CHIUSI, A LATITARE NON E’ SOLO LA POLITICA. ECCO PERCHE’ IL DESERTO AVANZA

CHIUSI – Commentando l’iniziativa pubblica sulle elezioni comunali, promossa da Primapagina venerdì scorso abbiamo parlato di “morte della politica”, di latitanza di partiti che pur presenti son rimasti in silenzio e non hanno nemmeno risposto alle sollecitazioni e alle domande. E in effetti che la politica (non solo i partiti, ma l’abitudine a confrontarsi, a discutere, a proporre e indicare soluzioni…) sia scomparsa da un pezzo e non sia più pane quotidiano né per chi deve governare la città, né per chi ci deve vivere, è sotto gli occhi di tutti. Che i partiti e i movimenti politici più o meno organizzati che siano, giochino tutti al ribasso e puntino al piccolo cabotaggio è altra cosa che salta agli occhi. E chiaramente, quando il terreno si inaridisce, il deserto avanza, abbiamo scritto. E anche questa è una constatazione. Non un giudizio. Chiusi si sta inesorabilmente desertificando.
Ma a latitare non sono solo i partiti. O la politica intesa come confronto sul governo della città. Mancano ad esempio totalmente le associazioni di categoria. Quante volte e su quali temi abbiamo sentito le organizzazioni dei commercianti, degli artigiani, degli industriali prendere posizione sui temi dell’economia o del vivere civile?
I commercianti sono rimasti in silenzio anche di fronte alla guerriglia urbana che si verificò in occasione della Fiera alla Stazione il 6 dicembre…
La Cna ha sollecitato recentemente interventi sulle frane che rendono difficile la circolazione stradale, e ha fatto bene, ma è l’unico tema su cui ha preso cappello negli ultimi anni. E lo ha fatto da Siena. Non da Chiusi.
Chi ha commentato, tanto per dire, lo studio presentato nel giugno scorso dalla BCC Valdichiana sullo stato dell’economia nel territorio? Eppure quello studio forniva un quadro a tinte nerissime e molti spunti di riflessione, anche per Chiusi. Nessuno lo ha fatto. Nemmeno i sindacati dei lavoratori.
Quali e quante associazioni imprenditoriali o sindacali, al di là degli applausi di circostanza, hanno fatto valutazioni serie sull’idea della Stazione in linea per l’alta velocità, o sul futuro dell’area dismessa del centro carni avviata a demolizione?
Chi ha detto una parola sullo scandalo del centro merci fantasma che a questo punto non solo è un monumento allo spreco di denaro pubblico, ma anche una spada di Damocle sulla testa del Comune di Chiusi che potrebbe essere chiamato a rimborsare il milione e 800 mila euro ottenuto dal Patto territoriale per fare un’opera “intercomunale”? Anche in questo caso nessuno. Idem sul progetto palasport in luogo dell stadio incompiuto e abbandonato. Idem sul che fare della ex Fornace…
Nessuno infine che abbia detto una parola sul tema piuttosto caldo della macroregione e della fusione dei comuni, quelli sotto a 5.000 abitanti e quelli sopra…
Questo silenzio è il deserto.
E se a livello nazionale, molti giornali – soprattutto dopo la morte di Umberto Eco – si interrogano su che fine abbiamo fatto gli intellettuali, sul perché molti restino muti e defilati anche di fronte a possibili interventi militari in Libia, a casi come quello del giovane Regeni, trucidato al Cairo, a livello locale anche da questo punto di vista la situazione è ancora più asfittica.
Certo, Chiusi è un paesotto di 8000 abitanti e poco più, quanti “intellettuali” potrà mai contare? Pochi, è vero.
Ma è possibile che al di là dei soliti 4, 5, 10 rompicoglioni cronici, nessuno abbia mai niente da dire su niente?
Che non abbiano mai niente da dire i docenti delle scuole superiori, medie ed elementari, i musicisti, i teatranti, gli avvocati, gli animatori di associazioni culturali, gli artisti?
Possibile che nessuno – tranne i soliti di cui sopra – abbia fatto in questi anni o voglia fare una valutazione sul festival Orizzonti, sul festival rock, sui Ruzzi della Conca o sul Tria Turris, sulla stagione teatrale o sui Ragazzi in Gamba?
Eppure Chiusi, sotto questo profilo, è tutt’altro che una città desertificata. Non è vero che gli “intellettuali” sono pochi.
