LARS ROCK: BUONA LA PRIMA DI UN FESTIVAL PARTICOLARE. E STASERA THE SOFT MOON A CHIUSI

CHIUSI – C’era un bel po’ di gente eri sera alla prima delle due date del Lars Rock Fest a Chiusi Scalo. Non ancora quella che affolla i festival di Acquaviva o Chianciano (forse nemmeno Ponticelli), ma gli organizzatori il primo scoglio l’hanno superato, diciamo pure con successo. Ha funzionato lo street food, ma anche la musica. E se i primi due gruppi, Drink to Me e Crayton Made Army, più “tecno” che rock hanno lasciato il parterre un po’ perplesso (ma dove li trovano questi? era la domanda più ricorrente), la Unknown Mortal Orchestra ha portato dagli Usa, vento fresco, rock fresco, sempre un po’ “particolare” e elettronico, piuttosto distante dai canoni del rock classico (che non è una contraddizione in terminis) anni ’60-70, ma comunque rock, e di ottimo livello. Ascoltabile e gradevole anche per chi è rimasto ai Led Zeppelin, ai Pink Floyd o, se proprio vogliamo andare oltre i mitici seventies, ai Clash o agli U2…
Stasera, seconda puntata, con un altro gruppo d’oltreoceano. The Soft Moon con la loro musica martellante e vagamente psichedelica. La luna sarà dolce (soft) insomma sul cielo di Chiusi e sul Palco del Lars Rock fest, la musica un po’ meno. Anzi pare bella tosta. E se no che festival rock sarebbe?
E quello di Chiusi è un festival particolare, per la proposta musicale, piuttosto originale e di nicchia , ma non banale e anche per il tipo di organizzazione. Di solito ad organizzare i festival rock sono gruppi o associazioni giovanili magari politicamente un po’ border line, tendenti all’alternativo, o comunque controcorrente e fuori del coro… a Chiusi ci sono sì molti giovani, alcuni anche politicamente fuori dal coro, diciamo pure di… opposizione. Ma nel gruppo GEC (Gruppo Effetti Collaterali) che dalla seconda edizione nel 2013, tira le fila dell’evento ci sono anche la neo presidente della Fondazione Orizzonti Silva Pompili, brillante imprenditrice che non si è fatta problemi a mettersi alla cassa a fare gli scontrini; c’è il “lider maximo” e supervisore generale Giannetto Marchettini, cinquantenne dirigente della Confindustria locale e nazionale; c’è Stefano Marcantonini che ha fatto l’assessore fino al 2011 e poi Andrea Micheletti e Gianluca Sonnini che invece assessori lo sono ancora (il secondo era pure vicesindaco fino a due settimane fa, poi il sindaco uscente e neo consigliere regionale Scaramelli lo ha bellamente giubilato… E lui, giustamente si è si è dato al rock). Poi c’è Alessandro Sambucari che è l’esperto, il deus ex machina, quello che va a scovare gli artisti e che con due baiocchi deve fare miracoli e moltiplicarli come i pani e i pesci…
E così a Chiusi, in nome del rock, un piccolo compromesso storico tra mondi diversi e generazioni diverse è riuscito. E anche il Lars Rock Fest cresce. Il problema è capire cosa lascia, e se lascia qualcosa, come sedimento, alla città. Che impatto ha sulla gente, sulla cultura musicale dei giovani e dei meno giovani… La riuscita di un festival non si misura solo dalla platea più o meno piena…
Seconda serata meglio della prima. Più gente in generale e soprattutto più gente sotto al palco ad ascoltare la musica, che ai tavoli dello street food… Molta gente venuta da fuori, ma anche chiusini che la prima sera si erano visti poco. Potenza del… sabato? o del rock? Probabilmente l’una e l’altra. Il primo gruppo Squadra Omega aveva poco a che fare con il rock, ma pazienza. Il secondo, quello dei fiorentini Go!Zilla ha proposto invece un rock robusto, piuttosto metal, mentre gli attesi Soft Moon arrivati dall’America, hanno suonato per un’oretta la loro musica ossessiva e martellante vagamente psichedelica e un po’ dark-punk… Una musica particolare cui bisogna abituare l’orecchio. E i festival servono anche a questo… Gli organizzatori possono ritenersi soddisfatti. La proposta musicale può risultare ostica a qualcuno, può non piacere ai cultori del rock d’antan, e forse si può, in futuro anche migliorare e magari accontentare pure gli orfani dei Led Zeppelin , di Jimi Hendrix o dei Deep Purple… Ma è comunque decisamente meglio del liscio suonato da orchestrine che fanno finta di suonare.
