DOPO LA STRAGE DI PARIGI: SIAMO TUTTI CHARLIE, MA…

Ci volevano i morti. I giornalisti e vignettisti uccisi a colpi di Kalashnikov nella redazione di un giornale, per leggere commenti sulla libertà di stampa e di espressione, sull’importanza della satira, sul fatto che quest’ultima o è tagliente, cinica, dura, perfino sgradevole o non è satira… Mi riferisco soprattutto ai commenti dei politici di turno e di quei giornalisti a gettone sempre pronti (e sempre proni) ad osannare il potere qualunque esso sia.
Eppure quante volte abbiamo ascoltato, sentito, letto, anche noi, nel nostro piccolo, repliche stizzite e acide di questo o quel dirigente di partito, di questo o quel sindaco colpito nell’onore? Quante volte abbiamo assistito o ricevuto querele o minacce di querela per articoli sgraditi o scomodi, querele spiccate o minacciate con il solo scopo di intimidire, ridurre al silenzio, far chiudere una testata, semplicemente “non allineata”?
Si dirà: una cosa è una querela, o una replica stizzita, l’ostracismo del potere verso testate scomode, altra cosa è sparare ai giornalisti in nome di un dio o di un profeta… Chiamarli per nome, facendo l’appello come e a scuola e scaricargli addosso il mitragliatore, come è successo ieri a Parigi, nella redazione di Charlie Hebdo.
Vero. Sono due cose molto diverse. Come la mafia che si accontenta di inquinare la politica per lucrare sugli appalti è diversa da quella che usa la lupara (o la sua versione aggiornata) e dà fuoco ai negozi di chi non paga il pizzo… Sono due cose diverse. Le pallottole e i morti fanno la differenza. Diverse ma non tanto, alla fine. Cambia il mezzo, non lo scopo.
E leggere tra i commenti quelli di politici e giornalisti come Gasparri o l’ineffabile Lucia Annunziata, uno di destra, l’altra di sinistra, che parlano non di terrorismo, ma di guerra, e sentirli chiedere più bombardieri per fare la guerra ai terroristi ricorda molto il clima post 11 settembre… Con tutte le incongruenze e i “buchi neri” del caso. E anche nel caso dell’assalto a Charlie Hebdo qualche “incongruenza” c’è.
Come il fatto che dei terroristi super addestrati, militarmente impeccabili facciano una strage con precisione chirurgica e poi lascino sul posto i documenti… Mah…
Nel 2010, nel nostro piccolo, al Forum Cronache Italiane proponemmo una mostra e un convegno sui giornalisti “caduti sul lavoro”, morti ammazzati perché ritenuti scomodi. Uccisi dalle mafie, dai terroristi rossi e neri, dal braccio armato dei signori della guerra, dai trafficanti di armi, dai servizi segreti più o meno deviati… Anche solo nel nostro Paese l’elenco è lunghissimo. Poi ci sono quelli uccisi in Cecenia, in Russia, in Palestina, in Iraq… Ora i martiri di Charlie Hebdo che è un giornale satirico, come era Il male. O come può essere Il Vernacoliere…
Adesso tutti scrivono e pubblicano disegni, foto, vignette con su scritto Je suis Charlie, io sono Charlie. Siamo tutti Charlie… Certo. Oggi siamo tutti Charlie e con Charlie Hebdo. Ma solo tre giorni fa, prima di quell’assalto, molti di coloro che adesso sono Charlie, avrebbero invocato perfino la censura nei confronti di quel giornalaccio blasfemo, avrebbero gioito per la sua chiusura, avrebbero applaudito all’arresto di uno dei suoi redattori, magari dopo una vignetta sulla Chiesa Cattolica Apostolica Romana, altrettanto sarcastica, come quelle sull’Islam.
E tutte quelle matite alzate, come il Libretto rosso di Mao, in segno di protesta per l’eccidio e di solidarietà con le vittime sono un bel segnale. Ma sono tutte sincere? Quelle alzate nelle piazze probabilmente sì. Sulle altre, se permettete, dalla mia piccola esperienza di cronista di provincia, io qualche dubbio ce l’ho.
