E CHIUSI SI SCOPRI’ CITTA’ SENZA MEMORIA

CHIUSI – Ieri sera, 27 gennaio, al teatro Mascagni di Chiusi, si è celebrata la Giornata della Memoria. Se di dovesse giudicare dalla partecipazione di pubblico allo spettacolo “Eva” presentato per l’occasione dalla Fondazione Orizzonti e dall’associazione “Noi Giovani” della Banca Valdichiana, si dovrebbe dedurre che Chiusi è un paese senza memoria. O che la memoria l’ha ormai smarrita.
Perché 50 persone per uno spettacolo di qualità, con una attrice nota anche al pubblico televisivo e cinematografico, sono francamente poca cosa. Troppo poco.
La città, insomma non ha fatto una gran figura. E così la ricorrenza della “Giornata della memoria” è passata come una semplice operazione di routine, appuntamento per pochi intimi. Come un qualsiasi spettacolo di una qualsiasi filodrammatica.
Eppure lo spettacolo “Eva” del regista Renzo Martinelli, con Federica Fracassi meritava.
Meritava perché proponeva un punto di osservazione molto particolare sul nazismo, sulla follia hitleriana. Il punto di vista di Eva Braun, la donna di Hitler, nelle ultime ore del Terzo Reich. Le ore che precedettero il suicidio nel bunker di Berlino, ormai assediata dai soldati dell’Armata Rossa… Si può essere d’accordo o no, si può apprezzare o meno la scelta di fornire quel punto di vista, ma la resa scenica è risultata efficace.
Lo spettacolo meritava, perché l’attrice Federica Fracassi si è dimostrata bravissima in quel monologo tetro, allucinato, che ha come unico supporto le immagini di “Via col Vento”, il film preferito della protagonista, con le scene della caduta degli Stati dell’Unione sotto i colpi dell’artiglieria nordista che si intrecciano con le cannonate che scuotono il bunker di Berlino dove Eva si trova…
Insomma un testo ostico, oscuro, con alcune scene anche scabrose e coraggiose che forse hanno fatto storcere il naso ai bempensanti (se ce n’erano in sala), una attrice di grande personalità e presenza scenica. Ma troppo poco pubblico. Perché?
Perché celebrare la giornata della memoria, parlando di Eva Braun è sembrato sconveniente? Può darsi.
Perché ormai anche la Giornata della memoria, come il 25 aprile, è considerata una ricorrenza di routine? Può darsi.
Perché ormai la memoria non è più una virtù? Può darsi…
Perché di iniziative sulla giornata della memoria se ne fanno tante, nelle scuole per esempio. O in Tv? Può darsi.
Perché andare a teatro con questo freddo… Può darsi.
E allora sarà bene che Chiusi (intesa come comunità cittadina) s’interroghi un po’ anche su queste sue cadute di stile. Perché stavolta nemmeno la faccia è stata salvata.
S’interroghi anche la Fondazione Orizzonti e lo facciano pure i giovani di Banca Valdichiana, che avranno capito come non basti organizzare delle cose per avere successo. Per fare breccia nelle coscienze. Per suscitare qualche emozione…
Lo spettacolo non era male. Ma l’operazione non ha funzionato. Purtroppo.
m.l.
Francamente mi sarei meravigliato del contrario.
50 è un numero altissimo e secondo la questura quanti erano ?
Peccato perchè lo spettacolo meritava. E forse meritava una promozione un po’ più calorosa da parte delle istituzioni. Altre iniziative hanno ottenuto ben più ampio battage pubblicitario. Mi è sembrato che gli organizzatori si siano limitati a svolgere il compitino affidato ma niente più.
In effetti, di solito alle iniziative promosse o sponsorizzate dal comune, dalla Fondazione e dalla Bcc, c’è una partecipazione più larga… ecspesso si mobilita pure la claque… stavolta non si è mobilitata…
il problema è che non davano da mangiare gratis! 🙂 né prima, né dopo
Quindi Chiusi sarebbe un Paese senza memoria ma con molta fame…