ORVIETO E VITERBO: CHIUSI TROVA ALLEATI NEL NOME DEGLI ETRUSCHI… RINASCERA’ LA DODECAPOLI?

VITERBO- E’ stato firmato oggi a Viterbo, alla presenza della ministra Giannini, un protocollo d’intesa tra i comuni di Viterbo, Chiusi e Orvieto, per la nascita del “Distretto turistico-culturale dell’Etruria Meridionale”. Un accordo con la benedizione del ministero che prevede iniziative e contributi statali a favore dell’imprenditorialità nel settore e anche una serie di altre iniziative (verso le scuole di tutta Italia, per esempio) per far conoscere e valorizzare la cultura degli etruschi. Dopo il protocollo firmato qualche mese fa con Murlo e Volterra, Chiusi incontra adesso anche Orvieto e Viterbo (due città che portano lo stesso nome derivato dal latino Urbs Vetus, città vecchia…), altri capisaldi della antica Dodecapoli. Ma i due protocolli no sono “integrati”. Potranno forse esserlo in futuro, forse.
Ecco, quella del rilancio in chiave prima di tutto culturale, poi turistica della Dodecapoli Etrusca, attraverso un marchio comune e iniziative specifiche in tutti i comuni interessati, è una proposta che per primi avanzammo dalle colonne di Primapagina nel 2012. Già all’epoca alcuni sindaci (Piombino, Volterra, Cerveteri, Perugia, Montalto di Castro, oltre Chiusi…) si dissero interessati, poi però il Comune di Chiusi si è mosso in proprio, un po’ a macchia di leopardo e a salti: un accordo qua, un accordo là, seguendo più la corrente e le opportunità via via presentatesi, che non una linea progettuale precisa.
Secondo noi, ben vengano i protocolli bilaterali, trilaterali ecc. ma l’obiettivo finale deve rimanere quello: ricreare, almeno a livello di “identità comune”, di marchio riconoscibile di un territorio, una piattaforma che veda insieme tutte le antiche città dell’Etruria. Non è una cosa campata in aria. Ci sono tradizioni alimentari e culinarie comuni, anche la lingua e le inflessioni dialettali sono simili in alcune fasce dell’Etruria anche a più di 100 km di distanza: si pensi che a Chiusi si parla esattamente come a Scansano e in modo molto simile a Sorano o a Roselle, o a Rio nell’Elba; si parla più come a Grosseto e Piombino che come a Siena, a Buonconvento o a Colle Val d’Elsa… A Montalto di Castro o a Tuscania si parla quasi come ad Orvieto… L’olio, il vino si fanno in Maremma come in Valdichiana o sulle colline orvietane e pievesi… E così la pasta, il pane, la “schiacciata” e la panzanella…
Salutiamo dunque con interesse il “Distretto culturale e turistico” Chiusi-Orvieto-Viterbo, ma rimaniamo dell’idea che si debba puntare al rilancio della Dodecapoli che all’epoca, 2500 anni fa, fece paura a Roma e che oggi dovrebbe solo assicurare una visibilità comune, un flusso di saperi e di visitatori a questa Italia di mezzo che è rimasta troppo spesso marginale. Perché gli Etruschi sono un popolo strano ed enigmatico e hanno ancora un sacco di cose da raccontare…
Il modo di agire dei nostri amministratori, che come dici tu Marco nell’articolo fanno accordi qua e là senza un progetto preciso é il vero limite delle politiche culturali.Quella del distretto è una strada da percorrere perché permette appunto una valorizzazione delle risorse culturali attraverso un coinvolgimento della popolazione locale con iniziative rivolte alle scuole e alla formazione in genere. Dubbi suscitano gli accordi di questi giorni che hanno il sapore della propaganda elettorale , anche perché non provenienti da un lavoro più approfondito con attori e istituzioni di un territorio più ampio che potrebbe essere identificato con la bassa Valdichiana. Un lavoro di coinvolgimento per proporre un offerta turistica e culturale che riguardi un territorio, ricchezze e patrimoni unici, che vanno dai laghi dalle terme, le ricchezze archeologiche e anche le eccellenza enogastronomiche.
Secondo me il territorio di riferimento per un progetto del genere e per le politche culturali in senso più ampio, non può e non deve essere solo la bassa Valdichiana, ma tutta l’area a cavallo tra Umbria-Toscana e perché no anche l’alto Lazio. Cioè l’Etruria meridionale interna. Da mettere poi in relazione anche con l’Etruria della costa… Questo territorio era già unito 2.500 anni fa all’epoca della Dodecapoli, oggi ha bisogno di ritrovare una identità comune (che peraltro esiste di fatto) e forme di interazione e promozione unitarie… L’idea avazata da Primapagina del rilancio della Dodecapoli come rete culturae e turistica andava proprio in questo senso, fornendo, se vogliamo, un quadro, un progetto non estemporaneo o a macchia di leopardo…