STAZIONE IN LINEA O RILANCIO DELLE STAZIONI ESISTENTI? UMBRIA, UN PASSO AVANTI E DUE INDIETRO. L’ASSESSORE DE REBOTTI CONTRADDICE PROIETTI, VOSSI E IL PD

STAZIONE IN LINEA O RILANCIO DELLE STAZIONI ESISTENTI? UMBRIA, UN PASSO AVANTI E DUE INDIETRO. L’ASSESSORE DE REBOTTI CONTRADDICE PROIETTI, VOSSI E IL PD
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“Creti, quella è la soluzione. Noi contiamo di avercela funzionante entro 4/5 anni”, così l’Assessore regionale ai trasporti De Rebotti in una intervista a Umbria TV un paio di giorni fa. Lenin, nel 1904 scrisse “Un passo avanti e due indietro” parlando delle divisioni interne al partito socialdemocratico russo. L’assessore De Rebotti, che non è Lenin, va oltre, vestendo addirittura i panni del genio della lampada di Aladino… Sì, perché per avere la stazione in linea a Creti funzionante entro 4-5 anni, ci vorrebbe la bacchetta magica, strumento che però non si trova in commercio. Ma al di là della tempistica che difinire ottimistica è un eufemismo, la presa di posizione pro-Creti dell’assessore De Rebotti è davvero non solo un passo indietro, ma un vero e proprio salto mortale carpiato con avvitamento a destra rispetto alla posizone assunta non molto tempo fa dalla presidente Proietti, insieme al presidente della Toscana Giani e pure dell’assessore ai trasporti del Comune di Perugia Pierluigi Vossi che di recente ha bocciato senza mezzi termini a stazione in linea in mezzo al nulla (e a più d 50 km dal capoluogo umbro). Un ritorno, quello di De Rebotti ( che viene da Narni e forse non ha ben chiare le coordinate geografiche, le distanze e le connessioni stradali e ferroviarie di una parte di Umbria che non è la sua) alla linea Melasecche, il vituperato assessore del centro destra, perché era lui che spingeva per Creti, mentre il centro sinistra, soprattutto con i sindaci e gli amministratori guardava ad altre possibili soluzioni. Questo perché la stazione in linea a Creti, in mezzo ai campi della Valdichiana profonda, non avrebbe alcuna connessione ferro-ferro e non garantirebbe il diritto alla mobilità dei cittadini sia di Perugia che d buona parte dell’Umbria.

Possibile che l’assessore De Rebotti se ne esca con una affermazione del genere su Creti, saltando a piedi pari tutto ciò la sua stessa parte politica ha sostenuto fino ad ora? La domanda che viene da porsi è: quanto è condivisa questa opzione dell’Assessore De Rebotti all’interno della Giunta, e da chi? Significa che la Regione Umbria non prenderà nemmeno in considerazione l’ipotesi avanzata peraltro da diversi sindaci umbri e toscani di una “Media Etruria diffusa su tre poli: Arezzo, Chiusi e Perugia”, al posto dell’unica stazione in linea lontana da tutto e da tutti e che nella migliore delle ipotesi sarebbe pronta tra 10-15 anni, non tra 4 o 5?

Ci sono stati summit di sindaci e di partito (il Pd) cui l’assessore De Rebotti ha partecipato, insieme a Vossi, dai quali era uscita una posizione del tutto diversa. Non un secolo fa, due mesi fa: il 13 e il 14 febbraio.

L’intervista dell’assessore regionale spiazza tutti. Ribalta ancora una volta le carte in tavola, come se lui stesse lavorando per conto suo, indipentemente dal lavoro e dalla linea della squadra. Nel Pd della zona del Trasimeno e soprattutto della Val Nestore qualcuno è sobbalzato sulla sedia. Ed è evidente che ora si pone con urgenza la necessità di fare chiarezza. E’ c’è da scommetterci sopra che al segretario comprensoriale Vinti già stiano arrivando richieste di una presa di posizione nei confronti del neo assessore.