Le associazioni culturali sono decine e tutte, più o meno, organizzano eventi; sono decine i giovani e non solo i giovani che fanno teatro, che suonano in una band (alcune sono anche di qualità); sono decine gli artisti (pittori, scultori, fotografi, grafici) e decine le persone che scrivono su giornali, blog e riviste; decine le persone che hanno scritto e pubblicato libri, e non solo “memorie” o saggi di studio, ma anche racconti, romanzi, poesie…
Se si considera questa vitalità, che pure esiste, il silenzio pubblico sui temi cittadini (comprese le elezioni, che non sono una mera formalità) stupisce ancora di più. Stupisce e preoccupa. Perché vuol dire che le forze migliori non hanno a cuore il futuro della città. Non lo sentono come una cosa che li riguarda. Tutti ci vivono e portano avanti il proprio orticello. Ma solo quello. Ed è così che il deserto prende il sopravvento, anche sui cactus…
Marco Lorenzoni
ormai il deserto è inarrestabile. Personalmente ho fatto da tempo la scelta di emigrare (almeno dal punto di vista culturale) e devo dire che non è poi così male.
autoesilio…
Marco,hai detto che ” il deserto prende il sopravvento anche sui cactus”nel senso che le forze diciamo ”intellettuali che dovrebbero essere- diciamo-il presidio per l’essenza della cultura, sono anch’esse latitanti.E’vero, ma il problema dell’origine di tutto questo è più ampio,molto più ampio,ed è riconducibile anch’esso guarda caso al senso di come ognuno di noi vive la politica, specialmente per coloro che sono abituati a ragionare in termini politici e non prettamente riconducibili alle necessità individuali.E’ vero quanto dici ed allora non ci dobbiamo stupire se tutte quelle categorie che tu hai menzionato, siano tutte riconducibili al condizionamento vissuto dalla politica.Se si guarda bene sono tutte dipendenti dai gangli della politica,a cominciare dal primo per finire all’ultimo,nessuno escluso; anche quando sembrerebbe che vi possano essere espressioni ed iniziative individuali all’interno dell’associazio
nismo per esempio, se si vede bene è tutto anche lì dipendente dalla politica e dal denaro.Questa politica li coinvol- ge tutti e condiziona le loro essenze e le loro espressioni.Si vive tale dramma come se fossimo in una gabbia, una gabbia dalla quale l’uccellino canta, gorgheggia, esprime le sue potenzialità ma non può sortire per scoprire quale sia il mondo al di la della gabbia che intravede dalle sbarre.Quello dell’Associazionismo forse è il tema più evidente che fa a cazzotti con la cultura,perchè è vissuto ed espletato in maniera totalmente ”protettiva” verso l’esistente e le strutture della politica. Non a caso quando non è un serbatoio di voti,-e lo è quasi sempre- produce ben poco, anzi mai si sognerebbe di scantonare in altre direzioni di natura più indipendente,proprio perchè dipende dai soldi, da chi ha il borsellino e dalla politica e da chi decide se il rubinetto debba essere aperto o chiuso ed in quale direzione.Così le iniziative sportive,della ricreazione, della cultura e delle sue iniziative,per non parlare poi degli aspetti delle risorse a disposizione,fiumi di denaro che vengono dirottati in mille rivoli diversificati e che per cercare di dare soddisfazione agli interessi dei partecipanti se ne disperde e se ne frammenta l’effetto.Dentro a tutto tale movimento si dispensano anche piccole prebende ai singoli che diventano cooptati per stringere ancora di più il rapporto di dipendenza dalla politica,ma dalla politica che cerca di assicurarsi la continuità su tali terreni, non per cambiare aria.Allora, molte parti di tale associazionismo non soddisfano il bene pubblico in proporzione a quanto viene speso ed anche a quanto viene sbandierato, anche perchè se si guarda bene alle attività ed ai flussi di denaro che gli vengono devoluti, quali attività compiono ? Quella prevalente è il ritrovarsi per una partita di carte- per parlare per esempio dell’Auser-qualche viaggetto domenicale per qualche anziano o poco più, ma cosa si produce così? Chiedetevelo.Mi