POST REFERENDUM: C’E’ UN PD CHE TIENE. E SCARAMELLI PRESENTA IL CONTO

PER LE OPPOSIZIONI CHE HANNO SOSTENUTO IL NO, MOLTI ELEMENTI DI RIFLESSIONE…
“Siena ha creduto nel progetto di cambiamento e ha portato un risultato straordinario. Siena è tornata ad essere Siena ed il suo risultato letto in ottica nazionale la porta ad essere la provincia, insieme a Firenze, dove il Sì ha toccato la massima asticella, quella del 57%. Merito di tutti coloro che hanno creduto nell’orgoglio dalle nostre terre e nella consapevolezza che la nostra gente è matura per guidare i grandi processi di cambiamento che l’Italia deve vivere. Le Terre di Siena entrano da protagoniste con questo dato nello scacchiere politico Regionale e Nazionale. Da protagoniste in attesa della sfida, che speriamo a questo punto avvenga quanto prima, per ridare all’Italia un governo che merita. Grazie a quanti hanno investito tempo, energie e speranze nel sogno di cambiare l’Italia. Se nelle terre di Siena abbiamo conseguito una vittoria importante, il dato nel suo complesso è una sconfitta. Ha perso l’Italia. Hanno perso le nuove generazioni che resteranno ancorate a un passato che per troppi anni ha mostrato i suoi limiti. Ha perso la speranza del cambiamento sul grigiore della rassegnazione. Nonostante questo Siena ha visto la compattezza dei suoi comitati e di un Pd che si è fatto trovare pronto a raccogliere e giocare, per vincere, la sfida di andare a vivere nel futuro. Da oggi ripartiamo da qui. Da queste terre, nella storia, modello di progresso e ancora oggi portatrici sane di innovazione e cambiamenti culturali e sociali. In particolare il risultato della città di Siena, dei 25 Comitati Sì Siena, è positivo in termini prospettici. Pone Siena al centro dello scacchiere regionale e getta le basi per costruire la sfida alle prossime elezioni amministrative”.
Così Stefano Scaramelli commenta il risultato del referendum costituzionale e la debacle della riforma proposta dal Governo. Ormai dimissionario. Il consigliere regionale Pd cerca di minimizzare la sconfitta e rilanciare, nella disfatta, il peso delle “terre di Siena” che al contrario hanno tenuto e dato al sì una vittoria netta… Diciamo che passa all’incasso, Scaramelli, facendo leva su uno dei pochi risultati positivi, sul piano nazionale.
Però non dice, Scaramelli, che per esempio, a Chiusi, che è la sua città e la roccaforte più “robusta” del renzismo, il sì ha vinto, ma ha ottenuto meno, in percentuale, che a Cetona (fortino non renziano); meno che ad Asciano, meno che a Torrita di Siena, meno che a San Casciano Bagni e anche di Pienza, comune governato da una giunta non Pd e che invece ha registrato il miglior risultato del Sì, nel sud senese con il 61,22%.
Nella “fortezza inespugnabile” di Chiusi il Sì ha ottenuto il 56,30% contro il 43,70 dei No e ha perso 7 punti percentuali rispetto alla coalizione Pd-Psi che vinse le comunali nel giugno scorso. Sette punti percentuali, sono un bel salasso, ma in termini di voti assoluti la differenza è minima: 35 voti in meno. Una inezia. Il che nonostante la debacle generale e la caduta del governo Renzi, che non sarà senza conseguenze, se non altro a livello psicologico, lascia il sindaco Bettollini piuttosto tranquillo. Così come tutti gli altri della zona: dal poliziano Rossi al sarteanese Landi, dal sinalunghese Agnoletti al torritese Grazi… Più complicata la posizione della cetonese Eva Barbanera, che non non ha fatto campagna per il sì e ora dovrà fare i conti con i pasdaran renziani che hanno comunque ottenuto un buon risultato.