Marco Lorenzoni
Caro Marco, sottoscrivo ogni singola parola del tuo articolo. D’altronde Primapagina è da sempre, con coraggio e determinazione, un esempio di stampa locale indipendente. L’ipocrisia della libertà di stampa professata solo quando fa politically correct, quando fa vetrina di democraticità, e invece avversata, magari di nascosto, quando ci tocca in prima persona, è fenomeno tanto diffuso quanto spregevole. E aggiungo che hai ragione anche quando osservi che una querela economicamente devastante, soprattutto per la stampa locale dotata di scarse risorse economiche, non è certo come un colpo di fucile, ma può fare tanto male lo stesso e riuscire a zittire. E solo chi come te opera ogni giorno nella prima linea dell’informazione può sapere quanto sia difficile andare avanti comunque, non fermarsi, non lasciarsi scoraggiare. Bisognerebbe ricordare più spesso e rendere omaggio al ruolo di giornali come il tuo. Ti seguo meno, perdonami la franchezza, quando scrivi “E anche nel caso dell’assalto a Charlie Ebdo qualche ‘incongruenza’ c’è. Come il fatto che dei terroristi super addestrati, militarmente impeccabili facciano una strage con precisione chirurgica e poi lascino sul posto i documenti… Mah…”. Mi suona un po’ come quel “sedicenti Brigate Rosse” che compariva su certa stampa, quasi ad istinto assolutorio, nelle prime fasi del terrorismo nostrano di sinistra. Oppure come quel “gli Americani le Torre Gemelle se le sono buttate giù da soli e gli ebrei lo sapevano tanto che nessuno era a lavoro quel giorno”. Questo, attenzione, non per dire che non vada sempre e comunque ricercata la verità, anche quando può essere scomoda e dolorosa. Non dico, ce ci mancherebbe altro, che non bisogna, per esempio studiare il ruolo dei servizi segreti stranieri nel “caso Moro” o approfondire il come dei terroristi islamici abbiano potuto addestrarsi alla guida di aerei di linea in territorio statunitense senza destare sospetto alcuno. D’altronde le commistioni tra lotta al terrorismo islamico ed interessi geopolitici che poco hanno a che vedere con l’etica e la civiltà sono spesso evidenti. Dico però che ci sono certi momenti e certi eventi in cui una verità si impone preponderante, inconfutabile nella sua macroscopicità. Momenti in cui c’è, e aggiungo ci “deve essere”, una verità che si afferma nelle coscienze senza se e senza ma in mezzo al sangue, alla violenza, alla barbarie. E’ vero la storia ci racconta che non ci sono solo il nero e il bianco, anzi è spesso il grigio a dominare; ci sono ampie terre di mezzo tra verità contrapposte nella storia. Però ci sono anche passaggi eccezionali, straordinari, situazioni topiche della storia, in cui invece il bene sta da una sola parte e il male dall’altro, riconoscibili, senza distinguo o allusioni ad altre verità. Sta da una parte, e ripeto in qualche modo “deve stare”, in quanto imperativo percettivo e di giudizio in nome della sopravvivenza dei valori e dei diritti fondamentali dell’uomo. Momenti in cui il giudizio etico e morale su un dato evento si fonda sulla sostanza dominante di quell’evento, e prescinde dai dettagli , in ragione dell’enorme portata di quello stesso evento sotto il profilo delle implicazioni morali ed etiche. Occorre porre molta attenzione e prudenza perché alcuni dettagli, amplificati nella percezione della loro reale portata dall’essere magari stati occultati o dall’essere eticamente riprovevoli, possono essere fuorvianti rispetto alla vera sostanza reale e storica della questione. Occorre certo scovarli e mostrarli, e questo è compito del vero giornalismo, o nel lungo periodo di una storiografia onesta intellettualmente, ma stando attenti a non farne elemento di messa in discussione della verità nella sua portata complessiva. Altrimenti si dà ragione ai fautori ad ampio raggio del Segreto di Stato, come garanzia verso la presunta incapacità dei cittadini di discernere la portata dei singoli elementi, dei singoli fatti all’interno del contesto. Per capirci: Hitler è il male assoluto e Churchill il bene, anche se si scoprissero strane trame tra loro. L’olocausto è il male assoluto punto, a prescindere dal numero reale delle camere a gas. Le Torri gemelle sono un devastante atto del terrorismo islamico, un genocidio compiuto dal Male, anche se continuassimo a scoprire cose che non tornano o addirittura a scoprire complici nell’amministrazione statunitense. Spero di essere riuscito a spiegarmi in modo efficace. Scusami, mi colpiva un po’ nei toni quella frase, prima ancora che nei contenuti, e mi sono sentito di dirtelo. Magari tu volevi solo (sic!) dire che dopo un fatto così devastante c’era bisogno di dare a tutti i costi l’idea di aver preso i colpevoli, per tranquillizzare l’opinione pubblica, anche a costo di crearne? Non lo so, però sono certo che alcuni malpensanti ci potrebbero leggere, come gli stessi malpensanti hanno letto in alcune ardite ricostruzioni dei fatti dell’11 settembre, che questa tragedia sia solo una messa in scena per innescare nuove guerre.
