Pd: Bettollini spara su Rossi e D’Alema e fomenta la scissione. Ma ha fatto bene i suoi conti?

Un paio di giorni fa il sindaco di Chiusi Bettollini ha rilasciato una intervista nella quale ha sostenuto senza tentennamenti Matteo Renzi e attaccato duramente il governatore della Toscana Rossi, per come Rossi sta conducendo la sua battaglia interna al Pd per scalzare Renzi e prenderne il posto di segretario, ma anche sul governo della Regione. La battaglia per la leadership del Partito Democratico sembra una questione tutta toscana. Una corsa a due tra Renzi e Rossi. Occhio però al governatore della Puglia Michele Emiliano, che più o meno è sulle stese posizioni di Rossi, in quanto ad antirenzismo, ma gioca in proprio. Quanto a Bettolini ecco cosa ha detto su Renzi, Rossi e… D’Alema:
“Renzi mi è piaciuto. Credo che abbia compreso la strada giusta. Quella di ripartire dai Sindaci e dagli amministratori locali. Un passaggio necessario verso quell’inversione di rotta che rappresenta la priorità del Paese, ovvero risolvere i problemi e non enunciarli. Non serve più fare la lista della spesa delle cose che non funzionano: vanno semplicemente risolte; questo è ciò che fanno Sindaci e gli amministratori locali ogni giorno, scontrandosi con le difficoltà di una burocrazia ancora troppo elefantiaca. Serve riportare più centralità nella figura del Sindaco, più potere, più risorse; penso per esempio al tema della protezione civile, dell’emergenza e della prevenzione. Serve pensare ad un nuovo ruolo del Sindaco perché non lo si può usare solo come parafulmine a cui scaricare le preoccupazioni e le responsabilità di una allerta. Ma non solo, il vero rilancio economico del nostro Paese, lo attueremo se ai grandi processi nazionali ed internazionali, uniamo la dinamicità dei nostri Sindaci, mettendoli nelle condizioni di poter generare nuovi processi di ricchezza dal basso.
Bene quindi l’azione di Renzi di voler ripartire dai territori perché ha ragione: non serve solo efficienza quando si è un grande leader come lui, ma occorre soprattutto cuore e normalità che solo nei territori possiamo trovare. Questa è la ricetta giusta, secondo me, per la costruzione di un nuovo progetto politico che veda Renzi leader dei nostri territori, abbandonando le discussioni interne e mollando D’Alema: vuole la scissione? Lasciamolo andare. Anche basta. Rossi dice che Renzi è un giocatore di poker disperato? Il governatore chieda scusa con la stessa enfasi con cui ha rilasciato quell’intervista pronunciando quelle ignobili parole. Rossi Amministri bene la Toscana e rispetti l’impegno con i cittadini che lo hanno votato. Arrivato secondo me il momento di una verifica sul suo operato. Solidarietà a Matteo Renzi”…
Qualcuno in Valdichiana si è un po’ stupito delle parole di Bettollini. E del suo schierarsi in modo così netto con Matteo. Ma di che stupirsi? Juri Bettollini, con Stefano Scaramelli, è un renziano della prima ora. Ha cominciato a far politica sulla scia del camper nella campagna per le primarie del Pd nel 2012 e da lì è sempre stato un fedelissimo dell’ex premier. Si è speso più volte per lui e Renzi si è speso per Bettollini. Quindi l’endorsement è più che comprensibile. Come è comprensibile – dal suo punto di vista – il j’accuse di Bettollini verso chi attacca Renzi e ne mette in discussione la leadership nel partito. E in prospettiva anche la candidatura a premier…
Se mai stupisce (ma non troppo) la nonchalance e la sicumera con la quale Bettollini liquida o vorrebbe liquidare D’Alema. “Vuole a scissione? vada pure...” Come se il referendum e le batoste rimediate dal renzismo non avessero insegnato niente. Non che D’Alema sia senza peccato, per carità, sulla distruzione della sinistra ha anche lui le sue responsabilità, addirittura più di Renzi. Perché ha comiciato prima a picconare, Renzi ha solo finito il lavoro, sbagliando spesso le misure. Però dire “se vuoi andare vai”, senza pensare alle conseguenze per il partito, a cosa rimarrebbe il Pd, se la componente ex Ds facesse le valigie, sembra un atteggiamento non solo arrogantello, ma anche poco lungimirante. Quale sarebbe il “nuovo progetto politico”, quello di un partito tutto centrista con Verdini, Alfano e qualche ex amico di Monti? Auguri!
