DOMANI A CETONA LA MANIFESTAZIONE DEL 1° MAGGIO

Di lavoro in Italia ce n’è poco, sempre meno. La disoccupazione giovanile supera il 40%. E siamo anche il paese in cui c si laurea di meno in Europa… Se mancano i soldi non si può nemmeno studiare. Neanche in attesa di trovare un lavoro.
La Valdichiana non fa eccezione. Il tessuto industriale è ridotto al lumicino. Quasi scomparso. E così anche quello del’artigianato di produzione, che per alcuni decenni ha garantito sviluppo, occupazione, reddito. Basta guardarsi intrno per vedere come siano scomparsi i falegnami, i fabbri, gli elettricisti, i sarti, molti meccanici… Si è assottigliata molto anche la schiera dei muratori, degli imbianchini, dei piastrellisti, travolti dalla crisi generale dell’edilizia. Per non parlare degli autotrasportatori…
Anche il sindacato, che da queste parti non ha mai potuto contare sulla massa operaia delle grandi fabbriche, ce non c’erano, ma solo sui lavoratori delle piccole e medie imprese, adesso è quasi esclusivamente una organizzazione di pensionati. Sono loro che si mobilitano per le manifestazioni, per i cortei, loro che stilano piattaforme sui servizi sociali e avanzano richieste ai Comuni…
Il quadro è cupo, triste… Ma domani è comunque il Primo Maggio. Festa dei lavoratori. Non c’è molto da festeggiare. Ma il Primo Maggio è e resta un giorno speciale. Un simbolo della riscossa del mondo del lavoro. E se anche il lavoro non c’è. Anzi, proprio perché non c’è, sarebbe bene che le manifestazioni del Primo Maggio non fossero solo un raduno stanco, rituale di pensionati e pochi operai ancora in attività…
Nella zona sud della Valdichiana, come è tradizione, la manifestazione della festa dei lavoratori si svolge a rotazione, un anno in un paese e un anno in un altro… Quest’anno tocca Cetona. Ritrovo in Piazza Garibaldi alle 9,30, corteo per le strade cittadine, concerto delle bande musicali e comizio di un dirigente sindacale e infine pranzo, tutti insieme in piazza Luca Contile.
Si può anche dissentire dalla politica dei sindacati, spesso accondiscendente, rispetto alla politica economiche dei governi, soprattutto quando al governo ci sono anche le forze del centro sinistra, si può dissentire dalla politica dei Comuni che domani sfileranno coi loro gonfaloni in testa al corteo… Ma abbandonare, lasciar cadere nelle mestizia, pure il Primo Maggio (e lasciare la festa a chi in definitiva la festa la sta facendo ai lavoratori) è come ammainare la bandiera, ritirarsi in trincea, disperdere anche la memoria che sta dietro la data della Festa dei lavoratori.
Per questo noi domani, a Cetona ci saremo. Ci piacerebbe che ci fossero anche i giovani che il lavoro o lo trovano, gli esodati, i cassintegrati, i disoccupati, le casalinghe non per scelta, gli studenti… Non per nostalgia dei tempi in cui studenti e operai erano uniti nella lotta, ma perché il futuro non lo regala nessuno. E quando si ha la sensazione di non avere più voce in capitolo, di non essere rappresentati, nemmeno dal sindacato, esserci, farsi sentire anche dai sindacati, è la prima cosa da fare…
CETONA, cgil.cisl.uil, primo maggio
Se bene interpreto le parole di Renzi passate oggi ai telegiornali sulle prossime politiche gia decise per il lavoro e P.A. -ormai c’è rimasto da accordarsi sulle quisquiglie, dato che il grosso sembra già in dirittura finale o già deciso- l’allocuzione che il nuovo che avanzi sembrerebbe proprio fare a meno del sindacato e dal momento che le due polarità sono il datore di lavoro ed il richiedente lavoro(stessa cosa anche nella P.A:)il nostro Presidente del Consiglio si chiede perchè non farli incontrare tutti e due vis a vis ? Si toglierebbero di mezzo tanti aspetti burocratici, vincoli, leggi, leggine, disposizioni e si sgrosserebbe il mondo del lavoro rendendolo più mobile ed adattabile,più economico e chiaro il rapporto che dovrebbe legare datore di lavoro e lavoratore.Chissà quali garanzie immagina di fornire alla parte più debole il nostro Presidente del Consiglio con tutto questo che deve avvenire e che il suo partito insieme al centro destra ha programmato ? La crisi mi sembra non è stata prodotta dagli operai ma dall’aziendalismo e dalla finanza, ma anche da concetti di compressione che si dicono doverosamente inevitabili ” Il lavoro è rimasto così il solo elemento su quale premere per fare profitto, altro non c’è..Ed allora si cambia rendendo sempre più attuale l’ombrello di Cipputi all’altezza delle chiappe.Quel ”tranquillo è nostro”che dice il sindacalista al suo collega operaio pone anche in evidenza la vasellina di 80 euro mentre tutti gli intervistati che ci hanno fatto sentire in TV proclamano ” meglio quelli che nulla….” mentre a Ballarò si misura l’antipatia per Grillo,dico il grado di antipatia da servette.La Dc era oro in confronto…..Questo è il paese, dover si spera di rastrellare voti in uscita da Forza Italia e convogliarli al Partito Democratico chiamandolo sinistra..