Con profonda stima per il lavoro che svolgi ogni giorno.
Fabio Di Meo
Grazie Fabio… Per la stima e per l’incoraggiamento. E anche per i puntini sulle i, sui quali si può anche non essere d’accordo (non del tutto almeno). Non mi piace fare il “dietrologo complottista””, ma nemmeno passare da coglione e quindi se c’è qualche “punto oscuro” io cerco di metterlo in luce. E ognuno si faccia le sue valutazioni… Figurati che sulla tendenza diffusa anche a sinistra a etichettare le Br come “sedicenti Brigate rosse” dove il sedicente si intendeva riferito al rosso, c’ho scritto pure uno spettacolo teatrale diventato un libello… Libro mi sembra una parola grossa.. Credo che di fronte a un fatto come quello di ieri, che è uguale a tanti altri, purtroppo, sia necessario mantenere calma, equilibrio, raziocinio… E senza farsi abbagliare dalle guerre di religione. Personalmente aborro le guerre. E anche le religioni.
E se questo articolo fosse puro sciacallaggio? E se queste ipotesi ovvie e banali stonassero accanto al silenzio TUO sul terrorismo di matrice islamica, che attualmente non si puo’ non prendere in considerazione (ma leggo UNA SINGOLA RIGA CONTRO DI ESSO)? E se il succo fosse di una banalita’ sconvolgente che rivela il tuo vuoto di fronte al contrasto tra la tua mente e i fatti? Non pensi che sia risibile un articolo che si puo’ riassumere in “ieri sarebbero stati tutti indispettiti da questa satira, oggi stranamente sono tutti solidali”. Mah, forse dovresti leggere i giornali e informarti su quanto e’ successo? Da non credere.
Concordo molto del tuo post Marco ed anche con quello di Di Meo che trovo la sua una riflessione lucida ed intelligente,capace di mettere in risalto le difficoltà per le quali oggi si stenta a poter classificare i fatti poichè dettati da una regia mediatica che principalmente serve ad un solo scopo.Di Meo pone una questione che reputo essenziale ma che quasi tutti i principali canali televisivi e giornalistici volutamente omettono non a caso (guarda un po’ ritorna sempre il discorso del padre padrone e del cane da guardia).Giudizio a parte quello che prende in considerazione il fatto dei documenti dimenticati in macchina(quelle sono bazzecole su cui ragionare ma di natura accessoria e presto dimenticate) ma vorrei commentare un passaggio del contributo di Di Meo quando in sostanza dice che non bisogna mai prescindere dal dato di fatto principale( in questo caso l’eccidio di 12 persone inermi trucidate sul loro posto di lavoro) e che in certi casi che la storia ci pone di fronte di saper distinguere il bene dal male ed evidentemente scegliere di conseguenza quale sia la bilancia su cui pesare.Questa analisi la trovo giusta ed inobbiettabile nella sua essenza fattuale ma forse un po’ trovo meno giusto il fatto che si bolli come probabilmente irragionevole-dall’aria che ne promana dell’articolo- il fatto di dover dar ragione a quelli che Di Meo bolla come ” mal pensanti” perchè sedendo sulla sponda opposta secondo loro le Torri Gemelle sono state il là e la ragione procurata sulla scena mondiale per dare adito a nuove guerre.Qual’è stata la realtà dei fatti ? Vorrei fare una domanda a Di Meo e la domanda è quella per la quale lui sembra fermarsi all’atto barbarico del crollo procurato da una matrice islamica e lo giudica giustamente un assassinio, ma che però mi par di capire che si fermi dicendo che rimane un assassinio perpetrato da una parte ben definita anche se potessero venir fuori in futuro responsabilità di altri.Quali potrebbero essere tali responsabilità se non quelle di aver ordito e permesso e guidato un complotto per l’innesco di un meccanismo politico-militare di dominio del mondo? Ci sono esecutori e mandanti o forse detto più propriamente gli esecutori li conosciamo ma i mandanti no.Questa è l’attuale