E’ vero che De Robotti, nell’intervista, afferma pure che la “Perugia-Chiusi è strategica anche per Perugia, quindi – prosegue – uno sfondamento in quella direzione bisogna pur farlo”. Ma un collegamento rapido Perugia-Chiusi (tramite la Piavaiola e la Sp 309 del Fornello, adeguata alla bisogna) è funzionale tanto più se si punta sul nodo ferroviario e autostradale di Chiusi, la stazione in linea a Creti lo vanificherebbe.

Lo abbiamo scritto anche noi tante volte: con soli 30-35 km (oggi sono 39) percorribili in mezz’ora si può raggiungere la stazione di Chiusi-Chianciano Terme, adeguata e attrezzata anche per l’AV (tanto che il Frecciarossa si fermava due volte al giorno dal 2019 al 2023) oppure raggiungere i caselli A1 di Chiusi (altri 5 km) o di Fabro (in direzione sud, 20 km). Non solo, ma la stazione di Chiusi-Chianciano, a differenza della stazione a Creti, è già oggi raggiugibile anche in treno, da Perugia, via Terontola-Castiglione del Lago ed è servita da autolinee con più corse giornaliere da e per il capoluogo umbro.

Sulla ristrutturazione della SP 309 la Provincia di Perugia ha di recente (uno degli ultimi atto di Stefania Proietti presidente) 80 mila euro per un studio di fattibilità, segno che ha idea di procedere in tal senso. La stazione di Chiusi (se l’assessore De Rebotti non lo sa, e può non saperlo, ci mancherebbe) dista solo 100 metri dal confine con l’Umbria, il posteggio per gli utenti della stazone che arrivano dall’Umbria è di fatto sul confine e da lì prende avvio la bretella (tutta umbra) che porta dritta al Casello di Fabro. Già oggi è ragiungibile da Perugia in 40 minuti. Un sistema integrato con Arezzo e Perugia, con alcuni treni Av in ognuna delle tre stazioni, potrebbe assicurare agli umbri un accesso all’alta velocità più rapido e funzionale rispetto a Creti. Ovvio che le Frecce che fermano a Perugia per entrare nella linea AV devono per forza passare da Terotola-Arezzo verso Nord o da Orte verso sud. Ma Orte dista 125 km, Chiusi meno di 40 (oggi; con la Sp 309 adeguata, forse anche meno di 35. E la 309 è una strada di 10 km, in cui basterà eliminare qualche tornante). Una volta a Chiusi si può andare sia verso sud che verso nord. E anche a Siena, volendo.

C’è anche chi, pure nella recente campagna elettorale regionale del novembre 2024, è tornato a parlare della “bretella ferroviaria” fra Borghetto di Tuoro e Castiglione del Lago, per collegare Perugia a Chiusi senza dover arrivare per forza a Terontola e chi vorrebbe ripristinare la vecchia linea dismessa e smantellata a metà degli anni ’60, Ellera-Tavernelle che quando fu realizzata e inaugurata, nel 1953, doveva servire sì la centrale Enel di Pietrafitta, ma doveva anche arrivare fino alla stazione di Panicale (sulla Firenze-Roma) e dunque fino a Chiusi che dalla stazione di Panicale dista meno di 10 minuti. Ci furono convegni e manifestazioni popolari in tal senso.

Tutte soluzioni non faroniche e certamente meno costose della stazione in linea e anche meno impattanti dal punto di vista ambientale.  Comunque una nota positiva va pur rilevata: finalmente la questione del collegamento di Perugia con le grandi linee nazionali, con l’Alta Velocità, per toglierla dal suo storico isolamento, inizia ad avere una rilevanza istituzionale. Tanto che il capogruppo del PD in Consiglio Regionale Cristian Betti ha presentato una mozione in cu sostiene che “La Perugia-Chiusi non è più un tabù, se ne sta parlando quotidianamente”. E poi aggiunge: “la Chiusi- Perugia, non toglie nulla a nessun territorio, aggiunge solamente tante opportunità in più per tutti gli umbri”. Il prossimo 29 aprile la questione approderà al Consiglio Regionale dell’Umbria.