Sarebbe una resa senza condizioni a Grillo e al Movimento 5 Stelle. In questo, Bettollini, che da sindaco eletto si è mostrato più accorto, più cauto, più “disponibile” di quando era “facente funzioni” in scia Scaramelli, sembra aver fatto un passo indietro. Una dichiarazione d’amore e fedeltà a Matteo che suona fiera e bellicosa, ma anche disperata, come quella del soldato che dal fortino assediato e ormai a tiro del nemico, dichiara fedeltà al generale, sapendo però che la guerra è persa e c’è poco da fare. Renzi bluffa – lo ha detto Rossi – e in questo caso (cioè nelle risposte sulla situazione nazionale e del Pd) ha bluffato anche Bettollini.
Le parole del sindaco di Chiusi, super renziano per costituzione, non fanno altro che confermare lo stato di guerra aperta dentro il Pd, dove la posta in gioco è il congresso nazionale e quindi la leadership. Confermano la voglia dei renziani di sbarazzarsi delle “zavorre” a sinistra e la voglia della minoranza dem di sbarazzarsi di Renzi, che a dire il vero in 3 anni ne ha azzeccate poche e delle battaglie che ha fatto non ne ha vinta una. Neanche per sbaglio.
Con le sue dichiarazioni sul quadro nazionale e sulla battaglia interna al partito, Bettollini apre una riflessione anche a livello locale. Finora a Chiusi non ha chiuso mai la porta in faccia alla sinistra interna, né a quella esterna, cercando per esempio di gettare qualche “ponte” ai Podemos, isolando i 5 Stelle… Non sempre ci è riuscito, ma qualche volta ci ha provato. Sulla questione della Fondazioine Orizzonti, per dire, avrebbe l’occasione per riprovarci. Per cercare almeno un confronto. Lo farà? dopo questa intervista sembra più difficile. E Juri Bettolini sembra anche più solo. Da quanto afferma ha la giunta dalla sua e pure la segretaria della Federazione senese Silvana Micheli. Ma il partito, inteso come corpo degli iscritti, degli elettori, c’è ancora e che consistenza ha? Se D’Alema se ne va quanti se ne porta dietro? E se Enrico Rossi porterà la sua battaglia fino in fondo, quanti staranno con Renzi e quanti con Rossi?
Bettollini può avere anche la certezza che gli deriva dalla convinzione di stare nel giusto, di fare una battaglia di rinnovamento, e forse ostenta sicurezza perché questo è il “metodo Renzi”, ma… avrà fatto bene i suoi conti? Ha considerato che effetto può avere sull’elettorato del Pd, in questa parte di Toscana, l’uscita o la cacciata della sinistra dal partito? I voti Bettollini li ha presi anche nell’elettorato di centro destra orfano di Berlusconi, in quel popolo che è sempre stato democristiano e governativo, ma il grosso li ha presi ancora nel serbatoio dell’ex Pci-Pds, Ds. Come Renzi alle Europee… L’ex premier dice di voler conquistare il famoso 40% per poter ottenere il premio di maggioranza e governare. Ma come fa ad arrivare al 40% un partito che attualmente è sì e no al 30 e caccia via una sua componente? Altro che mutazione genetica. Sarebbe un salto della barricata. E un calcio alla storia stessa del Pd e delle sue radici. Ci pensi Bettollini…
Forse il nostro Juri certe cose le ha dette nella foga, per troppo affetto nei confronti dell’amico Matteo messo alla berlina… Ci pensi bene e verifichi i suoi conti. L’impressione è che non solo non li abbia fatti fino in fondo, ma li abbia pure sbagliati…
m.l.
chiusi, Congresso PD, Enrico Rossi, Matteo Renzi
Nelle democrazie europee, quando un leader prende una batosta di tale portata si dimette; suffragata poi da una lista imbarazzante di riforme solo annunciate e da una dichiarazione pubblica di ritiro dalla politica in caso di sconfitta. Noi invece siamo ancora una democrazia “infantilista” e tribale e continuiamo a giocare ad avere il “capo”, come santa icona da difendere a tutti i costi.
Da parte sua il PD – non essendo mai esistito nei fatti, se non come fusione a freddo – ha avuto grazie a Renzi la necessaria picconata che lo ha mandato in frantumi. Poco importa se il logo verrà, rivenduto e riutilizzato: il PD è definitivamente imploso.
