CHIUSI, I 5 STELLE PARLANO DI BANCHE. E BETTOLLINI RILANCIA UN’IDEA DI PRIMAPAGINA: GLI STATI GENERALI DELLA CULTURA

CHIUSI – Questa sera alla sala San Francesco si parla di banche. Di Banca Etruria e di Monte dei Paschi di sicuro. Delle fusioni tra le Bcc non si sa. E’ probabile. L’iniziativa è dei 5 Stelle locali che, ancora una volta scelgono un tema molto sentito, ma non propriamente e squisitamente locale. Fanno campagna elettorale, naturalmente. Ma la prendono larga. Come sui rifiuti e la sanità. Come dicevamo, però, il tema è caldo assai. Rovente. Il Monte dei Paschi è sull’orlo del baratro e il titolo è in picchiata; i contatti del padre della ministra Boschi, in qualità di dirigente di Banca Etruria, con il faccendiere piduista Flavio Carboni gettano ombre ancora più sinistre (sinistre, non “di sinistra”) e oscure sulla vicenda. E, diciamolo, anche sul Governo, perché se i genitori e i parenti non si scelgono, gli amici e i “consigliori” sì, quelli si possono scegliere. E i genitori di Renzi e della Boschi non li hanno scelti proprio tra i migliori e più specchiati a quanto pare…
Sia Mps che Banca Etruria sono due banche del territorio. Chiusi, per il fatto che voterà a primavera, può diventare campo di battaglia anche su questioni di più ampio respiro, che vanno al di là dei confini comunali. E i 5 Stelle fanno sapere che loro in campo ci sono. Il fatto che abbiamo scelto finora temi più ampi lascia intendere che puntino più al voto di opinione, sulle grandi questioni, piuttosto che su argomenti strettamente locali. Se sia una strategia vincente o meno, si vedrà.
Intanto anche il vicesindaco reggente e (salvo sorprese) candidato in pectore del Pd Juri Bettollini ha fatto la sua prima mossa. E ha aperto ufficialmente la sua campagna elettorale. Lo ha fatto ieri con una intervista ad una tv locale, senza infingimenti. Lo ha detto chiaro che è già in corsa anche lui. Se il Pd e la coalizione di centro sinistra (che di fatto non esiste più) lo candideranno a sindaco. Bettollini naturalmente ci spera. Non lo nasconde. Sta lavorando sodo per farsi trovare pronto. Le motivazioni, come si dice in gergo sportivo, sono a mille… Rispondendo alle domande, per la verità piuttosto morbide, della conduttrice, Bettolini ha annunciato l’imminente gara di appalto per la costruzione del nuovo palasport; la possibilità, mai avuta fino ad ora, di intervenire sull’area della Fornace, la messa a punto del progetto, lanciato dai sindaci di Venezia e Firenze, per inserire Chiusi in un circuito turistico nazionale, basato sul treno con la possibilità di qualche fermata di treni av, dopo i lavori di adeguamento della stazione, promessi da RFI… Poi, in chiusura, come una delle “priorità” su cui vuol lavorare, ha annunciato “gli stati generali della cultura e dell’arte“, per fare il punto della situazione e valorizzare le risorse e le eccellenze che Chiusi può vantare in questo settore. Non ha detto Bettollini, né l’intervistatrice glielo ha fatto notare, che la proposta degli Stati generali non è cosa nuova. Nè può essere sbandierata come tale.
Fu primapagina ad avanzarla per prima nel 2012, un anno dopo l’insediamento di Scaramelli e Bettolini alla guida del Comune. Allora nessun soggetto ufficiale la riprese. Nè il Comune, né la Fondazione Orizzonti, né le opposizioni. Molti fecero orecchi da mercante. Ci fu, anche tra le opposizioni, chi disse che non poteva farsi dettare l’agenda da un giornale… Fatto sta che la proposta, più volte ribadita e rilanciata da queste colonne, non fu mai accolta. Ora Juri Bettolini la fa sua e la lancia dagli schermi televisivi come un appuntamento irrinunciabile. E’ il primo a farlo, e se anche non ha citato la fonte, va bene lo stesso. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Anche se 4 anni non sono pochi.
