UN MEGA IMPIANTO ZOOTECNICO TRA I LAGHI DI CHIUSI E MONTEPULCIANO, MA IN TERRITORIO CASTIGLIONESE. BATINO: MASSIMA ATTENZIONE ALLE NORME. SCARAMELLI: UNA GRANDE OPPORTUNITA’

CASTIGLIONE DEL LAGO – La località Passo alla Querce non è una località qualunque. Il toponimo ricorda che lì c’era un “passo”, un attraversamento della palude della Chiana. E forse anche un antico “check point” di confine tra Toscana e Umbria. Il luogo si trova infatti al confine tra i Comuni di Chiusi e Castiglione del Lago e a metà strada, più o meno tra i due laghi di Chiusi e di Montepulciano, vicino al canale che li collega e sulla strada che porta al Trasimeno passando da Porto e Gioiella. Ecco proprio nei pressi di Passo alla Querce, dove già c’è un grande deposito di rifiuti speciali di origine agricola, potrebbe presto vedere la luce, una grande stalla per bovini. Anzi rivedere la luce, perché in passato una già ce n’era. Si tratterebbe di un impianto zootecnico per alcune centinaia di capi, che potrebbe ridare fiato ad una attività un tempo fiorente, ma via via quasi scomparsa, ma anche creare qualche problema di impatto ambientale. Soprattutto in relazione alla vicinanza dei due laghi e del canale che li mette in comunicazione. E anche alla vicinanza al “Sentiero della bonifica”, una dei percorsi turistici più frequentati.
L’impianto sorgerebbe in territorio del Comune di Castiglione del Lago, ma praticamente sul confine con Chiusi. Anzi parte dei terreni da utilizzare sarebbero in terra chiusina. Il progetto per la riattivazione delle vecchie stalle, con ristrutturazione completa del complesso per renderlo adeguato ai tempi e alle norme vigenti, è stato presentato al Comune umbro nei giorni scorsi, ma “non è ancora stato valutato”, dicono all’ufficio tecnico. E il sindaco Batino spiega che la sua amministrazione guarda “con favore alle iniziative imprenditoriali che possono creare lavoro e reddito, ma l’attenzione alle normative in tema di sicurezza e di tutela e salvaguardia ambientale sarà come sempre massima”.
“L’ambiente e il territorio sono l’unica risorsa che abbiamo e si tratta di una risorsa molto delicata, quindi valuteremo bene il tutto e solo se ci saranno tutti i presupposti daremo le necessarie autorizzazioni”, aggiunge il sindaco castiglionese.
Anche il sindaco di Chiusi Scaramelli conferma i movimenti in atto: “Conosco l’imprenditore in questione, so che ha un progetto che può creare più di 100 posti di lavoro e grandi opportunità sia per l’area del Trasimeno che per la zona di Chiusi. Si tratta di animai, non di industrie insalubri!” dice il primo cittadino chiusino indaffaratissimo per la campagna elettorale regionale che lo vede candidato del Pd.
Vero, si tratta di animali, bovini per l’esattezza. Ma anche gli impianti zootecnici sono considerati “insalubri”, quindi vanno costruiti, gestiti e monitorati con grande attenzione.
E se, nella zona di Montallese, la più vicina alla località Passo alla Querce, c’è chi teme per le conseguenze ambientali della mega stalla, l’atteggiamento del sindaco Scaramelli sembra molto diverso, in questo caso, rispetto a quello che tenne due anni fa quando minacciò di andare ad occupare il Comune di Castiglione del Lago se il suo collega Batino avesse autorizzato un impianto a biomasse in località le Coste, sempre al confine con Chiusi ma sul versante sud… Stavolta Scaramelli sembra più possibilista, più pacato, addirittura favorevole a prescindere. Nemmeno una richiesta di chiarimento o di coinvolgimento è partita dal Comune di Chiusi all’indirizzo del Comune di Castiglione del Lago.
L’imprenditore in questione risulta titolare di varie attività, nel nord Italia e all’estero e ha legami familiari con Chiusi, più che con Castiglione del Lago. Anche la vecchia stalla e gran parte dei terreni erano di proprietà di un imprenditore chiusino in passato, ma non sarà questo il motivo dell’atteggiamento più soft e meno bellicoso dell’amministrazione Scaramelli. Certo però, la differenza nel modo di affrontare la questione salta agli occhi.