A Chiusi il voto referendario a favore del No va oltre la somma algebrica delle opposizioni (Possiamo, 5 Stelle, lista Fiorini e destra): circa 400 voti in più, frutto probabilmente del ritorno al voto da parte di gente che alle comunali di 6 mesi fa non si presentò alle urne. Soprattutto, sembrerebbe, gente che fa riferimento alla destra, scomparsa dai radar alle elezioni per l’elezione del sindaco…
Il Comitato del No aveva ufficialmente l’appoggio dell’organizzazione più forte, più radicata, che è la Cgil. Ma non di tutta la Cgil: lo Spi (sindacato pensionati) per esempio era diviso; l’Auser invece si è schierata apertamente per il Sì, come altri sodalizi volontaristici. Il blocco sociale che ha sostenuto Bettollini alle comunali non è stato “scalfito” dal voto referendario, è rimasto compatto. Le opposizioni, invece, nonostante l’unità di intenti e l’obiettivo comune sul referendum, non sono apparse molto coese: Possiamo e 5 Stelle (al di là della questione palasport su cui si sono mossi insieme) non hanno mostrato grande feeling, lavorando ognuno per conto proprio; la destra non si è vista né sentita, se non nel segreto dell’urna… Chiaro che il fronte del No non è un fronte. Che non ci sono e non potranno esserci convergenze ulteriori per esempio tra i ‘podemos‘ e la Lega o i fascisti di Casa Pound e Fratelli d’Italia…
Scaramelli e Bettollini con i loro compagni di cordata punteranno anche su questo, aspettando gli avversari al varco. O come si diceva un tempo, aspettando che i cadaveri passino sotto il ponte del fiume…
Oggi, dopo la batosta del referendum, sono sulla difensiva. Ma si fanno forti del risultato locale che non li ha massacrati e confidano nell’inconsistenza e nella divisione delle possibili alternative. E puntano, Scaramelli in particolare, anche a sfruttare il buon risultato locale a proprio vantaggio, per consolidare la posizione personale.
Certo, il risultato del referendum è indubbiamente una sconfitta larga, pesante, senza appello per Renzi e per il suo governo. Ma a livello locale il risultato dice che il renzismo e più precisamente il “modello di governo del Pd” ha ancora consenso. E un consenso largo, radicato. Non solo dove l’effetto Scaramelli-Bettollini poteva essere più forte e determinante, per il battage che hanno fatto, ma anche laddove i due avevano sacche di resistenza (vedi Cetona), o nella vicina Umbria (Città della Pieve, Castiglione del Lago, Panicale…) dove sono pressoché sconosciuti o ininfluenti e dove non c’erano figure equiparabili per attivismo ed esposizione mediatica… In questo territorio insomma le alternative appaiono ancora molto labili e piuttosto indietro come consensi.
Su questo, i vincitori e soprattutto l’ala sinistra del fronte del No, dovranno interrogarsi. Perché se hanno molte ragioni per gioire del risultato nazionale, ne hanno meno se si guarda l’esito del voto locale. E la sinistra non può ragionare solo… “di pancia”, come dice Grillo. O come fa da sempre la Lega…
M.L.
Una volta un amico, tanti anni fa, quando avevo la barba incolta ritornando da un lungo viaggio, mi mise le mano dentro la barba e sussurrò guardandomi : ”troppi peli pe’ un coglione solo”.Tutti i torti forse non li aveva…ma non perchè mi dette del coglione ma perchè chissà quali spiegazioni passavano nella sua mente sul perchè avessi tenuto la barba in quelle condizioni….
Ecco, la stessa cosa mi sembra che succeda se si tengono presenti tutti i contorsionismi della politica a cui hai fatto riferimento, soprattutto locale e provinciale,sulle isole ”infelici”o” felicii” a seconda dei punti di vista dove ha vinto il SI. Che le analisi vadano fatte sempre e che non possano mancare le considerazioni e gli adeguamenti alle nuove realtà mi sembra ovvio, ma affidarsi e dire che Scaramelli presenterà il conto, questo rimane un po’ più difficile a essere immaginato anche se tutto si svolge a livello locale e regionale sotto i suoi occhi della sua maggioranza renziana, perchè semmai dovrebbe essere l’esatto contrario.Ma come,il Renzismo è più potente oggi o ieri ,indipendentemente dall’esito delle consultazioni che andranno fatte prima e dopo del rimettersi nelle mano del Presidente della Repubblica?
