POMERIGGIO FASHION E NOSTALGIA A CHIUSI SCALO

CHIUSI SCALO – Pomeriggio fashion, oggi in via Leonardo da Vinci a Chiusi Scalo, trasformata per l’occasione in salotto vintage e passerella modaiola. E’ l’ennesima iniziativa dei commercianti dell’associazione Chiusiinvetrina, che dopo Sbottegando e i le notti rosa shopping e le corse ciclistiche su circuito urbano, hanno escogitato anche una giornata dedicata alla moda… L’intento è ancora una volta quello di riportare gente nel centro commerciale naturale di Chiusi Scalo, quello che in passato era il polo per gli acquisti di una zona piuttosto vasta e che da una ventina d’anni a questa parte ha invece perso il suo storico appeal per diventare sempre più anonimo e triste. Si danno da fare gli esercenti di Chiusiinvetrina sostenuti nello sforzo dal Comune e dalla Banca Valdichiana. Le iniziative di solito riescono, un po’ di gente arriva. Quanta se ne vada con le borse piene è un’altro discorso. Il problema, se mai, è che finita la kermesse, tutto torna come prima. Tanto da evocare una famosa canzone di mina anni ’60. Cover di una hit di Gene Mc Daniels intitolata Lonely Town, Città vuota… Però un po’ di animazione fa bene comunque. Qualunque sia il leit motive…
Qualcuno potrebbe obiettare che in tempi di crisi durissima che rende arduo e faticoso fa quadrare i bilanci familiari, puntare, come si legge su un comunicato di presentazione dell’iniziativa, sui “fashion addict” cioè sugli appassionati (la traduzione letterale sarebbe assatanati) della moda non è forse la scelta più azzeccata, e un pochino magari cozza con il quadro generale. Ma ognuno propone e organizza ciò che più gli aggrada. E un po’ di ‘glamour’ e di moda unita ad un pizzico di nostalgia per i bei tempi andati, può anche aiutare a non pensarci troppo alla crisi… E poi saranno contenti il sindaco e le truppe renziane locali che su apprestano al congresso Pd. Non è stato il giovane e rampante Matteo da Firenze a chiedere un partito un po’ più cool?
A Chiusi non solo i renziani sono maggioranza nel Pd, ma il ‘cool’ riempie le strade…
il fatto è che i negozi sono tutti carissimi…non c’è niente di “medio”. Negozi come Zara, H&M, Decathlon. Tutte catene ma con prezzi affordabili, accessibili ad una fascia maggiore di consumatori. Obiettano che il numero dei potenziali utenti è troppo basso. I Franchising chiedono bacini d’utenza vasti, con un numero minimo. Però è anche vero che se aprissero a Chiusi servirebbero un’area molto più vasta del centro Chiusi Scalo e basta. Va bene che l’unico settore non in crisi è quello dei ricconi ma noi poveri, oltre al mercato, una qualche scelta ce la possiamo avere senza dover andare, tutte le volte, a Perugia, Val di Chiana etc etc etc?
La questione non è solo questa ma anche quella del ”consumismo in generale indotto ‘ che ha fatto sorgere negozi come funghi che vendono tutti gli stessi generi perchè dietro c’è una economia produttiva di produzione del genere abbigliamento che è enorme. Ma proviamo un po’ a guardare la fotografia della situazione e quanti negozi vi siano dello stesso genere che si chiamino nel modo in cui Elda dice o diversamente. ma crediamo veramente che le necessità di un territorio e della sua popolazione abbiano bisogno di tutti questi negozi le cui licenze sono rilasciate solo per ingrassare le casse dei comuni impoveriti non curandosi del danno sociale che provocano ? Alla fine è un danno sociale poichè parecchi negozianti non vendono più nulla ma le autorità dovrebbero riflettere che il loro modo di concepire l’economia è totalmente errato.da una parte si instilla il consumo, dall’altra si riducono le possibilità di acquisto ed ancora dall’altra si fa la rovina dei negozianti, illudendoli che le loro scelte siano creative,competitive,e dirette verso un pubblico per fornire possibilità di scelta. E’ tutto il contrario,
