NON SOLO TSIPRAS E VAROUFAKIS, ANCHE OBAMA SPOSTA LA BARRA A SINISTRA

La personalità politica più presente in questi giorni sui teleschermi e sulle prime pagine dei giornali è lo scamiciato Ministro delle Finanze greco Varoufakis, che si è presentato a Londra dal suo collega inglese senza cravatta, con la camicia fuori dai pantaloni ed un giubbotto assai poco formale. E’ probabile che abbia voluto far capire di non accettare nessuna convenzione, né gli accordi formali sottoscritti dal precedente Governo greco con la Troika (Commissione UE, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale), né la cravatta.
Ma a mio avviso i mezzi di comunicazione si sarebbero dovuti occupare di più di Barak Obama. E non solo perchè ha fornito un prezioso assist a Tsipras sostenendo che la Grecia deve essere aiutata e non affossata.
Ma anche, e soprattutto, per le misure annunciate durante la presentazione del bilancio fiscale USA per il 2016.
Dopo che gli Stati Uniti hanno provocato, a partire dal 2008, la più grave crisi economica mondiale dal 1929, adesso si presentano come il Paese che ha adottato la ricetta giusta per uscire dalla crisi stessa. Ricordiamo che Obama ha ereditato da Bush una situazione disastrosa. E mentre in Europa ha prevalso la visione tedesca improntata all’austerità ed alla paura dell’inflazione, il Presidente degli Stati Uniti d’America ha dato ascolto agli economisti liberal di formazione keynesiana che hanno suggerito politiche aggressive di espansione della spesa pubblica per rilanciare investimenti e consumi. Naturalmente queste misure presentavano dei rischi non indifferenti e sono state fortemente avversate dai repubblicani.
A seguito di queste politiche il debito pubblico aveva superato il 100% del Prodotto Interno Lordo e il deficit annuale era arrivato al 12% del PIL (ricordo che in Italia siamo al 3%).
La FED (Banca Centrale americana) ha contestualmente immesso una quantità smisurata di liquidità (stampando banconote) e azzerato il costo del denaro.
Dopo sette anni di cure azzeccate l’economia USA cresce al ritmo del 3% annuo , il debito pubblico è previsto rientrare al 75% del PIL nel 2016, il deficit è sceso al 3% e la disoccupazione è al 5% (quella italiana a più del 12%).
Con l’autorevolezza che gli deriva da questo indiscutibile successo in campo economico, adesso il Presidente democratico sfodera una serie di misure forti per ridurre le disuguaglianze che negli USA, e non solo, hanno raggiunto livelli di insopportabilità e di pericolosità sociale mai raggiunte.
Nel disegno di legge per il bilancio 2016 sono previsti, tra l’altro, 1.000 miliardi di nuove tasse sulle multinazionali e sulle banche e innalzamento delle aliquote per i profitti dei manager degli hedge fund (fondi di investimento molto speculativi). Di questi 500 miliardi dovrebbero servire per modernizzare autostrade, ferrovie, metropolitane, porti e aeroporti. Gli altri dovrebbero essere utilizzati per diminuire il peso delle tasse sul ceto medio, particolarmente colpito dalla crisi e perno della stabilità sociale americana.
Un’economia americana in salute può senza dubbio essere di aiuto per quei timidi segnali di risveglio economico che sembrano profilarsi in Europa ed in Italia.
Il costo del petrolio si è dimezzato, la BCE ha votato l’adozione di misure eccezionali (Quantitative Easing), che prevedono l’acquisto di Titoli di Stato attraverso la stampa di banconote e hanno provocato un deprezzamento dell’euro che può rilanciare le esportazioni.
Adesso servirebbe una politica economica europea sottratta ai diktat dei sacerdoti tedeschi dell’austerità. Chissà che i giovani ministri greci senza cravatta non riescano a dare una scossa salutare a tutta l’Europa. Del resto il termine stesso Europa è nato in Grecia.
