ELEZIONI REGIONALI TOSCANA, IL PD SCARICA GIANI E PUNTA SU FOSSI?

Il sasso nello stagno lo ha lan ciato Il manifesto con un articolo intitolato «Toscana laboratorio. Il Pd chiude l’era Giani». Ovviamente le reazioni non si sono fatte attendere. Tutto il Pd toscano è entrato in fibrillazione. E adesso davvero la ricandidatura di Giani per le elezioni del prossimo autunno, non è più scontata.
Da Roma (e dunque da Elly Schlein e i vertici nazionali) sarebbero partite pressioni per aprire “una nuova stagione politica” attraverso l’allargamento della coalizione ad Alleanza Verdi Sinistra (AVS) e al Movimento 5 Stelle (M5S) che nella legislkatura attuale sono fuori dalla maggioranza, dove figura invece Italia Viva.
Il PD toscano all’inizio sembrava deciso a puntare di nuovo su Eugenio Giani escludendo le primarie per un eventuale scelta tra più candidati, come richiesto ad esempio da Avs. Ma le bocce non sono ferme e i giochi potrebbero riaprirsi. In questo quadro c’è chi parla di Emiliano Fossi, segretario regionale del Pd come possibile candidato governatore, mentre a Giani potrebbe essere offerto un incarico a livello nazionale. Il classico “promuoveatur ut amoveatur”…
Nelle file del Pd delle varie province toscane però tutto questo più che come un “laboratorio” per costruire un “campo più largo” viene visto come un’operazione calata dall’alto, per fare in Toscana le prove generali di ciò che si potrebbe fare in vista delle Politiche. Con il rischio che anche agli occhi degli elettori appaia come un gioco a incastri per trovare la quadra e un equilibrio tra le varie forze e i vari personaggi di vertice, non come il rafforzamento di una coalizione che ha ben governato. Anzi, per molti esponenti Pd, se Giani venisse scaricato, vorrebbe dire che il giudizio del partito sull’operato della giunta regionale uscente non è del tutto positivo. E questo potrebbe ingenerare sconforto e anziché entusiasmo e inficiare la campagna elettorale. Il Pd senese sembra essere tra quelli più preoccupati dalla situazione che si va delineando. Sui vari organi di stampa e on line si legge di richieste di chiarimenti ai vertici regionali e nazionali e di una netta opposizione a “decisioni prese o imposte dall’alto”, senza il consenso e il vaglio dei territori.
Tra l’altro, prima delle regionali in Toscana ci sarà il referendum dell’8-9 giugno su lavoro e diritti di cittadinanza e come è noto le posizioni dei vari partiti e movimento che potrebbero comporre il “campo largo” non sono univoche. Pd e Avs sono per 5 Sì, il M5s è per 4 sì sui quesiti riguardanti il lavoro, ma lascia libertà di voto sul quesito riguardante il diritto di cittadinanza; Italia Viva è contraria al referendum e lo definisce “simbolo di una guerra ideologica”. La diversa collocazione sui quesiti referendari potrebbe allargare il solco e le diffidenze già esistenti da parte di Avs e M5s nei confronti dei renziani. Insomma se finora in Toscana il centro sinistra sembrava procedere in acque tranquille, mentre il centro destra era alle prese con divisioni e candidature contrapposte, adesso il quadro sembra ribaltato, con la destra cge si ricompatta e la sinistra che, ancora una volta, non riesce a non dividersi e a non minare il campo in cui vuole giocare.
Nella foto: Emiliano Fossi, a destra, con il segretario del Pd senese Andrea Valenti e Massimo Roncucci in una manifestazione a Siena (repertotio)