CHIUSI, LUCA FRAZZI E LA SUA PASSIONACCIA PER I GUNNERS: COME PASSARE DUE ORE AL BAR A PARLARE DI CALCIO, MUSICA E…

lunedì 27th, marzo 2017 / 15:37
CHIUSI, LUCA FRAZZI E LA SUA PASSIONACCIA PER I GUNNERS: COME PASSARE DUE ORE AL BAR A PARLARE DI CALCIO, MUSICA E…
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CHIUSI – Ci sarà in Inghilterra un inglese tifoso dell’Inter o che so, della Fiorentina, che abita in un sobborgo di Manchester o di Liverpool e per vedere le partite della sua squadra del cuore ne fa di tutti i colori, e magar si chiude in casa, davanti allo schermo di un computer anni ’90 ad aspettarne il risultato come davanti al televideo? Forse sì o forse no.

Di sicuro in Italia c’è un tifoso sfegatato dell’Arsenal che vive in una cittadina tra Parma e Milano, ancora in Emilia, ma quasi Lombardia. La cittadina è Fidenza e lui si chiama Luca Frazzi, è del ’66, si occupa e scrive di musica, soprattuto quella underground, molto di nicchia: il “garage rock”, il punk post punk ecc. Uno che ha fatto il libraio e che per campare però deve fare l’operaio. Ed è un calciofilo incallito, antijuventino per costituzione e tifoso non dell’Inter o del Milan o della Viola che coi bianconeri hanno sempre il dente avvelenato, ma dell’Arsenal, la squadra inglese che sta sempre più o meno tra le prime 4 ma vince di rado…

Sabato scorso, nell’ambito della rassegna Gec & Book organizzata dal Gruppo Effetti Collaterali, al Bar Il Bersagliere, Frazzi (primo a destra nella foto) ci ha parlato della sua passione e della fatica (fatiche) che ha fatto per seguire i “gunners”, abitando a più di 1.000 chilometri di distanza, frequentando bar sport dove il calcio era ed è pane quotodiano, come i governi ladri e quella cosa lì, che sta all’origine del mondo, almeno secondo il pittore Gustave Courbet, ma dove a tifare Arsenal è sempre stato solo. Unico e irripetibile, ma per nulla snob o aristocratico. Strano sì, però, tanto che un editore ha voluto ripublicare un suo libro di 15 anni fa proprio su questa passione forte quanto insolita, almeno tra le nebbie della padania…

Il libro si intitola “Lontano da Higbury” che è il vecchio stadio dell’Arsenal, prima del’Emirates. Una specie di monumento, come sono spesso gli stadi inglesi. Piazzato in mezzo ad un quartiere di Londra che si immedesima nei colori, nella maglia, nella storia stessa dell’Arsenal e pur essendo zona metrolitana di una delle più grandi e cosmoplite città del mondo, in questo somiglia ad un paese di provincia, dove la squadra di calcio è l’unica punta di orgoglio. L’unica cosa che possa valere una passione…

Il racconto che Luca Frazzi, incalzato dalle domande di Matteo De Santis (La Stampa) e Gianluca Lorenzoni (Zona Cesarini), ha fatto della sua passionaccia per i Gunners è sembrato a tratti simile, molto simile, a quelli del nostro amico Riccardo Lorenzetti quando racconta le disavventure della sua Samp o anche le gesta degli improbabili campioni del Petroio o del Quercegrossa, in terza categoria o addirittura del campionato Uisp… Roba romantica alla Soriano. Insomma. frazzi 2

E Luca Frazzi, scrittore e musicologo operaio, nel senso letterale di lavoratore di fabbrica (e questa è una  notizia mica da poco), in quelle due ore al Bersagliere ci ha fatto appassionare, raccontando un calcio diverso da quello che vediamo tutti i giorni in Tv anche se, pure lui è uno di “quelli che” l’importante è vincere, non importa come. Lo ha detto chiaramente l’autore di Lontano da Higbury: “io non sono uno sportivo, sono un tifoso… e come tutti i tifosi io festeggio solo quando l’Arsenal vince, anche se con un gol di mano o di schiena, all’ultimo minuto…”.

Niente patina da fair play, niente infingimenti politically correct. Il calcio è vita e guerra. E passione primordiale. E come tale va trattato. Ha ragione Frazzi.

Certo, uno che scrive di musica, ma di una musica di cui pochi sanno, non poteva esimersi dal fare qualche accostamento tra il suo Arsenal e il rock, i due inervistatori ce l’hanno trascinato e allora ecco che ha dovuto parlare anche di un rock certo più celebrato di quello che segue lui nei garage e nei club del parmense e del piacentino o anche nei bassifondi londinesi… David Gilmour e Roger Waters, chitarrista e bassista dei Pink Floyd, Roger Daltrey, voce e leader degli Who, Mick Jagger degli Stones, Johnny Rotten dei Sex Pistols o Tony Hadley leader degli Spandau Ballet, tutti tifosi dei Gunners. Insomma Frazzi è in buona compagnia, non c’è che dire.

Verrebbe voglia di tifare Arsenal, non fosse altro per la musica di sottofondo…

E comunque, al di là di tutto, la serata al Bar Il Bersagliere è stata piacevole, come quelle dei bar di un tempo, due ore a parlare di pallone, musica e passioni forti. Tra l’altro con una partecipazione ampia e “politicamente trasversale”: c’erano due assessori comunali, diversi esponenti dei Podemos e qualcuno pure dei 5 Stelle, maggioranza e opposizioni; c’erano quelli della Polisportiva e gli “autarchici”. Essendo Frazzi emiliano, il gestore del bar – pur essendo juventino – lo ha voluto omaggiare con gnocco fritto e lambrusco. Per finire in gloria. Ed è stato piacevole anche il… terzo tempo.

m.l.

 

 

 

 

 

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