LA MORTE DI ALVARO CARNIERI. PRIMAPAGINA PERDE UN AMICO E COMPAGNO DI STRADA

venerdì 21st, marzo 2025 / 17:38
LA MORTE DI ALVARO CARNIERI. PRIMAPAGINA PERDE UN AMICO E COMPAGNO DI STRADA
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CITTA’ DELLA PIEVE – Un altro amico che saluta e se ne va. Alvaro Carnieri era davvero uno di noi. Uno che con Primapagina e con il sottoscritto ha fatto tanti tratti di strada insieme. Abitava a Po’ Bandino e della frazione pievese era diventato una sorta di sindaco in pectore, un animatore infaticabile. Ne voleva fare un paese, anche Se Po’ Bandino un paese vero non è mai stata.
Me lo ricordo dai primi anni ’80, quando scriveva dei sonetti satirici su L’Agorà e li firmava con lo pseudonomo Caio Gracco. Era comunista anche lui. E sebbene fosse un po’ più allineato di me e di noi, stava bene in quella compagnia sgangherata che si inventò un giornale locale che vendeva migliaia di copie; in fin dei conti gli piaceva il pensiero critico, magari non sempre condivideva, ma non lo soffriva. Era del 1940, faceva il ferroviere e da ferroviere mise in piedi prima una compagnia teatrale e poi insieme ad altri un gruppo ciclistico, con il Dopolavoro Ferroviario, dal quale ad un certo punto si distaccò per fondarne uno tutto suo. A Po’ Bandino.  Ne facevo parte anch’io. Fine anni ’90. Organizzava raduni memorabili e premiazioni che non finivano mai. Perché trovava il modo di premiare sempre tutti. E si incazzava se qualcuno sui pedali provava a fare il fenomeno. Comuque lui anche a 60 anni andava ancora abbastanza forte. In salita lo fregavo, ma in pianura e sulle lunghe distanza no. Buon passista si direbbe in cronaca. Non solo ciclismo e teatro, Alvaro carnieri ha organizzato anche decine di mostre d’arte ed eventi di ogni genere.
Per una quindicina d’anni (non un giorno) ha diretto e portato avanti “Il Poggio”, mensile di informazione proprio sulla frazione di Po’ Bandino e un po’ anche su Città della Pieve, che usciva in edicola come supplemento a Primapagina. Lo curava in maniera maniacale, certosina, raccogliendo storie, aneddoti, opinioni, ma anche segnalazioni di cose malfatte, malgestite,  su questioni ambientali e inerenti la cura del territorio.
Con Il Poggio organizzava anche gite turistiche in Italia e all’estero. Qualcuno diceva: “ha fatto viaggiare i pobandinesi, più lui che la seicento”. E probabilmente è vero. Fino a non molti mesi fa era facile incontrarlo non più in bici, ma a piedi, con i bastoni da trekking. Camminava per restare in forma. Purtroppo la salute ha cominciato a fare le bizze. E oggi, primo giorno di primavera del 2025, la notizia che se ne è andato.
Ci mancherai caro Alvaro, anche tu come altri amici e compagni ci hai fatto un brutto scherzo. So per certo che i venti di guerra di questi ultimi anni, le divisioni e l’incapacità della sinistra di dire e fare qualcosa di concreto per la pace e la convivenza tra i popoli e gli stati, di rappresentare una alternativa ad una destra che proprio non ce la fa a dichiararsi antifascista perché da lì viene, ti hanno fatto incazzare come una biscia. Essendo nato in campagna, sapevi benissimo, infatti, che anche le bisce nel loro piccolo si incazzano.
Oggi a primapagina è un giorno triste. Tristissimo. Fai buon viaggio Alvaro, è stato un piacere camminare, pedalare, faticare, impaginare stampare e qualche volta bestemmiare insieme (qui si usa senza acrimonia verso madonne, santi e affini) per qualcosa che andava storto o non ci piaceva. Qui ti ricorderemo tutti con affetto. Domani, sabato 22 marzo, alle ore 14,30 l’ultimo saluto nella chiesa parrocchiale di Po’ Bandino.
m.l.
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