Si va creando un grande Centro con Renzi /Berlusconi e la destra di Salvini/Meloni? Oppure Berlusconi rifarà la sua coalizione (che rischia di vincere) lasciando Renzi col cerino in mano, soprattutto in caso di scissione?
E la Sinistra? Ecco si, la grande assente degli ultimi lustri, dovrà prendere coscienza che il Futuro è suo: dovrà gestire una crescente sofferenza sociale, vittima di un meccanismo globale di insostenibilità economica ormai irreversibile e, con essa, di tutti i sogni di ricchezza di massa alimentati da una classe politica irresponsabile.
I 5 Stelle invece…staremo a vedere. Loro hanno avuto il compito di guastatori – assolto molto bene – e quello di essere una cartina di tornasole della goffaggine politica degli altri. Se riusciranno a darsi un meccanismo operativo realistico, potranno avere un futuro, altrimenti se qualcuno comincerà a fare davvero politica – almeno in modo decente…Emiliano? Pisapia?…. – rischiano di uscirne ridimensionati.
A Chiusi, che dire? Quando qualcuno deciderà di essere un’alternativa di governo se ne potrà riparlare…ma deve cominciare ora, non due settimane prima delle elezioni…
Riguardo alle parole di Bettollini sul ruolo dei sindaci direi: eleggiamo per dieci anni un Podestà, a furor di popolo, per acclamazione magari, senza nemmeno le elezioni, in modo che possa fare quello che vuole, basta con il dibattito politico, i consigli comunali, le garanzie per tutti.
La deriva antidemocratica, la logica dell’uomo solo al comando, ormai sembrano non aver più limiti, e ciò appare ancora più strano, quasi surreale, se si pensa alla batosta incassata da Renzi e i sui “adepti”,
come afferma giustamente Miccichè, in un paese democratico Renzi a quest’ora sarebbe impegnato in un altro lavoro.
Ma ditemi la verità, speravate o pensavate che Bettollini dicesse il contrario? Cosa avrebbe dovuto dire? E’ un Renziano come colui dal quale ha ricevuto le consegne, e credo che abbia la chiarezza che in questa fase il giuoco si faccia pericoloso e senza alcuna possibilità di appello nel senso dello scardinamento o della conferma della forza della presenza della corrente renziana.Teniamo conto che la maggioranza degli attuali parlamentari sono stati eletti come maggioranza bersaniana ma che hanno fatto il salto della quaglia quando Renzi ha scalato dallì’esterno il partito, quindi stiamo parlando della presenza di una base che in gran parte segue ciò che gli convenga poichè dimostrazione di questo l’ha già data, ma in tale convenienza c’è anche compresa la conseguente logica inaffidabilità.Dico questo tanto per chiarire di cosa stiamo parlando, e di quali siano i fondamentali della questione.Il mio parere è quello che tali problematiche dovute alla creazione ”a freddo” di uno schema di partito come l’abbiamo visto dipanarsi soprattutto con le primarie a cui sono stati ammessi tutti indistintamente ed in tal modo raggiungere così l’effetto Renzi,non vi siano nel futuro convergenze politiche se non quelle che non facciano spaccare il partito e cioè quelle che restando uniti si possa determinare una diversificazione degli intenti ed unirli per raggiungere il nulla, come è successo fino ad adesso,rimanendo anche il primo partito dello schieramento italiano.Con il panorama politico che abbiamo di fronte e con Berlusconi rtitornato come possibile ago della bilancia, le responsabilità della corrente renziana del partito si accrescono, fino forse al momento in cui si dirà come quando si giuoca a poker ”vedo”.Bettollini sà che rischia ma credo che al punto in cui si trova giuocherà la partita dentro uno schieramento che rischia anche di diventare terza forza per le probabili scissioni.Di questo credo che ne sia consapevole, ma se avesse per caso un fondo di amarezza per essere arrivato a questi punti da cui possa promanare incertezza per lui e per il suo partito, sarebbe bene che si domandasse se forse qualcosa di sbagliato non ci sia nella direzione imbocaccata dal suo partito, soprattutto per quanto riguarda i travestimenti assunti come sinistra facente politiche di centro destra.Governano con Alfano al centro,essendo sulla graticola perchè al centro sono conservatori ed in periferia progressisti,che si devono destreggiare fra la mancanza di fondi per le decisioni che hanno preso-o meglio che il loro partito ha preso-per l’eliminazione delle provincie(tanto per dirne una e tanto per non sbagliarsi) ed intravedono nel loro futuro anche il cavaliere che se presenterà il conto lo presenterà per farli ritornare in auge e sorreggerli con una legge elettorale in pratica proporzionale, che ancor oggi non si sa cosa produrrà, se immobilismo oppure regressione, ma comunque avanzamento no di sicuro.Se qualcuno contesta che tutto questo non sia vero lo dimostri, dica quale politica è stata fatta e verso quale politica si è indirizzati. E’ da li e dalle realizzazioni-anzi dalle non realizzazioni- che sono fatti non smentibili che si evince se sono politiche di destra o di sinistra, o di camuffaggio socio politico culturale.Ma si sa, come detto in un altro intervento da Fiorani, agli italiani piace pensare alle favole e riconoscerle vere.Se poi dalle favole venga loro addosso l’inerzia di un governo che hanno eletto, allora si vedrà, intanto piace galleggiare, ma a questo giro penso che il peso specifico della nave sia superiore a quello dell’acqua spostata per cui il rischio è che l’acqua superi la linea di galleggiamento.Lucio Dalla cantava ”com’è profondo il mare…”quindi la responsabilità di quel partito sale, non diminuisce.
