RIFORMA SANITARIA, PROTESTE E TENSIONI A FIRENZE SOTTO AL PALAZZO DELLA REGIONE TOSCANA

FIRENZE – Con i consiglieri asserragliati nella sala del Consiglio Regionale per la discussione della Riforma sanitaria (“ne avremo ancora per 3 o 4 giorni, senza nemmeno pausa notturna… non succedeva dal ’70, dalla nascita della regione” commenta Stefano Scaramelli che è presidente della Commissione sanità), circa 200 manifestanti dei Comitati per il referendum abrogativo della riforma stessa, si sono radunati oggi sotto al palazzo della Regione per esprimere il proprio dissenso. La Polizia in assetto antisommossa ha sbarrato il portone, impedendo l’accesso dei manifestanti alla sala consiliare. Con il megafono uno dei portavoce del movimento ha più volte invitato i consiglieri ad affacciarsi, a consentire il confronto… C’è stato qualche momento di tensione, con spinte, tentativi di forzare il blocco delle forze dell’ordine, e c’è scappata pure qualche manganellata. Niente di nuovo, naturalmente: è successo tante volte agli studenti, agli operai (recentemente a quelli delle acciaierie di Terni e ai minatori del Sulcis), ai No Tav… Il dissenso, qualunque sia il governo in carica, qualunque sia il colore politico della maggioranza che lo sostiene, finisce sempre per buscarne. Mica da adesso.
Per fortuna alla fine tutto si è risolto senza conseguenze gravi. E’ andata meglio di altre volte, insomma.
Tra i manifestanti radunati oggi a Firenze c’erano molti militanti del Movimento 5 Stelle, ma anche sindaci con la fascia tricolore, militanti ed esponenti di altre forze politiche di sinistra e non solo. Tutti contro i tagli e gli accorpamenti previsti dalla Riforma della giunta Rossi. Sul piede di guerra in particolare i territori più periferici, i comuni montani, quelli che hanno ospedali già nella lista delle strutture da sopprimere.
Le opposizioni in Consiglio regionale hanno presentato 16.000 emendamenti. Il Pd ha già “emendato” la proposta iniziale, ma il “popolo del referendum” dice che non è sufficiente e che si sta perpetrando uno scippo di democrazia, non solo una riordino sbagliato della sanità toscana. Il braccio di ferro continua. Ma la maggioranza, pur rivedendo le proprie posizioni di partenza, pare intenzionata ad andare avanti. Comunque. Senza curarsi troppo chi sta sotto alle finestre a protestare.
Però, oggi gente in piazza contro la riforma sanitaria regionale, altra gente in piazza, sempre in Toscana per lo scandalo Banca Etruria… Non solo a Rossi, anche a Renzi e alla superministra Maria Elena Boschi, sempre più nell’occhio del ciclone per la family-connection nel caso Banca Etruria, le orecchie fischiano sempre più forte. Tira vento gelido. E il vento, ce lo hanno detto mille volte i giovani leoni renziani, non si ferma con le mani…
Oggi ero a Firenze alla manifestazione organizzata dal Comitato regionale per il referendum. Ho anche assistito al tentativo di forzare l’ingresso del palazzo del Consiglio regionale e alla reazione dei carabinieri.
L’unica considerazione che mi sento di fare è che la democrazia è come un elettrodomestico: ti accorgi che funziona solo quando lo usi.
Non si è trattato di un assalto al “palazzo d’inverno” ma più semplicemente è stato impedito con la forza a una delegazione di cittadini (con tanto di pass) di entrare nel palazzo.
Quel palazzo non è di proprietà del Pd e deve essere aperto ai cittadini che ne sono i veri proprietari, ovviamente nei modi e nelle forme previste (depositando il proprio documento all’ingresso).
Sulle manganellate, c’è poco da aggiungere…non passano mai di moda.
