COME STA L’ECONOMIA DEL TERRITORIO (2): CONFINDUSTRIA VEDE SCURO. INTERVISTA A GIANNETTO MARCHETTINI

CHIUSI – Continua il nostro “sondaggio” sullo stato dell’economia del territorio. Dopo il patron di Emma Villas Giammarco Bisogno, incontriamo un altro chiusino, che viene anch’egli dal mondo dell’edilizia e dell’immobiliare, ma ha interessi oltre che nel settore, anche in altri campi, come i servizi avanzati, nel nord della provincia di Siena e soprattutto è membro del Consiglio Generale Nazionale di Confindustria. Unico insieme al titolare dello storico pastificio Fabianelli di Castiglion Fiorentino a rappresentare questo territorio nell’associazione degli industriali. Parliamo di Giannetto Marchettini, 51 anni, noto in zona anche per la sua passione e il suo impegno nella divulgazione promozione della musica rock. Pure quella fatta in casa. Anche con lui ci conosciamo da anni e ci diamo del tu. Ecco la trascrizione della chiacchierata:
Visto che rappresenti Confindustria, la prima domanda è d’obbligo. Esiste ancora in questo territorio, un tessuto industriale degno di questo nome?
No, purtroppo. O meglio, un tessuto c’è, ma è ridotto al lumicino. Ci sono alcune eccellenze che hanno conquistato fette di mercato nazionale e estero, ma sono pochissime. Poi ci sono alcune aziende che resistono in alcuni settori particolari… Poi c’è il… deserto.
Qualche nome?
Beh, il pastificio Fabianelli a Castiglion Fiorentino, i Vivai Margheriti a Chiusi, alcune aziende vinicole di Montepulciano e Montalcino, tra le eccellenze. Quanto alle aziende che resistono citerei la Cassioli, la Makor e la Zapet nella zona Torrita-Sinalunga, la Ceipo e la Plan a Chiusi, la Stosa sul’Amiata… Ma il settore manifatturiero che ha avuto una certa vitalità fino agli anni ’80-90, adesso è quasi totalmente scomparso. Penso alle ceramiche, ai calzaturifici, ai mobilifici, alle falegnamerie del settore infissi… è saltato tutto o quasi…
Il problema è stato ed è la crisi dell’edilizia?
L’edilizia è in crisi nera da un decennio e le previsioni che abbiamo in Confindustria dicono che fino a tutto il 2018 non ci saranno segnali di ripresa… Il nodo è uno: l’offerta è più della domanda. Cioè il costruito è più di quello che effettivamente è il fabbisogno, sia di case per abitazione, sia per edifici a scopo commerciale e produttivo. Il mercato è saturo. L’unica esigenza presente, forse, è quella di un adeguamento del costruito a standard di maggiore efficienza per ridurre i costi di manutenzione e gestione (riscaldamento, invecchiamento, infiltrazioni, recupero antisismico…) Ma anche su questo versante non c’è grande movimento, anzi…
Problema di soldi o di fiducia?
Di soldi, che sono pochi e sempre meno, ma anche di fiducia, di speranza… La gente non ha certezze sul futuro e non investe, non si indebita. Aspetta… Servirebbe una spinta da parte dello Stato, del pubblico… e un aumento del potere di acquisto delle famiglie e delle imprese. Altrimenti non se ne esce… Io faccio parte del Cda della Cassa Edile di Siena, ti dico che abbiamo un calo del 70% delle imprese, dovremo tagliare il personale…
Opere pubbliche come volano per la ripresa?
E’ l’unica strada. Dal new deal di Rooswelt ad oggi è sempre stato così. Senza, non si riparte. Ma servirà anche un atteggiamento diverso delle pubbliche amministrazioni. La parte tecnica, l’apparato, spesso rappresenta oggettivamente un freno anche nell’applicazione di quanto deciso a livello politico, perché i tecnici formano e hanno responsabilità su ciò che firmano, ma siccome il quadro è nebuloso e complicato, temono di trovarsi nei guai e frenano… tergiversano, allungano i tempi…
La riduzione degli oneri, come previsto dal nuovo Piano regolatore di Chiusi, per esempio, può rappresentare un incentivo a investire, magari nelle ritrutturazioni, negli adeguamenti?