Ma… a cosa servono gli stati generali della cultura e dell’arte? Secondo quella che era la nostra idea, a fare l’inventario delle risorse (materiali, umane, archeologiche, artistiche, musicali), a valutare le iniziative e gli eventi per capire quali funzionano e quali no; a fare una verifica sulla gestione delle strutture, degli eventi stessi (come il festival Orizzonti o Ragazzi in Gamba o la stagione teatrale) e poi a mettere in fila qualche idea per rendere produttive le risorse disponibili e farle diventare da giacimento latente, un motore pulsante.
Perché, diciamolo, Chiusi ha bisogno di ritrovare qualche occasione di rilancio della propria economia, ma soprattutto deve ritrovare la propria identità, un senso di comunità. E in un paese come Chiusi, la risorsa principale, l’unica in grado di dare la “scossa” non può che essere la cultura, ovvero l’arte, il patrimonio storico, ma anche il teatro e i teatranti, la musica e i musicisti… La vitalità culturale è una condizione essenziale per qualsiasi ipotesi di ripresa.
L’annuncio degli Stati generali, fatto da Bettolini puzza di campagna elettorale? Sì. Ma se l’imminenza delle elezioni serve a fare qualcosa di utile (un tempo si asfaltavano le strade), ben vengano le elezioni. E ben venga anche l’annuncio di Bettollini. Il vicesindaco si è appropriato indebitamente di un’idea non sua? Non importa, pazienza. L’importante è che dia seguito all’annuncio. Se vorrà o ce lo chiederà potremmo dare anche una mano a organizzarli gli Stati Generali… Altrimenti parteciperemo e diremo la nostra, come tutti gli altri soggetti interessati.
Noi siamo ancora convinti che serva un confronto sulla cultura e sulla gestione e organizzazione della cultura. E poi magari anche sull’economia, sullo sport ecc. Il confronto non fa mai male. Purtroppo a Chiusi, ma non solo a Chiusi, se ne è persa l’abitudine.
m.l.
L’intervista a Bettollini è stato un bell’esempio di televisione plurastica e imparziale e di informazione al servizio dei cittadini, le premesse cioè con cui era nata la nuova emittente che l’ha mandata in onda e che sta dimostrando di rispettare in pieno.
Praticamente pura propaganda elettorale senza nessun contraddittorio in cui l’intervistato, probabilmente futuro candidato sindaco di Chiusi, ha potuto dire a suo piacimento tutto ciò che ha voluto.
D’altronde i diversi incarichi a pagamento che l’emittente riceve dal comune, un assessore e l’addetto stampa del comune collaboratori della stessa forse un poco aiutano.
Purtroppo i conflitti di interesse sono solo un brutto ricordo del periodo berlusconiano, nati e morti con lui.
Ma di quale cultura vogliamo parlare?
Altro che stati generali.
Qui serve prima una rinascita perché la cultura non è solo la lettura di qualche libro o la visione di qualche spettacolo, ma è una questione di dna, di vita, di comportamenti e soprattutto di rispetto delle regole democratiche, anche quelle non scritte, che prima vanno conosciute, comprese, e condivise e poi vanno applicate nel segno soprattutto delle pari opportunità.
