che si nutre di provincialismo, sulle piccole invidie, sulle spiate o delazioni , ma è sintomatico della mentalità che li produce tali fatti.La stessa cosa succede con gli scontrini che non tutti fanno.Magari se lo chiedi rischi di farti un nemico a vita.In pratica le disposizioni ci sono ma non il controllo sul territorio del rispetto delle regole.Premetto che non me ne intendo molto di queste cose, ma un panino con la mortadella per farlo si dovrebbe pesare prima la mortadella poi il pane e non credo che tutti gli esercizi comunque li possano fare come succedeva una volta che magari ti spalmavano nel panino anche il gorgonzola dopo avertelo aperto e senza dire nulla o trattarti male come è successo a quel turista occasionale.Ma quelli erano tempi migliori, senza dubbio, e non si avvelenava nessuno per cibi venduti con la possibilità che fossero stati contraffatti.La gente campava lo stesso e magari anche meglio di adesso.O no?
Nel mio locale Caffè Latino di Villafranca Sicula lavrebbe pagato €1,50
A Milano si lavoar in nero per 4,50 all’ora nei bar dove i panini costano 5/6/7/ euro con un voucher un ora viene coperta la giornata o la mezza giornata. cosi tanto per dire.
Milano è Milano… questa invece è o dovrebbe essere la Toscana felix… invece è la Toscana dei furbi. Poi, mica tanto furbi a pensarci bene…
Certo, a pensarci bene non sono tanto furbi, anzi il contrario, ma se il sistema glielo permette,il discorso a monte è il seguente: intanto facciamolo, poi si vedrà. La logica è quella, non altro.E coloro che hanno sempère detto che è la burocrazia che schiaccia e che vorrebbero meno paletti e meno controlli perchè sennò l’economia non riparte,lo stato della liberalizzazione dai vincoli e dai controlli a questo porta, anche se tale aspetto è pur minimo, ma ve ne sono anche di più grandi. Non voglio essere tacciato di insinuare elementi di leghismo nei confronti del sud, ma anche al centro ed al nord si registra lo stesso modo di essere e che è quello che arriva a definire lo scontrino fiscale un piccolo urto fra vetture dell’agenzia delle entrate….tanto per capirci bene siamo al si salvi chi può.