SANITA’ IN TOSCANA. TAGLIO POSTI LETTO ANCHE A NOTTOLA E ALLE SCOTTE ENTRO L’ANNO?

Lo afferma il Consigliere regionale di Più Toscana, Gianluca Lazzeri.
SIENA – Entro l’anno ci sarà un taglio dei posti letto all’Ospedale Le Scotte di Siena? A rischio sarebbero anche Poggibonsi e Nottola? Il dubbio, che potrebbe diventare certezza, se lo chiede il Consigliere regionale del gruppo di Più Toscana, Gianluca Lazzeri. La sanità toscana, in questi giorni, è nel mirino: Grosseto, Orbetello, Lucca. Casi di malasanità ed ora l’ipotesi del taglio dei posti letto che periodicamente riaffiora. Negli ultimi giorni, anche la notizia della possibile chiusura di altri ospedali nel senese, tra cui Abbadia San Salvatore, con la conseguente levata di scudi dei rispettivi Sindaci. Sul discorso sanità in Toscana c’è anche la rilevante questione delle centrali operative del 118. Su questo ed altri aspetti della sanità toscana abbiamo sentito il Consigliere regionale Lazzeri.
1) L’ ipotesi chiusura degli ospedali in Toscana e levata di scudi dei sindaci dei comuni coinvolti
Il 25 ottobre 2012 l’Assessore alla Sanità Luigi Marroni ha presentato la bozza della delibera sulla riorganizzazione del sistema sanitario toscano che ipotizzava 2.000 posti letto in meno. L’intervento annunciato nella bozza infatti abbassava il parametro dei posti letto ogni 1000 abitanti riducendolo da 3,7 a 3,15, accompagnando questa variazione alla direttiva di intervenire dove la percentuale di occupazione dei posti letto fosse inferiore all’85%.
Nel dicembre 2012 al momento del licenziamento della delibera di Giunta (la 1235) l’ipotesi di taglio di 2.000 posti letto sparisce, mentre tutto il resto rimane invariato. Da questo momento in poi per noi si è aperta una verifica Asl per Asl per cercare di individuare quali e quanti sarebbero stati i posti letto ad essere tagliati.
Non credo che “domani” verrà formalizzata la chiusura di qualche ospedale nella nostra regione ma temo che ci sia in atto un percorso per depotenziare lentamente i presidi ospedalieri portandoli quindi alla morte per asfissia. Magari inserendo nelle strutture altri soggetti sanitari. Un esempio su tutti? Le Case della Salute. A questo proposito è emblematica la battaglia del sindaco di Volterra che teme che la Casa della Salute nel ospedale della sua città sia il cavallo di Troia per smantellarlo dall’interno. L’inserimento delle Case della Salute nei presidi ospedalieri infatti potrebbe causare una riduzione di quei criteri che vengono ritenuti necessari alla luce della spending review nazionale.
2) Ipotesi di tagli posti letto alle Scotte e a Nottola…
Per quanto riguarda la situazione nel senese Le Scotte possiede 709 posti letto ordinari con un tasso di occupazione del 70%. L’ospedale di Poggibonsi 169 posti letto ordinari con un tasso di occupazione del 67% mentre quello di Nottola 144 posti letto ordinari con un tasso di occupazione del 67%. Stando ai criteri presentati dalla Giunta nella delibera sulla riorganizzazione dunque questi ospedali sarebbero soggetti a tagli perché inferiori al tasso di occupazione dell’85%. Lo stesso vale per l’ospedale dell’Amiata con 26 posti letto e un tasso di occupazione del 59%. Si tratta comunque di strutture con costi fissi rilevanti come si vede dagli esempi di Nottola e Le Scotte:
Nottola
– totale costi della struttura 46.396.000 euro di cui:
– prodotti farmaceutici 1.624.000 euro;
– personale sanitario 20.903.000 euro;
– personale ruolo tecnico 2.234.000 euro;
– personale ruolo amministrativo 1.875.000 euro;
– cancelleria e supporti informatici 70.000 euro;
Le Scotte
– totale costi della struttura 279.551.000 euro di cui:
– prodotti farmaceutici 32.060.000 euro;
– personale sanitario 95.029.000 euro ;
– personale ruolo tecnico 18.950.000 euro;
– personale ruolo amministrativo 6.540.000 euro;
– cancelleria e supporti informatici 550.000 euro;
Costi che ci dimostrano che si potrebbe agire su altre leve per risparmiare come la riduzione dei direttori generali o i tagli alla macchina amministrativa anziché eliminare posti letto.
3) Questione riforma sanità Toscana e le centrali operative del 118
Venendo invece alla questione sulla centrale del 118, la riorganizzazione sanitaria prevista da Marroni individua anche l’unificazione dei laboratori e la riorganizzazione delle centrali 118. La riorganizzazione ha portato a un braccio di ferro sulla collocazione: si è aperto un dibattito sulla collocazione delle centrali che saranno ridotte ad una per area vasta (3 centrali) o ad una unica su tutto il territorio regionale. Mentre oggi sono una per ogni Asl. Io credo che la soluzione delle 3 centrali sia possibile e che la scelta sul loro posizionamento non vanifichi la professionalità e gli investimenti fatti fino a oggi. In pratica dobbiamo verificare attualmente quale sia la sede tecnicamente più all’avanguardia sulla quale siano stati investite maggiori risorse. In questo senso Siena è un candidato con degli assi nella manica come i 3.121.407 di euro investiti dall’Estav Sud-Est nella realizzazione di un sistema tecnologico per la gestione delle centrali operative di area vasta. Se al contrario prevarrà la logica partitica temo che sia proprio Siena a farne le spese.
David Busato