riflessione alla quale Di Meo sembra fermarsi e non procedere oltre, od almeno secondo nil mio avviso non traspare dalle sue posizioni, inevitabilmente riproponendo la tesi o le tesi complottiste islamiche poichè l’origine per lui è quella..La mia invece è quella papale papale che prima di ogni altra cosa dubito molto che si saprà la verità vera (perchè una verità vera esiste e questa è la prima che mi viene da osservare) ma che invece in politica vi sia un principio che vada sempre osservato ed è quello che il fine giustifichi i mezzi, mettendo da parte questioni morali,di umanità,facendo prevalere quelli del profitto ed in base a questi dell’esistenza continuativa che fasce classi intere di upper class che determinano chi comandi il mondo,considerino le questioni di umanità e di rispetto umano possibili varianti dipendenti dalle finalità che si vogliono raggiungere. La storia del genere umano fin d’ora parla tale lingua che è la lingua delle tragedie che una volta erano ristrette a zone anche se grandi, ma che adesso possono benissimo essere esportate in ogni angolo della terra.Di Meo mi trova daccordo sulla condanna piena del fatto di sangue di Parigi (e chi non lo condannerebbe ?) ma perchè si tuona solo verso l’estremismo islamico che si nutre e si alimenta del cibo delle bombe di coloro che portano la libertà in Irak,in Siria,ai quali strati sociali del popolo spesso viene riservata una sorte da danni chiamati” collaterali”oggi seduti ad un tavolo, usando droni ed ammazzano famiglie intere di donne e bambini ? Esiste questo o non esiste oppure me lo sogno io ? Eppure i media ci dicono che portiamo la pace in quei paesi, che la NATO interviene al posto di una ONU impotente a fronteggiare le situazioni, che l’italia serve da tramite essendo nella NATO,col suo territorio per far partire incursioni di aerei verso quelle nazioni.Ai coloro che viene sterminata una famiglia dalle bombe pilotate da droni stando seduti dietro un tavolo perchè l’occidente che si considera evoluto non sa parlare il linguaggio scomodo della verità oggettiva che è quella che prima abbiamo penetrato quelle nazioni con gli eserciti alleandoci con i regnanti e che dopo per perseguire scopi di difesa dei nostri profitti basati sul controllo delle fonti di energia abbiamo disposto e provocato gli interventi militari ?.Come si deve sentire un padre al quale hanno distrutto tutta la famiglia verso coloro che materialmente guidano le ragioni pretese con i bombardieri ? La reazione non è certo quella di far entrare emissari in un ufficio e col pretesto delle Vignette Blasfeme uccidere i giornalisti perchè si ottiene l’effetto contrario.E’ proprio tale effetto che politicamente segue le ragioni di chi vuole essere là ed intervenire,creandosi pretesti, in una situazione globale che sa sempre più di guerra globale , mentre una situazione economica di deflazione dei paesi ricchi dove il prezzo dell’energia è caduto provocando uno strisciante e veloce default la fa da padrone distruggendo l’economia della cosiddetta ”rapina globale”messa in atto da un secolo e mezzo per lo meno..Allora figuriamoci se il più forte non applichi e/o si vergogni di applicare la legge della ”Mors tua vita mea”, e per applicarla trova ed escogita tutte le ragioni e tutte le cause che possano avvicinare e coinvolgere il mondo occidentale in una nuova guerra dichiarata senza molta opposizione, anzi controllando tutta l’opinione pubblica ed assuefarla alle ragioni degli interventi.E tutto questo in nome della democrazia, proprio quella stessa democrazia soprattutto basata sulla libertà di espressione tolta al popolo in quei paesi da Satrapi che l’occidente ha sempre sostenuto perchè gliene tornava conto.Allora Di Meo da persona intelligente quale è dovrebbe proseguire il ragionamento iniziato