Come si fa a rilanciare così chi ha clamorosamente perso il referendum? Non mi pare che si sia proceduto a una seria riflessione su quanto è successo dentro il PD, ma anche fuori.
Forse siamo anche noi a non mostrare la dovuta capacità di critica su cosa voglia dire ”essere renziani”.Dico così, perchè questi sembrano appartenere ad un altro mondo, ma con tutte le critiche che potremmo fare alla nostra critica,magari ingiusta o fustigante oltre ogni limite al loro modo di essere e di comportarsi in politica per mettersi in contrapposizione con loro, vi sono dei riscontri oggettivi che non possono essere sottaciuti.Questi,( i renziani corrente maggioritaria) con un etica quasi di propaganda ”mussoliniana” si sono appropriati in poco tempo di una massa enorne di costruito che già mostrava la sua vetustà ma che era comunque una base solida fattuale che veniva da molto più lontano.A tale base solida dopo 10 anni di antiberlusconismo che non ha provocato quasi nulla se non l’adombramento personale del Cavaliere- e per fortuna almeno quello poichè pur essendolo stato da sempre, era divenuto impresentabile-si sono lasciati avvolgere da una velenosa ombra di fumo fornito da una macchina politica che ha avuto un disegno duplice: rompere la schiena già incrinata alla sinistra,abbattere la sua credibilità,sostituirsi ad essa con uno slogan che contenesse la ”rottamazione” di una macchina che non funzionava più(ed avevano molte ragioni su questo) ma
con il fine di contrabbandare il cambiamento pur doveroso con una prassi applicata alla politica di puro stampo neocapitalista, inculcando il bisogno di cambiamento nella gente che li votava ma usando tale cambiamento contro la gente ed impiegando una serie di uomini al comando per regalare a confindustria provvedimenti come il Job Act,l’eliminazione dell’Art.18,la riforma Fornero da loro stessi votata, per dimostrare la crescita occupazionale, e negli ultimi anni andare contro l’austerità imposta dall’Europa per avere più spazio economico interventista verso i regalini alle confraternite di amici, alle ferrovie, alle poste, alla ristrutturazione aziendale delle imprese di stato, invece che investire in occupazione.Questo è stato il loro lavoro una volta giunti al governo ed hanno completato l’opera sia di Berlusconi prima e di Monti poi.
Quindi, sarebbero questi coloro che hanno l’attenzione al benessere dei ceti meno abbienti,sarebbero questi che hanno messo sul tavolo le decisioni di Poletti,che poi non ha deciso nulla e quel poco che ha deciso è veramente da rottamazione, degno di altri tempi che la dice lunga sull’involuzione sociale che è alla base dei suoi pensieri.Questi hanno rottamato un sistema che non andava più ma nello stesso tempo per rottamarlo hanno gettato a mare il bambino con l’acqua sporca. Chi ne gioisce di tutto questo? Confindustria, gli esportatori di capitali, le banche (quelle sopravvissute e che fra poco anche loro mostreranno anche i loro bilanci in rosso) mica le aziende medie piccole o grandi? A tal proposito la lista della somma dei crediti inesigibili è illuminante quali siano state le aziende che hanno contribuito a far aumentare il deficit pubblico e con esso
il debito del paese.E’ una spirale dalla quale tutti i politici dicono di essere speranzosi di uscirne,ma i cittadini la pensano al contrario ed i risultati di questo si vedono nelle previsioni elettorali chi sia chi scenda e chi salga.
