CHIUSI, ARRESTATO PRESUNTO PEDOFILO. NEL PAESE DEI BALOCCHI CI SONO ANCHE I LUCIGNOLI

CHIUSI – Da due giorni circola la notizia dell’arresto di un uomo di 52 anni con l’accusa di pedofilia. Avrebbe adescato ragazzini offrendo soldi, sigarette e gite in macchina, facendoli pure guidare, in cambio di atti sessuali. Ne hanno parlato tutti i Tg, tutti i siti di informazione della Toscana e non solo. Già sabato mattina una troupe televisiva locale intervistava i passanti a Chiusi Scalo, chiedendo loro cosa pensassero del fattaccio. Eppure nessuno aveva detto o scritto che il fattaccio era avvenuto a Chiusi Scalo. Unica traccia, riportata dai vari organi d’informazione, la certezza che l’arresto era stato operato dagli agenti del Commissariato di PS di Chiusi-Chianciano Terme. L’altra traccia, decisamente più labile e indeterminata era quella della residenza dell’arrestato “in provincia di Siena”. Ambito un po’ allargato. E vago.
Ma allora perché la troupe intervistava i passanti a Chiusi Scalo, e non a Colle Val d’Elsa, a Murlo o a Radicofani? Solo perché quella troupe era lì per “Sbottegando”? O sapeva più cose di quelle che ha raccontato? La notizia del resto non era ancora uscita sui giornali, ma solo sui media on line.
Il giorno dopo, domenica 6 marzo, la vicenda era anche sui quotidiani, ma con identica indeterminatezza. A Chiusi Scalo però son sparite anche le “civette” dei giornali davanti alle edicole. Strano. Sarà stata la pioggia. O forse no. Certe cose fanno male al paese. Meglio tenerle sotto traccia o confondere le acque, meglio spargere nebbia, caso mai si venisse a scoprire che nel paese dei balocchi ci sono anche i lucignoli e qualche omino di burro… (eppure Collodi ce lo aveva spiegato bene 130 anni fa come funzionano i paesi dei balocchi).
La vicenda sembra che sia avvenuta proprio a Chiusi e che l’uomo arrestato, naturalmente insospettabile e da considerarsi innocente fino a prova contraria, sia residente a Chiusi Scalo.
Una brutta storia. Di quelle che non vorremmo mai sentire, né raccontare. Una storia non improvvisa che ha visto gli agenti del Commissariato locale impegnati per mesi in verifiche, riscontri, forse pedinamenti…
E le indagini cominciate nel novembre 2015 avrebbero preso il via dalla denuncia coraggiosa di una madre, insospettita dai soldi che trovava, insieme a qualche sigaretta, nel portamonete del figlio e che nessuno della famiglia gli aveva dato… Non deve esser stato facile per quella madre. Ma ha fatto la cosa giusta.
In questi casi il riserbo nei confronti dei ragazzini coinvolti (8 pare, tutti minorenni, tra i 9 e i 16 anni) è essenziale. La discrezione è fondamentale per non esporre le giovanissime vittime alla pubblica gogna, mediatica o sociale che sia. Forse pensavano fosse un gioco, o un modo facile per raggranellare denaro e “benefit” che le famiglie non potevano magari garantire. Hanno sbagliato a fidarsi, a prestarsi. Ma a 10-15 anni si può cadere in errore. E quei ragazzini ora più che mai vanno tutelati…
Ma l’indeterminatezza dell’informazione, il detto e non detto, i riferimenti spazio-temporali troppo vaghi, non fanno altro che alimentare la confusione, le illazioni, i ‘si dice’ e queste cose, soprattutto tra i giovanissimi, possono causare sconquassi.
Giusto mantenere un certo riserbo anche nei confronti della persona arrestata (gli sono stati sequestrati cellulari, Dvd, tablet…), finché gli indizi, le prove i riscontri non saranno tali da inchiodare quella persona alle sue responsabilità. Ma le sentenze le emette comunque il tribunale, non la pubblica piazza. O i capannelli da bar.
Certo se invece di un italiano, diciamo pure di un chiusino, si fosse trattato di un albanese, di un rumeno o di un marocchino, dopo due ore sarebbe già stato crocifisso, mediaticamente, in piazza Dante… Chi non ricorda i fatti accaduti alla Fiera del 6 dicembre proprio a Chiusi Scalo e soprattutto i commenti che ne seguirono? Noi ce li ricordiamo. E purtroppo ne abbiamo sentiti di simili anche in queste ultime ore…
Si conferma la brutta strada che sta prendendo il giornalismo. Una corsa alla pubblicazione della notizia senza premura di accertamento, senza accuratezza, approfondimento, precisione. L’informazione viene per ultima. L’importante è arrivare primi, arraffazzonati e superficiali, ma primi