si dirà:”ma ci vuole pure quello” ed invece io dico di no, perchè bisognerebbe affrontare tale tema con coraggio,cercare di cambiare, spesso dedicarsi ad altro e contare anche sulle proprie forze, portare gli anziani a concepire anche altro.Ed è chiaro che alla fine ci sia una risposta ed una presa di posizione molto scettica se non altro ,da parte di chi si opporrebbe a tale consumo di denaro che sia quella dell’immaginare un mondo diverso, un mondo più utile e misurato sulle reali necessità culturali e materiali delle persone.Ma è mai possibile che la politica-l’hai detto tu stesso Marco- nella tua introduzione dell’assemblea di Venerdì scorso-che nessuno ha voluto mettere a disposizione uno spazio per tale assemblea perchè tale fatto sarebbe apparso come uno schierarsi quasi politicamente dichiarato ? Si ha questa incontenibile paura anche da parte del principale sindacato della zona? E’ così che ragionano i loro dirigenti ?E’ così che s’intendono i rapporti fra le persone e la discussione sulle loro necessità? Tanti rivoli di soldi a Chiusi,ma manca per esempio una struttura come hanno altri paesi dove la gente si possa riunire.Se la gente non si chiede quale sia il principio per il quale si paghino le tasse che dovrebbero servire al mantenimento di una struttura pubblica o di una sala pubblica,quale sia il motivo per il quale venga creata una cooperativa che pretende di essere pagata per far fruire tale spazio ai cittadini? Non vi sembra di intravedere su tale tema un fatto di legame di dipendenza e di beneficio solo ad alcuni ? Se i cittadini non imparano a ragionare in tal modo ed a pretendere che chi hanno votato si comporti osservando principi sani e rispettosi dell’interesse pubblico non si va da nessuna parte e si alimenta quella dipendenza diretta ed indiretta dal ricatto ed ai lacci di chi governa, che spesso intende organizzare l’associazionismo a propria misura.E Chiusi su questo e di questo può fare bella mostra in ogni direzione.Perchè spesso dove non è possibile realizzare direttamente gli scopi che si prefiggono,ne studiano il modo per scavalcare gli ostacoli e per far si che tutto appaia normale. E come hai detto tu all’inizio parlando del deserto che avanza e che coinvolge anche i cactus, io ti rispondo che ad essere coinvolte sono quelle strutture, idealità e modi di ragionare delle persone che ne sono coinvolte che sono proprio e veramente modi di ragionare ”del cactus”.E se non si recidono questi legami,Chiusi per tale apetti continuerà a sprofondare.Ecco perchè penso che siano necessarie politiche diverse da quelle che si sono fatte e che si stanno facendo.Ma fino a quando la gente si comporta come se tali fatti non li riguardassero, entra in cabina e vota sempre col solito intento,è la stessa
gente la prima responsabile del proprio degrado.Qualcuno però mi sembra che ci sia che cerchi di cambiare e nulla vuol dire se il suo ”apetto esterno” per adesso rimanga sotto traccia.Al di là di tutti i lati problematici che la partecipa- zione politica comporta,quello che salta di più agli occhi è che non sia vero che siano tutti uguali e mi preme sottolinearlo. Non sò cosa produrrà ma per adesso anche in quelle che possono essere le sue incapacità organizzative e risposte, mi sembra invece che all’Ovest ci sia qualche cosa di nuovo e che una luce brilli.I pianeti non hanno luce propria, le stelle si.E con tutte le riserve del caso-perchè le riserve è bene che ci debbano essere-mi sembra che valutato tutto ci siano le ragioni per dar loro fiducia, anche perchè quello che tu dicevi e che può essere richiamato sotto il concetto di ”fuga dalle responabilità” è stato prodotto e continua ad essere prodotto dallo schifo di questa politica di cui si parlava.Credo che meriti più attenzione e di essere aiutato chi si opponga a questo e chi nei sondaggi è il secondo partito d’Italia per numeri se non altro, e quindi cosa può essere prodotto partendo dal peso elettorale.Questo è il mio pensiero alla fine.
e su Chiusi che dicono i sondaggi?