Raffaello Battilana
Quando è venuto Tsipras in Italia e che è stato ricevuto da Renzi, il nostro Presidente del Consiglio ha detto che la Grecia andava aiutata permettendole la rimodulazione del proprio debito, dando anche così l’impressione della linea che occoreva seguire da parte dell’Europa che sembrava così in contrasto con quella austera della Merkel del suo Ministro delle Finanze.Aveva tenuto presente- a detta sua e del suo partito-la quantità dei vincoli che avevano portato a questa situazione e che quindi anche lui era per non farsi stringere nella morsa,e che già a suo tempo aveva dato segnali in questa direzione,soprattutto parlando del PIL..Questo l’annuncio fatto.Ma ne è seguito anche un altro di annunci. E’ notizia di ieri che l’uscita che tutti abbiamo sentito è quella che Renzi stesso dice che ”comprende l’Europa” quando richiama all’ordine la Grecia e che non accetta più a garanzia i Bond che sono carta straccia”.Nella mia modestissima ed insignificante conoscenza dell’economia sono abbastanza convinto che agire a corrente alternata non aiuti ed anzi è sintomo di navigare a vista sobbarcandosi di contraddizioni e non sposare mai una linea certa,mentre un giorno si fa la voce grossa facendo riferimento a Grecia e Francia e l’altra assumendo la posizione di don Abbondio, e cioè quella del vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro.Dopo tanti passaggi e tante declamazioni questo vuol dire che se va avanti tale posizione,la Grecia sarà costretta ad uscire dall’Euro.In effetti è già un paese fallito con le regole imposte dalla BCE e dalla Troika poichè mai potrà rimborsare il proprio debito.Mentre stiamo discutendo vorrei che si sapesse che stanno uscendo la bellezza di 10 miliardi di euro alla settimana dalle casse delle banche della Grecia ed il governo si troverà di fronte al fatto compiuto. Io se fossi Tsipras a questo punto -nodo scorsoio per nodo scorsoio- prenderei in seria considerazione di comprare qualche rotativa in più e di cominciare a stampare Dracme,attendendo i risultati spagnoli e poi stare a vedere cosa succede.Altra alternativa non la vedo se non quella di morire in ginocchio e strozzato da debiti oppure quella di tentare il tutto per tutto della storiellina di Sansone ed i Filistei.Potrebbe darsi in tal caso che il tempio invece di crollare avrà un po’ di cemento in più per sostenersi.Forse di fronte alla bancarotta è bene che l’Europa stessa-dove mi sembra che nessuno sia insorto quando si è riaffermato il diritto da parte dell’Europa e Troika di intervenire dentro la democrazia di uno stato saltando a piè pari i voti espressi da tutto un popolo.L’Europa, Renzi compreso, mi sembrano che siano un tutt’uno nel mandare all’incasso la cambiale e far passare l’ufficiale giudiziario da Atene perchè si sa ormai cher diventa impossibile che la Grecia rispetti i suoi impegni.Una scommessa da fare con chi sostiene questa Europa ed un processo all’intenzione che evidentemente è bene dirlo direttamente anche come la si possa pensare em cioè quella che se avesse vinto le elezioni un partito conservatore come quello che era al Governo prima, i bond non sarebbero stati carta straccia e quotati spazzatura dalle agenzie di rating che guarda caso si sono affrettate a prendere le difese dei più forti.Su questo ci potremmo scommettere ad occhi chiusi. ”Podemos”per questa Europa di cui si parla è il prossimo scoglio e vedremo se le le volontà politiche di riparametrazione della ricchezza prodotta e spartita all’interno di un paese contano e pesino sempre di meno di fronte alla Equitalia di Strasburgo..Ma gli incensatori della democrazia e del volere popolare che si dice che siano in Europa più che ogni dove,di fronte a tale problema cosa hanno da dire ? Spero che non facciano come Renzi che a corrente alternata dice cose e il giorno dopo stà coi frati e zappa l’orto.salvo poi a definirsi lui il Tsipras italiano.Obama, non ostante la sua subalternità dei numeri allo schieramento repubblicano di cui soffre,dà segnali interessanti di una politica che è passata per la ripresa dall’allargamento della base di spesa dei ceti meno abbienti e dalla tassazione dei redditi alti.Chissà se Renzi si rammenta del problema fiscale,che è il primo problema dell’Italia, forse ancor prima di quello del lavoro!.ma sembrerebbe che da quell’orecchio non ci senta.Sente solo cose relative al Job Act;per quelle è sempre disponibile il nostro Presidente del Consiglio che Berlusconi insiste a chiamare di sinistra……
Mettere soldi nella “comunità”, ovvero investire in infrastrutture e migliorie è, effettivamente, la cosa più sensata da fare. Del resto, chi non risica non rosica. Tuttavia, l’America può immettere soldi nella “comunità” graze alla facoltà di produrli. I singoli paesi europei (con euro), invece, non possono più produrre soldi. In fondo è un po’ quello che contesta l’economista Mosler: l’immissione dei soldi nella comunità (necessaria)significa aumentare il debito pubblico laddove le regole europee vietano di fare il debito pubblico. Difficile capire come si possa uscire dall’impasse..
Rispondendo a Carlo Sacco dico che personalmente ritengo che alla fine del braccio di ferro si arriverà ad un compromesso. L’Europa accetterà qualche forma di dilazione dei rimborsi e Tsipras dovrà abbassare un po’ le richieste. Perché conviene a tutti. Se la Grecia uscisse dall’euro i mercati (che possono non piacere ma esistono) ricomincerebbero ad attaccare gli Stati con il maggior debito pubblico (Italia in testa) e la Grecia senza finanziamenti internazionali non avrebbe più i mezzi nemmeno per garantire le attuali gravissime condizioni di vita della maggior parte della popolazione. Credo anche che solo gli ingenui potevano pensare che l’Europa avrebbe accettato tutte le richieste di Tsipras e subito. Mi permetto di far notare che se è vero che Tsipras è stato eletto democraticamente anche la Merkel deve rispondere ai propri elettori. E non è facilissimo convincere i cittadini tedeschi che devono sostenere dei costi per aiutare un Paese che per anni ha consumato il 130% di quanto produceva. Per quanto riguarda l’atteggiamento di Renzi, credo che all’Italia la vittoria di Syrisa faccia comodo. Ma bisogna tenere conto che l’Italia stessa è nel mirino dell’Europa e che la BCE di Draghi ha fatto digerire alla Germania un boccone indigesto come il Q.E.
