CHIUSI, GIULIO RAMINI FU ASSASSINATO

mercoledì 11th, settembre 2013 / 16:53
CHIUSI, GIULIO RAMINI FU ASSASSINATO
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ACCUSA PESANTISSIMA PER 4 RAGAZZI : RAPINA AGGRAVATA E OMICIDIO

SIENA – Non è stato un malore. Né un incidente domestico. E’ stato un omicidio. Giulio Ramini, il pensionato quasi 90enne, trovato senza vita il 1 agosto scorso a Chiusi Scalo, è stato assassinato. Per rapina. Queste le conclusioni a cui sono giunte le indagini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Siena che, questa mattina, in conferenza stampa, hanno confermato l’arresto di 4 giovanissimi, accusati di aver partecipato al fatto. Confermata in pieno dunque la notizia data ieri da Primapagina e anche le ipotesi che il nostro giornale, unico nel panorama dell’informazione locale e nazionale, aveva avvalorato fin dalle prime ore seguenti il ritrovamento del cadavere.

IL FATTO

Il povero Giulio Ramini sarebbe stato immobilizzato, imbavagliato (con un fazzoletto in bocca) e lasciato in fin di vita. Sarebbe morto, in seguito, da solo, per infarto o asfissia. Secondo la ricostruzione fatta dai Carabinieri il fatto sarebbe stato commesso da 4 ragazzi, due italiani e due di origine straniera. I due italiani, L.S. e M. S.  residenti a Chiusi, gli altri in un paese dei dintorni. I ragazzi italiani, due fratelli di 23 e 2o anni, conoscevano Giulio Ramini, avevano infatti abitato nello stesso edificio qualche anno fa e l’anziano li aveva abituati a qualche “elargizione”. Qualche spicciolo per la pizza, per una bibita, per le sigarette… Forse sapevano che quel giorno, il 1 agosto, Giulio Ramini avrebbe riscosso la pensione e magari hanno tentato di estorcergli qualcosa in più dei soliti spiccioli.  Sempre secondo quanto riferito dai carabinieri, sarebbero stati loro a farsi aprire la porta, ma poi avrebbero fatto da palo. A rovistare i cassetti e ad immobilizzare e lasciare in fin di vita il pensionato sarebbero stati gli altri due. Un giovane di origini ivoriane  di 24 anni e uno di origini marocchine addirittura minorenne. Entrambi comunque residenti regolarmente in Italia. Ramini sarebbe anche stato minacciato (e impaurito) con una pistola giocattolo, una scacciacani che i giovani avrebbero poi rivenduto in zona. Altra aggravante: la spina del telefono di casa di Ramini è stata trovata staccata. Evidentemente per evitare che potesse chiamare aiuto.

Ora si spiega anche la sparizione del cellulare del pensionato. Un modello vecchio, di valore zero, ma che avrebbe potuto contenere tracce compromettenti.

IPOTESI DI REATO PESANTISSIMA

L’ipotesi di reato per tutti e quattro è pesantisima: “rapina aggravata e omicidio”. La rapina avrebbe fruttato peraltro solo 200 euro, raggranellati tra contanti e piccoli oggetti prelevati.  Duecento euro che i ragazzi avrebbero poi immediatamente speso la sera stessa e le sere successive in alcuni locali. Fin dall’inizio erano loro i sospettati, ma gli inquirenti li hanno lasciati “a bagno maria”  per controllarne le mosse, i contatti, per indurli a mosse sbagliate e a contraddizioni. Che si sono puntualmente verificate. Pare infatti che anche le testimonianze rese dai 4 negli interrogatori abbiano evidenziato qualche discrepanza.

Da qui l’arresto, eseguito venerdì scorso e convalidato ieri dalla Procura. Al momento i tre maggiorenni (i due fratelli residenti a Chiusi e l’ivoriano) sono rinchiusi nel carcere di S. Spirito a Siena, il minorenne nel carcere minorile di Firenze. Due dei quattro – è stato detto nella conferenza stampa dei CC – “stanno collaborando”. Parlano insomma. E non è detto che la questione sia finita qui.

Non è ancora del tutto chiaro chi abbia fatto che cosa durante la rapina. Quali siano le responsabilità precise di ognuno.

Certo è che rischiano molto i quattro giovanissimi, soprattutto i due “stranieri”, indicati per ora come gli esecutori materiali del fatto, mentre gli altri due – i fratelli residenti a Chiusi – si sarebbero limitati al “concorso” nell’azione delittuosa.

Caso chiuso dunque? Forse sì. O forse no. Intanto però, c’è almeno un punto fermo. Nessuno potrà parlare più di “incidente domestico” o di “morte accidentale dopo che il pensionato aveva scoperto i ladri in casa…”.

LA DEBACLE DELL’INFORMAZIONE NAZIONALE E REGIONALE

Oggi, la notizia dell’arresto dei 4 giovani è stata data da tutti i Tg regionali e nazionali. Finalmente, verrebbe da dire. A noi pare invece una debacle dell’informazione regionale e nazionale che su questo caso ha mantenuto la consegna del silenzio per 40 giorni esatti. Oggi, in via Pasubio a Chiusi Scalo si son viste le prime troupe televisive, i primi cronisti. Ma che informazione è quella di giornali e tv che si muovono solo dopo una conferenza stampa dei carabinieri? Dove erano quei cronisti, dal 1 agosto ad oggi? Perché il caso-Ramini non faceva notizia? Eppure gli elementi per avere almeno dei dubbi sulle cause di una morte sospetta c’erano tutti. Noi abbiamo parlato fin dal 2 agosto di omicidio. Magari accidentale, dopo una tentativo dI furto finito male… Ma che non si trattasse di semplice infarto era evidente.

Oggi, ad arresti effettuati, tutti sulla notizia. Per 4o giorni siamo stati soli come cani a domandarci il perché di un silenzio talmente inusuale da apparire assordante.

QUEI  QUATTRO RAGAZZI BORDER LINE

Quanto ai 4 ragazzi accusati che dire? Dei due “stranieri”  si sa poco o nulla. L’ivoriano, il più “anziano”,  si faceva vedere spesso vestito da rapper, ma ben vestito, roba firmata. Un tipo abbastanza duro e aggressivo, atteggiamento un po’ da bullo, così lo descrive chi lo ha visto frequentare bar e locali. Il marocchino minorenne è un minorenne. Punto. Forse plagiato o incline ad emulare gli altri più grandi. I due fratelli italiani non hanno certo le physique du role del delinquente: un metro e sessanta per 45 chili, poco più. Due scriccioli. Però predestinati alla galera, dalla nascita. Famiglia pugliese, sbandata, padre con precedenti penali e anche loro già noti alla giustizia per piccoli furtarelli. In passato, appena arrivati a Chiusi, quando avevano una decina d’anni, sono stati accuditi dalla parrocchia, da alcune famiglie, dai servizi sociali comunali… Per un po’ hanno abitato alla Casa famiglia della Asl. Alla maggiore età, però sono tornati in quel cono d’ombra che inghiotte, sempre, chi vive ai margini della società. Abituati A crescere mangiando merendine e pizza a taglio,  a raggranellare soldi con piccoli espedienti, era scontato che finissero in qualche buco nero. Succede sempre così. E’ solo questione di tempo, purtroppo. Certo la società chiusina, scuola e istituzioni comprese, dovranno porsi qualche domanda su come sono stati “gestiti” questi ragazzi complicati. Ragazzi che forse, per sbarcare il lunario, si davano da fare in ambienti border line, vittime di un sistema che i ragazzi così li tiene sempre a distanza.

 

 

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