CITTA’ DELLA PIEVE, LE ESPLORAZIONI IN ASIA CENTRALE TRA 800 E 900: UNA MOSTRA DI FOTO, OGGETTI E DOCUMENTI CURATA DA CARLO SACCO

martedì 08th, aprile 2025 / 20:28
CITTA’ DELLA PIEVE, LE ESPLORAZIONI IN ASIA CENTRALE TRA 800 E 900: UNA MOSTRA DI FOTO, OGGETTI E  DOCUMENTI CURATA DA CARLO SACCO
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CITTA’ DELLA PIEVE –  Diciamolo subito, a Città della Pieve Carlo Sacco gioca sempre in casa. Non solo perché è pievese di nascita, ma perché di mostre fotogafiche nella città del Perugino ne ha fatte tante. Stavolta però, la mostra che si terrrà dal 12 al 27 aprile a Palazzo della Corgna propone non tanto fotografie sue, ma immagini inedite, materiali cartografici e librari, oggettistica su un tema a lui certamente caro, ma sicuramente inusuale per i più: le esplorazioni effettuate tra la metà dell’800 e la prima metà del ‘900 nel’Asia Centrale e sull’Himalaya. Esplorazioni fatte per la maggior parte da anglosassoni. E infatti il titolo è in inglese: “Mapping ad shooting the past in Central Asia and Himalayas”. Si tratta della storia della mappatura dei luoghi più impenetrabili dell’Asia attraverso documenti, oggetti, foto, libri, che Carlo Sacco ha via via acquistato o reperito in giro per il mondo e che custodisce gelosamente e con cura certosina nel suo sterminato e monumentale archivio personale, che qualche anno fa ha intitolato “The face of Asia” proprio a sottolineare la sua passione per l’Oriente: India, Nepal, Cina, Tibet, Viet Nam e sud est asiatico dove ha viaggiato più volte.

La mostra pievese propone anche immagini delle tentate prime scalate alle vette himalayane, del Karakorumm del Sikkim… In un certo senso è essa stessa un viaggio nei luoghi impenetrabili dell’Asia, ma anche un viaggio nell’avventura. Sì, perché quei pionieri che tra il 1850 e il 1960 si recavano alla scoperta di aree sconosciute e vergini del pianeta, tra la via della seta, le montagne più alte del mondo, le foreste, i monasteri buddisti incastonati in loghi inaccessibili, erano certamente degli appassionati, degli studiosi, dei ricercatori, magari anche degli “inviati speciali” di giornali, spie o funzionari di stato spediti dai loro governi colonialisti a cercare nuovi mercati o “tesori” utili allo sviluppo industriale nascente, ma erano soprattutto degli avventurieri. Gente da romanzo e da fumetto. Gente che ha affrontato, per amore dell’avventura, appunto, sfide fino ad allora ritenute impossibili.

Gli oggetti, i libri, gli appunti di viaggio, le mappe, le foto esposte a Palazzo della Corgna, sui viaggi e le eplorazioni in Asia centrale, sono materali che Carlo Sacco ha raccolto per il suo gusto personale, il gusto di andare a cercare e scovare i segreti di chi in quei luoghi dove lui stesso ha vaggiato tante volte, c’era stato 100 anni prima, quando fotografare una montagna era un’impresa e le macchine fotografiche non erano ancora digitali e non avevano nemmeno il rullino. Quando non c’erano le Range Rover e si viaggiava a piedi o a dorso di cammello.

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