mentre dovrebbe- credo- considerare che non è difficile certamente l’esecrazione per un tale fatto di sangue( le povere vittime trucidate al loro posto di lavoro a Parigi da terroristi addestrati e spinti culturalmente e non solo a questo ) ma anche di dover osservare le ragioni che ci stanno dietro e che probabilmente diventi sempre più imprescindibile un giudizio politico ed anche l’affermarsi di un modo di ragionare che porta guarda caso sempre a chiedersi ”cui prodest”. E’ lì che si trova il bandolo della matassa e forse lasciatemi dire che si possa vedere oltre alla carneficina efferata compiuta da terroristi pazzi e manovrati da intelligenza che stanno al di fuori, le ragioni per dover cambiare veramente modo di ragionare prendendo spunto sì dai fatti imprescindibili ma andando oltre e poter vedere che l’oltre è
la causa di morte globale decisa da altri poichè diventa la sola cosa importante ristabilire l’ordine provocato dal disordine le cui matrici sono sempre le stesse e della stessa natura ed hanno sede non in Irak, Siria, Giordania o Palestina.Quando c’è pericolo di crollo il sistema si difende come sempre hanno fatto tutti i sistemi…, da quelli dittatoriali(l’incendio del Reichstag)a quelli sedicenti democratici(le Brigate Rosse in italia ed il terrorismo in genere).Un aneddoto che aneddoto non è e che corrisponde a verità che è stato su tutti i giornali e di cui forse pochi se ne ricordano, pochi di coloro che oggi appaioni i difensori della libertà con la matita alzata(per carità fanno bene a farlo ma come Lorenzoni dice avrebbero dovuto farlo anche in altre occasioni, non solo quelle sanguinose come quella odierna).Cossiga-quando era Ministro dell’interno e da notare che poi divenne Presidente della nostra Repubblica-poco prima della sua scomparsa commentando l’intervento che le forze speciali fecero contro operai e studenti che protestavano nelle strade, disse che occorresse lasciar fare a coloro che protestavano il maggior danno possibile ad uomini e cose durante le giornate di protesta,anche fino ad arrivare al pestaggio di servitori dello stato quali le forze dell’ordine,per poi appoggiarsi su tali fatti per avvalorare la repressione poliziesca per stroncare definitivamente le proteste e per imprimere colpi a coloro che politicamente erano collocabili sul fronte opposto alle ragioni di governo.Non ci meraviglino dunque nè la collocazione fatta dai media delle Torri Gemelle, nè degli assassini di Kennedy, di Martin Luther king o di Gandhi. Partiamo dal fatto di ragionare che purtroppo l’uomo supposto civile è il più incivile degli esseri viventi e le sue ragioni di dominio de mondo non si fermano neanche davanti al fatto di procurare la morte. E’ per questo motivo che è fondamentale che non bisogna assecondare ed assuefarci a quanto ci viene detto ma porci in maniera critica davanti ai fatti e cercare di ragionare col nostro non con quello della televisione, che indica i fatti ma che poi dietroa questi mette in atto e piega la luce che ne promana e che guarda caso la piega sempre seguendo la ragione del potere. Ed il potere non è davvero quello del popolo ma viene subìto da questo.Diversamente si asseconda anche non volendo l’interesse di quei pochi, e parlando di questi ultimi parlo evidentemente di interessi economici.Maometto non c’entra un bel nulla.Fino ad oggi questo è successo nel civile mondo occidentale divenuto esempio da emulare anche a tutto il resto del mondo.Mi scuso della lunghezza.
Mi limito a rispondere alle questioni sollevate da Carlo Sacco solo su un paio di punti, non per mancanza di considerazione delle sue importanti e stimolanti riflessioni, quanto per non monopolizzare un dibattito al quale spero altri partecipino, e che ha visto sia me che Sacco già occupare spazio con interventi corposi.