Molte volte le difficoltà di carattere psico-politico eseminatorie ce le costruiamo da noi stessi,cercando di analizzzare quale possa essere l’immediato futuro.E conta anche tale metodo per intorbidire le acque e per far pesar meno possibile le sconfitte di una parte.In pratica come la famosa barzelletta di ”Mike e la bicicletta”, le cui considerazioni prendevano forma nella mente dell’amico che gliela voleva chiedere in prestito e che strada facendo verso la casa di Mile fra se e se farfugliava nella mente:”ma mi potrebbe dire che non ha il fanale..” gli risponderò che la userò di giorno e gliela riporterò di giorno…ma mi potrebbe dire che non ha catari frangenti…stessa cosa ”gli dirò che partirò di giorno e ritornerò di giorno, …ma mi potrebbe dire che è senza freni…io gli dirò che è tutta pianura e che non c’è pericolo per le discese…e così farfugliando si avvicinava alla casa di Mike.Alla fine da sotto le finestre lo chiama ad alta voce e gli fà : ”Mike, vai a fare in c… tu e la tua bicicletta !!! Ecco cosi come è la barzelletta di Mike e della sua bicicletta a me sembra che le notti dei lunghi coltelli dentro al PD ci potranno pure essere,ma si dovrebbero tener presenti le giuste parole di Verdini che ha detto un po’ di giorni fa, che a destra del PD c’è una prateria sconfinata, verde e senza limiti, lasciando intendere nel caso di scissione interna e di non più ricompattabilità che il PD resti dov’è adesso ed assuma un maggior connotato ancora di centro, mentre la corrente DEM con accoliti non dem svolti a sinistra. Certo, c’è da capirlo il PD, sorpreso in camera con Verdini dove prima era salito avendo fatto pagare il conto sul collo di coloro che hanno avuto il Job Act e si sono pienate le tasche di vouchers, pensavate che svoltasse verso sinistra al momento della resa dei conti, che fra l’altro credo che non ci sarà.E non ci sarà perchè questi signori non pensate che possano improvvisamente impazziree che tutto l’apparato che hanno creato dai megafoni di bordo urli loro il”si salvi chi può”e che nelle scialuppe di salvataggio vi sia posto per il paese, sennò che avrebbero governato a fare? Rimarranno al loro posto e le tenteranno di tutte,fino col non vergognarsi e riconfermare il Premier.Alternative? E’ difficile dirlo quali possano essere, se non quelle delle elezioni anticipate, che vedranno anche una grosssa parte di Forza Italia schierarsi con la DC, fra gli applausi di coloro che per 10 anni hanno gridato antiberlusconianamente. al fine di stoppare Grillo ed altri. Presidente Mattarella,credo che sia tempo tempo di elezioni anticipate, e più si attende più mi sembra che si allarghi la rete di Grillo….poi dopo stia attento che dovrà convocarlo di diritto…e forse allora qualcosa potrà anche cambiare,visto che nemmeno è sufficiente il Governo corrente battuto sonoramente a far dire alle più alte cariche che occorrerebbe comportarsi in maniera diversa.Pensa forse che se avessero ben governato Grillo era a questi punti? Ed allora Renzi la smetta di dire che si è impegnato allo spasimo per cambiare l’Italia, perchè è fumo, e conta sulle teste a cui piace tanto tale politica, che fa subdorare dal fiuto che siamo in presenza di una nuova DC, che se non potrà trovare una seggiola a sinistra per riequilibrarsi, alla sua destra è consapevole che ci sono altre alle seggiole, poltrone, divani, letti a cui faceva riferimento il Rudolf Hesse del cavaliere di nome Verdini.Praterie sconfinate….perchè il cavaliere è anziano, ma tutto gli si potrà dire fuorchè il fatto di essere rincoglionito, sapendo che il suolo che calpesta si chiama Italia.