In linea teorica sì, certamente. Ma al momento il mercato è talmente bloccato che non vedo grandi prospettive. Diciamo che si può smuovere il pelo dell’acqua…
A Chiusi – ma non solo a Chiusi – ci sono grandi aree disponibili per insediamenti industriali. Pensiamo all’ex Centro Carni. Quelle aree possono essere attrattive per investimenti e insediamenti di aziende di altre zone che qui possono trovare una localizzazione centrale e appetibile?
Purtroppo il periodo d’oro è passato. Adesso l’appeal di questa zona per eventuali delocalizzazioni di grandi aziende nazionali, è scarso. Se un’azienda del nord est o di Roma decide di delocalizzare, forse va in Romania, in Slovenia, o in India. Non a Chiusi o a Piancastagnaio… Sul turismo è diverso…
In che senso?
Nel senso che sul piano turistico questo territorio ha un appeal diverso. La Toscana nel suo complesso è un brand fortissimo, come ha detto Giammarco. Ma anche la Valdorcia, il Chianti, il Trasimeno… non sono solo sottomarche, stanno diventando anch’esse un marchio riconosciuto, di valore…
Nel settore turistico sono ipotizzabili investimenti esterni in zona?
L’idea di un albergo di lusso nell’area della Fortezza di Chiusi, non è male. Il nuovo Piano regolatore adesso la renderebbe anche possibile. Ma non so se Chiusi ha, al momento, l’appeal giusto per un intervento del genere. L’unico che abbiamo visto nel territorio è quello di Adler a Bagno Vignoni…
Giannetto, tu hai una quota nella proprietà della ex Fornace di Chiusi. Ci sono prospettive concrete per cui il progetto di recupero di quell’area vada in porto? Per Chiusi Scalo, ma non solo, potrebbe essere un’opportunità importante…
Sarebbe certamente un’opportunità importante. Ma l’investimento, anche se ridotto rispetto a quello ipotizzato 10 anni fa, è sostanzioso e il momento non è certo favorevole… L’ho detto prima: il mercato immobiliare è fermo. Comunque un progetto c’è e siamo in attesa che il Comune realizzi la cassa di espansione per evitare il rischio idraulico, opera assolutamente propedeutica, per legge, a qualsiasi ipotesi di intervento… La proprietà è disponibile a qualsiasi soluzione. E’ chiaro che del vecchio opificio a questo punto sarà già tanto se si riuscirà a salvare il forno Hoffman e parte della ciminiera, come testimonianza di archeologia industriale..
Si va sempre più verso un’economia di servizio, la produzione ormai viene fatta altrove. Anche le piccole aziende artigiane di produzione sono praticamente scomparse dai nostri paesi. Come vedi questa tendenza?
E’ una tendenza evidente. Le start up locali, le imprese giovanili sono tutte vocate verso servizi innovativi, io stesso ho partecipazioni in aziende di questo genere in Valdelsa… l’attualità è questa, ma mi chiedo: se spariscono le aziende, questi servizi innovativi, le app, a chi le venderemo?
Bella domanda. All’inizio dicevamo che il mercato è fermo e che mancano i soldi e la fiducia. Anche il sistema bancario sembra aver stretto i cordoni della borsa…
E’ indubbio che siamo in una fase di criticità anche sul versante creditizio. Da una parte la crisi Mps ha fatto venire meno molte certezze su cui questo territorio ha vissuto per decenni; dall’altro le banche locali, le Bcc, si stanno adeguando e riposizionando attraverso le fusioni… Questo cambia indubbiamente i connotati alle singole banche e inevitabilmente comporta anche un cambio di strategia, nei singoli territori di operatività… Insomma cambia il quadro e anche il manico e tutto ciò, in questa fase iniziale, genera qualche incertezza e qualche preoccupazione negli operatori…
Ti riferisci alla fusione della Bcc Valdichiana con la Bcc di Montepulciano?
Sì, ma non solo… E’ in atto un ridisegno più vasto del sistema… la fusione Chiusi-Montepulciano ha lasciato qualche strascico, soprattutto dopo il pensionamento anticipato del direttore generale Benicchi, siamo in una fase di assestamento. Speriamo bene…
Tu segui molto – e molto da vicino – certe realtà artistiche e musicali della zona. Segui le rock band, gli eventi, alcuni li organizzi, conosci molti locali e quindi il panorama territoriale su questo versante. Sono solo canzonette o c’è qualcosa di più sotto traccia?