Caro Marco, innanzitutto grazie per l’attenzione stima ed amicizia con cui ci segui, anche con l’occhio critico del giornalista e grazie per essere stato al lars fino all’ultimo per valutare le nostre proposte musicali che hai ascoltato con curiosità anche se sei tuoi gusti musicali ( che peraltro condivido) si richiamano più al rock degli anni 70. Come hai visto poi sabato -ma anche la sera prima- il grande pubblico è arrivato e abbiamo traguardato i festival vicini che tu hai citato. Ma non è sui numeri ( che sono stati enormi e ti confesso a volte ci hanno messo a dura prova nei due giorni di festival) che mi piace intervenire quanto al tuo interessante spunto con cui chiudi il tuo articolo “Il Lars Rock Fest cresce, Il problema è capire cosa lascia, e se lascia qualcosa, come sedimento, alla città. Che impatto ha sulla gente, sulla cultura musicale dei giovani e dei meno giovani” Noi del Gruppo Effetti Collaterali e credo piu in generale la Fondazione Orizzonti d’Arte siamo talmente convinti di quanto asserisci che la riuscita di un festival non si misura solo dalla platea più o meno piena, che abbiamo proposto quest’anno non solo dei concerti ma anche altri eventi collaterali dedicati alla riflessione, conoscenza ed apprendimento
A partire dai più piccoli con un laboratorio di bambini che sabato pomeriggio hanno disegnato e colorato magliette.
Fino ad uno spazio dedicato alla letteratura ispirata al rock (tenutosi in una spiaggia artificiale) , con la presentazione di due libri “Rock in Love” e “Ne so una più del diavolo. Canzoni rock nate sotto il segno della croce” alla presenza di autori e commentatori fino a momenti di arti visive non convenzionali con il laboratorio di t: Zendo de Melo, tatuatore brasiliano, da vent’anni in prima linea nella diffusione del tatuaggio artistico con lavori a mano libera e disegni personalizzati, ed il live painting su T-shirt con Daniele Pampanelli e Matteo Gaggia, disegnatori e illustratori di fama nazionale, con un laboratorio che in diretta disegnava T-shirt ispirati dalla serata del festival. Con le magliette abbiamo fatto un piccolo ricavato che daremo ad Emergency
Il Lars ha visto impegnati oltre 60 ragazze e ragazzi di Chiusi e paesi vicinori che hanno lavorato a fianco a fianco per fare un festival all’ altezza nel pieno rispetto dell’ambiente
Ci hanno aiutato alcuni ragazzi di casa Famiglia tutti muniti di casacca (maglietta) integrati ed accolti
Il Confronto e la voglia di attivarsi per il bene comune e la cultura travalica in nostro senso di appartenenza e collocazioni. Il gruppo è libero ed aperto a chiunque voglia parteciparvi, le collaborazioni e le sinergie sono con tutte le associazioni vogliose di collaborare
Il rispetto e l’educazione aiuta a superare età diverse, collocazioni lavorative e sociali e tutto il resto.
Conosci per aver partecipato quello che Come Gec abbiamo fatto nello scorso inverno, concerti in locali della zona presentazione di libri a tema musicale e non, rassegne cinematografiche.
Come vedi Marco il problema che tu hai sollevato non l’abbiamo del tutto risolto ma ce lo siamo posto e lo stiamo affrontando sia con quanto fatto in questi pochi mesi di vita del Ass. Gruppo Effetti Collaterali, sia con quanto faremo nei prossimi mesi sia autonomamente (ti preannuncio due iniziative legati al rock a Cetona in fine Agosto) e sia in appoggio alla Fondazione Orizzonti che a breve partirà con Orizzonti.
Tu mi raccomando continuaci a seguire, collaborare e se serve a pungolarci