Codesta storia così come è stata raccontata sa tanto di rinserragliamento nel ” fortino” fatto da una compagine che non si sente sicura di avere consenso per gli atti che ha deciso di compiere.Certo 200 o 300 persone o quante ne fossero state davanti ai portoni di Via Cavour non sono sufficienti a misurare il consenso rappresentato dalle opposizioni o dal comitato per il Referendum,ma
questo nulla significa nei confronti della democrazia rappresenta-
tiva degli organismi eletti che devono compiere il loro dovere decisionale.Detto questo il giudizio politico non può mancare, perchè amministrare vuol dire farlo in nome del popolo e se in nome del popolo si tagliano i servizi restringendo l’accesso alla loro fruibilità, allora si chiami come si chiami (le parole come ”migliore utilizzo delle risorse”poco contano se nei fatti poi la pressione viene fatta sui cittadini ).Fin qui tutto regolare,le maggioranze sono state elette e quindi hanno deciso il loro modo di amministrare i cittadini:Ancora non è deciso se si andrà al referendum oppure no ma se così fosse i cittadini hanno un arma nelle mano che come strumento di democrazia potrebbe segnare una svolta alle scelte che sono state decise di intraprendere. Ed allora tendere ad evitare il Referendum come strumento di democrazia, a casa mia significa solo una cosa: averne paura.Ed il perchè è sempre un motivo di cattiva coscenza.
Sono trent’anni che la sanità in Toscana va avanti a forza di tagli, soppressioni, riorganizzazioni, accorpamenti, razionalizzazioni (sempre dei servizi, dei posti letto, degli ospedali, mai degli stipendi dei supermanager, direttori generali ecc.). C’era ancora il Pci e queste erano le “parole d’ordine”. Spesso la gente ha protestato, insieme ai dipendenti, talvolta ha fatto barricate per campanilismo e per contrapposizione al “potere rosso” insieme alle opposizioni… E molto spesso in questo Paese sia che si parli di difesa dell’ambiente, di lavoro, di trasporti o di sanità, la risposta è stata affidata ai manganelli e agli scudi antisommossa di poliziotti e carabinieri. E spesso la demicrazia referendaria è stata impedita, frustrata, o ignorata. Niente di nuovo sotto il sole dunque. Il nuovo corso renziano non è diverso, è uguale identico al vecchio che i giovani leoni renziani dicevano di voler rottamare. Ieri a Firenze non è successo niente di grave, per fortuna. Nessuno credo sia finito all’ospedale come successe agli operai Ast di Terni… Però, come è scritto anche nell’articolo, ormai sono tante le vicende che anche in Toscana vedono il Pd, il governo centrale e i governi locali targati Pd asserragliati nel proprio fortino e assediati dalla gente in piazza che urla: sanità, banche, impianti di compostaggio, treni… sempre il potere da una parte e la gente contromano. E quello che salta agli occhi è che tra la gente che protesta e scende in piazza, a giudicare dalle facce e dai cartelli, molti votavano Pd e avevano creduto e sperato in Matteo Renzi. E’ finita presto la rottamazione… E adesso ci sono proprio Matteuccio, la fedelissima Maria Elena Boschi e i loro colonnelli, in fila dallo sfasciacarrozze…
Da La Nazione: “Livorno, 13 dicembre 2015 – Comune blindato e porte chiuse vigilate dagli agenti della municipale, della polizia e dai carabinieri. Questo è lo scenario che si è presentato ieri mattina ai lavoratori, ai sindacati e ai cronisti arrivati davanti a Palazzo Civico per seguire gli sviluppi dell’assemblea dei soci di Aamps convocata in duplice seduta…”.
Ecco, tutto il mondo è paese. A Livorno a chiudersi dentro il palazzo sono stati gli amministratori 5 Stelle, mentre fuori un corteo protestava cantando Bella Ciao… Anche Nogarin, come Enrico Rossi, evidentemente ha paura della protesta. Al di là delle ragioni dell’uno e dell’altro, mi pare che le reazioni siano molto simili… Non so se La Nazione dice il vero in questa cronaca, ma che faccia il tifo per un corteo di lavoratori che canta Bella Ciao, mi parrebbe strano…
La Nazione non fa il tifo per coloro che cantano Bella Ciao, non l’ha mai fatto nella sua storia.In Toscana ha quasi sempre tuonato contro l’assistenzialismo.Lo ha fatto per anni o mi sbaglio? E’ stata una delle sue linee guida argomentate ai 4 venti. Ed ora? Potenza della politica…..
Al di là della politica, la cronaca è cronaca . Quella che ho citato è solo la cronaca di una manifestazione, a Livorno, che per modalità, è risultata molto simile a quella di Firenze sulla sanità. A parti invertite.Che poi la Nazione goda nel mettere alla berlina i 5 Stelle ci può ance stare. Ma non cambia il senso di quanto avvenuto. Né quello della mia riflessione…