Tu pensi che la situazione che hai descrito nel tuo post che per altro condivido come veritiera, come ritieni che possa venir superata con le alleanze che fin’ora ci sono state e con l’impotenza effettiva(volontà ed encomi a parte alla Primavera che ha fatto quello che poteva) dell’elettorato del PD a cambiare musica? Finchè dura tale elettorato può anche darsi che alla fine anche gente di quell’elettorato a forza di pagare prezzi si stancherà dei loro esattori.Non l’ho detto io ma”le montagne sono fatte di sassi”.Da ciò che dicono i sondaggi mi sembra che non sia cosa normale farsi guidare da questi.Credo invece che sia giusto andare per la propria strada e chi lo desidera possa condividere e fare un percorso insieme.Ma insieme sotto un tetto che già esiste, perfettibile, criticabile quanto vuoi, ma onesto e che a prescindere rifiuta l’inciucio. Duri e puri ? No, politicamente onesti e se mi permetti è una grande discriminante che li fa differenziare dai giuochetti e le manfrine dell’aggregazione politica. Per quelli ci pensa chi vuole mantenere e cioè il PD che vedo che si critica ma poi si alla fine si pensa a come si possa far rivincere anche con le difficoltà che mostra.E’ il discorso del tetto quando piove…ormai mi sembra che sia acclarato.Nel deserto che tu mirabilmente hai descritto si sappia che sotto le dune può esservi anche l’acqua e se si trovasse la vena può anche darsi che si possa trovare anche l’oasi. L’alternativa è morire di sete.
Dico questa e poi la chiudo: “rifiuta l’nciucio”, dici. Ma se il movimento 5 Stelle avesse tentato o tentasse un approccio con la primavera, con persone e gruppi notoriamente schierati su posizioni critiche e antagoniste rispetto al Pd e alla maggioranza sarebbe un “inciucio”?
A questo punto di come è messa la politica a Chiusi e di quello che è stato detto fin’ora e nelle settimane scorse su questo tema pensi che il Mov.5 Stelle si faccia dettare il comportamento che tu definisci ”autosupponente” da Prima Pagina? Con tutto il rispetto Marco,ci conosciamo da decenni ed ognuno di noi sà della natura e della vita e del pensiero degli altri.Io nella mia visione delle cose esprimo i miei pensieri su Primapagina non per far piacere a Marco Lorenzoni ma perchè credo che Primapagina sia uno strumento utile per la veicolazione anche di un certo modo di far politica, e di questo ne sono stato sicuro, ma purtuttavia tendo a ragionare col il mio, e spesso semprepiù avverto dei modi dei quali non sono molto convinto.Ho sentito molte voci contrarie ma nella mia prolissità discorsiva ciò che mi interessa è chiarire e divulgare concetti che ritengo giusti e perciò accetto di buon grado di scrivere,perchè ho la presunzione che tali concetti possano servire come visione delle cose,del mondo, della politica, e non solo.Ma sono cose mie e non pretendo che lo siano di altri, vorrei vedere il contrario sarei un presentuoso per lo meno…..Nella discussione sulla utilità della lista di sinistra sulla quale tu sembri rammaricarti che i 5 Stelle non abbiano accettato di confluire in una lista comune-che fra l’altro in principio ho anch’io- da loro simpatizzante auspicato- al punto in cui siamo mi sembrerebbe una forzatura l’attuazione di ciò che dici anche e solo per il fatto che la forza numerica dei 5 stelle sul piano nazionale, ritengo che oltre alla loro posizione politica su diverse questioni,sia dovuta anche al loro differenziarsi dagli strumenti normali dai quali si veicola il consenso.Fin’ora è avvenuto questo, e perchè dovrebbero rinunciarci a tale posizione? Se ci sono altre forze latenti nella società chiusina -come credo ci siano-si coalizzino e nel percorso dell’amministrazione locale saranno pesate per quello che esprimono.Nulla vieta che nella diatriba della politica e dentro all’esecuzione dei problemi di Chiusi non ci possa essere una collaborazione sui singoli fatti.Ci sono stati anche fra il PD ed i 5 stelle nella prassi legislativa parlamentare,