Guarda, siamo di fronte ad un panorama piuttosto ricco. Vivace quantomeno. C’è anche roba buona in giro. Ci sono band musicali e realtà artistiche (fumettisti, compagnie teatrali, musicisti singoli, pittori) che provano a percorrere e a sperimentare strade originali, propri linguaggi… Credo che sia una ricchezza del territorio che andrebbe in qualche modo messa a sistema e valorizzata…
Come?
Creando strutture dove queste esperienze posano trovare la possibilità di esprimersi. Luoghi fisici e occasioni per esibizioni, ma anche per prove, contaminazioni. Con la speranza che da tutto ciò posano nascere anche delle professionalità, delle occasioni di impiego, non solo in quanto artisti, ma anche come tecnici, macchinisti, fonici ecc…
Stai sognando di fare di questo territorio ciò che era Liverpool o il Greenwich Village nel 1965…
No, non sto sognando, per la verità sto fornendo una indicazione, una proposta su cui lavorare. Chiusi in questo senso potrebbe diventare veramente il luogo deputato… Per la sua centralità e anche per una vitalità superiore ad altre realtà… L’arte, la musica, il teatro non possono sostituire la produzione industriale né l’artigianato o il commercio, ma possono aiutare e superare la nottata e a liberare energie, idee, sensibilità. Ti paresse poco…
m.l.
Alla terza risposta sula crisi dell’edilizia mi verrebbe da rispondere con una domanda: ed allora se il costruito è più del fabbisogno perchè il Piano approvato comprende più o meno 1 milione di metri cubi da incrementare e poco da dedicare alle ristrutturazioni ammesso che la spesa sia minore del risparmio per tale intervento, ma mi sembrerebbe difficile che così possa essere ? Di chi è la colpa se colpa si può chiamare? Un piano strutturale è fatto per anni ed anni a venire siamo d’accordo, ma perchè come Marchettini dice della crisi non si vede la fine ed i segnali sono così deboli che non si può immaginare che tutto riprenda in breve tempo? Alla domanda” problema di soldi e di fiducia” rispondo con un altra domanda, che penso sia plausibile visto che si parla di mancanza di possibilità di investimenti e si fà cenno ad un impulso del settore Pubblico, quindi energie pubbliche, soldi tutti in pratica: Ma i profitti che oggi mancano e che non danno più l’incentivo alla produzione od alla costruzione(mattone) li abbiamo mai sentiti che siano stati divisi con il pubblico dal momento che si chiederebbero soldi pubblici per fare profitti? Quando c’è il profitto questo lo becca il privato che però guarda caso chiede al pubblico(cioè a tutti) la partecipazione alla spesa.Si parla del New Deal e si dice che tutto funziona da quel tempo in tal modo. Ed allora? Non è anche la conseguenza di tutto questo quella che scontiamo oggi nell’economia?Per quale motivo il privato che ha convenienza ad investire se investe paga le tasse sui profitti(quando le paga) ma fa i profitti anche con la partecipazione dei soldi di tutti ? Mi sembrerebbe una discrasia, eppure è questo il motore che traina l’economia ed è sempre stato così ! Ed allora si dice tanto di voler cambiare, che certi schemi non vadano più bene ma le alternative l’economia del capitale non le trova ed insiste sempre nella stessa questione che alla fin fine mi sembra che procura la crisi.L’apparato pubblico produce strutturalmente per avviare tale motore.Si dà per scontato che la cosa positiva dovrebbe essere questa ed invece si vede che non funziona oppure si vede che non funziona perchè a lungo andare provoca la crisi.E da una crisi ne viene un altra, ed un altra ancora e via via così fino ad investire la maggior parte dei comparti produttivi.” Si costruisce oltre il bisogno”,non si vende,i bilanci di chi costruisce sono in rosso, i finanziamenti bancari non vengono rimborsati e le aziende chiudono, mandano a casa gli operai e le famiglie non hanno i soldi da spende, Il flusso circolare dell’attività economica si chiude e produce stagnazione. Allora cosa è che la produce ? Lo chiedo a Giannetto, e gli chiedo sostanzialmente questo: in una economia che sostanzialmente e che per la maggioranza è privata a cosa si deve la crisi e chi ne è principalmente il responsabile di tale crisi? Chiedo questo