Batino e Scaramelli non si amano. E non parlano molto tra loro. Ma sono entrambi del Pd, anche se su posizioni diverse, e i due comuni, comunque faranno bene a confrontarsi su questa vicenda per non trovarsi poi l’un contro l’altro armato. E soprattutto per non far trovare i cittadini davanti a fatti compiuti, senza che ci sia stata la necessaria informazione e chiarezza. E se Scaramelli, tra un mese se ne andrà in Regione, toccherà al vice sindaco Sonnini, sul versante chiusino, prendere l’iniziativa. Lui non è renziano e forse con Batino si intenderà meglio…
Beh, certe problematiche che sollevi tu Marco esistono, anche se un allevamento di bovini non è un impianto a biomasse.Ma quello che secondo me salta più agli occhi è l’indifferenza e la superficialità con la quale ci si adegua a qualsiasi situazione. Se una azienda dà lavoro è senz’altro la benvenuta ma secondo il mio parere una cosa occorrerebbe tener presente: che nell’economia di oggi prima viene il profitto poi in secondo luogo si prendono in considerazione le conseguenze, e devo dirti rimango molto sospettoso quando le autorità politiche traboccano di fiducia e parlano del rispetto dei vincoli ambientali. In questo caso perchè tali vincoli dipendono sì da leggi e dall’osservanza di queste ma oggi dal momento che la politica
piega tutto a suo piacimento minimizzando quando fa comodo a qualche partito e magari per scopi elettorali produce anche
” sparate” come il fatto successo della possibilità dell’installazione dell’impianto a biomasse a ridosso della zona lacustre in cui il nostro sindaco sì schierò platealmente con chi protestava,questo non fa altro che dirla lunga sul vaglio delle opportunità che di volta in volta si presentano all’uso e si piegano a questo a seconda dei momenti e degli scopi che si vogliano raggiungere. Ecco perchè non mi fido della politica messa in atto da questi meccanismi che sottostanno all’uso che fa piegare le condizioni a seconda degli scopi.La nostra comunità ha le leggi, le regole e le disposizioni per la salvaguarda del territorio e queste ritengo che debbano essere applicate con criteri rigidi e perizie tecniche ancora più rigide, dopodichè è solo dopo questo che vengono le condizioni per ampliare il lavoro e l’economia.Dico questo anche basandomi su quanto è stato rilevato sul problema del nichel: anche li ci sono disposizioni e regole che dovrebbero difendere il territorio ed allora com’è che si è verificato tale fatto ? Quindi vedete che ciò che inquina materialmente il territorio sono senz’altro le lavorazioni industriali e/o insediamenti produttivi e non solo, ma tutto questo è in stretto contatto con la politica e con il sistema dei soldi, in pratica è il sistema globale impostato sul profitto che rovina il patrimonio pubblico. A tale considerazione-e si scopre l’acqua calda- ci arriviamo tutti perchè gli esempi intorno in Italia ci sono, ci restano e producono inquinamento ed in taluni case anche patologie senza ritorno.Si valuti bene prima di fare tali scelte quali siano le condizioni per le quali si possano insediare tali attività, perchè il sistema del profitto ha come fine il profitto e non la sopravvivenza.Questo lo sanno tutti, ciononostante
la gente in Italia continua a morire per tali cause, ed allora come la mettiamo ? Credo che tale metro che ho detto poc’anzi e che è lapalissiano ed evidente a tutti debba essere seguito come strada principale senza mai discostarsi, nemmeno per un momento. Le ”sparate” sono ”sparate” e definiscono di per se chi le fà, ma oggi
”il futuro è già cominciato” ed è stato anche scritto :”creare,insieme,un nuovo modello di società per le terre di siena”.
In passato senz’altro ci sono stati errori e manchevolezze e non solo questo, ma sarebbe opportuno fra un po’ di tempo che i cittadini avessero la memoria un po’ più lunga di quanto l’hanno avuta fin ora.Basandosi sulle cose e le loro conseguenze,non sul fumo.In Italia di fumo e declamazioni e battute ce ne sono anche troppe. Stà lì la civiltà delle persone…..
Nell’articolo che segue, pubblicato oggi, qualche elemento di valutazione in più: https://www.primapaginachiusi.it/2015/05/corre-fare-il-sindaco-venezia-limprenditore-della-mega-stalla-tra-due-laghi/
Questa megastalla desta grosse perplessita per l’inevitabile inquinament.Conosco bene la zona e l’impianto sorge parallelo al canale maestro che collega il lago di Chiusi con quello di Momtepulciano.Checce’se ne dica a parte i favoritismi politici nella speranza di grandi posti di lavoro di cui dubito,non ci rimane che tenere gli occhi ben aperti ed eventualmente chiedere dettagliate informazioni a chi ha rilasciato le autorizzaziono verificando che tutte le prescrizioni siano seriamente rispettate.
Non mi interessa ora entrare nel merito della questione, ma una considerazione va fatta sulle dichiarazioni del sindachino “Si tratta di animali, non di industrie insalubri!”. Come si fa a svolgere il ruolo che svolge e ad aspirare a ruoli ancora più importanti e soprattutto ad avventurarsi in dichiarazioni senza avere la minima idea di cosa si stia parlando? L’allevamento animale è una delle attività più insalubri, si pensi solo alla gestione delle deiezioni e dei residui di farmaci quotidianamente somministrati. A volte, come nel gioco dell’oca, un turno fermi sarebbe meglio che voler sempre dire la propria anche a sproposito.
XLuca Scaramelli. Ormai nella politica di oggi certe occasioni sono troppo ghiotte per lasciarsele sfuggire. Fa parte dell’ormai noto genere dell’annuncio gratis.
Se si dicono sciocchezze è irrilevante.