CHIUSI VOCE DEL VERBO CHIUDERE. ANCHE L’EDICOLA DI STAZIONE GETTA LA SPUGNA

mercoledì 18th, dicembre 2013 / 17:20
CHIUSI VOCE DEL VERBO CHIUDERE. ANCHE L’EDICOLA DI STAZIONE GETTA LA SPUGNA
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CHIUSI –  Questa mattina sono andato a comprare il giornale all’edicola della stazione ferroviaria e l’ho trovata chiusa. Ho pensato fosse chiusa per un problema improvviso. Può capitare. E invece no, l’edicola ha proprio chiuso i battenti. La famiglia che la gestiva non ce l’ha fatta a fronteggiare la crisi e ha gettato la spugna. E’ un altro inequivocabile, drammatico, segnale dell’impoverimento generale della città di Chiusi, ma anche del declassamento progressivo e strisciante della stazione. I continui tagli alle fermate dei treni, la corsa a privilegiare l’alta velocità e  la conseguente diminuzione di viaggiatori hanno fatto calare anche la vendita di giornali e riviste, di gadget  e libri, dei regalini dell’ultimo momento e dei biglietti per i pullman…  Un altro segnale della desertificazione commerciale che avanza.

E’ recentissimo il comunicato trionfalistico del comune, ripreso da quasi tutti gli organi di informazione, sulla apertura di 8 nuove attività, quasi tutte gestite da giovani coraggiosi. Bene,  ma se aprono 8 nuovi negozi e poi chiude l’edicola storica della città, quella che era punto di riferimento per tanta gente anche non di Chiusi, se chiude una tipografia e altre piccole imprese artigiane strozzate dalla crisi e dalla stanchezza dei titolari ormai in guerra quotidiana con la burocrazia, le tasse, i balzelli… il saldo non è poi così positivo e certi toni trionfalistici appaiono quantomeno fuori luogo. Chissà se il Comune farà un comunicato stampa sulla chiusura dell’edicola della stazione e delle altre imprese che il 1 gennaio 2014 non riapriranno.

Può darsi che dietro la decisione di chiudere l’edicola della stazione da parte dei titolari ci siano anche problemi soggettivi legati alla gestione del punto vendita (orari, aggiornamento e diversificazione dell’offerta, alto costo dell’affitto),   ma di sicuro quella saracinesca abbassata dentro la stazione è un pugno nello stomaco a chi arriva a Chiusi, e a chi da Chiusi prova a partire, ma anche un pugno nello stomaco ai chiusini che l’hanno sempre vista aperta, dalle 6 di mattina alle 20 di sera tutti 360 giorni all’anno…  Anche per noi di primapagina, ora che stiamo per tornare in edicola con il giornale cartaceo, la chiusura di quella della stazione di Chiuso è un colpo non da poco: era infatti una delle edicole che vendevano più copie. Ma ci dispiace non solo per questo.

E’ vero, le edicola e le librerie sono tra le attività che più stanno pagando la crisi.  I soldi in casa mancano e allora la gente taglia le spese, una delle prime ad essere tagliata è quella per il giornale, per il settimanale, per il libro o il cd… E’ così dappertutto. Hanno chiuso edicole un po’ ovunque. Anche quella dentro l’ospedale di Nottola…  Chiusi non fa eccezione.

Le associazioni dei commercianti ci provano a tenere botta e a presentarsi all’appuntamento con il Natale con qualche lustrino e qualche iniziativa per grandi e piccini, ma è dura. E’ una guerra di resistenza. E ogni tanto qualcuno cade. Qualcun altro cede.  E Chiusi è sempre più una voce del verbo chiudere.

m.l.

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