Io ritengo che non sia del tutto corretto ragionare sulla base di un rapporto causa-effetto tra l’azione militare ed economica del mondo occidentale verso quello islamico e lo svilupparsi del fondamentalismo violento e terroristico. Come ritengo sia altrettanto fuorviante interpretare le azioni del terrorismo islamico nei termini politici classici del cui prodest. Finiamo per interpretare con parametri da occidente secolarizzato qualcosa che invece non è né occidendentale, né tantomeno secolarizzato.
Chiarisco. Condivido quando Sacco denuncia un mondo occidentale che diffonde morte in ogni angolo del pianeta per imporre i propri interessi geopolitici che nulla hanno a che vedere con la diffusione di valori positivi. Condivido quando osserva che i nostri eserciti, gli eserciti della nostra civiltà, sono stati spesso i primi a violentare quelle comunità da cui proviene il fondamentalismo. Non metto in discussione questo, e nemmeno l’esigenza di gridare la nostra indignazione e di cominciare a cambiare prospettiva e visuale. Non foss’altro perché in un mondo così policentrico pretendere di imporre unilateralmente il dominio militare sul mondo è tanto eticamente esecrabile, quanto spesso inutile e controproducente.
Però, ripeto, non credo che se tutto ciò non fosse accaduto, o non accadesse più, il fondamentalismo islamico sarebbe meno violento o meno potenzialmente penetrante nelle nostre vite. Forse avrebbe meno sostegno nelle zone grigie dell’islam moderato e sarebbe dunque meno forte. Ma credo che dobbiamo riconoscere che quegli uomini incappucciati combattano davvero una guerra di religione, uccidano davvero coloro che ai loro occhi appaiono degli infedeli e lo facciano in una folle “buona fede”, sperando così di migliorare il mondo e riservarsi un posto in paradiso. E riconoscere che in quanto tale non necessariamente una guerra di religione trae origine da motivazioni economiche o di vendetta, o perlomeno non solo. Siamo visti dai fondamentalisti come infedeli per il modo in cui viviamo e per ciò che rappresentiamo, non necessariamente per il male che abbiamo, innegabilmente, fatto nelle loro terre. E in ragione di ciò non credo si fermerebbero, non credo interromperebbero la loro guerra santa, di fronte ad un atteggiamento dell’occidente meno diverso, meno aggressivo e penetrante.
Per quanto riguarda il parametro interpretativo del “a chi conviene” credo possa essere utile per comprendere alcuni aspetti del fenomeno, ma non la sua natura sostanziale. Se ambienti Occidentali possono avere interesse ad alimentare per interesse economico il fondamentalismo, lo stesso può dirsi al contrario per molti finanziatori appartenenti al mondo arabo. Il cui prodest è una parte della spiegazione, perché le guerre di religione si spiegano paradossalmente di più con la domanda “cosa è giusto” a cui purtroppo le religioni nella storia hanno finito per dare risposte aberranti, compresa in passato, come tutti sappiamo, la religione cattolica.
Concludo con una banalità, ma doverosa, osservando che Islam e terrorismo islamico non sono sinonimi, come molti patrioti stupidotti dell’ultima ora sembrano credere
Concordo, tutti a stracciarsi le vesti, però poi tutti pronti a legiferare per censurare giornalisti e giornali della fazione politica opposta, con lo spauracchio di multe impossibili da pagare (durante ultimo gov. Berlusconi nel 2010 mi pare).
Ora sempre loro, i destri cioè, se ne approfittano invocando maggiore sicurezza facendo lavorare i militari per strada.
Praticamente saremmo tutti sorvegliati a vista e magari potenziali terroristi se abbiamo la barba o se abbiamo i lacci della scarpa dx di un colore diverso rispetto all’altra scarpa.
