LA TRAGEDIA DI GAZA E CISGIORDANIA IRROMPE NELLA NOTTE DEGLI OSCAR

lunedì 03rd, marzo 2025 / 12:46
LA TRAGEDIA DI GAZA E CISGIORDANIA IRROMPE NELLA NOTTE DEGLI OSCAR
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Alla Notte degli Oscar in America, è andata un po’ meglio che a… Sanremo. Al festival musicale italiano, infatti, per fare almeno finta di mandare messaggi di pace fecero cantare due cantanti, presentandole come una israeliana e una palestinese, quando in realtà erano (e sono) entrambe israeliane. Solita figura all’italiana, diciamo. A Los Angeles, invece i registi di No other land, premiato come miglior documentario, che sono salti sul palco per ritirare la statuetta, sono veramente israeliani e palestinesi.
E il docufilm racconta ciò che accade ogni giorno, da decenni, a Masafer Yatta, zona della Cisgiordania meridionale occupata dai coloni sionisti: demolizioni di abitazioni palestinesi con conseguente sfollamento dei civili che vivono lì da quando sono nati. Racconta cioè la prepotenza e la brutalità dell’occupazione illegale dei territori paestinesi da parte dei coloni israeliani. E l’arco di tempo preso in esame da No other land va dal 2019 al 2023. Prima cioè del famigerato 7 ottobre 2023. E’ un documentario e in questo senso “documenta” la resistenza dei civili palestinesi e la violenza spesso gratuita dei coloni e dei soldati israeliani. Il fatto che sia stato premiato con l’Oscar è di fatto il riconoscimento da un lato della tragedia che si sta consumando in Medio Oriente e dall’altro della lotta per la vita, per la propria dignità, per avere una terra e una patria, del popolo palestinese.  No Other Land è stato realizzato e diretto da un pool di registi israeliani e palestinesi. Un lavoro collettivo, a più mani, fatto da professionisti che vvono da una parte e dall’altra di un muro, in Paesi che si stanno facendo la guerra. O meglio uno è un Paese, Israele, l’altro è solo un popolo che un Paese non ce l’ha, nonostante varie risoluzioni dell’Onu in tal senso.
Sul palco della Notte degli Oscar per il pool di registi di No other land hanno parlato Basel Adra, palestinese e Yuval Abraham, israeliano. Questo è il loro intervento:
Quando sono diventato padre, due mesi fa, ho promesso a mia figlia che non avrebbe vissuto la mia stessa vita, sempre con la paura della violenza, della distruzione di case, quello che io e la mia comunità viviamo ora sotto occupazione israeliana. È difficile mostrare la durissima realtà che abbiamo dovuto sopportare per decenni, chiediamo un intervento per fermare la pulizia etnica dei palestinesi”, ha detto Basel Adra.
Il collega e amico israeliano Yval Abraham gli ha dato man forte: “Abbiamo fatto questo film insieme, palestinesi e israeliani, affinché la nostra voce sia più forte. Io guardo Basel, che è palestinese, che è come un fratello, e vedo che siamo persone uguali, ma viviamo in un regime dove io sono libero secondo la legge civile e Basel per le leggi militari che distruggono la sua vita non lo è.
Vogliamo una soluzione politica che riconosca i diritti di tutti. La politica estera degli Stati Uniti sta ostacolando questa strada. Perché? Non vedete che siamo tutti interconnessi?
Il mio popolo, quello di Israele, può essere realmente al sicuro solo se il popolo di Basel è veramente libero e al sicuro. Non ci sono altre soluzioni”.
A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione di un video choc,  creato con l’Intelligenza Artificiale, che il presidente Usa Trump ha avallato e condiviso sui social, in cui si vede lo stesso Trump che prende il sole insieme a Netanyahu nella spiaggia di lusso creata a Gaza, dove adesso ci sono solo macerie, a pochi giorni dalle dichiarazioni del vicepresidente della Knesset, il Parlamanto israeliano ed esponente del partito di Netanyahu – Nissim Vituri secondo il quale “a Gaza vanno separati donne e bambini, e tutti gli adulti palestinesi vanno eliminati“, le parole dei due registi di No other land vanno in tutt’altra direzione, sono aria fresca e salutare in un mondo avvelenato da un bellicismo sempre più tossico e incapace di reagire. I due registi non hanno fatto sconti nemmeno al governo americano e alla sua politica estera. Se le sale del nostro territorio lo daranno, andremo certamente a vedere No other land.
M.L.
Nella foto (tratta da youtube) un momento della cerimonia di premiazione. 
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