ACQUA DI MONTEDOGLIO AL TRASIMENO IN CAMBIO DELLA STAZIONE AV A RIGUTINO, GLI ARETINI PROPONGONO IL DO UT DES A PERUGIA. COME NEL MEDIOEVO

ACQUA DI MONTEDOGLIO AL TRASIMENO IN CAMBIO DELLA STAZIONE AV A RIGUTINO, GLI ARETINI PROPONGONO IL DO UT DES A PERUGIA. COME NEL MEDIOEVO
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CHIUSI – Non sappiamo se si tratti di una “provocazione” o di un tentativo di orientare il dibattito sulla tanto discussa stazione Media Etruria per l’alta velocità, dopo il recfente incontro tra i presidenti delle regioni Umbria e Toscana a Siena. Ma sul suo profilo facebook, il presidente del Comitato SAVA di Arezzo, Matteo Galli ha pubblicato un “reel” in cui scrive testualmente: “Montedoglio per Rigutino. Noi diamo l’acqua per salvare il lago Trasimeno, ma la stazione si fa a Rigutino” (e non a Creti). La proposta di Galli, per uscire dall’impasse, sarebbe dunque quella di un do ut des, “uno scambio equo”, lo definisce. Siamo arrivati alla logica dei signorotti medievali: l’acqua della diga di Montedoglio che sarebbe manna dal cielo per il Trasimeno, in cambio dell’ok alla stazione a Rigutino, alle porte di Arezzo (12 km a sud), lasciando perdere ogni altra ipotesi, da Creti a quella di utilizzare le stazioni esistenti.

Sembra di essere tornati alla fine del ‘400, quando Chiusi, in guerra con Perugia, dopo il furto del “santo anello” (quello dello sposalizio della vergine Maria con Giuseppe, immortalato da Raffaello e dal Perugino) finito nella cattedrale di Perugia, decise, per ritorsione di deviare il corso del torrente Astrone, per non alimentare i mulini umbri e affamare i perugini…

Diciamola tutta, neanche Ascanio Della Corgna o Santaccio da Pistoia avrebbero pensato ad uno “scambio” di questo genere. Matteo Galli del Comitato Sava in sostanza propone di prendere Perugia e l’Umbria per… sete. E di convincerle a cedere sulla stazione AV a Rigutino, pur di avere l’acqua per il Trasimeno. Ovviamente ciò comportebbe per l’Umbria di rinunciare ad avere l’Alta velocità più vicina e rassegnarsi ad andare a prendere il treno nei pressi di Arezzo. A più di 70 km da Perugia… Ma poi l’acqua di Montedoglio è degli aretini?

Una cosa che emerge dalla proposta di Galli è che gli aretini non vogliono la stazione a Creti, senza spiegare perché secondo loro dovrebbe sorgere invece a Rigutino, a 12 km di distanza, quando i treni AV possono fermarsi nella stazione attuale di Arezzo, nel centro della città. Quale sarebbe la “comodità” di Rigutino, peraltro posta a sud, mentre la maggior parte dell’utenza si sposta verso nord?

Misteri gloriosi e probabilmente incoffessabili.

Intanto da Chiusi, il sindaco Sonnini, con una nota pubblicata sui social, prende atto dell’approvazone “da parte del Consiglio Regionale dell’Umbria della mozione del Partito Democratico per la realizzazione del ‘Corridoio Strategico Chiusi–Perugia’. Un’opera stradale, la Moianese, che punta a connettere in modo rapido e sicuro le aree interne con Chiusi, riconoscendo la centralità della nostra stazione ferroviaria”. “Un passo importante che rafforza il ruolo di Chiusi nella mobilità interregionale” lo definisce Sonnini. E così è. Potrebbe essere opportuna anche una “presa d’atto” istituzionale da parte del Consiglio Comunale di Chiusi.

Ovvio che il collegamento stradale Perugia-Chiusi via Pievaiola e Sp 309 ha una valenza rilevante in sé, ma ce l’ha ancora di più, se messo in relazione anche alla stazione ferroviaria, adeguata anche per l’AV. Può essere infatti la chiave per il rilancio della stazione di Chiusi-Chianciano Terme (che potrebbe assumere un nome che richiami anche Città della Pieve, l’Umbria, il Trasimeno) come hub passeggeri, ma anche come snodo per il trasporto merci, attivando il Centro Intermodale interregionale che fu avviato a costruzione con i soldi del Patto Territoriale VATO e poi abbandonato una quindicina di anni fa… Con una strada veloce da e per Perugia la struttura, a 5 km dal casello di Chiusi e a 20 da quello di Fabro, potrebbe avere il suo perché.