perchè i panorami del passato quando l’economia ”tirava ” i profitti potevano essere anche re-investiti in creazione di strutture, fabbriche, lavoro(sicurezza del re-investimento non ce n’era nemmeno allora,ma ammettiamo che una parte del capitale risparmiato si fosse spostato in creazione di investimento) come è stato in parte nel passato, ma come reagisce tutto questo motore quando siamo in stagnazione ed anche in recessione prodotta dal non re-investimento o perlomeno dalla sua inutilità-vedi il” costruito maggiore del fabbisogno”-chi lo ha deciso questo? Si reagisce in parte andando verso la finanza invece di andare verso l’investimento in beni produttivi. I vincoli pubblici che secondo Giannetto Marchettini dovrebbero essere cancellati od almeno ”allentati di molto” sono vissuti come ostacolo alle possibilità del profitto.Personalmente li vivo in un altra luce che è quella per la quale non venga permesso l’abuso e che possa essere salvaguardata la ricchezza di un territorio, della sua natura, non solo del suo sovraccarico di rifiuti ambientali dovuti al sovraccarico dello smaltimento da insediamento umano ma anche dall’inquinamento ambientale,industriale,delle comunicazioni. La terra ed il mondo Giannetto non sono stati fatti perchè si possano produrre con continuità forme di occupazione e dello sfruttamento dei suoli come si sono avuti negli ultimi 40-50 annoi. Ho delle foto nel mio archivio che ti mostrerei volentieri fatte negli anni ’60 dal Castello dei Cavalieri di Malta a Magione (sono di grande formato ed evidenziano come era quel suolo e quella vallata solo mezzo secolo fa)adesso dire che è una colata di cemento è dir poco, roba da far venire i brividi….e l’Umbria non è stata una regione guidata dalla destra o dal centro-destra, ma dalla sinistra. Ma se la sinistra funziona con le stesse prerogative e finalità della destra alllora serve a poco e serve a poco perchè non è affatto vero che tale sinistra serve a ridefinire il mondo, la cultura, la partecipazione. Tutto il contrario Giannetto.E tutto il contrario è il fatto che è nella sinistra che si sono introdotti i principi tipici di come funziona il capitalismo ed il mercato, proprio perchè la sinistra è stata penetrata da uomini deboli, senza scrupoli, che hanno capito che potevano sopravvivere(loro, non la gente) solo se si fossero comportati come gli altri di sempre.Ecco perchè la maggior tendenza politica ed economica che contrassegna i tempi che viviamo è quella che la destra le cose peggiori le faccia fare alla sinistra, perchè prima ha creato quelle strutture e quei percorsi dai quali non ci si possa allontanare, e la gente crede che quella che governi sia sinistra.No, invece è Centro , non è nemmeno la destra, è centro, centro trasversale, che prende tutte le pieghe della società e che viene vissuta comne sinistra, soprattutto agli occhi della gente comune, persone normali e perbene a milioni che votano questi che ci sono oggi e che guidano la sinistra da quasi 20 anni.Ecco il fallimento della sinistra e lo abbiamo visto :corrotti e corruttori, le due facce della stessa medaglia, tali e quali a come si sono affermati in altre regioni anche le altre forze politiche che alla sinistra si opponevano.Allora,quando si parla di motore che debba muovere le situazioni, rimuovere le storture, far sì che si tenda ad avere l’occupazione ma con minore danno sociale possibile, eliminare i mali della nostra epoca che riguardano la salute come le patologie oncologiche che derivano soprattutto da cosa si produce, dal come lo si produce, diventa imperativo che lo Stato non possa più funzionare con criteri di profitto, che le USL non debbano essere aziende che producano utili, perchè chi le continua a guidare sono quelli che hanno-non solo loro ma beninteso insieme ad altri- fanno parte della stessa congrega, degli stessi coacervi di interessi. Ma se tutto questo non lo stabilisce la gente che non è più disponibile a farsi prendere per il ”tergo dei pantaloni” e che paga gli interessi più duri e più profondi in termini di povertà, bisogno, alienazione, caduta degli stili di vita e dei rapporti umani e familiari, non si può pensare che a far questo sia lo stesso meccanismo che ha prodotto tutto questo.Ed allora Giannetto,