A Elda dico che l’adozione del Quantitative Easing operata da Draghi consiste proprio nell’immissione di soldi nelle varie “comunità” europee. Tra l’altro senza aumentare i vari debiti pubblici degli Stati “azionisti” della B.C.E.
Mi dovrei mordere la lingua per rispondere a Battilana perchè so già da prima che dovrei sconfinare nel ”romanzo” e questo non si sopporta.ma per non fare come quello che disse ”sarò breve ma datemi un bicchiere d’acqua”vedrò di porre domande sintetiche.
1) Alla fine il sistema che dice Battilana” i mercati potranno anche non piacere ma ci sono” non hanno mai immaginato le mezze misure, se non provvisoriamente, quando vedono addensarsi rischi esistenziali per loro e non per gli altri che già li hanno tali rischi.In tale luce le mezze misure di abbassare il capo credo che portino alla totale subalternità, a scavalcare la volontà popolare perchè questa non conta, anche se adesso il problema si crea.2)Che la Merkel debba rispondere ai propri elettori d’accordo, ma così facendo domando a Battilana se non gli appaia che si ninstauri un modello di sfruttamento l’uno verso l’altro dove il più forte rimanendo in casa propria faccia valere il proprio credito verso chi ha il debito insaponando il nodo scorsoio.A Napoli li chiamavano”cravattari”per dire coloro che hanno i soldi e che li prestano agli altri facendone derivare un utile, mentre se è vero che siamo nella stessa casa e con velocità diverse credo si dovrebbe tenere conto delle problematiche dell’altro.3) Se la Grecia è un paese che ogni anno s’indebitava del 130% del suo PIL questo a cosa è dovuto se non ala guida dei governi che hanno ladrato nello sperpero e nella fiscalità a cui tutti non erano chiamati provvedere con uguale modalità’ Ed ancora oggi si sappia stanno uscendo 10 miliardi di euro alla settimana dalle banche.Mi sembra che anche il ceto medio si sia accorto di questo quando il sistema che ha sempre sostenuto gli manda l’esattore alla porta.o no? 4 ) La BCE di Draghi fin’ora ha veicolato una pioggia di miliardi verso l’italia e di tali miliardi se ne è appropriato un sistema piovra delle banche poichè mica si potrà dire che siano stati concessi crediti alle aziende nella misura in cui sono stati ricevuti i fondi ? La riforma delle Banche Popolari- tanto per citarne una- va ancora a favore di tale tendenza concentrando il potere decisionale nelle mani di ristretti gruppi che hanno voce in capitolo e che decidono di remunerare il loro capitale investito con più profitto togliendolo al credito. Ci si rigiri come si vuole ma la tendenza non smentibile questa è.5) Renzi e Tsipras? il nostro Presidente ha detto che lui è lo Tsipras italiano ed ha auspicato che i vincoli europei siano meno costrittivi per chi ha problemi come l’italia e gli altri paesi PIG. Esattamente il giorno dopo intervenendo su ciò che era stato detto da Stoiben e la Merkel,ha tuonato che ‘Europa ha ragione a chiedere il rispetto delle regole. Si vede che la paura monta, ma è bene ricordarsi che il principio di spartizione della torta -intendendo la torta la ricchezza da spartire-rimane sempre di fronte a noi come un principio ineludibile.Ed un altra cosa si dovrebbe tener presente e che è quella scritta un anno e mezzo fa in un cartello da un manifestante precario a Roma; che mi èm rimasta impressa nella mente.In quel cartello c’era scritto.” Senza Lavoro, Senza Casa, Senza Stipendio, Senza cibo, SENZA PAURA ! ” Credo che la Grecia oggi sia quel manifestante ! Pensare di addomesticarlo secondo le regole che hanno valso fin’ora credo che tanto bene non porti, a tutti…..Ed allora renzi, invece di fare tante manfrine dalla sua posizione di democristiano a cui è invisa la sinistra più autentica, si facesse un esame di umiltà e lavasse i suoi panni in Arno, rendendosi più credibile anche a quel popolo di sinistra che respirato il fumo dell’etere lo ha votato, dando per scontato che dall’ingiustizia ormai non si possa uscire.Sono quelli coloro che vorrebbero cambiare il mondo chiedendo permesso…..ma evidentemente è una patologia contagiosa.
welcome back home Raffaello 🙂