A proposito di truppe renziane e di partito “cool”: proprio nel giorno dedicato al fashion, hanno aperto a Chiusi Scalo, in via Leonardo da Vinci la nuova sede del proprio comitato. Un negozietto alla moda, dove fino a due mesi fa c’era un negozio vero che poi ha chiuso i battenti. Forse qualcuno pensa di rispondere alla crisi che fa chiudere i negozi, aprendo i … comitati-Renzi… Mah…
………….mah…..non tanto per il negozietto chiuso ed aperto per il comitato Renzi, ma ” mah” per significare
il modo che sta dietro alla promozione e soprattutto al suo genere, un modo staccato dalla realtà del paese che rispecchia la cultura proponente ,lontano dalle esigenze vere che si dovrebbero riscontrare nei bisogni della gente.Una piccola cattedrale in un deserto eretta per vendere cosa? Intendiamoci bene, tutto questo non ha nulla a che vedere con gli scopi dei commercianti che sono ipersacrificati in una fase recessiva ma semmai a me sembra la validazione di un percorso ormai perdente e senza sbocco alcuno, che non è vero nulla che rivitalizzi il centro di Chiusi Scalo,e sarebbe ora di finirla con le vecchie-queste sì-ed inveterate asfittiche manifestazioni che di gente ne portano abbastanza ma sempre e comunque inversamente proporzionale alla spesa della medesima.Sarebbe ora che gli organismi e le strutture preposte che fin’ora hanno realizzato tali manifestazioni pigiassero molto di più sul pedale delle richieste ”politiche” affinchè si realizzino iniziative più produttive, culturali, che portino pubblico al quale fosse porto un panorama di spesa diversificato che non siano solo tonnellate di giubbotti, jeans, ed abbigliamento in genere,sennò si difende il proprio asfittico orticello e basta…. .Ma ditemi perchè mai uno debba comperare a Chiusi quando la scelta altamente diversificata anche nello stesso ambito di natura di prodotti ce n’è un mare da tutte le parti ? Perchè mai? Prendere esempio da ciò che succede nei comuni vicini del tipo Città della Pieve non guasterebbe, dal momento che una cosa tira l’altra,che una iniziativa tira l’altra.Ma forse Chiusi è proprio questo e negli ultimi 30 anni io l’ho vista degradarsi sotto ogni profilo.Alla fin fine sono le persone e la loro conoscenza che rendono le cose fattibili ed accettabili e se c’è una speranza di successo delle iniziative intraprese dipende dal loro” savoir faire”.La crisi batte duro,ma sabbe ora di finirla anche con” gli articoli di gomma”…..detto alla chiusina come si diceva tempo addietro intendendo per” gomma” non certo la gomma.
Caro Carlo, io ho parlato del “negozietto” del Comitato Renzi perché davvero hanno aperto la sede del Comitato in via Leonardo da Vinci, lo stesso giorno del fashion day… Non so se è una pura coincidenza o se l’invito ad essere “cool” i renziani a Chiusi l’hanno preso alla lettera.
Un’amica che fa parte del comitato ha risposto, sportivamente, alla “battuta” dicendo che lì vendono speranze e futuro. Speriamo non le facciano troppo care… Quanto alle iniziative dei commercianti, finora hanno avuto abbastanza successo, senza però spostare di una virgola il trend negativo fatto di saracinesche abbassate, cartelli “vendesi” e “Affittasi”, fatturato in calo, perdita di appeal ecc… Questo perché al di là delle singole iniziative, quello che manca è un “progetto”, un “disegno”, un ragionamento su cos’è e cosa dovrebbe/vorrebbe essere questo paese… A Chiusi spesso si confonde la promozione con la cultura e la cultura e la promozione con i saldi e la pubblicità commerciale… Il fatto che a Chiusi Scalo per esempio manchi totalmente un luogo per fare iniziative (una sala polivalente), che non vi si faccia nemmeno uno spettacolo di Orizzonti o di altre manifestazioni, che se non c’è di mezzo un po’ di commercio non si muove una foglia non è vissuto come un problema. Invece lo è, eccome… E le contrade e Chiusiinvetrina non possono rappresentare le uniche soluzioni…
L’ho visto il negozietto che vende speranza e futuro. E non era meglio Zara?