Dire che Scaramelli presenta il conto significa semplicemente che Scaramelli, forte di un risultato positivo a livello locale, di fronte alla debacle generale (come Bettollini alle comunali, quando il Pd perse Roma, Torino ecc..), adesso cercherà di pesare di più a livello provinciale e regionale e magari candidarsi a sindaco di Siena… Non a caso Piccini qualche giorno fa ha cercato di stopparlo con argomenti a dire il vero poco profondi… La politica è un gioco, dove ognuno gioca le carte che ha. Scaramelli, nel suo territorio ha vinto anche questa volta. Che ci piaccia o no… Poi, se si vuole sottilizzare si può notare che a Chiusi, la sua roccaforte, ha vinto meno nettamente che a Pienza, governata da una giunta non Pd, o a San Casciano o a Torrita… Ma queste alla fine sono sottigliezze… Il renzismo è in ambasce a livello nazionale, ma nelle nostre terre è ancora ben saldo e queste terre sembrano essere ancora una vandea che neanche uno tsunami come quello del 4 dicembre, riesce a scalfire. Che ci piaccia o no, questo è il dato che emerge dal voto…
Il maggiordomo bussando alla porta della camera del Lord:”Signore, desideravo avvisarla che il Tamigi ha superato il livello di guardia”.Il Lord con voce greve: ”non mi disturbare Albert, devo leggere….. ”.Poco dopo:”Sir, Il Tamigi stà per straripare….Risposta del Lord: Albert, ti ho detto di non disturbarmi, devo leggere…” 10 minuti dopo il maggiordomo bussa alla porta: Toc, toc, è Albert che con fare molto inglese e senza scomporsi :”Sir ,Il Tamigi !…” Morale: Il Lord credeva di non essere ripreso dalla piena, ma evidentemente si sbagliava….Riportata la cosa in politica locale come dici te e guardando i segnali che vengono dal territorio preso in considerazione mi sembrerebbe proprio di vedere coloro che vogliono arrestare la valanga dell’acqua con i bicchieri e con i fiaschi pienandoli e gettando altrove l’acqua,credendo di diminuire la pressione della piena che li porta via.Credi che questa sia intelligenza politica che si dimostri col dire che con la rottamazione, il PD regionale sia il solo modo di perorare gli interessi dei meno abbienti e dei ceti popolari essendo sinistra questa ? A Scaramelli and Co. non come persone senz’altro, ma come modo di intendere la politica, c’è caso che gli venga anche detto col tempo:” Sir, il Tamigi….”.gli antichi latini direbbero ”utinam !”…..
Hanno vinto gli italiani che hanno difeso la Costituzione da una riforma strampalata, inutile e pericolosa. il resto sono chiacchiere. Renzi e il renzismo ci hanno lasciato un mucchio di false illusioni, un paese diviso da una interminabile campagna elettorale che ha segnato il proprio fallimento. il governo in questi mesi ha sperperato 30 miliardi di euro per provvedimenti , mance e bonus che hanno fatto registrare zero crescita e oltre 100 milioni di voucher spacciati come occupazione stabile. Renzi ha distrutto un partito, le sue sedi, i suoi luoghi di discussione politica per sostituirli con sette edizioni di Leopolde, dove si magnificavano da soli. Il rottamatore si è asfaltato da solo abbandonando furbescamente il campo per riproporsi per fare altri disastri.
Questo è vero. Tutto vero. E con Renzi anche il renzismo ha subìto una bella mazzata. Ma è vero anche che nelle nostre terre a cavallo tra Toscana e Umbria il “modello-Renzi” ha tenuto e bene. Ha resistito allo tsunami, vincendo con il Sì, pure in comuni dove non era scontato, come Chianciano o Pienza, governati da giunte non Pd e con il Pd all’opposizione e nei comuni umbri dove l’effetto Scaramelli-Bettollini (e il loro iperattivismo) è stato ininfluente o sconosciuto… Al di là della vittoria netta e larga del No, dello stop a Renzi e al renzismo, a livello nazionale, credo che questo dato debba essere tenuto in considerazione da chi fa politica e magari s propone come alternativa al Pd a livello locale… Vedere solo la vittoria e non considerare che qui è andata diversamente sarebbe un errore grave. A mio avviso imperdonabile…