L’UCCISIONE DEL DIPLOMATICO MAURO MONCIATTI: PERCHE’ IL GOVERNO E I MEDIA NON NE PARLANO?

Ieri i vari Tg e molti giornali cartacei e on line hanno dato notizia della morte in circostanze misteriose del funzionario d’ambasciata italiano Mauro Monciatti a Caracas, in Venezuela. Anche primapagina lo ha fatto, perché Monciatti era originario di Sinalunga, aveva studiato al Liceo di Montepulciano e all’Università di Siena. Era conosciuto e aveva amici e parenti in Valdichiana. Il diplomatico è stato trovato morto nella sua abitazione, riverso in una pozza di sangue, colpito alla testa da un “forte colpo contundente”. Alcuni media hanno parlato anche di ferite di arma da taglio.
Un omicidio insomma. Sembrano esserci pochi dubbi in proposito. Ma non si sa il perché.
E’ vero che il Venezuela vive una fase molto critica. Crisi politica e crisi economica. Negozi vuoti, cibo e medicinali che scarseggiano. Polizia nelle strade come fosse stato d’assedio. E il Venezuela è il primo produttore di petrolio al mondo. Dopo l’era Chavez che aveva aperto speranze per una rinascita del paese su basi sociali più eque e socialisteggianti, anche se venate di populismo come spesso avviene in America Latina, il paese è ripiombato nel caos.
L’uccisione di un diplomatico è fatto grave. Anche se si trattasse semplicemente di una rapina o di un atto di criminalità comune. Sono scoppiate guerre per l’uccisione di un diplomatico. Ora, non vogliamo dire che l’Italia dovrebbe dichiarare guerra al Venezuela, ma stupisce assai il silenzio che regna intorno alla vicenda. Al di là della scarna notizia dell’omicidio, nessun mezzo di informazione ha fornito ulteriori particolari, né ha proposto approfondimenti. Ma stupisce ancora di più il silenzio del Governo, del Ministero degli Esteri di cui Mauro Monciatti era un funzionario. Stupisce il silenzio di Renzi e della Boschi, che sono toscani come lo era il diplomatico sinalunghese. E il silenzio dei partiti, anche quelli di opposizione.
Si parla molto di più (e se ne parla giustamente) del caso Regeni su cui ogni tanto qualcunO aggiunge qualche nuovo tassello. E Giulio Regeni era un giovane ricercatore e giornalista freelance, non era un funzionario del Governo.
Insomma, noi, sommessamente, ci chiediamo come mai del caso Monciatti si parli così poco. Troppo presi dalle elezioni amministrative e dalla debacle del Pd i nostri governanti per dire una parola sulla vicenda? Eppure si tratta, a tutti gli effetti, di un “caso diplomatico”, di un “caso” che investe la politica estera italiana. Mauro Monciatti è stato ucciso, non è caduto dal motorino. Cos’è che consiglia questo silenzio e quest “totale riserbo”?
Nei giornali venezuelani di oggi si parla dei risultati dell’inchiesta. La morte sarebbe dovuta a un problema cardiaco ed alla conseguente caduta.
Le prime notizie di agenzia venezuelane parlavano di “forte colpo contundente” alla testa. E alcune foti anche di ferite di arma da taglio. Particolare questo riferito anche da TG Com 24 e altri media italiani. Finora tutte le notizie, seppur scarne, sembravano accreditare la tesi dell’omicidio, magari per rapina. Idem i familiari.
Tanto per rispondere ai giornali venezuelani di cui si parla : ”Anch’io-diceva un mio amico- una volta andavo a caccia,sparai ad una beccaccia e questa cadde a terra dalla parte della punta del becco, prese una lepre sulla testa e gli trapassò il cranio.La lepre nei rantoli della morte sgambettando scavò mezzo chilo di tartufi….”.
La situazione del Venezuela ricorda tanto per certi aspetti quella del Cile del 1973, quando con le massaie in piazza c’erano le donne della media borghesia che battevano le pentole, e si sà bene chi c’era dietro.In una situazione del genere, o vogliamo avere per forza la memoria corta?.In Venezuela tutto è possibile.Il prezzo del petrolio è diminuito ed il paese si trova in uno stato di quasi totale dissanguamento e manca tutto.Il nemico delle cacciate multinazionali è nel momento più debole.Da osservatore della strada la mia domanda, certamente senza pretesa di arrivare ad una risposta, potrebbe essere quella che i servizi segreti di tutto il mondo ed anche in lotta fra loro si siano attivati per far prendere a quel paese una piega oppure un altra.Fantasia? Forse si, ma talvolta la fantasia supera la realtà, soprattutto quando si parla di profitti.Della gente e delle sue condizioni di vita se ne fregano tutti, un po’ di meno sembra il regime del post Chavez che secondo molti osservatori interessati dovrebbe aprire al mercato americano soprattutto i suoi territori,facendo rientrare dalla finestra quello che era uscito dalla porta.Maduro lo sà, ma è un isola in un oceano,e l’isola spesso viene sormontata dall’acqua.E nell’isola spesso si osserva lo scatenarsi delle più crude brutalità, anche contro le persone.Questa è solo una mia idea che anche se avesse un fondamento di verità a noi non è e non sarà mai dato da conoscere.
L’analisi fatta, dalle strutture dell’amministrazione governative dice quello che scrivono i giornali. Se invece si tratta di un omicidio (dei servizi segreti governativi visto che le analisi sul cadavere sono “governative”) lo si può anche ipotizzare, ma poi bisognerebbe ci fossero adeguate (e difficili) iniziative diplomatiche italiane.