“Tutti i paesi europei dovranno prima o poi rassegnarsi a cancellare parte del loro debito pubblico. Bisogna rinegoziarlo quando supera il 60% del PIL per potere rispettare di nuovo i criteri di Maastricht. I creditori e quindi le banche dovranno chiaramente fare uno sforzo importante. Anche i grandi paesi come Germania e Francia. E’ l’unico modo per consentire agli Stati dell’eurozona di rilanciare l’economia. Senza crescita non riusciranno ad affrontare il debito pubblico, come è successo ai paesi africani per diversi decenni, rimborseranno per l’eternità un debito che soffocherà l’Europa.”
“E’ pertanto l’unico modo per evitare anni di ristagno dell’economia come in Giappone o nel Portogallo. L’unico modo anche per evitare un grosso crollo del potere di acquisto delle famiglie e dei conflitti sociali principali. La scelta della Germania rovinerà anche la sua economia a lungo termine. Non è un circolo virtuoso ma un circolo vizioso. Preferisce ridurre il livello di vita dei tedeschi pur di essere competitiva. Questa politica come quella della Costa D’Avorio negli anni ’60, si chiama la “crescita che impoverisce”
Così parlava Bernard Maris, economista della Banque de France, morto ammazzato ieri a Parigi durante l’attentato a Charlie Hebdo.
bravo marco. D’accordo su tutto quanto hai scritto
In tale luce può sorgere una idea che forse tanto strampalata potrebbe anche non essere ed è quella che l’attualità del mondo abbia fretta di collocare gli eventi su diversi ”scaffali” dandogli significati diversi:Avviene sempre così e forse è inevitabile che ciò avvenga.Ma la storia stessa per essere più aderente a quella che si possa intendere come ”verità oggettiva” forse andrebbe rivisitata dopo molto tempo. Forse solo allora ci potremmo accorgere che spesso NULLA E’ STATO A CASO.
“Ci sono due forme di imbecillità perfettamente speculari: il complottismo e l’anticomplottismo. Il complottista ideologico pensa che nulla accada per caso, si ritiene furbo perché convinto che quel che appare sia sempre e solo finzione e che dietro ci sia sempre una qualche macchinazione di poteri forti, magari ai massimi livelli mondiali in cui si immagina esista un vertice unico ed onnipotente. L’anticomplottista, parimenti ideologico, non sopporta spiegazioni che cerchino di andare al di là delle apparenze, i bollettini di Questura sono la sua Bibbia, si ritiene furbo perché deride sistematicamente qualsiasi dubbio e chi lo formula. Lui ha solo certezze.
Ciascuno dei due pensa che l’altro sia un cretino, ed hanno ragione tutti due. Sembrano opposti, ma in realtà, ragionano allo stesso modo. Sia l’uno che l’altro non cercano di capire criticamente un avvenimento, ma semplicemente lo assumono come conferma di quello che già pensano e chiunque accenni ad una interpretazione non contrapposta, ma semplicemente diversa, è esecrabile e da ridicolizzare, se necessario leggendo anche quel che non c’è scritto o il contrario di quel che c’è scritto.”
Aldo Giannuli: “Strage di Parigi: complottismo?”: http://www.sinistrainrete.info/estero/4553-aldo-giannuli-strage-di-parigi-complottismo.html
Sig Menchetti buona sera. Sono il ”complottista ideologico”.Ho cliccato sul link da Lei segnalato e pur condividendone molti aspetti di quanto scritto da Giannulli mi sento di risponderLe ed asserire che la natura della mia posizione si è formata osservando meramente i fatti che si sono susseguiti sia nella storia passata ma anche in quella più recente che non stò ad elencarLe, ma che può leggere benissimo nel mio lungo e prolisso intervento a tal proposito.
