FIRENZE: TRE CARABINIERI CONDANNATI PER LA MORTE DI RICCARDO MAGHERINI

FIRENZE – Condannati per omicidio colposo tre dei quattro carabinieri che nella notte tra il 3 e 4 marzo 2014 a Borgo San Frediano, nel centro di Firenze, fermarono Riccardo Magherini, 39 anni, ex calciatore della Fiorentina che vagava per quelle vie a due passi dall’Arno. Non stava bene, era preda di un attacco di panico. Il giovane venne ammanettato, con le mani dietro la schiena e immobilizzato a terra con violenza, nonostante urlasse disperato… come testimoniarono subito alcuni passanti. Poco dopo morì “per arresto cardiocircolatorio, dovuto anche a intossicazione da cocaina associatta ad un meccanismo asfittico”. Da allora il padre, i familiari buona parte della stampa e del’opinione pubblica fiorentina non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia.
Oggi la sentenza del giudice Barbara Bilosi che ha condannato due carabinieri a 7 mesi e un terzo a 8 mesi.
Il giudice li ha dichiarati responsabili, in concorso colposo, di aver determinato la morte di Magherini. Il quarto carabiniere che ra presente è stato assolto per non aver commesso il fatto, come anche le due volontarie della Croce Rossa a bordo dell’ambulanza chiamata per soccorrere Magherini in piena crisi respiratoria.
Nel dispositivo della sentenza si afferma infatti che «dopo averlo non senza difficoltà immobilizzato e ammanettato», tennero Magherini “prono a terra”, in una «situazione idonea a ridurre la dinamica respiratoria». Insomma ci fu un eccesso da parte dei militari. L’uomo, già ammanettato e immobilizzato non poteva essere più pericoloso, hanno sempre sostenuto i legali della famiglia…
Il caso di Riccardo Magherini è simile ad altri, come quello di Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva e Michele Ferulli. Tutti cittadini che, nelle mani delle forze dell’ordine, hanno perso la vita. Per non parlare poi di Stefano Cucchi il cui avvocato Fabio Anselmo difendeva anche la famiglia Magherini.
Il senatore Pd Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama che fu uno dei primi a denunciare tutte le ombre della morte di Magherini in una iniziativa pubblica, ha detto, dopo la sentenza: «Non abbiamo sbagliato a sostenere questa battaglia per la giustizia».