Sono anni che l’informazione locale, sia televisiva che cartacea è in larga misura paludata e “a gettone”. Con una preoccupante commistione tra addetti stampa istituzionali e funzioni redazionali nelle varie testate. Come primapagina, su queste questioni abbiamo organizzato meeting, convegni e confronti. Ma l’andazzo, come giustamente rilevi tu, Giorgio, continua come se niente fosse. I politici e i candidati alle elezioni se ne servono, sfruttano l’occasione e l’opportunità e dovrebbero fare più attenzione nella gestione dei propri uffici stampa. Ma non è colpa loro se le tv e i giornali si autoriducono al ruolo di semplici passacarte e grancasse del potere.Detto questo, siamo sempre dell’opinione che gli Stati generali della cultura, che sia Bettollini o altri a proporli, siano una necessità, anche per fare il punto della situazione. E per parlare anche si queste cose…
Puzza assai di campagna, elettorale, non rurale. Se si riesce a fare oltre che a promettere e sbandierare, sono d’accordo, ben venga. Ma i dubbi sulla realizzazione sono tanti, milioni di milioni…
Nominalmente sarebbe cosa giusta credo il punto sullo stato della cultura,ma come Giorgio Cioncoloni ha sottolineato da quale pulpito venga la predica,ritengo che ci sia proprio poco da sperare,non tanto dalle parole che possono venir dette-quelle guarda caso sono sempre giuste, ad hoc, mirate, calibrate, ecc ecc- ma il difficile è farle seguire dai fatti.Con la mancanza di risorse e con le strutture messe in piedi indebitate per le gestioni fallimentari cosa si pensa che chiamare una band o due faccia ”cultura” ? Secondo me se non cambia alla radice la sorgente – e lo dovrebbe fare la gente non il padrone del terreno che non lo farà mai- il flusso dell’acqua diventerà sempre più asfittico, consumerà risorse come è gia stato fatto, si barcamenerà ma con una tendenza al non richiamo partecipativo di gente.Io credo che se non si conta sulle proprie forze e se si attenda che dall’alto vengano prese iniziative( in particolare parlo del flusso dei soldi ) si attenda invano.Ecco perchè è una situazione già vista questa e come dice Giorgio purtroppo è pura propaganda elettorale e neanche tanto vispa.La ragione risiede in quel DNA che Giorgio ha detto.ma non ci sarebbe nemmeno da dirlo perchè è tanto evidente.Quindi il bisogno di farli gli stati generali della cultura ci sarebbe ma prima la sorgente dovrebbe cambiare vena, sennò quell’acqua che emette è imbevibile, servirebbe per annaffiare un orto solo,ed anche male, perchè le piante da quell’orto crescerebbero storte e verrebbero attaccate dai parassiti saprofiti, sempre pronti ad inserirsi, a profittare, a prospettare, per poi in nome della socialità prosperare e condizionare inviando in altre direzioni la politica.Le menti raffinate esistono sempre perchè pensano politicamente,ed esistono perchè quelle povere e trucide che sono dipiù,glielo permettono.Ma anche fra quelle povere e trucide ci sarebbero quelle che pensano politicamente, ma la loro genesi nel tempo è caduta in disgrazia perchè ritenevano di poter assurgere ad altri livelli nella scala politico-sociale.Il guaio loro è che si ritrovano col ditino alzato a non riflettere sui loro errori.E da lì la cittadinanza sconta il Gap di ogni natura: economica, sociale, ma soprattutto CULTURALE ! Ma la colpa prncipale- se colpa si vuol chiamare- è quella di questa cittadinanza ”.I boccaloni” non ci sono solo al lago , ma vivono anche fuori dall’acqua.
Non sono d’accordo. Una discussione ampia sulle risorse e sulla gestione del patrimonio e degli eventi in un paese come Chiusi serve, anzi è indispensabile. Lo abbiamo proposto noi di primapagina, 4 anni fa. Per 4 anni tutti hanno fatto finta di niente, comprese le opposizioni, che evidentemente avevano altre priorità (se tale discussione fosse stata fatta a suo tempo, ad esempio, la Fondazione Orizzonti avrebbe operato come ha operato?). Ora che Bettollini, sia pure per propaganda elettorale, fa propria quel’idea e dice di volerla fare quella discussione, che facciamo, gli diciamo di no, solo perché lui fa propaganda? Siamo seri… Possono anche portare a niente gli Stati generali della cultura, ma se non si fanno, la situazione migliora? Se si fanno, forse…Quindi io resto dell’idea che si debbano fare. Esattamente come 4 anni fa. E poi fare la stessa cosa sull’economia, sullo sport, sul turismo…