Lo stesso sindaco di Chiusi fa sapere che “dopo aver parlato sempre e solo di Stazione Medio Etruria, anche il Sindaco di Arezzo ha chiesto ufficialmente al Ministero più fermate dell’ Alta Velocità”. Sia ad Arezzo che a Chiusi. L’idea è quella della , su tre poli, ovvero Arezzo, Chiusi e Perugia. Questo anche perché, dice Sonnini, per fare la Media Etruria (ammesso che si faccia) ci vorranno anni, mentre i territori hanno bisogno di risposte immediate.

Al di là delle fermate dei treni AV sulle quali la battaglia continua, c’è anche il problema degli Inter City che sono stati depotenziati e che sempre più spesso vengono deviati, per varie ragioni, compresi i lavori sul tracciato, sulla linea lenta, con aggravio pesante sui tempi di percorrenza. Sonnini cita il caso dell’IC 598 che vedrebbe il tempo di percorrenza per Roma aumentare di addirittura 45 minuti, con disagi pesantissimi per i pendolari. “Siamo in contatto con gli altri sindaci della linea e stiamo facendo pressione su Regioni, Trenitalia e Ministero per trovare una soluzione. E’ una situazione inaccettabile che penalizza lavoratori, studenti e famiglie. Chi vive nelle aree interne non può essere trattato come cittadino di serie B. Rendere i collegamenti più rapidi ed efficienti è fondamentale non solo per la qualità della vita dei pendolari, ma per contrastare lo spopolamento e valorizzare davvero i nostri territori” scrive Sonnini.  E sulla questione non è solo Chiusi a protestare, ma anche Perugia e Orvieto, perché sono parecchie le situazioni simili…

L’alta velocità, al giorno d’oggi, è fondamentale, ma per stazioni come Chiusi, Orvieto, Terontola, Arezzo, Perugia, è fondamentale mantenere anche gli IC per Milano, Venezia, Napoli, Salerno, Reggio Calabria. Questi treni non possono semopre cedere il passo e dare la precedenza alle Frecce. Costituiscono l’alternativa a costi più bassi e accessibili alle Frecce e una possibilità di mobilità lungo la penisola accettabile anche sotto l’aspetto dei tempi di percorrenza. A men che non vengano continuamente deviati, depotenziati, cancellati… Poter andare da Chiusi a Milano e viceversa in  5 ore e 2 minuti, spendendo dai 25 ai 50 euro (Ic 597) è una alternativa valida al Frecciarossa; di treni del genere ne servono di più, non di meno. Tra l’altro si tratta di treni che fermano a Chiusi, ma anche a Terontola e Arezzo verso nord, e Orvieto e Orte verso sud, intercettando anche le coincidenze da e per Terni e Perugia. Ha ragione Sonnini, è una battaglia da fare e da fare tutti insieme.

Viene da notare come sulla questione si muovano in tanti. E viene da notare che la “questione stazione di Chiusi” (con annessi e connessi) sia presente in molti consessi politici e istituzionali, non solo della Valdichiana, ma anche di Arezzo, di Perugia dell’Umbria. Se ne parla ovunque, meno che a Siena. E poco a dire il vero anche a Chianciano, che pure ha il proprio nome su quello della stazione stessa. Anzi a Siena remano più o meno tutti contro: dalla sindaca Fabio al centro destra che la sostiene, dalla Confindustria alla camera di Commercio, ma anche il Pd balbetta e ancora farnetica su Creti (vedi le posizioni del professor Stefano Maggi)…

L’impressione insomma è che Chiusi i suoi alleati li troverà, se li troverà, fuori dalla provincia, lontano dal suo capoluogo. D’altra parte Siena con Chiusi non ha ma avuto un gran feeling, non fu riconoscente nemmeno nel ‘500, quando Chiusi, ultimo baluardo della repubblica senese fu l’unica roccaforte a sconfiggere gli assedianti fiorentini, papalini e imperiali, prima della disfatta di Scannagallo e della caduta della Repubblica… Dopo 500 anni è cambiato poco. Ed è davvero singolare, quasi un contrappasso, che Siena voglia la stazione non a Chiusi, ma a Creti, che non è lontana da Scannagallo…

Sabato 17 maggio a Chiusi (sala ex cinema Eden) si terrà un incontro pubblico promosso dall’Associazione (ex Comitato) Opzione Zero, proprio su questi temi:  Stazione Media Etruria, valorizzazione e rilancio delle stazioni esistenti sia per l’AV che per i collegamenti normali, centro intermodale merci, strada Chiusi-Perugia…  Sarà l’occasione per fare il punto sullo stato delle cose. E sul che fare.

 

 

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