occorre prendere coscenza che nel modo di come ha funzionato l’ingranaggio c’è qualcosa di ” strutturale e di profondo” che deve essere cambiato ed alla svelta, prima che l’ingranaggio si blocchi.Ma chi lo olia dice come dico io, salvo poi fare il contrario perchè applica sempre lo stesso schema, e la gente ci casca, ci è sempre cascata.Quindi, analizzando quanto dici, mi sembra di scorgere e di capire che da tutto questo meccanismo non venga fuori una visione ottimistica e proiettata verso il futuro, bensì una visione che sembra essere parallela a quella che ho sempre detto nei miei interminabili scritti e che definisco come”DECRESCITA LENTA”. I rimedi ? Detto fra noi non credo che ce ne siano al punto di invertire la tendenza, ma una cosa esce chiara ed è quella che insistere ancora ad andare dove ci vuole spingere chi ci rappresenta, dicendo che le manovre economiche puntano a togliere i lacci che frenano lo sviluppo, dico che questa è roba già risentita da almeno 25 anni. Renzi non dice nulla di nuovo quando dice che se vince il NO non sia la fine del mondo, ma guarda caso nello stesso tempo dice che l’Italia si ferma per altri 20 anni.Il problema non è lui come non lo era di Berlusconi(anche se per 10 anni il problema per la sinistra era Berlusconi),il problema dell’Italia è costituito dalla gente che lo vota, che si divide in due distinti rami: coloro che hanno annusato quali interessi sostanzialmente difenda ed è rimasto la loro unica speranza nel decadimento prodotto da loro stessi e dalla classe politica che hanno sempre votato, e dall’altra parte da una pletora di milioni di persone che ritengono che ”finalmente sia l’uomo nuovo al comando” e che qualche botta al vecchio la tiri per davvero.Non hanno però capito questi milioni che l’ingranaggio produce sempre per i soliti. Se non si cambia quello, ciò che ne esce è sempre la stessa farina,con l’aggravante che man mano che il tempo passa e sempre peggio è.Come uomo della strada non ho ricette da dare ma se non altro quello di non seguire quello che dice il vecchio travestito da nuovo.Perchè l’italia è stata sempre fottuta da questo: dal cinema della politica ! La politica è necessaria, senza politica non si vive, anche perchè c’è un vecchio ndetto che racconta”se tu non ti occupi di politica, la politica si occupa di te”, quindi è inevitabile che ci sia, perchè fa parte del modo di essere degli uomini, ma cred che man mano che si vada avanti si debba fare sempre di più i distinguo. Ed i distinguo debbono essere fatti soprattutto sulla NATURA di tale sistema.
Sembrerebbero essere tutti d’accordo ma quando ci si conta rivince sempre lo stesso.E’ dal dopoguerra che ci governano sempre gli stessi, cambiando la maschera. Spiegami perchè Giannetto.
Carlo dopo essermi sottoposto al “torchio” di Marco Lorenzoni ora mi tocca il tuo “torchio” che non è da meno !!
Innanzitutto io non mi riferivo a Chiusi in particolare ma alla provincia. Un grosso piano di rilancio dei lavori pubblici credo che servirebbe ad un ammodernamento delle rete infrastrutturali, adeguamento di edifici pubblici alle normative antisismiche etc. Ovvio che a caduta ci sarebbe benifici per le imprese, per i lavoratori per i fornitori e per le tante filiere dell’edilizia. Quando quella abitativa tirava i promotori dell’edilizia pagano oneri di urbanizazzione, e spesso i comuni in convenzioni chiedevano ed ottenevano opere in piu che andavano a beneficio dell’area dove insisteva il cantiere.Oggi questo non avviene piu ed i Comuni non hanno piu entrate in tal senso. La redistrubuzione degli utili ( che semmai va pensato con i lavoratori dell’imprese e non con il pubblico) è un argomento che non ha trovato mai compiutezza in Italia mentre esiste in Germania ed in altri paesi Europei.Sarebbe troppo lunga allargare questo discorso a nuovi modelli contrattuali (primo secondo livello, territoriali e con la partecipazioni dei lavoratori all’andamento dell’aziende) ma se vuoi sono sempre pronto a confrontarmi su argomento specifico e anche su Prima Pagina. Mi stupisce invece leggere che tu ti rammarachi che l’economia sia in mano ai privati e non