Cosa s’intende per ”successo” ? Marco, io non sono nelle tasche dei commercianti per dire che ”hanno avuto abbastanza successo”. Se è così si vede che qualcosa è cambiato rispetto a prima. Ti ricordo che l’atteggiamento di questi ultimi rispetto a quello che tu dicevi prima,era di solenne risentimento poichè tu risultavi essere-parole loro- quasi un ”denigratore”del loro insuccesso e che ”non si doveva dire” che tale fosse. Ricordo che tu rispondevi sempre che se la realtà era quella tu non ci potevi fare nulla, tu dovevi dire quella che era la realtà, e così ricordo che hai sempre fatto.Ora sembra che sia cambiata la situazione e che vi sia qualcosa di diverso? A me dall’esterno non sembrerebbe rispetto al” successo”,ma-ripeto -non sono nelle tasche degli altri,comunque ne prendo atto con piacere anche se ognuno sà di se stesso.Si vede che qualcosa sta cambiando…..in cosa mi piacerebbe capirlo però.Quanto a quello che dici della confusione fra ”cultura ed iniziative promozionali commerciali” non posso non essere che d’accordo con quello che dici. Perchè però manca un progetto? Secondo te dipende dalle singole persone e dalle strutture asfittiche che producono tutto questo?Dipende da scelte più generali di investimento di ”sostanze”in certe direzioni anzichè in altre ? Chi pesa in certe decisioni ? Con quale natura di scelte si agisce che poi alla fine sono poliiche? Sarebbe bene chiederselo dal momento che siccome Chiusi non ha nulla a che invidiare agli altri paesi circonvicini che sono ad altro livello su questo,la sua realtà risulta però penalizzata e soffrire di una stasi che non dipende solo ed esclusivamente da una crisi generale.Tu dici che manchi un progetto globale ma dici tutto e non dici nulla affermando questo e che le energie economiche così si dissolvono in mille direzioni, ma chi decide questo ? Chi sono le teste che da anni pensano così e fanno andare le cose in queste direzioni ?Son d’accordissimo che non si possa pensare che le cose debbano essere ”mischiate” e che la cultura porti ad acquistare jeans o giubbotti, oppure auto in mostra.E’ sbagliato,fin’ora fa incazzare tutto questo, non ti sembra? Eppure tutto questo si vede che ha i propri difensori.Io credo che tu sia d’accordo.Ed allora chi decide che questo sia tale ? Con quali legami e relazioni ferree la politica ha con chi dispone e decida investimenti in certe direzioni anzichè in altre ? Vorrei capirlo.Quando manca una opposizione vera e quella che c’è è inesistente su questo,forse perchè risente di legami istituzionali di altra natura con le forze deputate a decidere questo e da cui dipende tutto- perchè tu m’insegni che ”chi ha i soldi in tasca ha vinto”-come recitava un vecchio saggio- allora cosa si va a cercare chi sembra che non ci sia anche se invece c’è ? Il dilemma di sostanza a Chiusi forse gira intorno a tutto questo rebus.Non credo però che la ”politica” attuale possa risolvere questo per la semplice ragione che la politica attuale dipende da questo,e se ipotizzato non ci fosse questo la politica attuale non esisterebbe, Renzi o non Renzi che sia. Anche perchè prima del ”Renzi nostrano” era sostanzialmente la stessa identica situazione.Ed allora chiediamocelo chi comandi chi, e chi decida la direzione di tutto questo.La politica ? Io penso di no ! Mi piacerebbe sentire altri pareri e che mi si rispondesse a questo, tenendo però presenti le scelte dello ”sviluppo” o del ” preteso tale”. Perchè la realtà vuole che occorra dire anche ”preteso tale”….e se forse si ragionasse un momento tenendo presente che potrebbero esistere anche alternative ad uno sviluppo”preteso tale” allora forse vedremmo che
è la nostra mente che qualche volta ci limita.Tutti !
“Un certo successo” vuol dire semplicemente che alle iniziative un po’ di gente si è vista e si vede… Questo è innegabile. Che poi quel certo flusso di gente si traduca anche in successo economico per i commercianti e per la comunità – l’ho scritto – è tutto da verificare. E, per quanto mi riguarda, ho spesso criticato alcuni aspetti di tali iniziative. Vedi quella della corsa ciclistica di fine luglio, per fare un esempio. Però, se le associazioni dei commercianti continuano a fare le iniziative che fanno e non cambiano strada, vuol dire che a loro va bene così, che un ritorno c’è. Altrimenti cambierebbero registro. Sono associazioni di commercianti non di beneficienza… Che poi si debba discutere e valutare meglio e tutti insieme (Comune , commercianti, partiti, stampa ecc…) ciò che si propone, per migliorare l’offerta e non fare confusione tra cultura, promozione e profitti, evitando magari la piaggeria e il provincialismo per cui va sempre tutto bene, è un altro paio di maniche. Ed è una cosa che scrivo da 20 anni… Ed è anche naturale che lo sviluppo di una realtà come quella di Chiusi non può passare solo dal rilancio (che non c’è purtroppo) del solo tessuto commerciale…