Dunque il corridoio Perugia-Chiusi da sempre agognato da tutti, ha iniziato il suo percorso istituzionale, che, atto dopo atto, dovrà concludersi, per l’immediato, con la ristrutturazione della strada Provinciale 309. Parte che il piano di fattibilità sia già stato predisposto.  Una volta realizzata l’opera, tutto il territorio che corre da Castel del Piano fino alla valle chiusina, potrà guardare con più ottimismo al suo futuro, potrà tornare a sperare di ricostruire un suo nuovo polo industriale, sedersi al tavolo della programmazione regionale, uscire dall’emarginazione a cui è stato relegato da tantissimi anni, da quando è stata smantellata la linea ferroviaria che appunto doveva congiungersi alla città di Porsenna.

Riconoscere (e questo lo ha fatto anche il neo assessore De Rebotti) che il corridoio che si andrà ad aprire è un corridoio strategico per tutta l’Umbria è un fatto positivo. Bisognerà anche interpellare l’Anas, affinché prenda in carico l’ammodernamento della 309 moianese o “del Fornello”, così da stabilizzare il Piano di mobilità Comprensoriale del Trasimeno, all’interno del Piano Regionale dei Trasporti. Un disegno politico programmatico che dovrà pure essere supportato con determinazione nelle sedi nazionali di competenza e che una volta realizzato, farà salire di un grado significativo lo stato infrastrutturale della Regione. Farà uscire dalla marginalità un intero territorio (quello dell’hinterland perugino che guarda verso ovest e della Valnestore) che potrà dare anch’esso un contributo allo sviluppo della Regione, alla sua economia. Ma il collegamento Perugia-Chiusi rappresenta nei fatti anche la chiave di volta per l’utilizzo della stazione di Chiusi come hub per l’aggancio all’alta velocità e alla linea normale. Con la possibilità di riprendere e rilanciare pure il progetto, avviato a costruzione e poi abbandonato, del Centro Intermodale Merci finanziato a suo tempo dal Patto Territoriale umbro-toscano Vato (anche quello accessibile da una strada in territorio umbro del comune di Città della Pieve). In assenza di questo può servire ugualmente, ovvio. Ma avrebbe innegabilmente un valore strategico minore, solo viario e non anche come arteria di servizio ad un hub ferroviario.

Detto questo, così come abbiamo invitato l’assessore comunale Vossi, invitiamo anche l’assessore regionale umbro De Rebotti a fare un sopralluogo in zona Chiusi, a verificare di persona – contachilometri e orologio alla mano –  distanze, qualità delle infrastrutture, tempi di percorrenza, connessioni viarie e ferroviarie. Perché l’impressione che abbiamo è  che molti, assessori compresi, parlino non solo senza tener conto del pregresso, cioè dei pronunciamenti dei propri compagni di cordata, ma anche senza conoscere bene la materia e nemmeno la carta geografica dei luoghi interessati. Disponibili, anche in questo caso a fare da Ciceroni… Magari l’assessore ha preso un abbaglio, si è lasciato sfuggire una dichiarazione un po’ avventata. Parliamone.

E infine: il Pd che ha riconquistato, insieme ai 5S e Avs, la Regione Umbria dopo la parentesi Tesei, suscitando tante speranze e resuscitando il giusto orgoglio del popolo di sinistra, può permettersi di dire una cosa e vedersela smentire o contraddire tre giorni dopo da uno dei suoi esponenti, senza farsi ridere dietro (e senza fare incazzare i suoi elettori)? Noi pensiamo di no.  Ma lo pensiamo solo noi?

Renato Casaioli e Marco Lorenzoni

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