TOSCANA. LA RIFORMA DELLE CENTRALI OPERATIVE DEL 118. TRA PROPOSITI E DUBBI.

QUANTE SARANNO ALLA FINE LE CENTRALI OPERATIVE DEL 118? ANCHE STAMANI SULLA STAMPA LOCALE ALCUNE POLEMICHE DELLE MISERICORDIE SENESI. ALCUNI CONSIGLIERI REGIONALI HANNO AVANZATO DEI DUBBI E DELLE PERPLESSITÀ.
SIENA -E’ sicuro che ci sarà. Ma non si sa ancora quando. La notizia circola da tempo. La Regione Toscana ha in cantiere la riforma del 118. Tale riforma sta creando grande preoccupazione. Notizia di stamani è che le Misericordie senesi hanno protestato vibratamente contro le ipotesi di riforma. Il 5 Giugno, Primapagina, aveva anticipato alcuni contenuti della riforma evidenziando i propositi ed i dubbi di alcuni consiglieri regionali. Ma andiamo con ordine. Il 29 Dicembre del 2012 l’Assessore alla Sanità Marroni ha presentato la delibera della giunta regionale che prevede la riorganizzazione del sistema sanitario regionale, compresa la cosiddetta centrale unica di area vasta. L’ipotesi iniziale era di portare le attuali 12 centrali operative a tre, una per area: fiorentina (che comprende anche le Asl di Prato, Pistoia e Empoli), pisana (con Livorno, Lucca e Massa Carrara) e senese (con Arezzo e Grosseto). Le Asl designate erano quelle di Firenze, Massa e Siena.Recentemente si è ventilata l’ipotesi di portare le centrali operative addirittura ad una come ad esempio avviene in Lombardia, per restare in Italia, o la Catalogna. Grande è comunque la preoccupazione. Alcuni Consiglieri regionali dell’opposizione hanno chiesto lumi all’Assessore alla Sanità Marroni. Recentemente i consiglieri Staccioli, Marcheschi e Donzelli, in un comunicato stampa hanno dichiarato: “Pericolosa l’ipotesi di passare da 12 a una sola centrale operativa. Secondo quanto stabilito direttamente in sede di finanziaria 2013 – spiegano i consiglieri – il sistema di emergenza urgenza territoriale necessita di una razionalizzazione, con l’individuazione di una sola centrale operativa per ogni area vasta. La ristrutturazione dovrebbe essere completata dal potenziamento strutturale, tecnico e organizzativo della centrale 118 scelta. Ipotizzare poi il passaggio da 12 centrali operative ad una sola per l’intera Regione è insostenibile – rilevano i consiglieri – dal punto di vista tecnico e di sicurezza dei pazienti e dell’intero sistema”. Sulla stessa lunghezza d’onda il Consigliere dell’UDC Marco Carraresi che recentemente ha fatto un’interrogazione in Consiglio all’Assessore Marroni: “ La riforma del 118 in Toscana è ancora in alto mare e la Giunta regionale non è in grado di rispettare le scadenze che si era data alla fine dello scorso anno. Entro gennaio 2013 doveva essere individuata, per ognuna delle tre Aree Vaste della Toscana (compresa l’Area Vasta Fiorentina), la Centrale Operativa da ampliare, prevedendo contemporaneamente la progressiva dismissione delle altre 9. Invece la decisione –come emerge dalle parole di Marroni- è stata ancora rinviata. L’analisi fatta alla fine dello scorso anno da parte della Giunta regionale sul sistema 118 in Toscana era stato impietoso. Secondo la stessa Regione Toscana le attuali 12 centrali operative del 118 presentano numerose limitazioni e criticità. La realtà –come purtroppo confermata dalla “non risposta” dell’assessore Marroni all’interrogazione di Carraresi- è che ancora nessuna decisione è stata presa e si continua così a rinviare ogni decisione. Con conseguenti ritardi, sprechi di risorse e mancato miglioramento del servizio”. Sulla stessa riforma, da noi interpellata, è intervenuta, recentemente, anche il consigliere del PD Rosanna Pugnalini che ha dichiarato: “La sanità toscana è uno dei sistemi più virtuosi d’Italia. Questo non significa che non ci sia la possibilità e la necessità di riorganizzare alcuni servizi. Anche a seguito delle risposte dell’Assessore Marroni date nei giorni scorsi in consiglio, concordo che la riorganizzazione, prima della quale è necessaria l’opportuna ricognizione tecnica, non solo debba portare maggiore efficienza nell’uso delle risorse, ma possa migliorare l’efficacia dei servizi. Se ci sono dei cambiamenti da fare, dobbiamo affrontarli con coraggio. L’accorpamento delle centrali operative, cioè dei punti in cui si risponde alle chiamate, può voler dire gestire meglio i casi di emergenza. Oggi alcune chiamate che arrivano dalle zone di confine tra le singole centrali operative rischiano di creare conflitti e perdite di tempo. Centrali operative più ampie garantirebbero, da questo punto di vista, maggiore rapidità nella risposta e nell’intervento. Ovviamente, se si dovesse arrivare a parlare di un sistema con tre centrali operative di area vasta, sono convinta che queste debbano rimanere laddove ci sono cliniche universitarie, come Siena. Altra cosa sono i punti emergenza territoriali, il cosiddetto 118, che deve rimanere un servizio capillare sul territorio, efficiente e con la presenza di figure professionali adeguate”. Come andrà a finire? E soprattutto sono preoccupazioni con una base di fondamento? In ultimo quando avverrà questa riforma? David Busato |