figuriamoci se non ci potrebbero essere nella fattispecie di Chiusi.Ma è sempre da non sottovalutare la famosa teoria del dubbio che può far riferimento all’esperienza della Primavera,perchè se il fronte che si oppone al PD è frantumato e spezzettato, il PD che forse vincerà ugualmente,vincerà con maggior facilità.Ed allora di fronte ad un partito già costituito, che esiste come riferimento nel territorio, che avrà anche mostrato i suoi limiti come sicuramente dici te,è bene che le altre forze che pensino di unirsi se stesse loro a cuore levare di torno il renzismo che ha prodotto solo fumo e null’altro, dovrebbero sapere e capire chi sia che abbia gabbato la popolazione, e questo non è davvero il Mov.5 Stelle.Le frange di uomini e di cervelli pensanti se è vero che siano pensanti dovrebbero secondo me convergere in un imbuto di voti ed essere presenti ed avvicinarsi a chi possa rappresentare la volontà vera di cambiamento.Si chiede un modo di ragionare diverso? Certamente, io stesso ho detto in un recente passato che ognuna di queste forze dovrebbe svestirsi e fare a meno per una volta del proprio io e delle proprie peculiarità e ragionare contrariamente alla logica di coloro che occupano il potere e che da quello influenzano il pensiero della gente.Sarebbe forse l’inizio di una rivoluzione culturale.Tutti abbiamo bisogno di tutti, nessuno vince da solo, e diciamo anche che se esiste una possibilità di miglioramento tutti debbano contribuire, ma mi sembrerebbe pretendere un po’ troppo da parte del mov.5 stelle già costituito da 3 anni sul territorio che debba andare a suonare il campanello a coloro che sono frammentati e che in parte scalpitano per rientrare in giuoco contro il renzismo che li ha cacciati.Se si sentono orfani del partito che hanno scelto si organizzino e facciano opposizione, ma secondo me se vuoi il mio parere a questo punto rischiano di fare la fine di Bersani, che abbaia alla luna non ricordando che quell’insieme ha contribuito a fondarlo anche lui.Se non se ne vanno via, lui ed il suo seguito le cose potrebbero essere due: o la colla che li attacca alle poltrone è molto forte oppure non hanno ancora capito in quale sia la natura del cerchio in cui sono caduti.In ambedue i casi non credo che siano da preferire di fronte a gente nuova, disinteressata, che sente il bisogno di fare politica esprimendo la correttezza dei rapporti.
Se le frammentazioni a sinistra troveranno possibilità di aggregarsi fra loro lo facciano, altrimenti sanno cosa fare di fronte all’alternativa di restare a casa senza andare a votare e se vogliono cambiare veramente musica.
Il Pd non va dai 5 stelle a chiedere di votare per lui e nemmeno i 5 stelle dal PD.Io stesso dissi che nei 5 stelle c’è di tutto ma più che il tempo passa mi accorgo che certe differenze e reticenze di fronte ai problemi grandi che la politica così com’è infligge al nostro territorio si smorzano,cadono e si dissolvono tali differenze e forse lasciami dire è anche questo il bello della politica ed il sentire che certe differenze fra le persone siano appianate ed integrate e generino una forza nuova.Credo che anche di questo la gente abbia bisogno ed uscire dai vecchi schemi funzionali alla vecchia politica che vorrebbero ancora farla da padrone sia anche un fatto doveroso che merita di metterli alla prova.Tutti si sbaglia ma il perseverare come qualcuno dice ”è diabolico”.Tentare nuove aggregazioni e/o liste civiche credo che non sia compreso fra le necessità che servonoa Chiusi in questo momento.I percorsi vanno costruiti con la partecipazione,sapendo dire alla gente ed illuminandoli sui fatti di cui sono stati vittime inconsapevoli,come per scendere nel particolare nel caso dell’amministrazione dei rifuti.Si ricorda qualcuno nella popolazione che era stato detto che il costo sarebbe stato diminuito? Vadano a guardare le bollette bollette e mi dicano se è vero.E’ tutto così oggi e questo sistema organizzato in questo modo merita di essere estirpato come meritano di essere tagliati i gangli che legano l’associazionismo alla politica. Da lì pasa la strada per una riscossa vera della gente, diversamente se si va ancora più avanti di questo passo si rischia di fare come la Tunisia e si scende in piazza lottando per il pane.
Successe più di 150 anni fa ed allora
la gente non aveva i telefoni cellulari ma ci fu Bava Beccaris che ci pensò a rimettere a posto la situazione, e qualcuno oggi è pronto a sostituirlo perchè non ostante le rivoluzioni e le guerre, per fare cambiare gli uomini è cosa dura quando ci sono gli interessi che li dominano e che per dipiù vengono affumicati perchè la gente non li sappia distinguere.
Carlo, non ho mai detto “confluire” ma costruire una eventuale aggregazione comune tra 5 Stelle e altri soggetti. Questa è la politica. Dire o con noi o niente, non è politica è presunzione e supponenza, o se preferisci “vocazione maggioritaria”. E a mio avviso, sottolineo a mio avviso, chi ragiona così non dà una risposta utile alla causa. Ma solo una risposta alle proprie esigenze. E non intendo dettare la linea a nessuno. Dico solo la mia sulla base di oggettive e soggettive valutazioni.