al pubblico ! Sfido a dirmi quale paese funziona con l’economia gestito dal pubblico ? Su dai il pubblico deve essere il regolatore dell’economia, il controllore di un mercato che deve essere il piu sano possibile che dia delle chance a tutti e non a poche, che premi le imprese etiche che non inquinano che hanno un ottimo rapporto con le maestranze etc. Non fare di tutto un erba un fascio ci sono imprese buone ed imprese catttive. Purtroppo ti posso assicurare che il gap che abbiamo con gli altri paesi dell’economia avanzata sarà colmato quando avremo dei modelli che premiano le imprese virtuose ed espellino dal mercato quelle fuori regola. Ma abbiamo il problema del Sud dove lo stato garantisce poco il sistema delle legalità e dove le imprese buone ( ce ne sono tante ) hanno ancora piu difficoltà ed emergere. Hai ragione sulle edificazioni in Umbria e nella zona del trasimeno. Ci ho operato e costruito anch’io e venendo dalla Toscana mi sono sopreso sulla permissività e sulla disinvoltura che c’èra. Tu fai anche una dissertazione politica tra destra e sinistra ma io ti posso assicurare che quel sistema in quel territorio era funzionale a tutti destra e sinistra, pubblico e privato. Il sentiment era quello … c’è poco da fare è storia. I tempi ora sono cambiati anche li, le attenzioni e la consapevolezza è aumentata e fortunatamente cè maggior controllo. In tutti i casi
Giannetto, quello che dici è materia di discussione senz’altro ma occorre anche sfatare certi luoghi comuni che sono quelli che il pubblico non funzioni.Interi settori sono stati riorganizzati dalla mano pubblica ed erano un colabrodo, soprattutto fatto di inefficacia.Carrozzoni come l’INPS te li ricordi ? Si pensava che chiudesse anche l’INPS qualche anno fa , certo, se il pubblico invece funziona con criteri privati o dove le discrasie del pubblico vengono coperte con l’introduzione dei privati, alla fine il pubblico non funziona, anzi sottostà al privato.Ed è questa la direzione dove stiamo andando oggi, non mi dira di no spero.Le condizioni alle quali tu ti riferisci riguardanti il fatto che lo stato debba controllare ma debba lasciare il volano al privato, sappi che mica tutti sono d’accordo con tale principio…anche perchè il privato per cultura, etica, tendenza, ritiene che pagare le tasse sia quasi un furto(certamente è una estremizzazione) ma di fronte ad uno stato che non funziona e che torchia il cittadino per fare cassa, è difficile che il comparto privato applichi per se stesso la differenziazione fra aziende sane e non sane. E’ come una corsa all’accaparamento dove tutto diventa lecito pur di sopravvivere, svilupparsi, senza fare i conti in tutti i casi (anche nelle economie più sane della nostra) che la limitatezza di risorse limita lo svuiluppo.Abbiamo inteso per decenni che allo sviluppo non c’erano limiti, che la tecnologia e la punta dell’innovazione erano i sentieri da percorrere, senza pensare a chi rimaneva indietro, senza pensare ai milioni di consumatori il cui stipendio si riduceva nei confronti del costo della vita. Per non parlare poi di opere pubbliche, strade, ponti, ferrovie, grandi costruzioni, dove la tecnologia ed il suo possesso la fa da padrone nei confronti del piccolo imprenditore. vedi dunque che certe considerazioni è obbligatorio farle e ti portano a considerare che
è un sistema che fa acqua, perchè cozza con la limitatezza delle risorse, sia umane che ambientali. Quando sento la voce di chi amministra Chiusi e nello specifico i problemi che dice di risolvere come questo ultimo del palazzetto di Pania e confronto lo sperpero-che a dir loro è grande e lo è davvero grande per un paese come Chiusi — con lo sperpero di denaro pubblico che la noncuranza all’ambiente comporta (inquinamento, veleni,tempo perso, destinazione di luoghi adibiti a centro merci che non sono stati mai resi funzionanti ma inaugurati con tanto di fanfara e fascia tricolore) allora mi dico che quello che impera non solo a Chiusi ma in tutta Italia, è la cultura dell’arrembaggio, di vivere alla giornata della politica che trasforma anche le persone e le assuefà a tale modo di pensare e di vivere tali da farlo sembrare normale,mentre invece è