PANICAROLA, ANNA ASCANI E UNA RADIOGRAFIA IMPIETOSA AD UN PD CHE HA SMESSO DI FARE POLITICA

martedì 09th, agosto 2016 / 12:54
PANICAROLA,  ANNA ASCANI E UNA RADIOGRAFIA IMPIETOSA AD UN PD CHE HA SMESSO DI FARE POLITICA
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E VENERDI’ ARRIVA D’ALEMA. PARTE DAL TRASIMENO LA SUA CAMPAGNA PER IL NO AL REFERENDUM?

PANICAROLA – Si chiama festa dei giovani progressisti. Dal 1994. Da quando cioè Occhetto sfidò Berlusconi e perse. E l’alleanza che sosteneva Occhietto si chiamava “i progressisti”… Da allora è cambiato il mondo. Il partito ha cambiato nome altre due volte, e diverse volte segretario. Ora si chiama Pd. E dopo Occhetto, Fassino, Veltroni, Epifani, Franceschini, Bersani è arrivato Renzi. Ma la festa di Panicarola, frazione di Castiglione del Lago, si chiama sempre “dei giovani progressisti”. E non è una festicciola. Il villaggio è grande, bene allestito: palco per la musica, pista da ballo, ristorante, pizzeria, vari altri stand gastronomici, spazio dibattiti all’ombra, giostre e giochi vari… E che non sia una festicciola qualunque lo dice anche il programma. Basta vedere i nomi degli ospiti: l’emergente deputata Anna Ascani, il segretario regionale del Pd Leonelli, e poi il sindaco di Firenze Nardella e addirittura lui, il lider Massimo. Ovvero Baffino D’Alema, atteso venerdì…

Attenzione però. Non  si tratta della festa della minoranza Pd. Di quelli che voteranno No al referendum costituzionale. E’ una festa del Pd a tutti gli effetti. E non  a caso, prima di D’Alema che nella zona del Trasimeno ha ancora un bel numero di fans, è venuta Anna Ascani. Che non è un nome qualsiasi, nemmeno il suo. Il fatto che sia umbra e quindi di casa, c’entra fino ad un certo punto. La ragazza, approdata alla politica tra le file lettiane del Pd, storia democristiana alle spalle, ora è tra le figure emergenti del nuovo corso renziano. Anzi, alcuni osservatori la danno in ascesa più della varie Boschi, Madia, Picierno o Moretti… E forse anche questo non è un caso. Non ha niente di comunista o post comunista, ma sembra più solida. Nelle cose che dice.  Per come le dice. Per il fatto che non sembra un disco incantato che dice sempre lo stesso ritornello imparato a pappagallo, ma argomenta, non svicola di fronte alle domande scomode, non si nasconde dietro il dito e neanche dietro il paravento dell’avvenenza. Parametro sul quale non è certo da meno delle citate colonnelle della prima ora… A Panicarola si presenta in tenuta sportiva, quasi tennistica. Polo blu, minigonna bianca e scarpe da tennis appunto. Elegante. A intervistarla Gianni Fanfano e il sottoscritto. Uno “non allineato” e l’altro ancora meno. Un “lontano” direbbero i cattolici. Da sinistra. Hanno voluto fare le cose sul serio, non una passerella, i compagni di Panicarola. E anche il pubblico – una cinquantina di persone, alle sei del pomeriggio di lunedì è un dato tutt’altro che trascurabile – si è mostrato poco allineato, piuttosto indignato verso Renzi e verso la deriva imboccata dal Pd. Alcuni dei presenti (Fabio Pontefice, Lino Banella e Alessandro Torrini, tutti Pd di lungo corso) non le hanno mandate a dire.

Anna Ascani non si è scomposta, ma non si è neanche sottratta. Ha risposto con gentilezza e una determinazione rara. Ha ammesso scivoloni, errori, svicolamenti pericolosi. Ma ha anche difeso le scelte del segretario Renzi e del Governo. Dal Jobs Act alla Riforma Costituzionale, definita “la migliore possibile, in questo momento e con questo Parlamento…”.

Si è capito che quell’Enrico stai sereno rivolto a Letta non piacque nemmeno a lei, non ha nascosto una certa apprensione per il distacco sempre più evidente tra la politica e i cittadini, tra il Pd e la sua stessa base, per l’allontanamento o la fuga dei giovani che si erano avvicinati ai comitati Renzi e al Pd; ha ammesso di sentire anche lei il peso di aspettative non rispettate, non andate a buon fine… Così come di avvertire un appiattimento tra partito e governo a livello nazionale e tra partito e amministratori nei territori… Ha anche ammesso che la personalizzazione fatta da Renzi nel lancio della campagna referendaria sulla riforma costituzionale è stato un errore, “già parzialmente corretto”. Ed un errore è anche la procedura usata per trasferire i docenti dal sud al nord…

Anna Ascani, la più giovane deputata del Parlamento italiano (o la seconda più giovane) sta comunque con Renzi, che definisce” il migliore che c’è sulla piazza”, afferma che il partito non può negare la democrazia interna, che deve avere una linea cercare la massima adesione a quella linea, ma non deve impedire o massacrare il dissenso. E certi riferimenti culturali, in sostanza la storia pregressa, non può essere vissuta come un intoppo, una cosa di cui liberarsi come fosse solo zavorra…

E a proposito delle epurazioni alla Rai, dice senza battere ciglio, che “è normale che un’azienda televisiva cambi i direttori o i conduttori, ma se c’è stato un input da Palazzo Chigi o dai vertici del Pd per eliminare i non allineati, allora quella sarebbe una cosa grave”.

Non so se Madia o Moretti avrebbero detto la stesa cosa.  Anche per l’onorevole Ascani, quindi il Pd così com’è ha molte questioni da correggere e rivedere, non è più il Pd del 2008 e del 2012, ha già esaurito buona parte della sua spinta  propulsiva, si è fermato sulla sponda della governabilità “mentre dovrebbe invece ricominciare a fare politica. A tutto campo. A Roma come a Castiglione del Lago”. Ma non lo fa…

Di questa 29enne umbra in minigonna e scarpe da tennis sentiremo parlare.  E venerdì 12 a Panicarola arriva D’Alema. Partirà da lì, dalle sponde del Trasimeno, la sua campagna per il NO al referendum?

m.l.

 

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