PARTE IL PROGETTO POP UP, CHIUSI CITTA’ RITROVA UN PO’ DI VITA E DI… FUTURO

domenica 04th, maggio 2025 / 15:51
PARTE IL PROGETTO POP UP, CHIUSI CITTA’ RITROVA UN PO’ DI VITA E DI… FUTURO
0 Flares 0 Flares ×

CHIUSI – Ieri pomeriggio Chiusi città sembrava un paese normale. Di quelli belli, pieni di gente. Un paese come era fino a non molto tempo fa, anche pieno di botteghe e laboratori…  C’è da sperare che sia un nuovo inizio. Che sia l’avvio di una ripresa, perché Chiusi e il suo centro storico non sono e non possono essere la ghost town desertificata degli ultimi anni.

Ieri era il giorno dell’apertura simultanea delle nuove attività che hanno risposto positivamente al progetto Pop Up, lanciato dal Comune in collaborazione con la Regione Toscana. Un progetto per la rigenerazione urbana dei centri storici (ma non solo) in xollaborazione con la Regione Toscana.. Ua rigenerazione urbana che non può e non deve essere solo in funzione del richiamo turistico, che ovviamente serve, ma per ridare fiato e vita anche alla quotidianità dei residenti. Come dicevamo, è solo l’inizio. Un primo passo. Ed è anche una “sperimentazione” perché le nuove attività sfruttano dei “bonus” e degli incentivi che dureranno 6 mesi, dopo di che potrebbe verificarsi una “scrematura”…. Vedremo. Intanto sono una quindicina i fondi che  hanno ritrovato nuova vita e che adesso ospitano delle attività artigianali, commerciali, professionali… Una quindicina di vetrine accese, di saracinesche alzate, di cose nuove da vedere o provare…. Così, di primo acchitto un risultato niente male. Ci sono attività storiche che hanno riaperto spazi espositivi e commerciali come la Ceramica Kamars in via Garibaldi o la falegnameria Coltellini (via Bonci); ci sono attività di Chiusi Scalo o di altri comuni che hanno aperto un avamposto a Chiusi città, vedi The Lab, con le sue creazioni grafiche-tipografiche o la libreria Libri Parlanti di Castiglione del Lago, che non vende solo libri, ma fa anche animazione culturale ed eventi (ottima cosa) oppure La corte del tarlo, negozio di modernariato e  C’è una agenzia di turismo slow, la Vintage Tour con noleggio di auto e vespe; ci sono alcuni “atelier” molto particolari come quello di Alice Bucelli che ti cuce cose su misura, forte della sua esperienza come costumista per il cinema, il teatro e la Tv; come “Cromatica shop”, che fa l’armocromista quindi rappersenta una buona ragione per far venire a Chiusi Elly Schlein, prossimamente; oppure “Cravates d’afrique” che propone cravatte artigianali, uniche realizzate con tessuti africani; o “Altre mani” che produce e vende capi di abbigliamento e di moda ralizzati secondo criteri di sostenibilità e responsabilità sociale… Insomma cose insolite che non si trovano dappertutto. Poi troviamo che studi fotografici (Sofia Rosamilia), di Architettura (Matteo Baglioni) o arte visiva (Medina Zabo), laboratori aristici come quello di Letizia Duchini e Stefania Pucci o lo spazio collettivo “Opere del tuo ingengno”… Infine non mancano due spazi dedicati ai piaceri del palato, come quelli del Frantoio Tistarelli (di Sarteano) e dell’Azienda agricola San Gregorio che propongono vendita e degustazioni di olio extravergine d’oliva, vino e salumi del luogo…

Si tratta di attività che possono suscitare anche un po’ di curiosità, quindi smuovere persone. Far entrare Chiusi città in un circuito di visitatori. Turisti, ma anche gente dei paesi limitrofi. Ma anche gli stessi chiusini che hanno perso l’abitudine ad uscire di casa e a vivere la propria città.

Per chiudere il cerchio manca ancora qualcosa. Manca di colmare qualche “falla” ancora rende tutto più difficile: la riapertura del Caffè Venezia, storico bar “dove si riunivano i patrioti chiusini a congiuare” (così c’è scritto in una epigrafe all’interno) che è anche in un angolo suggestivo del paese e l’aperturta di un “negozio di prossimità” che possa consentire ai residenti e ai turisti di trovare alimentari, frutta e verdura, prodotti per la casa e di uso quotidiano a costi non da boutique per milionari con la Tesla… Adesso non c’è. E per gli abitanti non è un un problema da poco.

Vedere il Caffè Venezia chiuso è una ferita. Nessuno chiede al Comune di riaprire i bar… ma il problema va risolto. Anche con qualche incentivo, se necessario, o con qualche idea “rivoluzionaria”, perché è un problema di immagine della città, non solo di quantità e qualità dei servizi offerti. Il progetto Pop Up, se andrà avanti – e ci auguriamo di sì – questi due obiettivi se li dovrà porre.

Il sindaco Sonnini, giustamente e comprensibilmente soddisfatto del risultato fin qui ottenuto e della bella giornata di ieri, dopo aver ricevuto l’assessore Regionale della Toscana Leonardo Marras (foto),  ha incontrato anche l’assessore comunale di Perugia Andrea Stafisso, il quale vorrebbe replicare l’idea del Pop Up anche nell’hinterland del capoluogo umbro che soffre il problema della desertificazione commerciale. Sono contatti importanti, è importante che Chiusi venga vista come una realtà che può far “scuola”. E per questo motivo servirà spingere sull’acceleratore anche per risolvere altre criticità, come quella legata ai collegamenti ferroviari sempre più impoveriti, al ruolo della stazione per tutto il comprensorio, al collegamento stradale rapido tra Chiusi e Perugia…

E adesso – non perché non siamo mai contenti, ma perché le cose buone vanno valorizzate  – forse varrà la pena pensare a qualcosa di simile al Pop Up di Chiusi Città, anche per Chiusi Scalo perchè la desertificazione avanza e non deve diventare irreversibile.

m.l.

 

 

 

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica
Mail YouTube