Si parla di fatti dunque non di idee ,ed è chiaro come ho detto nella risposta(quella corta 7 righe ) precedente al Suo intervento che occorra quasi senz’altro far passare abbastanza tempo dopo gli avvenimenti per non giudicarli a sangue ”caldo”.Si rammenta Sig. Menchetti del rapimento di Aldo Moro e della uccisione degli uomini della sua scorta? Bene, chi non se lo ricorda ? Col tempo è venuta formandosi una idea presente su tutti i media (solo quelli dei cani da guardia che se ne guardano bene da non scriverci su )che attraverso l’uso di un gruppo terrorista ben ramificato, i servizi segreti deviati italiani ed altri stranieri abbiano pescato dentro ed indirizzato la vicenda, così come lo è stato quelle delle bombe sui treni, e varie uccisioni di servitori dello Stato che stavano per scoprire verità oggettive che avrebbero illuminato un po’ di più diversamente coloro che osservavano i comandamenti della Bibbia come quelli emessi dalle TV di stato e dai giornali che hanno pienato il mondo.Ogni caso successo non è uguale all’altro beninteso ma tutti mostrano livelli più o meno importanti di interrogativi non da poco.Anch’io ho detto e lo riperto fino alla stanchezza che una buona base di partenza è quella di osservare dall’esterno il famoso detto ”cui prodest”.Se questo è già sinonimo di spiazzamento ideologico e di divagazione per lei faccia pure ma forse me lo lasci dire che dall’osservare cosa è successo al mondo dopo il crollo delle torri gemelle secondo Lei non deve essere tenuto presente oppure per Lei non è successo nulla ed è tutto casuale e chi critica come me è solo un piccolo abitante di creta(anagrammare la batttuta prego …)Non è forse aumentata la presa nel mondo da parte dell’occidente nel suo complesso che basandosi sulla teoria del ”complotto islamico” hanno mandato i loro eserciti a controllare quelle aree del mondo da dove ancor oggi succhiano petrolio ed altro ? Secondo Lei ogni fatto dentro a tale logica debba essere considerato fine a se stesso perchè diversamente si è complottisti ? Non ci conosciamo ma non credo proprio che Lei sia sostenitore di una tale tesi che guarda caso serve a dare un apparente colpo da una parte e l’altro dall’altra parte del contendere ma rammollisce i tentavi di spiegarsi le cose che invece è bene che siano spiegate anche tenendo presente che oggi nei grandi avvenimenti e ”pretesti internazionali”a cui seguono interventi militari ( Gaza, Primavere arabe, Isis ecc ecc ) le mano che manovrano le questioni tendono a non intervenire mai direttamente ma per interposta persona. Come ? Con l’uso dei gruppi terroristici in questo caso come abbiamo avuto a Parigi.perchè tante cose non tornano, per depistaggi ed anche altro .Il termometro della crescente febbre del mondo non ce l’abbiamo nè io nè Lei sig.Menchetti ma sta di fatto che quando sale la febbre (situazione europea, sanzioni alla Russia, controllo delle fonti energetiche )si instaura sempre il tentativo di controllo dal basso della gente per polarizzarla su cose la cui leceità è imprescindibile e doverosa(le libertà personali della gente e laiche proprie di uno stato chiamiamolo”democratico” ) ma guarda caso per andare a convergere sulla formazione di una coscenza dalla quale scaturisca un consenso e che non si curi di quello che vi può essere stato, soprattutto guardando dove si va a rinsaldarsi, sia adesso che per il futuro, ed il fruturo appunto è di ulteriore ”stretta” alle condizioni de poveri”sia dell’europa sia all’infuori di essa.Tutto questo si chiama ”plagio guidato”.Se permette, anche sbagliando,ma guardando la storia passata vicina e lontana preferisco ragionare col mio, con il quale-forse lei penserà-che io molto presuntuosamente o scioccamente metta avanti a me- ma in tale condizione mia per la maggior parte delle volte mi ci sono trovato molto bene.E’ anche una questione di ”amor proprio”- alla fine diciamo così-,che capisco possa anche farci vedere dentro presentuosità e prendere abbagli,ma preferisco questo secondo status, anzichè quello di coloro che accettano tutto e qualsiasi cosa perchè ” imbecati”. Ed il mondo oggi è pieno di questa ultima categoria Sig.Menchetti, non dell’altra. Il sistema ha mobilitato ogni forza,soprattutto quella dei media che fanno anche il ”modo di pensare” per far prevalere le tesi che ha sempre generato e personalmente-come vede- non avevo dubbi che non ci sarebbe riuscito,come – mi consenta la battuta scherzosa- disse quello che a Firenze con canna ed amo da pesca e sedia pescava dentro un tombino delle fogne. Un passante gli disse: Hei, abboccano ?”.E lui enza scomporsi:”con te è il terzo”….Ci sonno molti passanti in Italia Sig. Menchetti.