IL GOVERNO METTE IN VENDITA LA TENUTA CONFISCATA ALLA MAFIA, LA SINISTRA SENESE PROTESTA. L’8 SETTEMBRE MANIFESTAZIONE A MONTERONI D’ARBIA

venerdì 30th, agosto 2013 / 18:22
IL GOVERNO METTE IN VENDITA LA TENUTA CONFISCATA ALLA MAFIA, LA SINISTRA SENESE PROTESTA. L’8 SETTEMBRE MANIFESTAZIONE A MONTERONI D’ARBIA
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MONTERONI D’ARBIA – Fu il sequestro più imponente e importante fatto in Toscana di beni della mafia. Una grande tenuta agricola con villa gentilizia, poderi, terreni per centinaia di ettari. Parliamo della tenuta di Suvignano nel comune di Monteroni d’Arbia, sequestrata alla criminalità organizzata nel 1994, poco dopo le stragi che videro cadere Falcone e Borsellino e quella dell’anno dopo a Firenze, in via dei Georgofili. Beni della mafia in Toscana e in provincia di Siena. Questo per dire che la mafia ha da tempo messo radici anche da queste parti. Primapagina, nel suo piccolo, tenne un convegno sull’argomento nel 1992. Qualcuno, anche a sinistra, disse che stavamo denigrando il territorio…

Ma torniamo alla tenuta di Suvignano. Il Comune, la Provincia, di concerto con la regione Toscana avevano in progetto di trasformarla in una grande occasione di sviluppo, di lavoro, oltre che “testimonial” della lotta alla criminalità. Su questo sembrava d’accordo anche il governo. Che poi ha fatto marcia indietro. Nei giorni scorsi infatti è stata annunciata, da parte del ministro Cancellieri la messa in vendita della tenuta. Al miglior offerente. In barba ai progetti del comune, della provincia, della Regione e anche agli impegni precedentemente assunti dall’escutivo. La decisione ha scatenato una serie di reazioni, sconcertate, del sindaco di Monteroni, del presidente della Provincia Bezzini, di alcuni parlamentari senesi che temono non solo di dover rinunciare ai progetti in cantiere, ma anche che a ricomprare la tenuta sia proprio la mafia…

Il Pd, diviso su tutto, almeno su questo, sembra essere compatto. A Siena e non solo a Siena.  Domenica 8 settembre si terrà a Monteroin d’Arbia una grande manifestazione di protesta contro il governo e la messa in vendita della tenuta di Suvignano, sotto lo slogan: “Riprendiamoci Suvignano. No alla vendita, sì alla legalità”. Ci saranno esponenti della Regione, della Provincia, sindaci e assessori di molti comuni.  Il Comune di Chiusi, per esempio, con un comunicato di oggi, fa sapere che alla manifestazione dsarà rappresentato dall’assessore al bilancio Yuri Bettollini e da alcuni consiglieri comunali i quali saranno “esentati” dalla partecipazione ai Ruzzi della Conca, in programma nella stessa data.

“Questo evento –dichiarano il sindaco Stefano Scaramelli e l’assessore Bettollini – ha una importanza cruciale per le politiche di amministrazione dei beni confiscati alla mafia. Il concetto del miglior offerente non può infatti essere l’unico parametro al quale fare riferimento altrimenti il rischio è quello di infiltrazioni criminali. Per questo sosteniamo con forza e parteciperemo attivamente a questa manifestazione ed auspichiamo una grande adesione collettiva così da suscitare una grande attenzione su questo tema e magari smuovere anche le poltrone di Governo e Parlamento che invece di prendere decisioni sconsiderate come ultimamente fatto potrebbero per una volta fare qualche cosa di buono per il Paese.”

La manifestazione di Monteroni contro la vendita di Suvignano ricorda, per le modalità di convocazione e per le adesioni, un’altra grande manifestazione che si tenne nel l’agosto 1980 a Rapolano. Allora si trattava di dire no ai missili Cruise e Pershing che, nella sembrava l’esercito italiano volesse dislocare proprio  nella base militare di Rapolano. Anche allora decine di migliaia di persone arrivate da tutta Italia sfilarono per una causa giusta e per rimarcare e sottolineare l’articolo 11 della Costituzione (“L’Italia ripudia a guerra…” ). L’8 settembre si tratterà di riaffermare un principio di legalità e il diritto a riportare alla produzione i beni confiscati alla mafia…

La battaglia del sindaco di Monteroni e dei suoi colleghi ci sembra una battaglia giusta. In questo caso siamo con loro, senza se e senza ma.

 

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