Dunque il quadro politico all’interno del PD umbro si è completato, a sfidare Sandro Pasquali alle primarie fissate per l’8 e 9 giugno, per la poltrona di segretario regionale sarà l’orvietano Carlo Emanuele Trappolino, giornalista Rai news 24 ed ex parlamentare. “Ricostruire il partito nei territori attraverso la riapertura dei circoli, quindi un tornare alla politica partecipata”, è anche per Trappolino una scelta determinante insieme alla costruzione di un programma tornando a generare pensiero critico per uscire dal deserto valoriale in cui stanno sempre più scivolando le democrazie occidentali. Un vuoto generale che porta vantaggi certamente alla Destra politica che punta al ripristino di società fortemente antiegualitarie e autoritarie. Una economia deregolamentata basata sull’individuo competitivo, nessun disegno redistributivo della ricchezza, costruendo falsi nemici.
La sua lista “ Casa democratica”, è portatrice di un programma politico che mette al centro l’industria e dentro questa ci mette pure il turismo e nel documento programmatico a sostegno della sua candidatura non manca una nota critica su come questo fenomeno sociale assai rilevante per l’economia e l’occupazione, sia stato fino ad oggi gestito nella Regione. Infatti si legge: “In questi ultimi anni il turismo è stato visto come qualcosa che “accade da sé”. Un fenomeno spontaneo, magari legato a un festival, a una mostra, a un film ambientato tra le colline. Ma il turismo non è un miracolo: è un’industria. E come ogni industria, ha bisogno di strategia, innovazione, competenze, investimenti, infrastrutture”. Ed è proprio sulle infrastrutture che Trappolino fa un lungo elenco delle inefficienze con le quali da troppi anni l’Umbria deve fare i conti. Entrando nel dettaglio, tra i punti programmatici troviamo “una ferrovia regionale moderna, elettrificata e veloce, che colleghi i principali centri umbri e li renda raggiungibili con frequenze e tempi certi; un progetto strutturale per il nodo di Ponte San Giovanni; la conclusione dei lavori sulla E45; una vera integrazione tra mobilità urbana e extraurbana; l’accesso reale all’alta velocità non solo attraverso una fermata funzionale, ma tramite un sistema di trasporto regionale che porti i cittadini umbri in 30-40 minuti a qualunque hub ferroviario nazionale; la piena valorizzazione dell’aeroporto San Francesco d’Assisi, troppo spesso abbandonato a logiche di corto respiro”.
Tutto questo, perché – sostiene Trappolino – “un territorio isolato è un territorio che arretra. Non solo fisicamente, ma culturalmente, economicamente, socialmente. Perché senza connessioni non c’è futuro. E senza infrastrutture moderne, l’Umbria non può diventare il laboratorio di progresso che sogniamo”.
Sembra dunque che anche l’ex deputato orvietan sia contrario alla ipotizzata stazione in Linea per l’AV, Creti o Rigutino che sia. Manca però un qualsiasi riferimento all’isolamento di Perugia. Nè al “corridoio strategico” Perugia-Chiusi (così lo definisce la mozione presentata dal capogruppo Pd Betti e approvata di recente al Consiglio regionale) opera utile a tutta la regione e fondantale per togliere il capoluogo umbro dal suo storico isolamento. Corridoio che in parte già esiste ed è la SR 220 Pievaiola, già ampiamente ammodernata, e in parte andrebbe completato con l’adeguamento della Provinciale 309 detta “Moianese” tra Piegaro e Moiano per connettersi alla SR 71 e quindi al nodo ferroviario e stradale di Chiusi. Cosa che consentirebbe di valorizzare la stazione di Chiusi come hub anche per l’Umbria sia per l’alta velocità (la stazione è stata adeguata nel 2017 e fino al 2023 ha ospitato una fermata del Frecciarossa), sia per IC e Regionali veoci, sia per il Trasporto Merci integrato gomma-rotaia.
“Trappolino è la figura che incarna lo spirito del nostro progetto – sottolineano i promotori della sa mozione. Saprà garantire l’orizzonte di un giusto equilibrio tra l’autonomia dei territori, in un rafforzamento della struttura federale del Pd, e quella dalle istituzioni, facendo il segretario a tempo pieno. Saprà portare avanti, inoltre, un contributo importante alla ricostruzione della nostra organizzazione e rappresentare i pilastri ideali del nostro progetto: lavoro dignitoso e sicuro, istruzione pubblica e sanità universale per rimettere al centro i diritti e l’equità sociale.”
“Quello che abbiamo fatto fin qui – puntualizzano i suoi sostenitori – stabilisce già un passo nuovo: abbiamo messo in testa le idee, i contenuti, per poi scegliere, insieme, chi candidare a rappresentarle al meglio. Ora vogliamo costruire, mattone dopo mattone, una nuova Casa Democratica”. Il programma di Trappolino parla, come dicevamo, anche di industria, di Intelligenza Artificiale, della piccola e media impresa, vero tessuto connettivo dell’economia umbra; parla di scuola, “una scuola che non selezioni, ma includa, che non misuri il valore di un bambino con un voto, ma lo accompagni nel proprio percorso di crescita, che sappia accogliere e valorizzare ogni differenza. Una scuola che parli anche di ambiente, di affettività, di cittadinanza digitale, di educazione civica come pratica quotidiana e non come materia residuale”. Il confronto ora è aperto, di visioni e proposte sul Tavolo ce ne sono molte, il dibattito si preannuncia piuttosto vivace.
Quello che però molti si domandano, assistendo al confronto precongressuale, è quanti Pd esistano. Quanto i vari Pd siano compatibili tra loro.
Già sui 5 referendum dell’8-9 giugno (stessa data del congresso umbro) dentro il partito albergano posizioni diverse anche a livello nazionale, con l’ala moderata (Bonaccini, Picierno, Guerini…) che annuncia voto contrario sui quesiti sul lavoro, mentre la segretaria Schlein è per 5 sì e questa è la posizione ufficiale; su Gaza idem: ci sono posizoni decise contro il genocidio e le deportazioni messe in atto da Israele, comn depuatti che vanno in missione in Medio Oriente e c’è anche la “sinistra per Israele” con Fassino e altri che negano tutto ciò e difendono Netanyahu. Sulla guerra russo-ucraina c’è un Pd che va in piazza a chiedere pace e negoziati e un Pd che critica Giorgia Meloni non perché invia ancora armi, ma per non essere andata al tavolo con Macron e i “volenterosi”…
Insomma la sfida Pasquali-Trappolino in Umbria, che si giocherà anche sul peso dei vari territori e su questioni come quella delle infrastrutture o della sanità, ha sullo sfondo un confronto più ampio su temi più complessi ed è difficile capire da che parte sventoli la bandiera del Pd. Troppi venti, da direzioni diverse, troppe correnti, troppi spifferi nelle stanze dei democratici. Tanta è la confusione sotto il cielo. Ma i congressi si fanno apposta per chiarire le posizioni e stabilire la linea…
Renato Casaioli, Marco Lorenzoni
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