Ed il tutto potrebbe forse essere diverso da questo ?
Io dico che non potrebbe e dico anche che NON LO E’.
Solo chi si ostina a vedere che questa classe politica sia ancora affidabile fà finta di non capire e bleffa a se stesso.Quindi la cura secondo me è quella delle elezioni, ma non tanto perchè notoriamente ormai le mie simpatie vadano verso i 5 stelle o meno( è più di un anno che se ne discute con Lorenzoni anche se le mie posizioni e visioni in politica non interessino a nessuno e che rispondo quasi sempre puntualmente ai suoi sarcastici inviti ad intervenire, che se contengono punte di verità oggettivale sue, poi finiscono con l’essere strumentali al fatto di pienare le colonne del suo giornale con il mio logorroico modo di scrivere)ma la situazione che ho disegnato della compagine renziana io credo che ormai fondamentalmente sia definita agli occhi di tutti. Chi stà dietro tale compagine a livello alto ormai credo che sia costretto dagli eventi a giuocare a Poker, e in quel giuoco alla fine quando ci si alza dal tavolo le cose non sono tante e difficilmente si fa pari: o si è vincenti oppure si perde.Ma se a quel partito come dice di appartenere viene addossata oltre che una grande responsabilità, anche un grande contenuto etico per le sorti d’italia, personalmente da come è stata condotta la sua parabola od iperbole che sia intesa tale ,mi sembra che più che le sorti felici dell’Italia abbia prodotto una infelicità di fondo ed una regressione politica della gente
che gli appartiene e che l’ha votato.Tutto questo soprattutto per i non smentibili fatti anzidetti.Fronte interno recessivo, cambiamenti veri non effettuati,anzi effettuati in peggio, fronte internazionale complessivamente succube di una europa a due velocità, salvo qualche gridolino verso i potenti reclamando le flessibilità per scopi di cassetta e non di vero sviluppo. Allora di quale sinistra parliamo e di quale direzione verso il ”socialismo” che il Governatore Rossi parli, non l’ho capito.O meglio, l’ho capito nel senso che per far affermare certe politiche e certe trasformazioni recessive occorra vestirsi da sinistra per fare politiche di centro.Ed è questo che ancora i milioni di votanti di quel partito ancora sembrano di non aver compreso, e come Fiorani dice: piace loro credere alle favole.
Caro Lorenzoni,
è molto tempo che non partecipo alla politica attiva del PD locale nè tanto meno a quella provinciale. La mia ultima presenza è stata per le primarie del 2013 quando sostenni la candidatura di Civati. Da allora mi sono allontanato e vivo la politica defilato, nelle lunghe passeggiate nella piazza di Cetona e qualche volta al Bar del Bersagliere oppure su FB, dove preferisco mantenermi sempre sulle generali, senza più schierarmi apertamente. Sono un iscritto al PD e se mi permetti ho contribuito in prima persona a costruire il PD a Chiusi. Detto questo non posso essentarmi dal dire la mia sulla attuale situazione del PD. Certo è una jattura dividersi e lo è nella misura in cui le prospettive che si possono delineare sono terribili per il Paese . C’è il concreto rischio di riconsegnare il paese non solo a Grillo ma alla destra xenofoba di Salvini ! Questo è da evitare finchè è possibile, però i demoni del novecento che si presentano in questa circostanza, sono a mio parere come il Titolo di quel libro di Marquez : Cronaca di una morte annunciata. Io non sono stato mai Renziano ma nel contempo non mi sento vicino a Rossi, pesano su di me le mancate primarie interne al PD per la designazione a candidato come Governatore di un Civatiano che doveva competere con Rossi. Pesano su di me altre vicende che mi fanno pensare che attualmente non c’è niente e nessuno che mi faccia scaldare il cuore, oppure che mi faccia sentire dalla parte giusta ! Quindi mi trovo in una condizione di profondo conflitto interno, perchè l’Unità è un valore assoluto ma nel contempo non può essere un ricatto ! Dal dopo referendum non ho letto un accenno di autocritica da parte di nessuno, nè tanto meno da chi aveva le massime responsabilità ! E’ stato un autocriticare gli altri ! Mi auguro che questa situazione si possa recuperare, prima che il Titanic affondi con i musicisti che continuano a suonare.