ORVIETO E VITERBO: CHIUSI TROVA ALLEATI NEL NOME DEGLI ETRUSCHI… RINASCERA’ LA DODECAPOLI?

martedì 10th, maggio 2016 / 16:48
ORVIETO E VITERBO: CHIUSI TROVA ALLEATI NEL NOME DEGLI ETRUSCHI… RINASCERA’ LA DODECAPOLI?
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VITERBO- E’ stato firmato oggi a Viterbo, alla presenza della ministra Giannini, un protocollo d’intesa tra i comuni di Viterbo, Chiusi e Orvieto, per la nascita del “Distretto turistico-culturale dell’Etruria Meridionale”. Un accordo con la benedizione del ministero che prevede iniziative e contributi statali a favore dell’imprenditorialità nel settore e anche una serie di altre iniziative (verso le scuole di tutta Italia, per esempio) per far conoscere e valorizzare la cultura degli etruschi. Dopo il protocollo firmato qualche mese fa con Murlo e Volterra, Chiusi incontra adesso anche Orvieto e Viterbo (due città che portano lo stesso nome derivato dal latino Urbs Vetus, città vecchia…), altri capisaldi della antica Dodecapoli. Ma i due protocolli no sono “integrati”. Potranno forse esserlo in futuro, forse.

Ecco, quella del rilancio in chiave prima di tutto culturale, poi turistica della Dodecapoli Etrusca, attraverso un marchio comune e iniziative specifiche in tutti i comuni interessati, è una proposta che per primi avanzammo dalle colonne di Primapagina nel 2012. Già all’epoca alcuni sindaci (Piombino, Volterra, Cerveteri, Perugia, Montalto di Castro, oltre Chiusi…) si dissero interessati, poi però il Comune di Chiusi si è mosso in proprio, un po’ a macchia di leopardo e a salti: un accordo qua, un accordo là, seguendo più la corrente e le opportunità via via presentatesi, che non una linea progettuale precisa.

Secondo noi, ben vengano i protocolli bilaterali, trilaterali ecc. ma l’obiettivo finale deve rimanere quello: ricreare, almeno a livello di “identità comune”,  di marchio riconoscibile di un territorio, una piattaforma che veda insieme tutte le antiche città dell’Etruria. Non è una cosa campata in aria. Ci sono tradizioni alimentari e culinarie comuni, anche la lingua e le inflessioni dialettali sono simili in alcune fasce dell’Etruria anche a più di 100 km di distanza: si pensi che a Chiusi si parla esattamente come a Scansano e in modo molto simile a Sorano o a Roselle, o a Rio nell’Elba; si parla più come a Grosseto e Piombino che come a Siena, a Buonconvento o a Colle Val d’Elsa… A Montalto di Castro o a Tuscania si parla quasi come ad Orvieto…  L’olio, il vino si fanno in Maremma come in Valdichiana o sulle colline orvietane e pievesi… E così la pasta, il pane, la “schiacciata” e la panzanella…
Salutiamo dunque con interesse il “Distretto culturale e turistico” Chiusi-Orvieto-Viterbo,  ma rimaniamo dell’idea che si debba  puntare al rilancio della Dodecapoli che all’epoca, 2500 anni fa, fece paura a Roma e che oggi dovrebbe solo assicurare una visibilità comune, un flusso di saperi e di visitatori a questa Italia di mezzo che è rimasta troppo spesso marginale. Perché gli Etruschi sono un popolo strano ed enigmatico e hanno ancora un sacco di cose da raccontare…

 

 

 

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