tutto il contrario.Tu dici che il pesce cattivo mangia quello buono ed è vero, ma siccome si parlava dell’Umbria e da chi è stata governata, quella che hai detto tu che ha imperato e che ancora continua è la cultura del trasversalismo, che prende tutto e tutti, rivolta a coloro che le regole se le scrivono perchè gliene viene vantaggio, sotto una pletora di inetti e di menefreghisti e di ignoranti che non hanno mai avuto un concetto del pubblico e l’hanno vissuto solo come limite, come paletto alle loro volontà di arricchimento. Ed è per questo che ci sono e ci continuano ad essere corrotti e corruttori.La Magistratura caro Giannetto ha detto una cosa vera quando ha detto che la Mafia, Camorra e Ndrangheta si sono infiltrati ormai anche nel centro Italia Toscana, Umbria ed anche al Nord italia. Basterebbe vedere le costruzioni ex novo disabitate e delle quali non c’era nessuna utilità che venissero costruite, per capire che le lavanderie di soldi funzionano e vanno alla grande.Oppure dico una cosa che non è vera ?Quindi caro Giannetto, questo non significa che non vi siano imprese sane (la proposta che tu evochi di partecipazione agli utili dell’azienda da parte delle maestranze sarebbe una cosa che potrebbe essere positiva, ma se guardo a cosa succede nel campo delle Cooperative, create per aiutare i deboli e divenute strumenti in mano alla speculazione ci sarebbe da mettersi le mano nei capelli).Il meccanismo di partecipazione è richiesto ai soci che devono sempre essere pronti a rinunciare a diritti, a frugarsi in tasca quando serve, a rinunciare ad una parte dello stipendio perchè sennò vengono rimpiazzati da altra forza lavoro nuova e ci sarebbe tanto altro ancora…. Si rasenta l’organizzazione a delinquere dovunque ti giri ed il sistema credo che purtroppo non sia più recuperabile come pensano i più ingenui..La ricchezza del lavoro è stata sostituita con la finanza, fatta funzionare da menti obliterate ma allo stesso tempo perverse e plagiate, che impongono anche l’investimento ed il giuoco dello Swap anche agli enti pubblici.Quanti enti hanno segnato nei loro bilanci tali perdite?Chiusi rinunciò per un soffio a fare questo, ricordi ? Eppure fu proposto. ”Idee moderne e disinvolte si diceva”…ricordi ? Giannetto, qui c’è solo da prendere atto di una cosa ed è quella che il popolo italiano questo è, questo che vediamo, un popolo che rifiuta l’accoglienza come è successo oggi a 12 donne vicino Goro(FE) mentre la gente comune” si fa leccare viso e bocca dai loro gatti e dai loro cani e rispondono con altrettanto(parole di un profugo che ha perso la famiglia sotto le bombe)e che porta i propri animali a fare la tac per scongiurare tumori, mentre per le persone tutto questo spesso viene precluso” . Il cervello per molti serve a tenere in caldo i capelli – senti a me Giannetto-e questi molti sono perlopiù i poveri.Poveri non intendendo il conto in banca ma poveri di ”gnegnero”.Ed allora come facciamo a ripartire, per andare dove?” Decrescita lenta” Giannetto ma inesorabilmente vera.Altro che aziende buone ed aziende cattive….è il mondo che è crollato sotto l’interesse di pochi, e spesso non si vuole ammettere, perchè ad ammetterlo si prenderebbe coscenza che è il modello che ha fallito.Chi lo vorrebbe far funzionare e chi dice di rinnovarlo sono quelli che lo hanno fatto fallire, che ne traggono beneficio con i loro stipendi, con le loro rendite.Questi affabulatori il mondo non lo cambieranno.Se lo dovessero cambiare lo dovrebbero fare le loro vittime.Prima sembrava fosse possibile,adesso non più. Ma le vittime spesso sono peggiori dei loro carnefici. E’ quel trasversalismo di come viene intesa e vissuta la politica e che accomuna tutti, da destra a sinistra passando per il centro.Il suo comune denominatore si chiamano ”mass media” per i quali il contato umano non è più richiesto.Tu le idee te le formi aprendo quella scatolina a colori che entra dentro le case fino a far ragionare la tua testa come ragiona quella scatolina.C’era un mio vecchio collega di lavoro che diceva sempre una cosa saggia:” Chi ragiona con quello degli, altri il proprio di cervello è bene che se lo venda”.Tanti torti non l’aveva.Scusa lo sfogo.